Evento: Il Corpo e la Luce
24/04/2015 - 08/05/2015
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Data di inserimento: 08/04/2015 - 18:36
Luogo: Quartu Sant'Elena (CA) - Sardegna
Data di inizio: 24/04/2015
Data di fine 08/05/2015
Descrizione
Centro museale d’Arte QuARTissimo
presenta
IL CORPO E LA LUCE
Collettiva d’Arte
Il Centro Museale d’Arte Contemporanea “QuARTissimo” riprende, nella propria sede nel centro storico di Quartu Sant’Elena (Via Verga 8-10 ), l’attività espositiva con una mostra dal titolo “Il Corpo e la Luce”. L’esposizione è composta da opere realizzate con tecniche artistiche diverse e dalle dimensioni uguali per tutti cm. 100x100. Partecipano a questa nuova iniziativa artisti che operano in varie località della Sardegna: Angela Carone, Germano Conese, Massimo Corazza, Sergio Farina, Sandro Giordano, Silvio Ghiani, Paulina Herrera Letelier, Antonella Macis, Anna Marchi, Diego Mocci, Tullio Marras, Maria Cristina Matta,Tonino Mattu, Flaviano Ortu, Graziella Perdighe, Maria Puddu, PIB, Daniele Pillitu, Franco Secci.
Un progetto che mette un artista di fronte ad una dicotomia che è nucleo fondante tutta la rappresentazione artistica: dal rapporto tra luce e ombra nasce e si elabora la pittura, dal rapporto tra corpo e luce, tra densità e rarefazione luminosa si fondano la scultura, l'architettura ecc. e chissà quant'altro.


Inaugurazione: venerdì 24 aprile 2015 ore 18:30

A Cura di: Andrea Gennaro Aversano

Opere in esposizione di:
Angela Carone, Germano Conese, Massimo Corazza, Sergio Farina, Sandro Giordano, Silvio Ghiani, Paulina Herrera Letelier, Antonella Macis, Anna Marchi, Diego Mocci, Tullio Marras, Maria Cristina Matta,Tonino Mattu, Flaviano Ortu, Graziella Perdighe, Maria Puddu, PIB, Daniele Pillitu, Franco Secci.

Periodo mostra: dal 24 aprile 2015 al 08 maggio 2015

Sede: Centro museale QuARTissimo www.quartissimo.org
via Giovanni Verga, 8/10 Quartu Sant’Elena (CA)

orari: lunedì-venerdì dalle 18.00 alle 20.00 chiuso sabato e festivi

Ingresso Libero
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Il Corpo e la Luce
24/04/2015 - 08/05/2015
Quartu Sant'Elena (CA) - Sardegna
Inserito da Andrea Aversano
Centro museale d’Arte QuARTissimo
presenta
IL CORPO E LA LUCE
Collettiva d’Arte
Il Centro Museale d’Arte Contemporanea “QuARTissimo” riprende, nella propria sede nel centro storico di Quartu Sant’Elena (Via Verga 8-10 ), l’attività espositiva con una mostra dal titolo “Il Corpo e la Luce”. L’esposizione è composta da opere realizzate con tecniche artistiche diverse e dalle dimensioni uguali per tutti cm. 100x100. Partecipano a questa nuova iniziativa artisti che operano in varie località della Sardegna: Angela Carone, Germano Conese, Massimo Corazza, Sergio Farina, Sandro Giordano, Silvio Ghiani, Paulina Herrera Letelier, Antonella Macis, Anna Marchi, Diego Mocci, Tullio Marras, Maria Cristina Matta,Tonino Mattu, Flaviano Ortu, Graziella Perdighe, Maria Puddu, PIB, Daniele Pillitu, Franco Secci.
Un progetto che mette un artista di fronte ad una dicotomia che è nucleo fondante tutta la rappresentazione artistica: dal rapporto tra luce e ombra nasce e si elabora la pittura, dal rapporto tra corpo e luce, tra densità e rarefazione luminosa si fondano la scultura, l'architettura ecc. e chissà quant'altro.


Inaugurazione: venerdì 24 aprile 2015 ore 18:30

A Cura di: Andrea Gennaro Aversano

Opere in esposizione di:
Angela Carone, Germano Conese, Massimo Corazza, Sergio Farina, Sandro Giordano, Silvio Ghiani, Paulina Herrera Letelier, Antonella Macis, Anna Marchi, Diego Mocci, Tullio Marras, Maria Cristina Matta,Tonino Mattu, Flaviano Ortu, Graziella Perdighe, Maria Puddu, PIB, Daniele Pillitu, Franco Secci.

Periodo mostra: dal 24 aprile 2015 al 08 maggio 2015

Sede: Centro museale QuARTissimo www.quartissimo.org
via Giovanni Verga, 8/10 Quartu Sant’Elena (CA)

orari: lunedì-venerdì dalle 18.00 alle 20.00 chiuso sabato e festivi

Ingresso Libero
Immersi
23/05/2015 - 05/06/2015
Quartu Sant'Elena (CA) - Sardegna
Inserito da Andrea Aversano
Centro museale d’Arte QuARTissimo
presenta
IMMERSI
Personale di
FRANCO SECCI
Nel mese di maggio 2015, in contemporanea e all’interno della rassegna “Monumenti Aperti 2015“ della città di Quartu Sant’Elena, l’attività espositiva del centro museale d’arte “QuARTissimo” prosegue con la mostra personale di Franco Secci intitolata “IMMERSI”
“E' un inventario scientifico, stimolante e aperto ad ogni domanda di un qualsiasi spettatore che, incrostato di virtualità tecnologica, stenta, incredulo, a ritenere esistente. Lo spettatore è obbligato a stupirsi nel considerare veri il fluttuare di ogni mossa, la sospensione di ogni probabile guizzo, l'attesa di un momento e l'arrivo di ogni presunto intruso … anche un puer! “ma noi piccoli pesci nasciamo nell'acqua” ci ricorda, già nell'antichità, Tertulliano.” C.S.

Nelle giornate di Monumenti Aperti (23 e 24 Maggio) la mostra sarà illustrata dagli allievi del Liceo Artistico- Scientifico Statale “Brotzu” di Quartu S.Elena (classi 3F e 4F) guidati dalla Prof.ssa Caterina Spiga (responsabile del progetto scolastico) , Andrea G. Aversano e Sandro Giordano (fondatori e responsabili del Centro Museale “QuARTissimo”)
Apertura straordinaria per Monumenti Aperti 2015 orari:
sabato 23 18:00-20:00;
domenica 24 maggio: con orari previsti dalla manifestazione

Inaugurazione: sabato 23 maggio 2015 ore 18:00

A Cura di: Andrea Gennaro Aversano
Testo di presentazione di Caterina Spiga
Periodo mostra: dal 23 maggio al 05 giugno 2015

Sede: Centro museale QuARTissimo www.quartissimo.org
via Giovanni Verga, 8/10 Quartu Sant’Elena (CA)

orari: lunedì-venerdì dalle 18.00 alle 20.00 chiuso sabato e festivi

Ingresso Libero
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Le strade della pittura
23/09/2017 - 29/10/2017
Quartu Sant'Elena (CA) - Sardegna
Inserito da CSArt Serri
“Le strade della pittura” di Carlo Calzolari, Carlo Mastronardi e Corrado Tagliati dal 23 settembre al 29 ottobre 2017 alla Corte Ospitale di Rubiera (RE).
La mostra, promossa dal Comune di Rubiera, verrà inaugurata sabato 23 settembre alle ore 18.00. Saranno presenti, oltre agli artisti, Emanuele Cavallaro (Sindaco del Comune di Rubiera), Elena Lusvardi (Assessore alla Cultura del Comune di Rubiera) e Sandro Parmiggiani (curatore).
L’esposizione si tiene in un luogo fortemente simbolico – la cinquecentesca Corte Ospitale di Rubiera, per secoli centro di accoglienza e di incontro, e in questa occasione luogo simbolico in cui si incrociano le strade della pittura – e riunisce e mette a confronto tre artisti reggiani, originari di terre diverse: Calzolari è nato a Parma nel 1944, anche se risiede a Reggio Emilia da quarantacinque anni; Mastronardi è nato a Prepotto (Udine) nel 1940 ed è rubierese di adozione, essendosi qui trasferito il padre medico quando lui aveva dieci anni; Tagliati ha solidi, apparentemente irrecidibili, legami con l’Appennino, essendo nato a Castelnovo ne’ Monti nel 1940, e avendovi sempre vissuto.
“Le strade della pittura” è una mostra che, pur di dimensioni contenute – una decina di opere per ciascuno degli autori –, assume significati e valori peculiari. Da un lato, essa getta luce su ciò che tenacemente alcuni artisti continuano quotidianamente a fare, nel silenzio e nella solitudine dei loro studi, interrogandosi su quali possano essere oggi i linguaggi della pittura, capaci di non recidere il legame con la tradizione, di confrontarsi con il nuovo e, soprattutto, di essere fedeli testimoni della loro interiorità, delle tensioni che li animano, delle sfide che sentono di dovere raccogliere. Dall’altro lato, questi artisti dimostrano come la provincia possa essere luogo in cui si può sperimentare, lontano da luci e assedi di ogni genere (compresa la sollecitazione a replicare ciò che il mercato accoglie), un percorso di continui affinamenti e verifiche, con esiti che sono parte di ciò che può definirsi contemporaneo.
Calzolari, Mastronardi e Tagliati non formano certo un gruppo, né mai hanno pensato di dare vita a un sodalizio formale che potesse sostenere il loro percorso. Nutrono, da molti anni, sentimenti di amicizia personale, e di rispetto l’uno per il lavoro dell’altro, che già li hanno portati in passato ad esporre assieme, pure con altri amici artisti, quali i compianti Marco Gerra e Bruno Olivi, oltre a Fausto De Nisco.
Sono assai diverse le strade percorse dai tre artisti – anche se quelle di Mastronardi e Tagliati hanno segrete affinità e convergenze –; la frequentazione costante che da anni intrattengono fa sì che siano sempre aggiornati sugli esiti del lavoro di ciascuno, che questa mostra documenta con opere realizzate negli anni recenti.
Carlo Calzolari traccia bave, fiati di segni, graffiti, grumi e grovigli, numeri e lettere dell’alfabeto, parole nelle quali si condensa il retaggio di una presenza e di un pensiero misterioso, che pare sintonizzarsi sulla meraviglia e sull’estrema sensibilità proprie dell'infanzia; tutto viene percepito da chi guarda come ombre distorte da una lastra trasparente di plexiglass, che, investita dalla luce, proietta e origina sulla tavola retrostante brividi e fluttuazioni delle forme, a conferma che la cangiante presenza della luce è fondamentale nella percezione dell’opera, continuamente generando incupimenti, chiarori, trasalimenti dei toni.
Carlo Mastronardi fa ritorno, in queste opere ultime, al paesaggio delle nostre colline e montagne, in un qualche modo riallacciandosi alle esperienze degli esordi, quando trasfigurava il paesaggio emiliano, per poi rivisitare, sempre con un linguaggio informale sensibile al fascino della materia e del colore, i fienili e le vecchie case contadine, abbandonate a un inesorabile declino, i vecchi strumenti e attrezzi contadini – totem sacrali, tanto che la sua opera potrebbe davvero definirsi un’ininterrotta elegia sulla civiltà contadina ormai inghiottita e dissolta dal tempo. Di Mastronardi non possiamo infine dimenticare la ricerca sulla natura morta, con esiti del tutto personali, di grande felicità tonale e compositiva.
Corrado Tagliati è, fin dagli esordi, un indagatore del paesaggio, dapprima reso con una pittura figurativa, che presto s’inoltra lungo le strade di un’astrazione formalmente rigorosa, modulata su toni e tonalismi lavorati per accordi minimi, per segni, variazioni e sfumature di colore quasi impercettibili, ma che sempre reca l’impronta di emozioni e sentimenti che si rinnovano ogni volta che l’artista getta lo sguardo sulla natura, sia essa quella ancora in gran parte incontaminata sia quella che reca i segni dell’umano intervento. Spira nei suoi dipinti, sia ad olio sia a pastello, una sensibilità estrema, con la capacità di cogliere ogni più estenuato tono, ogni impercettibile frontiera tra forma e vuoto, ogni più recondita vibrazione della luce, che ne fanno un artista di r
Gustavo Boldrini, "Specchio del suo tempo"
13/12/2014 - 13/01/2015
Quartu Sant'Elena (CA) - Sardegna
Inserito da galleria berga
Mostra retrospettiva del pittore Gustavo Boldrini
"Specchio del suo tempo"
Dal 13 dicembre 2014

Inaugurazione: sabato 13 dicembre ore 18,00

Contrà Porton del Luzzo, 16 -Vicenza – www.galleriaberga.it – info@galleriaberga.it

Orari: dal martedì al sabato ore 10:00 – 13:00, 16:00 – 19:30
“Specchio del suo tempo” intende essere una mostra retrospettiva e una rivisitazione della personalità artistica e dell'opera di Gustavo Boldrini, pittore veneziano di origine, cosmopolita per vocazione e per spirito di conoscenza, la cui esistenza e la cui esperienza pittorica si collocano in un periodo particolare – dagli anni '40 agli '80 del '900 - denso di avvenimenti artistici, culturali e di rivolgimenti storici che lasceranno una forte, significativa impronta sulla sua produzione e sulle sue vicende ed influenze personali e culturali.
Nel corso della sua vita Boldrini compie numerosi viaggi e spostamenti, sia in Italia che all'estero: in Germania, Svizzera, Olanda, Francia, che gli regalano una consapevolezza e una visione d'insieme unica, la quale si traduce in un lirismo attento agli effetti atmosferici del colore e ad una incisività del segno, talora materico e corposo, talora lineare e comunque sintetico e massimamente espressivo, il quale traspone in forme originali e immediatamente identificabili gli oggetti e i luoghi, vissuti e amati.
Gustavo Boldrini è un artista da conoscere, indagare e scoprire in ogni sua particolarità, per poter ricevere e apprendere gli innumerevoli insegnamenti e spunti di riflessione che egli ci ha lasciato: sul suo tempo, sul trascorrere degli eventi umani e sulla sua esperienza d'artista, così coerente, totalizzante ed estremizzante, che non smette d'incantarci.
Gustavo Boldrini
(Gustavo Boldrin, Venezia 1927 – Salsomaggiore 1987)
Si forma presso l'Istituto d'Arte e poi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia: fra i suoi maestri ed estimatori Felice Carena, Aldo Bergamini, Virgilio Guidi e Bruno Saetti. Di questi gli ultimi due lo introdurranno nel contesto esclusivo di Palazzo Carminati, luogo di vita e di studio per i giovani talenti.
Negli stessi anni stringe amicizia con Bepi Longo e Giovanni Pontini, ma anche con Raoul Schultz, Angelo Caramel, Bruno Colussi, Girolamo De Stefani. Evidente nelle prime opere la corrispondenza intellettuale con Carlo Hollesch.
Dal '47 iniziano i suoi viaggi in Europa, alla scoperta e alla ricerca di un confronto con i grandi maestri: dapprima in Germania, dove entra a contatto con la pittura del “Bauhaus” e della “Brucke” e scopre una particolare affinità con l'opera di Oskar Kokoschka.
Partecipa a premi ed esposizioni all'estero e dal '51 espone presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, con cui continuerà a mantenere i contatti nel corso degli anni.
Nel '53 visita l'Olanda e assimila suggestioni dalla pittura di Van Gogh, destinato a lasciare un segno permanente in tutta la sua produzione.
Espone nel '54 a San Vidal, di nuovo a Venezia.
Al '55 si fa risalire il primo soggiorno parigino, a seguito di una borsa di studio del Governo Francese: espone fra l'altro al IV Salon de Jeune Peinture alla Galleria d'Arte Moderna, scopre i colori dei fauves, Utrillo e Rouault. E' in ambito parigino che cambia la firma in “Guy Boldrini”.
Nello stesso anno è presente alla VII Quadriennale di Roma, l'anno successivo è invitato alla XXVIII Biennale di Venezia, dove si consacra come uno dei più interessanti giovani artisti italiani.
Si trasferisce nel '59 a Milano, dove il contatto con la luce e i volumi del paesaggio metropolitano conferiscono nuova sintesi spaziale alla sua pittura.
Quest'ultima, dopo un avvio sperimentale di matrice astrattista, si evolve espressionisticamente fino a subire suggestioni fauviste per approdare poi ad una semplificazione formale ai limiti del figurativismo, ad una neofigurazione che prende le distanze da qualsivoglia scuola o corrente per dare vita a un linguaggio unitario e personalissimo. La sintetizzazione dei soggetti in campiture cromatiche modulari vede negli anni '70 l'introduzione nelle sue composizioni di un ulteriore elemento, lo “specchio magico”: struttura narrativa in cui inserisce oggetti d'uso comune, figure e schematici paesaggi, talora arricchiti da inserti a collage