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Evento: Le stanze d'Aragona - Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio (Capitolo 1)
12/03/2015 - 02/05/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 25/02/2015 - 11:36 |
Luogo: | Palermo (PA) - Sicilia |
Data di inizio: | 12/03/2015 |
Data di fine | 02/05/2015 |
Descrizione
Prenderà il via il prossimo 12 Marzo a Palermo “Le stanze d’Aragona” un progetto artistico-culturale dedicato alla pittura contemporanea italiana, promosso da RizzutoGallery in collaborazione con il Comune di Palermo, la Regione Siciliana ed ERSU Palermo.
Una trilogia espositiva. Una ricognizione ragionata della scena pittorica italiana degli ultimi anni, filtrata dallo sguardo di due curatori. Una scelta inevitabilmente non esaustiva, ma che partendo da una prospettiva critica riunisca alcuni tra i più interessanti talenti italiani delle ultime generazioni, impegnati in una ricerca (principalmente, ma non esclusivamente) pittorica in cui l’astrazione è protagonista.
È questo il senso del progetto messo a punto da Andrea Bruciati ed Helga Marsala che prenderà vita tra marzo e novembre 2015 attraverso tre appuntamenti: le prime due mostre collettive saranno inaugurate alla RizzutoGallery rispettivamente il 12 Marzo 2015 e il 21 Maggio 2015, e coinvolgeranno otto artisti ciascuna; la terza grande mostra finale sarà inaugurata nel mese di Settembre 2015 in uno spazio espositivo istituzionale e coinvolgerà i primi sedici artisti più altri sedici, per un totale di 32 artisti ed oltre 50 opere d'arte in esposizione. In quest’ultima tappa saranno presenti anche alcune figure riconosciute a livello internazionale, che abbiano rappresentato dei riferimenti diretti o indiretti per le nuove generazioni: una maniera per tracciare delle linee di continuità e di divergenza, identificando processi più o meno sotterranei di germinazione intellettuale e visiva. La mostra finale sarà accompagnata da un ampio catalogo, in cui raccogliere – accanto alla documentazione dell’intero progetto - saggi critici, riflessioni e spunti teorici intorno alla pittura contemporanea.
In un momento in cui l’Italia recupera il linguaggio pittorico come pratica à la page (dopo decenni di isolamento e di mortificazione), “Le stanze d’Aragona” vuole essere un progetto mosso da un’urgenza storico-critica e da una necessità di analisi ad ampio raggio, tra riflessioni estetiche, culturali, di linguaggio e di sistema. La grande tradizione della pittura italiana, nell’ultimo scorcio di secolo non sufficientemente premiata dai contesti internazionali, resta una realtà intorno a cui recuperare consapevolezza e costruire dinamiche virtuose di pensiero, di indagine intellettuale, di veicolazione istituzionale e anche di mercato.
Tantissimi sono i pittori italiani, oggi, che portano avanti ricerche di qualità. Tantissimi sono gli stili, gli approcci, gli immaginari. “Le stanze d’Aragona” ha scelto alcune linee guida, identificando delle emergenze e dei tratti comuni intorno a cui tessere un discorso critico. Il vento nuovo e ciclico dell’astrazione è senz’altro protagonista, ma accanto ad alcune ricerche legate alla figurazione: una maniera per assottigliare la dicotomia netta tra questi due poli, concentrandosi su un pittura dalla natura fortemente concettuale ed intellettuale. In un dialogo nuovo e spesso audace con altri linguaggi affini, dalla scultura all’architettura, passando per l’installazione.
Scegliere Palermo e scegliere un titolo dal sapore quattrocentesco, che riporti alla celebre “stagione internazionale” della cultura siciliana, culminata nei regni di Ferdinando I e Alfonso d'Aragona, non è un caso. E probabilmente è anche una provocazione. Non Milano o Torino, non i circuiti più accreditati, non il centro del sistema italiano. “Le stanze d’Aragona” riparte da un luogo oggi considerato marginale, che un tempo fu fucina di avanguardie e talenti straordinari, per ribadire che il cuore delle cose, e la sostanza, e lo sguardo differente, appartengono non alle forme, non agli equilibri provvisori, non alle gerarchie e le tendenze accreditate. Anzi. Qualche volta è intorno alle luminose periferie – del mondo, ma soprattutto del pensiero – che i tanti centri possibili ruotano e si ridefiniscono.
La prima mostra - che sarà inaugurata il 12 marzo 2015 alla RizzutoGallery - ospita i lavori di Anna Gramaccia, Cristiano Menchini, Lorenzo Morri, Barbara Prenka, Massimo Stenta, Sulltane Tusha, Marco Useli, Serena Vestrucci.
“Al centro una riflessione sulla pelle come superficie: il suo limite è la cornice, il colore il suo cromosoma. Una pittura aniconica quale testimonianza della nostra contemporaneità. Ragionando su queste tre categorie si effettua una ricognizione fattuale tra otto giovanissimi artisti che si cimentano sul dispositivo pittorico. Un campo di alienazione forse, di certo un aggiornamento esperienziale dal celebre Dialogo di Ludovico Dolce (Venezia, 1565), dove si ragionava sulla qualità, diversità e proprietà dei colori e sul suo intenderli e rappresentarli come sostanza e non come sintomo epiteliale. Un atto, il loro, che si esplica su una porzione limitata di spazio ma che potenzialmente si espande fino al punto originario della sensorialità, per una diversa accezione di astrazione”.
Una trilogia espositiva. Una ricognizione ragionata della scena pittorica italiana degli ultimi anni, filtrata dallo sguardo di due curatori. Una scelta inevitabilmente non esaustiva, ma che partendo da una prospettiva critica riunisca alcuni tra i più interessanti talenti italiani delle ultime generazioni, impegnati in una ricerca (principalmente, ma non esclusivamente) pittorica in cui l’astrazione è protagonista.
È questo il senso del progetto messo a punto da Andrea Bruciati ed Helga Marsala che prenderà vita tra marzo e novembre 2015 attraverso tre appuntamenti: le prime due mostre collettive saranno inaugurate alla RizzutoGallery rispettivamente il 12 Marzo 2015 e il 21 Maggio 2015, e coinvolgeranno otto artisti ciascuna; la terza grande mostra finale sarà inaugurata nel mese di Settembre 2015 in uno spazio espositivo istituzionale e coinvolgerà i primi sedici artisti più altri sedici, per un totale di 32 artisti ed oltre 50 opere d'arte in esposizione. In quest’ultima tappa saranno presenti anche alcune figure riconosciute a livello internazionale, che abbiano rappresentato dei riferimenti diretti o indiretti per le nuove generazioni: una maniera per tracciare delle linee di continuità e di divergenza, identificando processi più o meno sotterranei di germinazione intellettuale e visiva. La mostra finale sarà accompagnata da un ampio catalogo, in cui raccogliere – accanto alla documentazione dell’intero progetto - saggi critici, riflessioni e spunti teorici intorno alla pittura contemporanea.
In un momento in cui l’Italia recupera il linguaggio pittorico come pratica à la page (dopo decenni di isolamento e di mortificazione), “Le stanze d’Aragona” vuole essere un progetto mosso da un’urgenza storico-critica e da una necessità di analisi ad ampio raggio, tra riflessioni estetiche, culturali, di linguaggio e di sistema. La grande tradizione della pittura italiana, nell’ultimo scorcio di secolo non sufficientemente premiata dai contesti internazionali, resta una realtà intorno a cui recuperare consapevolezza e costruire dinamiche virtuose di pensiero, di indagine intellettuale, di veicolazione istituzionale e anche di mercato.
Tantissimi sono i pittori italiani, oggi, che portano avanti ricerche di qualità. Tantissimi sono gli stili, gli approcci, gli immaginari. “Le stanze d’Aragona” ha scelto alcune linee guida, identificando delle emergenze e dei tratti comuni intorno a cui tessere un discorso critico. Il vento nuovo e ciclico dell’astrazione è senz’altro protagonista, ma accanto ad alcune ricerche legate alla figurazione: una maniera per assottigliare la dicotomia netta tra questi due poli, concentrandosi su un pittura dalla natura fortemente concettuale ed intellettuale. In un dialogo nuovo e spesso audace con altri linguaggi affini, dalla scultura all’architettura, passando per l’installazione.
Scegliere Palermo e scegliere un titolo dal sapore quattrocentesco, che riporti alla celebre “stagione internazionale” della cultura siciliana, culminata nei regni di Ferdinando I e Alfonso d'Aragona, non è un caso. E probabilmente è anche una provocazione. Non Milano o Torino, non i circuiti più accreditati, non il centro del sistema italiano. “Le stanze d’Aragona” riparte da un luogo oggi considerato marginale, che un tempo fu fucina di avanguardie e talenti straordinari, per ribadire che il cuore delle cose, e la sostanza, e lo sguardo differente, appartengono non alle forme, non agli equilibri provvisori, non alle gerarchie e le tendenze accreditate. Anzi. Qualche volta è intorno alle luminose periferie – del mondo, ma soprattutto del pensiero – che i tanti centri possibili ruotano e si ridefiniscono.
La prima mostra - che sarà inaugurata il 12 marzo 2015 alla RizzutoGallery - ospita i lavori di Anna Gramaccia, Cristiano Menchini, Lorenzo Morri, Barbara Prenka, Massimo Stenta, Sulltane Tusha, Marco Useli, Serena Vestrucci.
“Al centro una riflessione sulla pelle come superficie: il suo limite è la cornice, il colore il suo cromosoma. Una pittura aniconica quale testimonianza della nostra contemporaneità. Ragionando su queste tre categorie si effettua una ricognizione fattuale tra otto giovanissimi artisti che si cimentano sul dispositivo pittorico. Un campo di alienazione forse, di certo un aggiornamento esperienziale dal celebre Dialogo di Ludovico Dolce (Venezia, 1565), dove si ragionava sulla qualità, diversità e proprietà dei colori e sul suo intenderli e rappresentarli come sostanza e non come sintomo epiteliale. Un atto, il loro, che si esplica su una porzione limitata di spazio ma che potenzialmente si espande fino al punto originario della sensorialità, per una diversa accezione di astrazione”.
Altri eventi dell'inserzionista
Presentazione del Catalogo “LE STANZE D’ARAGONA - Pratiche pittoriche in Italia ...
09/02/2016 - 09/02/2016
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Sarà presentato martedì 9 febbraio alle ore 18.30 presso la RizzutoGallery di Palermo (via Monte Cuccio 30) il volume LE STANZE D’ARAGONA - Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio, dedicato al progetto organizzato dalla RizzutoGallery e dall’associazione culturale “Le stanze d’Aragona”, sotto la cura di Helga Marsala e Andrea Bruciati, realizzato in collaborazione con il MIUR Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Soprintendenza Regionale dei Beni Culturali e Ambientali di Palermo, l’Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, il Comune di Palermo Assessorato Cultura, ed Ersu Palermo (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario), con il patrocinio dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana della Regione Siciliana, e con il supporto di Elenk’Art.
Il progetto - nato con l’intento di avviare una ricognizione della scena pittorica italiana degli ultimi anni, con un’attenzione particolare rivolta alle nuove tendenze dell’astrazione e della pittura concettuale - si è articolato attraverso tre mostre divise in capitoli, due prime collettive, composte da otto artisti ciascuna e ospitate negli spazi di RizzutoGallery - a marzo e maggio 2015 - e infine il terzo e ultimo appuntamento di settembre al Villino Favaloro, dove si è data vita ad una grande mostra che ha coinvolto trentacinque artisti italiani di diverse generazioni, fra maestri e mid-career di livello internazionale, e giovani artisti emergenti del panorama contemporaneo, oltre a sancire la riconsegna alla cittadinanza dell’importante gioiello Liberty palermitano.
Il catalogo presenta un’ampia selezione di immagini e testi critici relativi all’intera trilogia.
INFO:
LE STANZE D’ARAGONA – Pratiche pittoriche all’alba del nuovo millennio - Catalogo a colori, 208 pagine
ARTISTI: Giuseppe Adamo, Paola Angelini, Stefano Arienti, Domenico Bianchi, Renata Boero, Jacopo Casadei, Antonio Catelani, Manuele Cerutti, Paolo Chiasera, Stefano Cumia, Matteo Fato, Giulio Frigo, Anna Gramaccia, Andrea Grotto, Gaia Fugazza, Tiziano Martini, Andrea Mastrovito, Cristiano Menchini, Maria Morganti, Lorenzo Morri, Nunzio, Paolo Parisi, Alessandro Pessoli, Lucio Pozzi, Barbara Prenka, Riccardo Previdi, Pietro Roccasalva, Alessandro Roma, Giovanni Sartori Braido, Vito Stassi, Massimo Stenta, Marco Tirelli, Sulltane Tusha, Marco Useli, Claudio Verna, Serena Vestrucci.
TESTI di: Andrea Cusumano, Maria Elena Volpes, Alberto Firenze, Davide Faraone, Andrea Bruciati, Helga Marsala.
Martedì 9 febbraio 2016, ore 18.30
RizzutoGallery – Palermo
Via Monte Cuccio 30
091.526843 | +39 347.1769901
Ingresso libero.
Il progetto - nato con l’intento di avviare una ricognizione della scena pittorica italiana degli ultimi anni, con un’attenzione particolare rivolta alle nuove tendenze dell’astrazione e della pittura concettuale - si è articolato attraverso tre mostre divise in capitoli, due prime collettive, composte da otto artisti ciascuna e ospitate negli spazi di RizzutoGallery - a marzo e maggio 2015 - e infine il terzo e ultimo appuntamento di settembre al Villino Favaloro, dove si è data vita ad una grande mostra che ha coinvolto trentacinque artisti italiani di diverse generazioni, fra maestri e mid-career di livello internazionale, e giovani artisti emergenti del panorama contemporaneo, oltre a sancire la riconsegna alla cittadinanza dell’importante gioiello Liberty palermitano.
Il catalogo presenta un’ampia selezione di immagini e testi critici relativi all’intera trilogia.
INFO:
LE STANZE D’ARAGONA – Pratiche pittoriche all’alba del nuovo millennio - Catalogo a colori, 208 pagine
ARTISTI: Giuseppe Adamo, Paola Angelini, Stefano Arienti, Domenico Bianchi, Renata Boero, Jacopo Casadei, Antonio Catelani, Manuele Cerutti, Paolo Chiasera, Stefano Cumia, Matteo Fato, Giulio Frigo, Anna Gramaccia, Andrea Grotto, Gaia Fugazza, Tiziano Martini, Andrea Mastrovito, Cristiano Menchini, Maria Morganti, Lorenzo Morri, Nunzio, Paolo Parisi, Alessandro Pessoli, Lucio Pozzi, Barbara Prenka, Riccardo Previdi, Pietro Roccasalva, Alessandro Roma, Giovanni Sartori Braido, Vito Stassi, Massimo Stenta, Marco Tirelli, Sulltane Tusha, Marco Useli, Claudio Verna, Serena Vestrucci.
TESTI di: Andrea Cusumano, Maria Elena Volpes, Alberto Firenze, Davide Faraone, Andrea Bruciati, Helga Marsala.
Martedì 9 febbraio 2016, ore 18.30
RizzutoGallery – Palermo
Via Monte Cuccio 30
091.526843 | +39 347.1769901
Ingresso libero.
Io a quale corpo appartengo?
13/06/2014 - 22/06/2014
Torino (TO) - Piemonte
Inserito da Tiziana Pantaleo
Sarà inaugurata venerdì 13 giugno 2014 presso lo Spazio Azimut (Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino) Io a quale corpo appartengo?, mostra di Rosangela Leotta, curata da Tiziana Pantaleo.
Per l’artista siciliana - classe 1981 - questa personale rappresenta la “riscossione” del premio assegnatole nel 2012 dalla giuria di qualità della XV° edizione del concorso Io Espongo.
Da allora sono passati quasi due anni, che per Rosangela sono stati pieni di cambiamenti importanti, come artista e come donna. Qualche giorno dopo essere stata proclamata vincitrice, infatti, ha dato alla luce il suo primogenito, e da allora la sua produzione artistica ha avuto una naturale stasi, una lenta e riflessiva ripresa, una comprensibile e spontanea trasformazione.
La sua pittura e i suoi disegni avevano fino a quel momento dichiarato il legame con una tradizione prettamente iconica, fatta di precisione tecnica, e dedita ad una rappresentazione fedele, e le matite e i pastelli usati con una particolare sensibilità rendevano le ambientazioni evanescenti e le figure - soprattutto giovani donne - ingenuamente ambigue.
In questi recenti lavori viene presentato un modo nuovo di vedere le cose, in cui vi è innanzitutto il distacco dalla figurazione. Punto di partenza è il legame – e le possibili analogie – che l’uomo ha con l’acqua, elemento primordiale, fluido vitale, liquido amniotico, che protegge e nutre.
Il titolo della mostra è liberamente estrapolato da Beta, traccia contenuta in Pollution, secondo album di Franco Battiato (1972), a sua volta ispirato a Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, romanzo di fantascienza scritto nel 1932 che prefigura una società creata in provetta, senza emozioni, senza paure, senza fragilità e desiderio di conoscenza, dove tutto funziona ed è gradevole, regolare ed ordinato, ma in cui non vi è interiorità, né interesse verso fattori tipicamente umanizzanti.
“Dentro di me vivono la mia identica vita dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo... Io a quale corpo appartengo?” recita Battiato, e dalle opere di Rosangela pare venirne fuori l’eco; quelle parole cantate prendono forma, e mostrano la straordinarietà del corpo umano, macchina meravigliosa che funziona benissimo, essere speciale che si autorigenera.
Con questa serie di piccole opere su tela e su carta, l’artista intraprende un viaggio all’interno del corpo umano e – analogalmente – si immerge nel mondo acquatico, instaurando un dialogo tra mondo cellulare e habitat marino: paesaggi interiori, dettagli visti attraverso un microscopio, esplorati e ricercati nei manuali di biologia umana e di geologia marina, per assecondare l’input di andare in profondità, verso la comprensione di ciò che è infinitamente piccolo.
______
Rosangela Leotta è nata a Ribera (AG) nel 1981. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Palermo in pittura, oggi vive e lavora a Favara (AG).
2012 IOESPONGO XV, Torino. Chi cavalca la tigre non può scendere, a cura di Katia Licari, Sergio Cascavilla e Martina Di Trapani; Sciacca (AG). "Mi votu e mi rivotu", a cura di Tiziana Pantaleo, TAC, Torino. Finalista LVI Premio Basilio Cascella 2012, Ortona (CH) 2011 "Casa Aut", a cura del Laboratorio Saccardi, Cinisi. "Mi votu e mi rivotu", a cura di Tiziana Pantaleo, Sciacca. "SiciliArte 2011" mostra internazionale d'arte moderna e contemporanea, a cura di Bruno Melappioni, Altrarte, Catania. 2010 "Espressioni", a cura di Bruno Melappioni e Giuseppe Cumbo, Altrarte, Agrigento. 2008 "From------To", il ponte e le sue metafore, a cura di Gianna Di Piazza, Nuovo Montevergini, Palermo. 2006 "Nervi saldi", Le officine dell’arte, a cura di Marco Cingolani e Alessandro Bazan, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo.
Rosangela Leotta
IO A QUALE CORPO APPARTENGO?
a cura di Tiziana Pantaleo
Inaugurazione venerdì 13 giugno ore 19:30
Spazio Azimut, Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Dal 13 al 22 giugno 2014
Associazione Culturale Azimut
Presidente: Fabrizio Vespasiano
Organizzazione: Alessandra Morra
Direttore artistico: Antonino Minniti
Curatela di: Tiziana Pantaleo
Sede espositiva: Spazio Azimut
Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Catalogo: Collana Arte Numero 19
Direttore Angelo Mistrangelo
Con il sostegno di:
Regione Piemonte
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino
Fondazione CRT
Media partner:
Sugo News
Per l’artista siciliana - classe 1981 - questa personale rappresenta la “riscossione” del premio assegnatole nel 2012 dalla giuria di qualità della XV° edizione del concorso Io Espongo.
Da allora sono passati quasi due anni, che per Rosangela sono stati pieni di cambiamenti importanti, come artista e come donna. Qualche giorno dopo essere stata proclamata vincitrice, infatti, ha dato alla luce il suo primogenito, e da allora la sua produzione artistica ha avuto una naturale stasi, una lenta e riflessiva ripresa, una comprensibile e spontanea trasformazione.
La sua pittura e i suoi disegni avevano fino a quel momento dichiarato il legame con una tradizione prettamente iconica, fatta di precisione tecnica, e dedita ad una rappresentazione fedele, e le matite e i pastelli usati con una particolare sensibilità rendevano le ambientazioni evanescenti e le figure - soprattutto giovani donne - ingenuamente ambigue.
In questi recenti lavori viene presentato un modo nuovo di vedere le cose, in cui vi è innanzitutto il distacco dalla figurazione. Punto di partenza è il legame – e le possibili analogie – che l’uomo ha con l’acqua, elemento primordiale, fluido vitale, liquido amniotico, che protegge e nutre.
Il titolo della mostra è liberamente estrapolato da Beta, traccia contenuta in Pollution, secondo album di Franco Battiato (1972), a sua volta ispirato a Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, romanzo di fantascienza scritto nel 1932 che prefigura una società creata in provetta, senza emozioni, senza paure, senza fragilità e desiderio di conoscenza, dove tutto funziona ed è gradevole, regolare ed ordinato, ma in cui non vi è interiorità, né interesse verso fattori tipicamente umanizzanti.
“Dentro di me vivono la mia identica vita dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo... Io a quale corpo appartengo?” recita Battiato, e dalle opere di Rosangela pare venirne fuori l’eco; quelle parole cantate prendono forma, e mostrano la straordinarietà del corpo umano, macchina meravigliosa che funziona benissimo, essere speciale che si autorigenera.
Con questa serie di piccole opere su tela e su carta, l’artista intraprende un viaggio all’interno del corpo umano e – analogalmente – si immerge nel mondo acquatico, instaurando un dialogo tra mondo cellulare e habitat marino: paesaggi interiori, dettagli visti attraverso un microscopio, esplorati e ricercati nei manuali di biologia umana e di geologia marina, per assecondare l’input di andare in profondità, verso la comprensione di ciò che è infinitamente piccolo.
______
Rosangela Leotta è nata a Ribera (AG) nel 1981. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Palermo in pittura, oggi vive e lavora a Favara (AG).
2012 IOESPONGO XV, Torino. Chi cavalca la tigre non può scendere, a cura di Katia Licari, Sergio Cascavilla e Martina Di Trapani; Sciacca (AG). "Mi votu e mi rivotu", a cura di Tiziana Pantaleo, TAC, Torino. Finalista LVI Premio Basilio Cascella 2012, Ortona (CH) 2011 "Casa Aut", a cura del Laboratorio Saccardi, Cinisi. "Mi votu e mi rivotu", a cura di Tiziana Pantaleo, Sciacca. "SiciliArte 2011" mostra internazionale d'arte moderna e contemporanea, a cura di Bruno Melappioni, Altrarte, Catania. 2010 "Espressioni", a cura di Bruno Melappioni e Giuseppe Cumbo, Altrarte, Agrigento. 2008 "From------To", il ponte e le sue metafore, a cura di Gianna Di Piazza, Nuovo Montevergini, Palermo. 2006 "Nervi saldi", Le officine dell’arte, a cura di Marco Cingolani e Alessandro Bazan, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo.
Rosangela Leotta
IO A QUALE CORPO APPARTENGO?
a cura di Tiziana Pantaleo
Inaugurazione venerdì 13 giugno ore 19:30
Spazio Azimut, Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Dal 13 al 22 giugno 2014
Associazione Culturale Azimut
Presidente: Fabrizio Vespasiano
Organizzazione: Alessandra Morra
Direttore artistico: Antonino Minniti
Curatela di: Tiziana Pantaleo
Sede espositiva: Spazio Azimut
Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Catalogo: Collana Arte Numero 19
Direttore Angelo Mistrangelo
Con il sostegno di:
Regione Piemonte
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino
Fondazione CRT
Media partner:
Sugo News
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Giovanna Fileccia presenta La Giostra dorata del Ragno che tesse
24/06/2016 - 24/06/2016
Terrasini (PA) - Sicilia
Inserito da Giovanna Fileccia
COMUNICATO STAMPA
Venerdì 24 giugno 2016 alle ore 18.00 presso la Galleria d’Arte Studio 71, Via Vincenzo Fuxa n.9 90143 Palermo, si presenterà l’ultimo libro di Giovanna Fileccia dal titolo:
La Giostra dorata del Ragno che tesse
Ed. SIMPOSIUM
Saranno presenti, oltre all’autrice, Veronica Giuseppina Billone (editrice), Vinny Scorsone (critico d’arte), Anna Barone (attrice per passione) e Calogero Catania (poeta e scrittore).
Nel corso della serata Giovanna Fileccia, affiancata da Veronica Billone, Calogero Catania e Anna Barone, reciterà alcune poesie contenute nel libro introdotte da brevi brani in prosa scritti dalla stessa autrice. Poesie celeri e poesie pacate sospese nel tempo; scritte compostamente o sparpagliate sul foglio.
Più che una presentazione una conversazione in cui si parlerà delle motivazioni che hanno spinto l’autrice a scrivere il libro e si inviterà il pubblico ad intervenire sui temi affrontati quali l’emigrazione, l’arte e la nostra terra.
Autrice eclettica, Giovanna Fileccia, si dedica da anni all’arte in tutti i suoi aspetti, dalla pittura alla fiber art, dalla scrittura alla Poesia sculturata.
La serata è inserita negli eventi della mostra di Liana Taurini Barbato, LE ROTTE DELL’EMIGRAZIONE che ha visto, nella serata inaugurale, l’esibizione per voce e chitarra di Cinzia Romano La Duca su di una poesia ’A fami di Giovanni Berardo Di Ferro.
La mostra è visitabile fino al 25/6/2016 tutti i giorni, festivi esclusi, dalle ore 16.30 alle 19.30.
Testo in catalogo di Vinny Scorsone.
L’addetto stampa
Mariella Calvaruso
www.studio71.it
www.lianabarbato.it
studio71pa@tin.it
lita33@virgilio.it
tel.333 2737182
https://www.facebook.com/events/1000903213297642/
Venerdì 24 giugno 2016 alle ore 18.00 presso la Galleria d’Arte Studio 71, Via Vincenzo Fuxa n.9 90143 Palermo, si presenterà l’ultimo libro di Giovanna Fileccia dal titolo:
La Giostra dorata del Ragno che tesse
Ed. SIMPOSIUM
Saranno presenti, oltre all’autrice, Veronica Giuseppina Billone (editrice), Vinny Scorsone (critico d’arte), Anna Barone (attrice per passione) e Calogero Catania (poeta e scrittore).
Nel corso della serata Giovanna Fileccia, affiancata da Veronica Billone, Calogero Catania e Anna Barone, reciterà alcune poesie contenute nel libro introdotte da brevi brani in prosa scritti dalla stessa autrice. Poesie celeri e poesie pacate sospese nel tempo; scritte compostamente o sparpagliate sul foglio.
Più che una presentazione una conversazione in cui si parlerà delle motivazioni che hanno spinto l’autrice a scrivere il libro e si inviterà il pubblico ad intervenire sui temi affrontati quali l’emigrazione, l’arte e la nostra terra.
Autrice eclettica, Giovanna Fileccia, si dedica da anni all’arte in tutti i suoi aspetti, dalla pittura alla fiber art, dalla scrittura alla Poesia sculturata.
La serata è inserita negli eventi della mostra di Liana Taurini Barbato, LE ROTTE DELL’EMIGRAZIONE che ha visto, nella serata inaugurale, l’esibizione per voce e chitarra di Cinzia Romano La Duca su di una poesia ’A fami di Giovanni Berardo Di Ferro.
La mostra è visitabile fino al 25/6/2016 tutti i giorni, festivi esclusi, dalle ore 16.30 alle 19.30.
Testo in catalogo di Vinny Scorsone.
L’addetto stampa
Mariella Calvaruso
www.studio71.it
www.lianabarbato.it
studio71pa@tin.it
lita33@virgilio.it
tel.333 2737182
https://www.facebook.com/events/1000903213297642/
Corrado Cagli. Attualità per il tempo della continuità
14/10/2016 - 04/12/2016
Terrasini (PA) - Sicilia
Inserito da CSArt Serri
Dal 15 ottobre al 4 dicembre 2016 Palazzo Mazzetti (Corso Vittorio Alfieri 357, Asti) ospita la mostra “Corrado Cagli. Attualità per il tempo della continuità”, a cura di Angelo Calabrese, Francesco Muzzi e Giuseppe Briguglio.
L’esposizione, promossa da Fondazione Palazzo Mazzetti e Città di Asti, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, è realizzata in collaborazione con l’Archivio Cagli di Roma, con il patrocinio di Regione Piemonte e Provincia di Asti. L’inaugurazione si terrà venerdì 14 ottobre alle ore 18.00.
In occasione della mostra, l’Archivio Cagli di Roma, nella persona del Commendator Francesco Muzzi, donerà al museo l’opera “Doña Caetano”, 1973 (olio su tela, cm. 130x95).
La mostra su Corrado Cagli (Ancona, 1910 - Roma, 1976), grande figura di creatore, intellettuale e promotore culturale, è una doverosa commemorazione dell’artista nel quarantesimo anniversario della scomparsa, ma anche l’omaggio al direttore dell’Arazzeria astigiana del Maestro Ugo Scassa (dal 1960 al 1976) che realizzò gli arazzi per le grandi navi transoceaniche.
Nell’epoca in cui la Leonardo da Vinci, la Raffaello e la Michelangelo furono prestigiose gallerie d’arte viaggianti, l’attività dell’arazzeria rappresentò un capitolo unico nell’ambito del rapporto della città di Asti con l’ambiente artistico e culturale della seconda metà del Novecento.
La mostra è un excursus cronologico sull’attività produttiva di questo grande artista che permette di far comprendere al pubblico l’immensa poliedricità e la grande padronanza delle tecniche pittoriche, ma soprattutto comprendere nella sua arte temi premonitori sul futuro dell’uomo perché come diceva Paul Valery «Il pittore non deve dipingere quello che si vede ma quello che si vedrà».
Il percorso di visita si apre con opere appartenenti al periodo della Scuola romana e prosegue con la sezione dedicata al Periodo americano. In queste sale sono esposte la “Natura morta”, “Il cranio e la candela” e “Concertino” datate 1940, probabilmente le prime opere del Maestro in terra americana, raggiunta dopo l’esilio a causa delle leggi razziali, nelle quali si vede ancora l’influsso del post-cubismo. La mostra prosegue con i lavori del periodo post bellico e con una rassegna delle tecniche e degli stili pittorici sperimentati da Cagli: dall’astratto al formale, dall’olio al pastello. Nel piano interrato sono raccolti i disegni che spaziano dai primi anni ’30 del XX secolo fino al 1976, anno della sua morte; qui sono esposte sei rarissime ceramiche degli anni ’28 – ‘29, testimonianza della fase in cui Cagli fu direttore artistico della fabbrica Rometti ad Umbertide, ed altre sculture.
L’ultima sezione accoglie tre arazzi commissionati dall’artista all’Arazzeria Scassa tra cui “La ruota della fortuna” ed “Enigma del Gallo”, di cui si possono vedere gli originali.
«Corrado – scrive Angelo Calabrese – è il maestro che supera il secolo cui ha dato Luce, perché moderno per il tempo a venire, per testimoniata eticità e per avere intuito, per altezza d’ingegno e personale concezione dell’arte, che, nel vivente universo, macrocosmo e microcosmo hanno d’immutabile solo il mutamento. Le sue logiche multiple sono indicativamente esemplari per l’arte che oggi fa i conti con la realtà. Ricerche spaziali, motivi cellulari, esperienze informali, danno l’esempio di un fervore immaginativo aperto alla più ampia ricerca. Il maestro indiscusso passa dal totemismo ai grandi poeti, dalla figurazione allegorica ai labirinti di Psiche, dai ritratti alle logiche ritmico strutturali, ai miti mediterranei, alle maschere, alle scene e costumi teatrali, irripetibile, indocile alle sovrastrutture, laico e forte di una religiosità aperta, conciliata a ogni ricchezza spirituale. Cantò la natura, investigò nel cuore dei poeti, interpretò la cronaca e la storia, rese onore agli eroi, quelli ignoti e quelli celebrati dal mito, incontrò contadini, guerrieri e briganti. La legge di Cagli propone vie maestre di libertà, di creatività, di leonardesca ricerca nell’universale interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi: un vate per il tempo che s’infutura».
L’esposizione sarà visitabile, acquistando lo smarTicket (intero € 5,00, ridotto € 3,00) presso la biglietteria di Palazzo Mazzetti, negli orari di apertura del Museo (da martedì a domenica ore 10.30-18.30). Catalogo Sagep, Genova. Per informazioni: tel. 0141530403, info@palazzomazzetti.it, www.palazzomazzetti.it.
L’esposizione, promossa da Fondazione Palazzo Mazzetti e Città di Asti, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, è realizzata in collaborazione con l’Archivio Cagli di Roma, con il patrocinio di Regione Piemonte e Provincia di Asti. L’inaugurazione si terrà venerdì 14 ottobre alle ore 18.00.
In occasione della mostra, l’Archivio Cagli di Roma, nella persona del Commendator Francesco Muzzi, donerà al museo l’opera “Doña Caetano”, 1973 (olio su tela, cm. 130x95).
La mostra su Corrado Cagli (Ancona, 1910 - Roma, 1976), grande figura di creatore, intellettuale e promotore culturale, è una doverosa commemorazione dell’artista nel quarantesimo anniversario della scomparsa, ma anche l’omaggio al direttore dell’Arazzeria astigiana del Maestro Ugo Scassa (dal 1960 al 1976) che realizzò gli arazzi per le grandi navi transoceaniche.
Nell’epoca in cui la Leonardo da Vinci, la Raffaello e la Michelangelo furono prestigiose gallerie d’arte viaggianti, l’attività dell’arazzeria rappresentò un capitolo unico nell’ambito del rapporto della città di Asti con l’ambiente artistico e culturale della seconda metà del Novecento.
La mostra è un excursus cronologico sull’attività produttiva di questo grande artista che permette di far comprendere al pubblico l’immensa poliedricità e la grande padronanza delle tecniche pittoriche, ma soprattutto comprendere nella sua arte temi premonitori sul futuro dell’uomo perché come diceva Paul Valery «Il pittore non deve dipingere quello che si vede ma quello che si vedrà».
Il percorso di visita si apre con opere appartenenti al periodo della Scuola romana e prosegue con la sezione dedicata al Periodo americano. In queste sale sono esposte la “Natura morta”, “Il cranio e la candela” e “Concertino” datate 1940, probabilmente le prime opere del Maestro in terra americana, raggiunta dopo l’esilio a causa delle leggi razziali, nelle quali si vede ancora l’influsso del post-cubismo. La mostra prosegue con i lavori del periodo post bellico e con una rassegna delle tecniche e degli stili pittorici sperimentati da Cagli: dall’astratto al formale, dall’olio al pastello. Nel piano interrato sono raccolti i disegni che spaziano dai primi anni ’30 del XX secolo fino al 1976, anno della sua morte; qui sono esposte sei rarissime ceramiche degli anni ’28 – ‘29, testimonianza della fase in cui Cagli fu direttore artistico della fabbrica Rometti ad Umbertide, ed altre sculture.
L’ultima sezione accoglie tre arazzi commissionati dall’artista all’Arazzeria Scassa tra cui “La ruota della fortuna” ed “Enigma del Gallo”, di cui si possono vedere gli originali.
«Corrado – scrive Angelo Calabrese – è il maestro che supera il secolo cui ha dato Luce, perché moderno per il tempo a venire, per testimoniata eticità e per avere intuito, per altezza d’ingegno e personale concezione dell’arte, che, nel vivente universo, macrocosmo e microcosmo hanno d’immutabile solo il mutamento. Le sue logiche multiple sono indicativamente esemplari per l’arte che oggi fa i conti con la realtà. Ricerche spaziali, motivi cellulari, esperienze informali, danno l’esempio di un fervore immaginativo aperto alla più ampia ricerca. Il maestro indiscusso passa dal totemismo ai grandi poeti, dalla figurazione allegorica ai labirinti di Psiche, dai ritratti alle logiche ritmico strutturali, ai miti mediterranei, alle maschere, alle scene e costumi teatrali, irripetibile, indocile alle sovrastrutture, laico e forte di una religiosità aperta, conciliata a ogni ricchezza spirituale. Cantò la natura, investigò nel cuore dei poeti, interpretò la cronaca e la storia, rese onore agli eroi, quelli ignoti e quelli celebrati dal mito, incontrò contadini, guerrieri e briganti. La legge di Cagli propone vie maestre di libertà, di creatività, di leonardesca ricerca nell’universale interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi: un vate per il tempo che s’infutura».
L’esposizione sarà visitabile, acquistando lo smarTicket (intero € 5,00, ridotto € 3,00) presso la biglietteria di Palazzo Mazzetti, negli orari di apertura del Museo (da martedì a domenica ore 10.30-18.30). Catalogo Sagep, Genova. Per informazioni: tel. 0141530403, info@palazzomazzetti.it, www.palazzomazzetti.it.