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Evento: Le ore delle donne
06/07/2014 - 27/07/2014
Dettagli
Data di inserimento: | 26/06/2014 - 10:23 |
Luogo: | Massa ,Filanda di Forno () - |
Data di inizio: | 06/07/2014 |
Data di fine | 27/07/2014 |
Descrizione
Le ore delle Donne
Filanda di Forno, Massa (MS)
Inaugurazione
Domenica 6° Luglio - ore 18.00
Durata della mostra
6-27 luglio 2014
Orario mostra
dal 11/l12/13 Luglio -ore 16,00 /20,00
Periodo sagra S. Anna : dal18 al 27 luglio - ore 17,00 / 21.00
Mostra” Le ore delle donne”
Opere di
Rita Dolfi, Maria Giulia Cherubini, Carla Giglioli, Gio Guerri, Maria Giuseppini Marjni, Graziana Masetti,
Nina Meloni, Monica Michelotti, Silvana Pianadei, Adriana Tempesti.
A cura di Giovanna Riu
Il progetto espositivo “Le ore delle donne” fa riferimento ed è stato elaborato tenendo conto di una pluralità di motivazioni. Quella iniziale riguarda l’aderenza ideale e la condivisione del tema scelto dal Parlamento Europeo , le altre riguardano la specificità dell’Associazione Insieme è.. di più le cui socie, diverse per età, formazione, linguaggio estetico, esperienza, hanno scelto di privilegiare, aldilà dell’individualità, il comune sentimento dell’amore per la cultura e la disponibilità al sociale.
Hanno scelto, inoltre di considerare il loro genere non per separatezza nei confronti del maschile, ma per l’evidente parità di condizione con le altre donne.
Il tema è stato scelto pensando alla molteplicità di ruoli che nel passato, ma anche nell’attualità, le donne vivono: figlie, madri, mogli, lavoratrici, assistenti dei membri della famiglia… Tali ruoli accentuano la specificità di collaborazione che il gruppo Insieme è.. di più ha sintetizzato nel titolo Le ore delle donne.
Filanda di Forno, Massa (MS)
Inaugurazione
Domenica 6° Luglio - ore 18.00
Durata della mostra
6-27 luglio 2014
Orario mostra
dal 11/l12/13 Luglio -ore 16,00 /20,00
Periodo sagra S. Anna : dal18 al 27 luglio - ore 17,00 / 21.00
Mostra” Le ore delle donne”
Opere di
Rita Dolfi, Maria Giulia Cherubini, Carla Giglioli, Gio Guerri, Maria Giuseppini Marjni, Graziana Masetti,
Nina Meloni, Monica Michelotti, Silvana Pianadei, Adriana Tempesti.
A cura di Giovanna Riu
Il progetto espositivo “Le ore delle donne” fa riferimento ed è stato elaborato tenendo conto di una pluralità di motivazioni. Quella iniziale riguarda l’aderenza ideale e la condivisione del tema scelto dal Parlamento Europeo , le altre riguardano la specificità dell’Associazione Insieme è.. di più le cui socie, diverse per età, formazione, linguaggio estetico, esperienza, hanno scelto di privilegiare, aldilà dell’individualità, il comune sentimento dell’amore per la cultura e la disponibilità al sociale.
Hanno scelto, inoltre di considerare il loro genere non per separatezza nei confronti del maschile, ma per l’evidente parità di condizione con le altre donne.
Il tema è stato scelto pensando alla molteplicità di ruoli che nel passato, ma anche nell’attualità, le donne vivono: figlie, madri, mogli, lavoratrici, assistenti dei membri della famiglia… Tali ruoli accentuano la specificità di collaborazione che il gruppo Insieme è.. di più ha sintetizzato nel titolo Le ore delle donne.
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Orario mostra
dal 11/l12/13 Luglio -ore 16,00 /20,00
Periodo sagra S. Anna : dal18 al 27 luglio - ore 17,00 / 21.00
Mostra” Le ore delle donne”
Opere di
Rita Dolfi, Maria Giulia Cherubini, Carla Giglioli, Gio Guerri, Maria Giuseppini Marjni, Graziana Masetti,
Nina Meloni, Monica Michelotti, Silvana Pianadei, Adriana Tempesti.
A cura di Giovanna Riu
Il progetto espositivo “Le ore delle donne” fa riferimento ed è stato elaborato tenendo conto di una pluralità di motivazioni. Quella iniziale riguarda l’aderenza ideale e la condivisione del tema scelto dal Parlamento Europeo , le altre riguardano la specificità dell’Associazione Insieme è.. di più le cui socie, diverse per età, formazione, linguaggio estetico, esperienza, hanno scelto di privilegiare, aldilà dell’individualità, il comune sentimento dell’amore per la cultura e la disponibilità al sociale.
Hanno scelto, inoltre di considerare il loro genere non per separatezza nei confronti del maschile, ma per l’evidente parità di condizione con le altre donne.
Il tema è stato scelto pensando alla molteplicità di ruoli che nel passato, ma anche nell’attualità, le donne vivono: figlie, madri, mogli, lavoratrici, assistenti dei membri della famiglia… Tali ruoli accentuano la specificità di collaborazione che il gruppo Insieme è.. di più ha sintetizzato nel titolo Le ore delle donne.
Filanda di Forno, Massa (MS)
Inaugurazione
Domenica 6° Luglio - ore 18.00
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dal 11/l12/13 Luglio -ore 16,00 /20,00
Periodo sagra S. Anna : dal18 al 27 luglio - ore 17,00 / 21.00
Mostra” Le ore delle donne”
Opere di
Rita Dolfi, Maria Giulia Cherubini, Carla Giglioli, Gio Guerri, Maria Giuseppini Marjni, Graziana Masetti,
Nina Meloni, Monica Michelotti, Silvana Pianadei, Adriana Tempesti.
A cura di Giovanna Riu
Il progetto espositivo “Le ore delle donne” fa riferimento ed è stato elaborato tenendo conto di una pluralità di motivazioni. Quella iniziale riguarda l’aderenza ideale e la condivisione del tema scelto dal Parlamento Europeo , le altre riguardano la specificità dell’Associazione Insieme è.. di più le cui socie, diverse per età, formazione, linguaggio estetico, esperienza, hanno scelto di privilegiare, aldilà dell’individualità, il comune sentimento dell’amore per la cultura e la disponibilità al sociale.
Hanno scelto, inoltre di considerare il loro genere non per separatezza nei confronti del maschile, ma per l’evidente parità di condizione con le altre donne.
Il tema è stato scelto pensando alla molteplicità di ruoli che nel passato, ma anche nell’attualità, le donne vivono: figlie, madri, mogli, lavoratrici, assistenti dei membri della famiglia… Tali ruoli accentuano la specificità di collaborazione che il gruppo Insieme è.. di più ha sintetizzato nel titolo Le ore delle donne.
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Inserito da Martina Di Trapani
TIGRE Torino 2014
Indagine sulla nuova arte siciliana
Inaugurazione venerdì 27 giugno ore 19.33,
fino al 12 luglio 2014
Spazio Azimut, piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
A cura di Sergio Cascavilla
Testo di Virginia Glorioso
Marcello Buffa
Andrea Buglisi
Angelo Crazyone
Martina Di Trapani
Miriam Iervolino
Salvo Lo Nobile
Cosimo Piediscalzi
Sara Rizzo
Vincenzo Todaro
Media partner: Tribeart (tribenet.it) - Farm Cultural Park (farm-culturalpark.com)
Il fenomeno migratorio italiano nel mondo ha rappresentato, e rappresenta tuttora con le dovute differenze, uno dei tratti più peculiari della storia italiana contemporanea. A partire dal primo dopoguerra, infatti, Torino, capitale italiana dell’industria, è al centro del notevole flusso migratorio che da Sud si dirigeva verso Nord. Donne e uomini partivano nella speranza di trovare migliori condizioni di vita.
Cosa è cambiato oggi? E cosa c’entra l’arte contemporanea?
Forse concretamente nulla è cambiato nel continuo viaggio dal meridione verso il settentrione d’Italia. Quelli che di sicuro, però, si sono trasformati sono i protagonisti di questo flusso migratorio e i luoghi di partenza e arrivo qui coinvolti.
La Sicilia, con tutte le sue contraddizioni, oggi si presenza come un bacino sempre originale ed effervescente di artisti che però difficilmente si riconoscono esclusivamente nel sistema artistico – culturale dell’Isola, che spesso non riesce a seguire il dinamico fermento di questo fenomeno. Torino, invece, ormai, ha dismesso i panni di capitale italiana dell’industria per indossare la più qualificante e sfavillante veste di capitale italiana dell’arte contemporanea.
È proprio in questa trasformazione dei luoghi che scatta il corto circuito tra Nord e Sud. Rinasce dunque l’esigenza di muoversi, di migrare, per giungere posti in cui il proprio saper fare creativo possa trovare la dimensione più adatta.
Qui, presso lo Spazio Azimut, il Sud e il Nord si rincontrano dialogando equilibratamente attraverso l’arte. La Sicilia, rappresentata dalle diverse opere di Marcello Buffa, Andrea Buglisi, Angelo Crazyone, Martina Di Trapani, Miriam Iervolino, Salvo Lo Nobile, Cosimo Piediscalzi, Sara Rizzo e Vincenzo Todaro, ritorna a Torino non più con la valigia di cartone e la rassegnazione di chi lascia ciò che conosce e ama per un ignoto non accogliente, ma con la spregiudicata creatività, con l’arte di chi vive la propria perifericità come un valore aggiunto, con lo spirito artistico che da secoli anima l’Isola e che anche oggi torna a ruggire come la più fiera TIGRE della foresta.
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fino al 12 luglio 2014
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Marcello Buffa
Andrea Buglisi
Angelo Crazyone
Martina Di Trapani
Miriam Iervolino
Salvo Lo Nobile
Cosimo Piediscalzi
Sara Rizzo
Vincenzo Todaro
Media partner: Tribeart (tribenet.it) - Farm Cultural Park (farm-culturalpark.com)
Il fenomeno migratorio italiano nel mondo ha rappresentato, e rappresenta tuttora con le dovute differenze, uno dei tratti più peculiari della storia italiana contemporanea. A partire dal primo dopoguerra, infatti, Torino, capitale italiana dell’industria, è al centro del notevole flusso migratorio che da Sud si dirigeva verso Nord. Donne e uomini partivano nella speranza di trovare migliori condizioni di vita.
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Forse concretamente nulla è cambiato nel continuo viaggio dal meridione verso il settentrione d’Italia. Quelli che di sicuro, però, si sono trasformati sono i protagonisti di questo flusso migratorio e i luoghi di partenza e arrivo qui coinvolti.
La Sicilia, con tutte le sue contraddizioni, oggi si presenza come un bacino sempre originale ed effervescente di artisti che però difficilmente si riconoscono esclusivamente nel sistema artistico – culturale dell’Isola, che spesso non riesce a seguire il dinamico fermento di questo fenomeno. Torino, invece, ormai, ha dismesso i panni di capitale italiana dell’industria per indossare la più qualificante e sfavillante veste di capitale italiana dell’arte contemporanea.
È proprio in questa trasformazione dei luoghi che scatta il corto circuito tra Nord e Sud. Rinasce dunque l’esigenza di muoversi, di migrare, per giungere posti in cui il proprio saper fare creativo possa trovare la dimensione più adatta.
Qui, presso lo Spazio Azimut, il Sud e il Nord si rincontrano dialogando equilibratamente attraverso l’arte. La Sicilia, rappresentata dalle diverse opere di Marcello Buffa, Andrea Buglisi, Angelo Crazyone, Martina Di Trapani, Miriam Iervolino, Salvo Lo Nobile, Cosimo Piediscalzi, Sara Rizzo e Vincenzo Todaro, ritorna a Torino non più con la valigia di cartone e la rassegnazione di chi lascia ciò che conosce e ama per un ignoto non accogliente, ma con la spregiudicata creatività, con l’arte di chi vive la propria perifericità come un valore aggiunto, con lo spirito artistico che da secoli anima l’Isola e che anche oggi torna a ruggire come la più fiera TIGRE della foresta.
Paolo Masi. La continuità del segno
01/01/1970 - 01/01/1970
Massa ,Filanda di Forno
Inserito da CSArt Serri
Mercoledì 20 aprile, alle ore 18.00, presso la sede veronese di Kromya Art Gallery (via Oberdan, 11c), sarà inaugurata l’esposizione “Paolo Masi. La continuità del segno”, con una presentazione a cura di Carlo Vanoni.
Un approfondimento dedicato al maestro fiorentino, protagonista indiscusso nel panorama italiano, inserito a pieno titolo nel dibattito artistico che, dalla fine degli anni Cinquanta, aveva messo in discussione le basi fondanti della pittura.
Il percorso espositivo comprende trenta opere a tecnica mista su cartone, realizzate dagli anni ’70 ad oggi, con l’aggiunta di alcuni inediti. Il protagonista assoluto di questa nuova produzione è il colore, che collega tra loro i singoli dipinti nella costruzione di una nuova sintassi.
«I nuovi lavori di Paolo Masi – scrive Carlo Vanoni – sono la continuazione di un percorso iniziato all’inizio degli anni Settanta che vedeva il cartone come superficie su cui lavorare. A volergli dare un nome provvisorio e universale, musicale direi, potremmo definirli composizioni. Composizioni che partono da un modulo in cartone e plexiglass. Un tempo, ma dobbiamo tornare agli anni Settanta, quello stesso cartone appariva nel suo colore naturale, in linea con il pensiero analitico che, per certi aspetti, portava con sé un’eredità poverista pur cercando tuttavia di uscire da quella poetica per ritornare alla manualità della pittura. Oggi che sono passati più di cinquant’anni, l’approccio analitico apparirebbe anacronistico. Anche per questo, nel corso del suo cammino, Masi aveva già introdotto il colore sulla superficie spoglia del cartone. Ed è proprio il colore, e quindi la pittura, il protagonista di questi nuovi lavori. Il colore che diventa alfabeto e che, unendosi al colore del modulo successivo, costituisce una nuova sintassi, senza però abbandonare mai il segno o la traccia che ancora oggi giustificano la scelta del cartone come superficie su cui operare. Cartone e plexiglass. Il primo, materiale povero; il secondo tecnologico. Cartone e plexiglass che, insieme al colore e alla sequenza dei moduli disposti progressivamente, danno vita alla nuova vita di Paolo Masi, classe 1933, fiorentino, un tempo analitico e oggi finalmente libero da qualsiasi etichetta. C’è freschezza in questi nuovi lavori. Si avverte cioè una gioia del fare e del mettersi nuovamente in viaggio verso nuove mete».
In occasione della mostra, sarà presentato il volume “Paolo Masi. La continuità del segno” (Vanillaedizioni, 2022) con testi di Matteo Galbiati e Carlo Vanoni e ricco apparato iconografico.
L’esposizione sarà visitabile fino al 18 maggio 2022, da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30, chiuso lunedì, domenica e 1° Maggio. Ingresso gratuito. Accessi regolamentati nel rispetto della normativa vigente. Per informazioni e appuntamenti: T. +39 045 9788842, riccardo@kromyartgallery.com, info@kromyartgallery.com, www.kromyartgallery.com, www.instagram.com/kromya_art_gallery, www.facebook.com/Kromyartgallery.
Dal 28 aprile al 4 giugno 2022 Kromya Art Gallery Lugano ospiterà la mostra “Marchegiani - Cacciola. Dall’intonaco al cemento”, con la presentazione del catalogo in presenza degli artisti e dello storico dell’arte Bruno Corà.
Paolo Masi nasce a Firenze nel 1933, dove vive e lavora. Dopo aver elaborato negli anni Cinquanta e Sessanta un’attività articolata, complessa e diversificata, si avvicina alle contestuali esperienze analitico-riduttive, scomponendo e riorganizzando sul pavimento e contro le pareti aste di alluminio, specchi, fili o piccole stecche di plexiglas colorato, che estendono anche alla terza dimensione la ritmicità dello “spazio-colore”. La fase successiva coincide con il ritorno alla bidimensionalità attraverso il progetto “Rilevamenti esterni – conferme interne” (1974-76), elaborazione che egli sviluppa all’esterno e all’interno del suo studio con le “Tessiture” (tela grezza cucita) e i “Cartoni” da imballaggio, dove utilizza per la prima volta adesivi trasparenti e coprenti, facendo emergere la struttura interna del materiale. Partecipa alla Biennale di Venezia (1978); alla XI
Quadriennale romana (1986); alle mostre “Kunstlerbücher” di Francoforte e “Erweiterte Fotographie Wiener Secession” di Vienna (1980); alla mostra parigina sul libro d’artista (Centre Georges Pompidou, 1985), ad “Arte in Toscana 1945-2000” (Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Fabroni, Pistoia, 2002) e alla mostra “Pittura Analitica. I percorsi italiani 1970-1980” (Museo della Permanente, Milano, 2007). Le opere successive sono i “Contenitori di forma colore”, le “Serialità” e nuovamente i “Cartoni” (superfici di vario tipo: legno, tela, carta), sulle quali l’artista interviene con una complessa operazione pittorica. La serie di plexiglass “Trasparenze”, iniziata nel 2000, dipinta con la tecnica della vernice spray, permette all’artista di operare una nuova definizione dello spazio attraverso “sollecitazioni cinetico-cromatiche” di luci e ombre. Nel 2016 partecipa alla mostra “Interro
Un approfondimento dedicato al maestro fiorentino, protagonista indiscusso nel panorama italiano, inserito a pieno titolo nel dibattito artistico che, dalla fine degli anni Cinquanta, aveva messo in discussione le basi fondanti della pittura.
Il percorso espositivo comprende trenta opere a tecnica mista su cartone, realizzate dagli anni ’70 ad oggi, con l’aggiunta di alcuni inediti. Il protagonista assoluto di questa nuova produzione è il colore, che collega tra loro i singoli dipinti nella costruzione di una nuova sintassi.
«I nuovi lavori di Paolo Masi – scrive Carlo Vanoni – sono la continuazione di un percorso iniziato all’inizio degli anni Settanta che vedeva il cartone come superficie su cui lavorare. A volergli dare un nome provvisorio e universale, musicale direi, potremmo definirli composizioni. Composizioni che partono da un modulo in cartone e plexiglass. Un tempo, ma dobbiamo tornare agli anni Settanta, quello stesso cartone appariva nel suo colore naturale, in linea con il pensiero analitico che, per certi aspetti, portava con sé un’eredità poverista pur cercando tuttavia di uscire da quella poetica per ritornare alla manualità della pittura. Oggi che sono passati più di cinquant’anni, l’approccio analitico apparirebbe anacronistico. Anche per questo, nel corso del suo cammino, Masi aveva già introdotto il colore sulla superficie spoglia del cartone. Ed è proprio il colore, e quindi la pittura, il protagonista di questi nuovi lavori. Il colore che diventa alfabeto e che, unendosi al colore del modulo successivo, costituisce una nuova sintassi, senza però abbandonare mai il segno o la traccia che ancora oggi giustificano la scelta del cartone come superficie su cui operare. Cartone e plexiglass. Il primo, materiale povero; il secondo tecnologico. Cartone e plexiglass che, insieme al colore e alla sequenza dei moduli disposti progressivamente, danno vita alla nuova vita di Paolo Masi, classe 1933, fiorentino, un tempo analitico e oggi finalmente libero da qualsiasi etichetta. C’è freschezza in questi nuovi lavori. Si avverte cioè una gioia del fare e del mettersi nuovamente in viaggio verso nuove mete».
In occasione della mostra, sarà presentato il volume “Paolo Masi. La continuità del segno” (Vanillaedizioni, 2022) con testi di Matteo Galbiati e Carlo Vanoni e ricco apparato iconografico.
L’esposizione sarà visitabile fino al 18 maggio 2022, da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30, chiuso lunedì, domenica e 1° Maggio. Ingresso gratuito. Accessi regolamentati nel rispetto della normativa vigente. Per informazioni e appuntamenti: T. +39 045 9788842, riccardo@kromyartgallery.com, info@kromyartgallery.com, www.kromyartgallery.com, www.instagram.com/kromya_art_gallery, www.facebook.com/Kromyartgallery.
Dal 28 aprile al 4 giugno 2022 Kromya Art Gallery Lugano ospiterà la mostra “Marchegiani - Cacciola. Dall’intonaco al cemento”, con la presentazione del catalogo in presenza degli artisti e dello storico dell’arte Bruno Corà.
Paolo Masi nasce a Firenze nel 1933, dove vive e lavora. Dopo aver elaborato negli anni Cinquanta e Sessanta un’attività articolata, complessa e diversificata, si avvicina alle contestuali esperienze analitico-riduttive, scomponendo e riorganizzando sul pavimento e contro le pareti aste di alluminio, specchi, fili o piccole stecche di plexiglas colorato, che estendono anche alla terza dimensione la ritmicità dello “spazio-colore”. La fase successiva coincide con il ritorno alla bidimensionalità attraverso il progetto “Rilevamenti esterni – conferme interne” (1974-76), elaborazione che egli sviluppa all’esterno e all’interno del suo studio con le “Tessiture” (tela grezza cucita) e i “Cartoni” da imballaggio, dove utilizza per la prima volta adesivi trasparenti e coprenti, facendo emergere la struttura interna del materiale. Partecipa alla Biennale di Venezia (1978); alla XI
Quadriennale romana (1986); alle mostre “Kunstlerbücher” di Francoforte e “Erweiterte Fotographie Wiener Secession” di Vienna (1980); alla mostra parigina sul libro d’artista (Centre Georges Pompidou, 1985), ad “Arte in Toscana 1945-2000” (Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Fabroni, Pistoia, 2002) e alla mostra “Pittura Analitica. I percorsi italiani 1970-1980” (Museo della Permanente, Milano, 2007). Le opere successive sono i “Contenitori di forma colore”, le “Serialità” e nuovamente i “Cartoni” (superfici di vario tipo: legno, tela, carta), sulle quali l’artista interviene con una complessa operazione pittorica. La serie di plexiglass “Trasparenze”, iniziata nel 2000, dipinta con la tecnica della vernice spray, permette all’artista di operare una nuova definizione dello spazio attraverso “sollecitazioni cinetico-cromatiche” di luci e ombre. Nel 2016 partecipa alla mostra “Interro