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Evento: Enrico Magnani, Supernova. Birth to Life – Vita alla Vita
07/09/2017 - 06/10/2017
Dettagli
Data di inserimento: | 24/07/2017 - 18:02 |
Luogo: | Chicago () - |
Data di inizio: | 07/09/2017 |
Data di fine | 06/10/2017 |
Descrizione
Dopo la residenza artistica presso lo Zhou Brothers Art Center di Chicago e il grande successo della mostra antologica allestita a Reggio Emilia, Enrico Magnani presenta presso l’Istituto Italiano di Cultura di Chicago, dal 7 settembre al 6 ottobre 2017, una collezione di opere inedite.
“Supernova. Birth to Life – Vita alla Vita” è il titolo della mostra che raccoglie tredici grandi dipinti ad acrilico, tutti realizzati nel 2017 su un particolare pannello multistrato di cartone e alluminio. Opere in cui l’artista non tocca mai il supporto, né con le mani, né con i pennelli o altri strumenti, avvalendosi solo di getti d’aria e d’acqua che veicolano il colore.
Focalizzando l’attenzione sulla dualità di scienza e mistica, da sempre tema portante della sua ricerca, l’autore si ispira alle esplosioni nucleari che caratterizzano la fine della vita di una stella: la Supernova, simbolo di morte e rinascita, emblema della ciclicità dell’universo. «Opere in cui, si legge nel testo di presentazione, la perfezione delle linee geometriche del triangolo, del cerchio e della croce dialogano con il caos delle esplosioni di colore, creando un equilibrio tra ordine e disordine; geometrie queste che fanno parte del patrimonio culturale e spirituale dell’uomo, di quell’essenza che, riprendendo Platone, trascende la materia esistendo solo nel mondo delle idee».
«Attraverso l’esplosione dei colori, – aggiunge Alberta Lai, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Chicago – la geometria delle linee e delle forme, la danza dei riflessi di luce e delle ombre, l’artista trasmette all’osservatore l’energia cosmica primordiale, l’impulso a gioire del ciclo della vita e l’anelito alla continua palingenesi. L’invito è pertanto a immergersi nell’esperienza estetico-sensoriale, ma anche magico-mistica che la mostra “Supernova” di Enrico Magnani permette/promette al suo fruitore».
La personale, promossa e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Chicago con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia, sarà inaugurata giovedì 7 settembre alle ore 19.00, alla presenza del Console Generale d’Italia a Chicago, Giuseppe Finocchiaro. La galleria dell’Istituto Italiano di Cultura sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra.
Per informazioni: Istituto Italiano di Cultura (T. +1 312 822 9545, iicchicago@esteri.it). Per approfondimenti: www.enricomagnani-art.com.
“Supernova. Birth to Life – Vita alla Vita” è il titolo della mostra che raccoglie tredici grandi dipinti ad acrilico, tutti realizzati nel 2017 su un particolare pannello multistrato di cartone e alluminio. Opere in cui l’artista non tocca mai il supporto, né con le mani, né con i pennelli o altri strumenti, avvalendosi solo di getti d’aria e d’acqua che veicolano il colore.
Focalizzando l’attenzione sulla dualità di scienza e mistica, da sempre tema portante della sua ricerca, l’autore si ispira alle esplosioni nucleari che caratterizzano la fine della vita di una stella: la Supernova, simbolo di morte e rinascita, emblema della ciclicità dell’universo. «Opere in cui, si legge nel testo di presentazione, la perfezione delle linee geometriche del triangolo, del cerchio e della croce dialogano con il caos delle esplosioni di colore, creando un equilibrio tra ordine e disordine; geometrie queste che fanno parte del patrimonio culturale e spirituale dell’uomo, di quell’essenza che, riprendendo Platone, trascende la materia esistendo solo nel mondo delle idee».
«Attraverso l’esplosione dei colori, – aggiunge Alberta Lai, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Chicago – la geometria delle linee e delle forme, la danza dei riflessi di luce e delle ombre, l’artista trasmette all’osservatore l’energia cosmica primordiale, l’impulso a gioire del ciclo della vita e l’anelito alla continua palingenesi. L’invito è pertanto a immergersi nell’esperienza estetico-sensoriale, ma anche magico-mistica che la mostra “Supernova” di Enrico Magnani permette/promette al suo fruitore».
La personale, promossa e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Chicago con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia, sarà inaugurata giovedì 7 settembre alle ore 19.00, alla presenza del Console Generale d’Italia a Chicago, Giuseppe Finocchiaro. La galleria dell’Istituto Italiano di Cultura sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra.
Per informazioni: Istituto Italiano di Cultura (T. +1 312 822 9545, iicchicago@esteri.it). Per approfondimenti: www.enricomagnani-art.com.
Altri eventi dell'inserzionista
Chiara Tagliazucchi
05/11/2016 - 05/12/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
La Galleria VV8artecontemporanea di Reggio Emilia (Cortile di Palazzo Borzacchi, Via Emilia Santo Stefano 14) presenta, dal 5 novembre al 5 dicembre 2016, la mostra personale di Chiara Tagliazucchi, “Ad acque tranquille”. L’esposizione sarà inaugurata sabato 5 novembre 2016, alle ore 18.00, alla presenza dell’artista.
Nata a Modena nel 1972, dopo una laurea in Economia Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia, Chiara Tagliazucchi si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna (2003).
In mostra, opere ad olio su tela e su tavola, di piccolo e grande formato.
La pittura di Chiara Tagliazucchi ha una dimensione narrativa. I soggetti delle opere (tratti dal cinema contemporaneo, da stampe antiche o anche da fotografie di spedizioni geografiche ottocentesche) vengono associati tra loro in modo da evocare frammenti di storie. I titoli sono citazioni rubate a libri letti, versi da salmi, frasi raccolte, custodite e meditate mentre la vita scorre. Sui paesaggi regna il silenzio, siano essi mari artici tempestosi, boschi attraversati di corsa o acque tranquille. Una luce intensa, che contrasta con i colori lividi e quasi viscerali degli elementi naturali, suggerisce la presenza di un disegno più grande.
Ogni opera sembra richiamare una domanda di senso dell’esistenza. Nell’osservatore resta un senso di sospensione, di attesa, la sensazione che ci sia qualcosa di irrisolto, uno sguardo verso il mistero.
Il cinema, attraverso la sceneggiatura e la fotografia influenza le visioni dell’artista, mentre la letteratura imprime sulla pittura un carattere delicato. Le opere in mostra, pur attingendo ispirazione dal cinema con-temporaneo, non assumono un carattere Pop e ci restituiscono un mondo intimo, spirituale.
La mostra, sarà visitabile fino al 5 dicembre 2016, da martedì a sabato con orario 10.30-13.00 e 16.30-20.00, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522 432103, cell. 340 9232277, www.vv8artecontemporanea.it.
Nata a Modena nel 1972, dopo una laurea in Economia Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia, Chiara Tagliazucchi si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna (2003).
In mostra, opere ad olio su tela e su tavola, di piccolo e grande formato.
La pittura di Chiara Tagliazucchi ha una dimensione narrativa. I soggetti delle opere (tratti dal cinema contemporaneo, da stampe antiche o anche da fotografie di spedizioni geografiche ottocentesche) vengono associati tra loro in modo da evocare frammenti di storie. I titoli sono citazioni rubate a libri letti, versi da salmi, frasi raccolte, custodite e meditate mentre la vita scorre. Sui paesaggi regna il silenzio, siano essi mari artici tempestosi, boschi attraversati di corsa o acque tranquille. Una luce intensa, che contrasta con i colori lividi e quasi viscerali degli elementi naturali, suggerisce la presenza di un disegno più grande.
Ogni opera sembra richiamare una domanda di senso dell’esistenza. Nell’osservatore resta un senso di sospensione, di attesa, la sensazione che ci sia qualcosa di irrisolto, uno sguardo verso il mistero.
Il cinema, attraverso la sceneggiatura e la fotografia influenza le visioni dell’artista, mentre la letteratura imprime sulla pittura un carattere delicato. Le opere in mostra, pur attingendo ispirazione dal cinema con-temporaneo, non assumono un carattere Pop e ci restituiscono un mondo intimo, spirituale.
La mostra, sarà visitabile fino al 5 dicembre 2016, da martedì a sabato con orario 10.30-13.00 e 16.30-20.00, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522 432103, cell. 340 9232277, www.vv8artecontemporanea.it.
Oscar Piovosi, Phone and… / Oltre il ponte
26/08/2016 - 25/09/2016
San Polo d'Enza (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
“Phone and… / Oltre il ponte”: dal 26 agosto al 25 settembre 2016 le antiche sale del Castello e della Torre dell’Orologio di San Polo d’Enza (RE) ospiteranno la mostra personale dell’artista Oscar Piovosi, originario del luogo. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di San Polo d’Enza, l’esposizione sarà inaugurata venerdì 26 agosto alle ore 18.00 nella Sala degli Affreschi, all’interno del Castello.
Il titolo della mostra è riconducibile al vissuto personale dell’autore e alla passione per il viaggio, divenuta nel tempo elemento fondante della sua ricerca. «Ho sempre amato viaggiare – spiega Piovosi – e, nella mia testa, c’è il ricordo di quando, da bambino, attraversavo con mia madre il ponte di San Polo d’Enza, dove sono nato, che divide le province di Reggio Emilia e Parma. In lontananza, vedevo le luci di un paese lontano e, poco a poco, è nata in me la curiosità di andare a scoprire cosa ci fosse laggiù».
Il percorso espositivo si articola nelle due sedi, presentando in tutto una cinquantina di opere ad acrilico su tela, realizzate dal 2010 ad oggi. Nel Castello, la serie “Phone and…” che evidenzia nuove forme di dipendenza generate dall’uso incontrollato della tecnologia. Opere che raccontano l’era degli smartphone e di una nuova incomunicabilità causata dallo strumento di comunicazione per eccellenza. Nella Torre dell’Orologio, lavori riferibili ai cicli “ViaggiaMente” ed “Up”, insieme ad alcune opere di matrice informale, nelle quali l’autore sperimenta senza regole, liberando la mano.
Come si legge in una nota critica scritta nel 2013 da Alberto Agazzani, scomparso recentemente, «La poetica pittorica di Oscar Piovosi si concentra principalmente sulla rappresentazione di quell’invisibile stato di assenza in una dimensione del quotidiano che sconfina con l’altrove. Attimi di un racconto che non è più e non è ancora, sospesi in non-luoghi nei quali il pensiero e l’animo umani diventano protagonisti. Stupori fulminei, inquietudini pensierose, financo il sovrappensiero sono i personaggi ai quali corpi e figure danno forma e sostanza. Una metafisica del visibile e del quotidiano che, lontana da ogni tentazione narrativa o letteraria, trasforma la pittura in uno strumento evocativo e suggestivo, per rappresentare ciò altrimenti impossibile da cogliere».
La personale sarà visibile nei seguenti orari: nel Castello (Piazza IV Novembre, 1) negli orari degli uffici comunali; nella Torre dell’Orologio (Piazzetta Torre dell’Orologio) giovedì ore 10.00-12.00, sabato 16.00-19.00, domenica 10.00-12.00 e 16.00-19.00. L’ingresso è gratuito. Sarà disponibile in mostra una pubblicazione monografica (Edizioni Bertani, 2016) dedicata alla ricerca di Oscar Piovosi. Nell’ambito dell’esposizione si terrà, inoltre, una conversazione con esperti del settore sulle dipendenze dalla tecnologia e dai social media. Per informazioni: Biblioteca comunale (tel. 0522 241729, biblioteca@comune.sanpolodenza.re.it, www.comune.sanpolodenza.re.it). Per approfondimenti: www.oscarpiovosi.it.
Oscar Piovosi nasce nel 1944 a San Polo d’Enza (RE). Apprendista in uno studio fotografico, acquisisce il gusto e il piacere dell’immagine. Dal 1960 al 1975 lavora creta e gessi in un laboratorio di ceramica artistica. Autodidatta, inizia a dipingere nel 1974 trovando la sua espressione ideale nella figura umana. Partecipa a concorsi e mostre fino al 1982, anno in cui intraprende una nuova attività professionale che lo porta a viaggiare, costringendolo ad interrompere la sua ricerca in ambito artistico. Riprende a dipingere nel 2007. Nel 2009 tiene la prima personale proprio a San Polo d’Enza, nella Torre dell’Orologio, iniziando ad esporre i nuovi lavori. Prende parte a mostre personali e collettive. Le sue ultime ricerche sono racchiuse in tre serie tra loro in dialogo: “ViaggiaMente”, “Up” e “Phone and...”. Il suo nuovo progetto, “Informale”, si allontana dall’ambito figurativo, liberando il gesto. Vive e lavora a Reggio Emilia.
Il titolo della mostra è riconducibile al vissuto personale dell’autore e alla passione per il viaggio, divenuta nel tempo elemento fondante della sua ricerca. «Ho sempre amato viaggiare – spiega Piovosi – e, nella mia testa, c’è il ricordo di quando, da bambino, attraversavo con mia madre il ponte di San Polo d’Enza, dove sono nato, che divide le province di Reggio Emilia e Parma. In lontananza, vedevo le luci di un paese lontano e, poco a poco, è nata in me la curiosità di andare a scoprire cosa ci fosse laggiù».
Il percorso espositivo si articola nelle due sedi, presentando in tutto una cinquantina di opere ad acrilico su tela, realizzate dal 2010 ad oggi. Nel Castello, la serie “Phone and…” che evidenzia nuove forme di dipendenza generate dall’uso incontrollato della tecnologia. Opere che raccontano l’era degli smartphone e di una nuova incomunicabilità causata dallo strumento di comunicazione per eccellenza. Nella Torre dell’Orologio, lavori riferibili ai cicli “ViaggiaMente” ed “Up”, insieme ad alcune opere di matrice informale, nelle quali l’autore sperimenta senza regole, liberando la mano.
Come si legge in una nota critica scritta nel 2013 da Alberto Agazzani, scomparso recentemente, «La poetica pittorica di Oscar Piovosi si concentra principalmente sulla rappresentazione di quell’invisibile stato di assenza in una dimensione del quotidiano che sconfina con l’altrove. Attimi di un racconto che non è più e non è ancora, sospesi in non-luoghi nei quali il pensiero e l’animo umani diventano protagonisti. Stupori fulminei, inquietudini pensierose, financo il sovrappensiero sono i personaggi ai quali corpi e figure danno forma e sostanza. Una metafisica del visibile e del quotidiano che, lontana da ogni tentazione narrativa o letteraria, trasforma la pittura in uno strumento evocativo e suggestivo, per rappresentare ciò altrimenti impossibile da cogliere».
La personale sarà visibile nei seguenti orari: nel Castello (Piazza IV Novembre, 1) negli orari degli uffici comunali; nella Torre dell’Orologio (Piazzetta Torre dell’Orologio) giovedì ore 10.00-12.00, sabato 16.00-19.00, domenica 10.00-12.00 e 16.00-19.00. L’ingresso è gratuito. Sarà disponibile in mostra una pubblicazione monografica (Edizioni Bertani, 2016) dedicata alla ricerca di Oscar Piovosi. Nell’ambito dell’esposizione si terrà, inoltre, una conversazione con esperti del settore sulle dipendenze dalla tecnologia e dai social media. Per informazioni: Biblioteca comunale (tel. 0522 241729, biblioteca@comune.sanpolodenza.re.it, www.comune.sanpolodenza.re.it). Per approfondimenti: www.oscarpiovosi.it.
Oscar Piovosi nasce nel 1944 a San Polo d’Enza (RE). Apprendista in uno studio fotografico, acquisisce il gusto e il piacere dell’immagine. Dal 1960 al 1975 lavora creta e gessi in un laboratorio di ceramica artistica. Autodidatta, inizia a dipingere nel 1974 trovando la sua espressione ideale nella figura umana. Partecipa a concorsi e mostre fino al 1982, anno in cui intraprende una nuova attività professionale che lo porta a viaggiare, costringendolo ad interrompere la sua ricerca in ambito artistico. Riprende a dipingere nel 2007. Nel 2009 tiene la prima personale proprio a San Polo d’Enza, nella Torre dell’Orologio, iniziando ad esporre i nuovi lavori. Prende parte a mostre personali e collettive. Le sue ultime ricerche sono racchiuse in tre serie tra loro in dialogo: “ViaggiaMente”, “Up” e “Phone and...”. Il suo nuovo progetto, “Informale”, si allontana dall’ambito figurativo, liberando il gesto. Vive e lavora a Reggio Emilia.
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Indizi contemporanei
23/12/2020 - 30/01/2021
San Polo d'Enza (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Dopo l’interesse riscosso con la mostra personale di Giorgio Griffa, che ha inaugurato la sede veronese di Kromya Art Gallery, dal 23 dicembre 2020 al 30 gennaio 2021, negli spazi di via Oberdan n. 11c, sarà allestita la collettiva “Indizi contemporanei”, con opere di Marco Casentini, Fabrizio Corneli, Federico Ferrarini, Emanuela Fiorelli, Paola Pezzi, Alex Pinna, Paolo Radi e Paolo Scirpa.
L’esposizione ruota attorno ad una selezione di artisti nati negli anni Sessanta e Settanta, conosciuti ed apprezzati nel panorama italiano, ai quali si aggiungono le ricerche di due maestri della luce: Fabrizio Corneli e Paolo Scirpa.
In esposizione, le sculture in bronzo patinato di Alex Pinna, gli orditi di Emanuela Fiorelli che sondano e scandiscono gli spazi, le strutture essenziali e pulsanti di Paola Pezzi, le estroflessioni di Paolo Radi, i colori del mondo di Marco Casentini ed il prototipo di un progetto di Federico Ferrarini (realizzato in collaborazione con la scultrice italo americana Cristina Carusi) che segna l’inizio di un nuovo percorso attraverso la sperimentazione e la lavorazione del marmo.
Luci ed ombre sono, infine, protagoniste nelle installazioni di Fabrizio Corneli, che nascono da uno studio approfondito dell’ottica e della geometria, e nelle vibrazioni luminose di Paolo Scirpa, che ha fatto della luce la materia prima della sua ricerca.
La sede veronese di Kromya Art Gallery è aperta al pubblico da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30. Nel rispetto della normativa vigente, gli accessi sono contingentati ed è richiesto l’uso di dispositivi di protezione individuale. Eventuali variazioni agli orari di apertura saranno tempestivamente comunicate sul sito web e sui social media della Galleria.
In contemporanea, la sede di Kromya Art Gallery a Lugano ospita la personale di Giovanni Campus, “Tempo in processo. Rapporti misure connessioni”, prorogata fino al 29 gennaio 2021.
Per informazioni e appuntamenti: T. +39 045 9788842, riccardo@kromyartgallery.com, info@kromyartgallery.com, www.kromyartgallery.com, www.instagram.com/kromya_art_gallery, www.facebook.com/Kromyartgallery.
Kromya Art Gallery nasce a Lugano nel maggio 2018. Accanto alla sede storica, diretta da Tecla Riva, nel novembre 2020 è stata inaugurata, con una mostra personale di Giorgio Griffa, una nuova sede a Verona, diretta da Riccardo Steccanella. L’attività espositiva è distinta nelle sezioni denominate “Camere” e “•YOUNG”. La prima si focalizza sui maestri degli anni Sessanta, con particolare attenzione dedicata a Pittura Analitica e Optical Art, ma anche ad artisti già affermati, in modo da poter offrire una visione personale e completa sugli ultimi sviluppi dell’arte contemporanea. La seconda è rivolta a giovani artisti emergenti, affinché possano essere introdotti ad un pubblico dinamico ed esperto. Kromya ha già proposto dieci mostre nella sezione “Camere”, inaugurando la galleria con “Le Geometrie della Luce”, la collettiva dedicata a tre grandi nomi dell’Op Art come Alberto Biasi, Hugo Demarco e Francisco Sobrino. La sezione “•YOUNG” ha visto il suo debutto nel maggio 2019 con la personale di Andreas Waldmeier, artista di Zurigo che ha trasformato la galleria in un ambiente pittorico complessivo. Oltre alla partecipazione a varie fiere d’arte nazionali ed internazionali (ultime delle quali Wopart 2020 ed ArtVerona Digital), Kromya Art Gallery ospita eventi artistici e culturali come presentazioni di libri, interviste con gli artisti e incontri con organizzazioni no-profit.
L’esposizione ruota attorno ad una selezione di artisti nati negli anni Sessanta e Settanta, conosciuti ed apprezzati nel panorama italiano, ai quali si aggiungono le ricerche di due maestri della luce: Fabrizio Corneli e Paolo Scirpa.
In esposizione, le sculture in bronzo patinato di Alex Pinna, gli orditi di Emanuela Fiorelli che sondano e scandiscono gli spazi, le strutture essenziali e pulsanti di Paola Pezzi, le estroflessioni di Paolo Radi, i colori del mondo di Marco Casentini ed il prototipo di un progetto di Federico Ferrarini (realizzato in collaborazione con la scultrice italo americana Cristina Carusi) che segna l’inizio di un nuovo percorso attraverso la sperimentazione e la lavorazione del marmo.
Luci ed ombre sono, infine, protagoniste nelle installazioni di Fabrizio Corneli, che nascono da uno studio approfondito dell’ottica e della geometria, e nelle vibrazioni luminose di Paolo Scirpa, che ha fatto della luce la materia prima della sua ricerca.
La sede veronese di Kromya Art Gallery è aperta al pubblico da martedì a sabato con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30. Nel rispetto della normativa vigente, gli accessi sono contingentati ed è richiesto l’uso di dispositivi di protezione individuale. Eventuali variazioni agli orari di apertura saranno tempestivamente comunicate sul sito web e sui social media della Galleria.
In contemporanea, la sede di Kromya Art Gallery a Lugano ospita la personale di Giovanni Campus, “Tempo in processo. Rapporti misure connessioni”, prorogata fino al 29 gennaio 2021.
Per informazioni e appuntamenti: T. +39 045 9788842, riccardo@kromyartgallery.com, info@kromyartgallery.com, www.kromyartgallery.com, www.instagram.com/kromya_art_gallery, www.facebook.com/Kromyartgallery.
Kromya Art Gallery nasce a Lugano nel maggio 2018. Accanto alla sede storica, diretta da Tecla Riva, nel novembre 2020 è stata inaugurata, con una mostra personale di Giorgio Griffa, una nuova sede a Verona, diretta da Riccardo Steccanella. L’attività espositiva è distinta nelle sezioni denominate “Camere” e “•YOUNG”. La prima si focalizza sui maestri degli anni Sessanta, con particolare attenzione dedicata a Pittura Analitica e Optical Art, ma anche ad artisti già affermati, in modo da poter offrire una visione personale e completa sugli ultimi sviluppi dell’arte contemporanea. La seconda è rivolta a giovani artisti emergenti, affinché possano essere introdotti ad un pubblico dinamico ed esperto. Kromya ha già proposto dieci mostre nella sezione “Camere”, inaugurando la galleria con “Le Geometrie della Luce”, la collettiva dedicata a tre grandi nomi dell’Op Art come Alberto Biasi, Hugo Demarco e Francisco Sobrino. La sezione “•YOUNG” ha visto il suo debutto nel maggio 2019 con la personale di Andreas Waldmeier, artista di Zurigo che ha trasformato la galleria in un ambiente pittorico complessivo. Oltre alla partecipazione a varie fiere d’arte nazionali ed internazionali (ultime delle quali Wopart 2020 ed ArtVerona Digital), Kromya Art Gallery ospita eventi artistici e culturali come presentazioni di libri, interviste con gli artisti e incontri con organizzazioni no-profit.
L' ARTE CHE CURA - I linguaggi della creatività
15/06/2017 - 25/06/2017
Caserta (CE) - Campania
Inserito da Gina Affinito
I LINGUAGGI DELLA CREATIVITA’
TRA ARTE, SCIENZA E FORMAZIONE
15-25 Giugno 2017
INGRESSO GRATUITO A TUTTE LE ATTIVITA’
L’Accademia Imago, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e con il Patrocinio del Sindaco di Napoli e dell’Ordine degli Psicologi della Campania, organizza e promuove l'evento “I linguaggi della creatività tra arte, scienza e formazione”, che si terrà dal 15 al 25 Giugno 2017 presso il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli.
L'evento si inserisce nella cornice di un ambizioso progetto, denominato "L'Arte che Cura", che si propone, innanzitutto, di promuovere nei tempi a venire un ampio dibattito sulle potenzialità trasformative e terapeutiche dell'arte tra tutti coloro che delle Terapie espressive si occupano, nella teoria e nella prassi; successivamente, di divulgare le idee e gli sviluppi derivanti da tale confronto affinché si sensibilizzino le istituzioni, il mondo accademico, i media e, in definitiva, tutti i potenziali beneficiari delle Terapie con l’Arte e si riesca a conseguire un importante scatto culturale. "L'Arte che Cura" intende pertanto porsi come punto di riferimento napoletano per un movimento scientifico e artistico su scala nazionale che si occupi a tempo pieno dello sviluppo di questo settore, e che coinvolga scienziati, umanisti, artisti, operatori del sociale e chiunque abbia fruito o intenda fruire dell'arte come di un'esperienza profondamente evolutiva.
“I linguaggi della creatività tra arte, scienza e formazione”, evento che di tale movimento segna dunque l'atto di nascita, si realizzerà attraverso dieci giorni dedicati alle varie “arti che curano”, come la Teatroterapia, lo Psicodramma, la Musicoterapia, le Arti Visive, la Scrittura Creativa, le arti "ludiche" per ragazzi e bambini, e tanto altro.
Una serie di suggestivi laboratori esperienziali, grazie ai quali i partecipanti potranno concretamente fare un'esperienza in prima persona delle tecniche proposte, sarà preceduta da un convegno, che intende portare l'attenzione sugli aspetti scientifici e formativi dell'arte che cura.
La manifestazione, infatti, ha l'intento di mostrare come i vari linguaggi creativi possano diventare non solo strumento di rappresentazioni, ma anche il mezzo tramite il quale, con un adeguato lavoro psicologico, si possono curare patologie, trasformare contesti difficili, e, più in generale, far crescere l'individuo. Ma vuole anche sottolineare come l'arte, affinché possa determinare realmente un processo di cura e di trasformazione, debba essere associata a un sapere scientifico affidabile e condiviso, frutto di studi e ricerche adeguate, con cui formare adeguatamente gli operatori del futuro.
TRA ARTE, SCIENZA E FORMAZIONE
15-25 Giugno 2017
INGRESSO GRATUITO A TUTTE LE ATTIVITA’
L’Accademia Imago, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e con il Patrocinio del Sindaco di Napoli e dell’Ordine degli Psicologi della Campania, organizza e promuove l'evento “I linguaggi della creatività tra arte, scienza e formazione”, che si terrà dal 15 al 25 Giugno 2017 presso il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli.
L'evento si inserisce nella cornice di un ambizioso progetto, denominato "L'Arte che Cura", che si propone, innanzitutto, di promuovere nei tempi a venire un ampio dibattito sulle potenzialità trasformative e terapeutiche dell'arte tra tutti coloro che delle Terapie espressive si occupano, nella teoria e nella prassi; successivamente, di divulgare le idee e gli sviluppi derivanti da tale confronto affinché si sensibilizzino le istituzioni, il mondo accademico, i media e, in definitiva, tutti i potenziali beneficiari delle Terapie con l’Arte e si riesca a conseguire un importante scatto culturale. "L'Arte che Cura" intende pertanto porsi come punto di riferimento napoletano per un movimento scientifico e artistico su scala nazionale che si occupi a tempo pieno dello sviluppo di questo settore, e che coinvolga scienziati, umanisti, artisti, operatori del sociale e chiunque abbia fruito o intenda fruire dell'arte come di un'esperienza profondamente evolutiva.
“I linguaggi della creatività tra arte, scienza e formazione”, evento che di tale movimento segna dunque l'atto di nascita, si realizzerà attraverso dieci giorni dedicati alle varie “arti che curano”, come la Teatroterapia, lo Psicodramma, la Musicoterapia, le Arti Visive, la Scrittura Creativa, le arti "ludiche" per ragazzi e bambini, e tanto altro.
Una serie di suggestivi laboratori esperienziali, grazie ai quali i partecipanti potranno concretamente fare un'esperienza in prima persona delle tecniche proposte, sarà preceduta da un convegno, che intende portare l'attenzione sugli aspetti scientifici e formativi dell'arte che cura.
La manifestazione, infatti, ha l'intento di mostrare come i vari linguaggi creativi possano diventare non solo strumento di rappresentazioni, ma anche il mezzo tramite il quale, con un adeguato lavoro psicologico, si possono curare patologie, trasformare contesti difficili, e, più in generale, far crescere l'individuo. Ma vuole anche sottolineare come l'arte, affinché possa determinare realmente un processo di cura e di trasformazione, debba essere associata a un sapere scientifico affidabile e condiviso, frutto di studi e ricerche adeguate, con cui formare adeguatamente gli operatori del futuro.