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Giuseppe Alletto
Artista, Palermo (PA) - Sicilia
Giuseppe Alletto (Palermo, 13 Ottobre 1990), pittore, vive e opera a Bagheria, in provincia di Palermo. Dopo aver conseguito la maturità classica con il massimo dei voti, frequenta il corso di Storia dell’Arte presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo.
Ha tenuto le prime due mostre personali nel Dicembre 2008 e nel Maggio 2010 presso la sede della Biblioteca Comunale di Bagheria “Palazzo Aragona-Cutò”.
Nel Gennaio del 2013 ha tenuto una mostra personale presso il Polo Didattico dell’Università degli Studi di Palermo.
Nell’Ottobre del 2014 si è svolta una sua mostra personale dal titolo “VOCI dell’OLTRE”
presso la galleria “XXS apertoalcontemporaneo” di Palermo, a cura di Salvo Ferlito.
Ha partecipato a mostre collettive presso la galleria La Spadarina di Piacenza, Palacongressi di Agrigento, galleria “Il Trittico”di Roma, galleria Am Art di Bruxelles, Mondadori Multicenter di Palermo, galerie “Le Patio” di Cannes, Università degli Studi di Catania, Cappella “De Sleutelbrug" di Bruges, galleria Villa Casaurro di Bagheria, Kunstlerforum di Bonn, galleria “A Sud arte contemporanea” di Realmonte , galleria “Il Nuovo Cenacolo” di Palermo, Basilica SS. Apostoli di Roma, Museo Cerio di Capri, Palazzo Butera di Bagheria, Villa Malfitano-Whitaker di Palermo, Castello della contessa Adelaide in Val di Susa in occasione del Valsusa Film Festival, Museo MIIT di Torino, galleria Thuillier di Parigi, galleria Bobez di Palermo, Museo Civico “G.Sciortino” di Monreale, Bellange Gallery di Stoccolma, Castello Chiaramontano di Racalmuto, Galleria “Katané” di Catania, Palazzo Stella di Genova.
E’ presente sul numero di Marzo 2010 della rivista “ARTE Mondadori” e sul volume “Tra Forma e Figura” curato da Paolo Levi. Ha pubblicato le sue opere sulla rivista bimestrale “Effetto Arte” e sulla rivista “Arte Shop Magazine”. E' stato in copertina nel primo numero della nuova rivista "OverArt".
Sue opere fanno parte del corredo iconografico di volumi di poesia e saggistica di diversi autori.
Si sono interessati alla sua attività testate giornalistiche come “Il Giornale di Sicilia”, “Balarm”, “La Sicilia” e emittenti televisive come “Tele One” e “RAI 3 Sicilia”.
E’il vincitore dell’edizione del 2012 del premio Satura, per la sezione giovani.
E’ Socio Onorario dell’Accademia Internazionale Vesuviana di Napoli.
Una sua opera è entrata a far parte della collezione della Fondazione “Thule Cultura” di Palermo, che ospita opere di artisti quali Accardi, Caruso, Guccione, Munari, Provino.
Scrive articoli su Cultura, Arte e Cinema per riviste e blogs come “Il Settimanale di Bagheria” (Bagheria), “Cinema Sperimentale” (Palermo), “D’Ars” (Milano),
Espoarte (Savona), “Art / Texts / Pics” (Milano), “RivistaSegno” (Pescara), “ArtsLife” (Milano), “Juliet Art Magazine” (Trieste), “Il Fascino degli intellettuali” (Milano), “LoboDiLattice” (Milano).
Nel Dicembre 2013 è stato tra i relatori, con un intervento sul rapporto tra pittura e letteratura, nell’ambito della presentazione del nuovo saggio di Marco Scalabrino sugli autori siciliani contemporanei, svoltasi presso la Biblioteca Fardelliana di Trapani.
E' in copertina nel numero di settembre 2012 della rivista "Arte Shop Magazine" e all'interno si trova un articolo redatto dall'artista stesso su alcuni temi relativi all’arte contemporanea.
Un suo breve saggio sui martirii e le esecuzioni capitali nella storia dell’Arte è stato inserito nel volume di prossima pubblicazione sul culto dei Decollati a Palermo e sulla pena di morte, a cura di Rita Cedrini e Marilena Volpes.
Si sono interessati alla sua opera pittorica, tra i tanti: Paolo Levi, Fiorenzo Carella, Piero Longo, Giovanni Lo Castro, Lia Ciatto, Salvo Ferlito, Alessandro Madonia, Salvatore Maurici, Franca Alaimo, Rita Pengo, Pippo Oddo, Francesco Mineo, Lina Maria Ugolini, Maria Patrizia Allotta, Enzo Buttitta, Marco Scalabrino, Maria Antonietta La Barbera, Alfonso Leto, Gianmario Lucini, Elio Giunta, Tommaso Romano, Arrigo Musti, Vito Mauro, Rossella Cerniglia, Salvatore Di Marco, Giacomo Cottone, Giuseppe Fumìa, Tommaso Serra, Nicola Romano, Riccardo Melotti, Ester Monachino, Gaetano Lo Manto, Maria Teresa Prestigiacomo, Flora Buttitta, Elisa Bergamino, Dante Cerilli .
CONTATTI:
Giuseppe Alletto
Via Bernardo Mattarella n.50 BAGHERIA (PA) 90011
Cell: 335 68 26 923 / 338 2444 117
Email: giuseppe.a_2006@tiscali.it
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”
Giuseppe Alletto
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8 Opere e un luogo - Giuseppe Alletto
18/07/2015 - 30/10/2015
Santo Stefano di Quisquina (Agrigento)
Inserito da Giuseppe Alletto
8 Opere e un luogo
di
GIUSEPPE ALLETTO
Testo in catalogo di Alfonso Leto
L’ARTE IN SCENA
In esposizione nel “Teatro Andromeda”
il pregevole “Icaro morente” dello scultore Giuseppe Agnello
18 Luglio – 30 Ottobre
Fattoria dell’Arte
(contrada Rocca, Santo Stefano di Quisquina - Agrigento)
INAUGURAZIONE SABATO 18 LUGLIO ORE 19
Otto opere del giovane pittore bagherese Giuseppe Alletto (Palermo, 1990) fanno il loro ingresso nell’incantevole cornice della “Fattoria dell’arte” dello scultore Lorenzo Reina, tra le colline di Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento.
L’inaugurazione, che avrà luogo sabato18 Luglio alle ore 19.00, ha il pregio di presentare una serie di ritratti di raffinatissima fattura, prova inesauribile di virtuosismo tecnico che nell’uso della grafite trova il suo acme. Qui è un insieme di volti a coagularsi in una rosa di illustri personaggi della cultura e dell’arte di ogni tempo. Ora di scorcio, ora emergenti da conturbanti ombre caravaggesche, sempre essi appaiono custodi di enigma: Luigi Pirandello, Renato Guttuso, Charles Baudelaire, Louis Ferdinand Céline (solo per citarne alcuni), il cui messaggio va oltre la parola, oltre lo specchio dell’anima, oltre lo sguardo che, in effetti, spesso viene celato. «Di certo- scrive Alfonso Leto nel catalogo della mostra- questi ritratti sono i fantocci che il ventriloquo Alletto fa “muovere” a suo piacimento per interpretare il suo personale monologo noire sul simulacro figurabile del ritratto».
Lungi dall’indulgere a mero citazionismo, i ritratti di Alletto sono facies simboliche e simbiotiche, nella misura in cui permettono allo spettatore una riflessione sul senso ultimo dell’essere Uomo, con le proprie inquietudini, con le proprie angosce, finanche con i propri furori, in un bisogno di ultima resistenza alla realtà, che si imprime sul nostro viso- come accade nel Ritratto di Giorgio De Chirico «pietrificato in una smorfia di sdegno come una statua di neve sporca pronta a sciogliersi sotto i raggi obliqui della luce» (Alfonso Leto).
Corona la giornata di eventi l’esposizione di un’opera scultorea di Giuseppe Agnello (Racalmuto, 1962). L’Icaro morente, una scultura in resina poliestere di dimensioni imponenti raffigurante il mitico personaggio precipitato rovinosamente al suolo per aver volato troppo vicino al sole, sarà posto nello spazio del Teatro Andromeda (un piccolo “teatro greco” creato dallo stesso Lorenzo Reina) ad inaugurare l’apertura della nuova stagione de “L’Arte in scena”. Scrive Cetta Brancato: «C’è un rogo mai acceso nella sua intuizione, una contemporanea coscienza della sconfitta, il metafisico segno del nulla. Nel sonno o nella morte di Icaro ritorna la nuda innocenza della sfinita caducità dell’amore (…) una lievità struggente e metafisica, un torpore di grazia, irreversibile». L’Icaro morente di Agnello appare sereno dopo la caduta. Egli giace circondato, quasi sacralmente aureolato, dai simboli/reliquie della sua stessa hybris. L’uomo, sempre teso a superare i propri limiti, trova finalmente la quiete nella perdita, nella sconfitta, nell’annullamento. Nello scultore di Racalmuto il riferimento al Mito è sempre strumento atto a leggere la condizione dell’uomo contemporaneo travolto dal flusso del tempo, devastato dal peso del passato e dalla nostalgia di una purezza perduta.
Quel Mito intriso di lutto tragico, che fa da sostrato comune all’immaginario “sublimamente romantico” di Giuseppe Alletto e a quello di Giuseppe Agnello, nell’uno, il senso di perdita è connesso al sentimento sovrastante che si prova di fronte ai ritratti, a questo «ideale Olimpo degli Dèi del nostro tempo» (Leto), che siede solenne, eternamente immobile, come adunanza muta di grandi avi estinti. Nell’altro, ogni fragore tragico viene attutito e smorzato con toni elegiaci, rendendo persino il fallimento sublime e la sconfitta, dolce e incosciente, come la fanciullezza di Icaro.
La mostra, con il testo in catalogo di Alfonso Leto, sarà visitabile dalle ore 09:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 20:00; per info: 328 767 19 14 - fattoriadellarte@gmail.com
di
GIUSEPPE ALLETTO
Testo in catalogo di Alfonso Leto
L’ARTE IN SCENA
In esposizione nel “Teatro Andromeda”
il pregevole “Icaro morente” dello scultore Giuseppe Agnello
18 Luglio – 30 Ottobre
Fattoria dell’Arte
(contrada Rocca, Santo Stefano di Quisquina - Agrigento)
INAUGURAZIONE SABATO 18 LUGLIO ORE 19
Otto opere del giovane pittore bagherese Giuseppe Alletto (Palermo, 1990) fanno il loro ingresso nell’incantevole cornice della “Fattoria dell’arte” dello scultore Lorenzo Reina, tra le colline di Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento.
L’inaugurazione, che avrà luogo sabato18 Luglio alle ore 19.00, ha il pregio di presentare una serie di ritratti di raffinatissima fattura, prova inesauribile di virtuosismo tecnico che nell’uso della grafite trova il suo acme. Qui è un insieme di volti a coagularsi in una rosa di illustri personaggi della cultura e dell’arte di ogni tempo. Ora di scorcio, ora emergenti da conturbanti ombre caravaggesche, sempre essi appaiono custodi di enigma: Luigi Pirandello, Renato Guttuso, Charles Baudelaire, Louis Ferdinand Céline (solo per citarne alcuni), il cui messaggio va oltre la parola, oltre lo specchio dell’anima, oltre lo sguardo che, in effetti, spesso viene celato. «Di certo- scrive Alfonso Leto nel catalogo della mostra- questi ritratti sono i fantocci che il ventriloquo Alletto fa “muovere” a suo piacimento per interpretare il suo personale monologo noire sul simulacro figurabile del ritratto».
Lungi dall’indulgere a mero citazionismo, i ritratti di Alletto sono facies simboliche e simbiotiche, nella misura in cui permettono allo spettatore una riflessione sul senso ultimo dell’essere Uomo, con le proprie inquietudini, con le proprie angosce, finanche con i propri furori, in un bisogno di ultima resistenza alla realtà, che si imprime sul nostro viso- come accade nel Ritratto di Giorgio De Chirico «pietrificato in una smorfia di sdegno come una statua di neve sporca pronta a sciogliersi sotto i raggi obliqui della luce» (Alfonso Leto).
Corona la giornata di eventi l’esposizione di un’opera scultorea di Giuseppe Agnello (Racalmuto, 1962). L’Icaro morente, una scultura in resina poliestere di dimensioni imponenti raffigurante il mitico personaggio precipitato rovinosamente al suolo per aver volato troppo vicino al sole, sarà posto nello spazio del Teatro Andromeda (un piccolo “teatro greco” creato dallo stesso Lorenzo Reina) ad inaugurare l’apertura della nuova stagione de “L’Arte in scena”. Scrive Cetta Brancato: «C’è un rogo mai acceso nella sua intuizione, una contemporanea coscienza della sconfitta, il metafisico segno del nulla. Nel sonno o nella morte di Icaro ritorna la nuda innocenza della sfinita caducità dell’amore (…) una lievità struggente e metafisica, un torpore di grazia, irreversibile». L’Icaro morente di Agnello appare sereno dopo la caduta. Egli giace circondato, quasi sacralmente aureolato, dai simboli/reliquie della sua stessa hybris. L’uomo, sempre teso a superare i propri limiti, trova finalmente la quiete nella perdita, nella sconfitta, nell’annullamento. Nello scultore di Racalmuto il riferimento al Mito è sempre strumento atto a leggere la condizione dell’uomo contemporaneo travolto dal flusso del tempo, devastato dal peso del passato e dalla nostalgia di una purezza perduta.
Quel Mito intriso di lutto tragico, che fa da sostrato comune all’immaginario “sublimamente romantico” di Giuseppe Alletto e a quello di Giuseppe Agnello, nell’uno, il senso di perdita è connesso al sentimento sovrastante che si prova di fronte ai ritratti, a questo «ideale Olimpo degli Dèi del nostro tempo» (Leto), che siede solenne, eternamente immobile, come adunanza muta di grandi avi estinti. Nell’altro, ogni fragore tragico viene attutito e smorzato con toni elegiaci, rendendo persino il fallimento sublime e la sconfitta, dolce e incosciente, come la fanciullezza di Icaro.
La mostra, con il testo in catalogo di Alfonso Leto, sarà visitabile dalle ore 09:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 20:00; per info: 328 767 19 14 - fattoriadellarte@gmail.com