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Evento: L’isola che non c’è
26/07/2014 - 24/08/2014
Dettagli
Data di inserimento: | 17/07/2014 - 18:37 |
Luogo: | Berceto (PR) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 26/07/2014 |
Data di fine | 24/08/2014 |
Descrizione
Il Museo Pier Maria Rossi di Berceto (PR) presenta, dal 26 luglio al 24 agosto 2014, "L'isola che non c'è". Da “Martin Mystère” a preziose collezioni di francobolli, una mostra illustra la straordinaria avventura di Giorgio Rosa che il 1° maggio del 1968 fondò il proprio stato indipendente, durato 55 giorni, in mezzo al mare Adriatico.
Questa è la storia di un'isola. Di un'isola che non c'è, o meglio di un'isola che non c'è più.
Non è il luogo fantastico di Peter Pan, e nemmeno “Utopia”, immaginata da Tommaso Moro nel 1516, bensì un'isola veramente esistita, anche se per brevissimo tempo, poiché lo Stato italiano decise di distruggerla considerandola un "grave pericolo", secondo le parole dell'allora Ministro dell'Interno Emilio Taviani. Risultò vano qualsiasi appello al Presidente della Repubblica Saragat per salvare il destino della nuova Repubblica, demolita definitivamente il 25 febbraio 1969.
L’Isola delle Rose, conosciuta anche come "Insulo de la Rozoj" aveva il suo governo, la sua bandiera, una lingua ufficiale, una valuta e un ufficio postale dal quale fecero appena in tempo a partire un centinaio di lettere e cartoline affrancate con propri francobolli.
Una storia affascinante e straordinaria, un'avventura che nacque negli anni in cui l’Italia viveva un'intensa stagione di conquista di nuovi spazi civili, di nuove libertà e opportunità e contemporaneamente si abbattevano schemi e barriere. Se da una parte l’esperimento suscitò timori e paura, dall'altra alimentò sogni, speranze, desideri.
A distanza di quasi 50 anni dalla posa del primo "pilastro", il Museo Pier Maria Rossi propone un ampio evento per raccontare questa storia straordinaria, ancora in parte sconosciuta e che si intende decontestualizzare per farla vivere fuori dai suoi confini geografici e catapultarla in territori più ampi, i territori dell'utopia.
La mostra espone una decina di tavole originali del numero del 1998 di “Martin Mystère” dedicato proprio all’Isola delle Rose, oltre a una ricca documentazione d’archivio costituita dalle più importanti pagine dei quotidiani che hanno raccontato l’avventura di Giorgio Rosa, da carteggi autentici e di grande fascino, fino alla collezione filatelica di Fabio Vaccarezza e Rosalba Pigini e a una selezione di reperti provenienti dai fondali marini che hanno visto il sorgere dell’isola.
L’evento propone anche interventi e dibattiti che toccano diversi campi, da quello filosofico e sociologico circa il concetto di utopia e libertà, a quello linguistico sull’esperanto, senza dimenticare uno spettacolo teatrale e l’analisi della situazione ambientale circa il problema della riconversione delle piattaforme marine.
Inaugurazione: sabato 26 luglio 2014, ore 11.00.
Annullo temporaneo filatelico dalle ore 12.00 alle ore 18.00.
Il programma completo della manifestazione è disponibile all'indirizzo: www.insulodelarozoj.it.
SCHEDA TECNICA
L’isola che non c’è
A cura di Giuseppe Bigliardi
Dal 26 luglio al 24 agosto 2014
Museo Pier Maria Rossi
Strada Romea, 5 – 43042 Berceto (Parma)
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.
Info: direzione@museopiermariarossi.it
www.museopiermariarossi.it
Questa è la storia di un'isola. Di un'isola che non c'è, o meglio di un'isola che non c'è più.
Non è il luogo fantastico di Peter Pan, e nemmeno “Utopia”, immaginata da Tommaso Moro nel 1516, bensì un'isola veramente esistita, anche se per brevissimo tempo, poiché lo Stato italiano decise di distruggerla considerandola un "grave pericolo", secondo le parole dell'allora Ministro dell'Interno Emilio Taviani. Risultò vano qualsiasi appello al Presidente della Repubblica Saragat per salvare il destino della nuova Repubblica, demolita definitivamente il 25 febbraio 1969.
L’Isola delle Rose, conosciuta anche come "Insulo de la Rozoj" aveva il suo governo, la sua bandiera, una lingua ufficiale, una valuta e un ufficio postale dal quale fecero appena in tempo a partire un centinaio di lettere e cartoline affrancate con propri francobolli.
Una storia affascinante e straordinaria, un'avventura che nacque negli anni in cui l’Italia viveva un'intensa stagione di conquista di nuovi spazi civili, di nuove libertà e opportunità e contemporaneamente si abbattevano schemi e barriere. Se da una parte l’esperimento suscitò timori e paura, dall'altra alimentò sogni, speranze, desideri.
A distanza di quasi 50 anni dalla posa del primo "pilastro", il Museo Pier Maria Rossi propone un ampio evento per raccontare questa storia straordinaria, ancora in parte sconosciuta e che si intende decontestualizzare per farla vivere fuori dai suoi confini geografici e catapultarla in territori più ampi, i territori dell'utopia.
La mostra espone una decina di tavole originali del numero del 1998 di “Martin Mystère” dedicato proprio all’Isola delle Rose, oltre a una ricca documentazione d’archivio costituita dalle più importanti pagine dei quotidiani che hanno raccontato l’avventura di Giorgio Rosa, da carteggi autentici e di grande fascino, fino alla collezione filatelica di Fabio Vaccarezza e Rosalba Pigini e a una selezione di reperti provenienti dai fondali marini che hanno visto il sorgere dell’isola.
L’evento propone anche interventi e dibattiti che toccano diversi campi, da quello filosofico e sociologico circa il concetto di utopia e libertà, a quello linguistico sull’esperanto, senza dimenticare uno spettacolo teatrale e l’analisi della situazione ambientale circa il problema della riconversione delle piattaforme marine.
Inaugurazione: sabato 26 luglio 2014, ore 11.00.
Annullo temporaneo filatelico dalle ore 12.00 alle ore 18.00.
Il programma completo della manifestazione è disponibile all'indirizzo: www.insulodelarozoj.it.
SCHEDA TECNICA
L’isola che non c’è
A cura di Giuseppe Bigliardi
Dal 26 luglio al 24 agosto 2014
Museo Pier Maria Rossi
Strada Romea, 5 – 43042 Berceto (Parma)
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.
Info: direzione@museopiermariarossi.it
www.museopiermariarossi.it
Altri eventi dell'inserzionista
Massimo Lagrotteria. In excelsis homo
12/09/2014 - 12/10/2014
Carpi (MO) - Emilia-Romagna
Inserito da Marta Santacatterina
Venerdì 12 settembre alle ore 9.00, presso la Dark Room SilmarArtGallery di Carpi, aprirà al pubblico "In excelsis homo" di Massimo Lagrotteria, una mostra allestita in occasione del Festival Filosofia dedicato quest’anno alla “Gloria”. Sabato 13, sempre alle 18.30, l’inaugurazione ufficiale vedrà la presenza dell’artista e alle 22.30 si svolgerà la performance live Sound&Visual del Gruppo Kobayashi.
In occasione del Festival Filosofia, Dark Room SilmarArtGallery di Carpi espone "In excelsis homo", un progetto site specific realizzato da Massimo Lagrotteria e curato da Andrea Saltini.
Le opere di Lagrotteria ritraggono una gallery di personaggi “gloriosi” che sembrano transitare da un “sé minore” a un “sé superiore”. Paiono aver affrontato un'immane e ripida scalata, un'ascesa fatta di onori e azioni insigni, destinata a fama imperitura. Ma in realtà l'uomo dipinto dall’artista è sempre l'uomo d’oggi, anche quando risale a mille anni fa: un uomo piccolo, sopraffatto dall'impellenza e dalla crisi; alla ricerca di una gloria "fai da te" tipicamente warholiana. Quelli di Lagrotteria sembrano esseri cui, un tempo, era toccata in sorte una scintilla divina, una briciola di assoluto, un'impronta di quello spirito che li rendeva capaci di "dire di no" e di trascendere la realtà data; sono rimasti invece miniature tristi e sole, macerie di un’icona un tempo grandiosa.
Come scrive Alessandra Redaelli nel testo critico in catalogo, i visi di Massimo Lagrotteria “qualche volta sono appena definiti, ammantati di un’aura sacrale come sindoni contemporanee (e l’uso di lasciare spesso gli occhi chiusi enfatizza la suggestione mistica), qualche volta risultano più netti e definiti, illuminati da una luce interiore, resi icone di una quotidianità dove la gloria non è più questione di vite eroiche e leggendarie, ma è piuttosto un fatto estemporaneo, fugace, risolto (e dissolto) in pochi attimi”.
La mostra si articola in un insieme di dipinti e in una scultura raffigurante una grande testa, realizzata tramite una colata di cemento contenente polvere ferrosa che, ossidandosi, ha dato luogo a un effetto cromatico intenso e ricco di significato.
Biografia
Massimo Lagrotteria, nato a Lucerna (Svizzera) nel 1972, vive e lavora a Carpi (MO). Da sempre ha incentrato il suo lavoro sullo studio della figura, passando attraverso una continua sperimentazione dei materiali e dei supporti: tela, carta, legno, ferro e rame. Con le sue opere, dipinte prevalentemente a olio, l’artista cerca un irraggiungibile equilibrio attraverso una lenta, inesorabile sottrazione. Attualmente collabora con diverse gallerie in Emilia, Lombardia, Veneto e Liguria.
Didascalia dell’opera:
Massimo Lagrotteria, Entanglement #2, 2014, olio su tavola, 76x76 cm, courtesy l’artista
SCHEDA TECNICA
Massimo Lagrotteria. In excelsis homo
Concept e cura di Andrea Saltini
Introduzione critica di Alessandra Redaelli
Catalogo in galleria
Dal 12 settembre al 12 ottobre 2014
Dark Room SilmarArtGallery
Via Giosuè Carducci 340
41012 Carpi (MO)
Inaugurazione: sabato 13 settembre, ore 18.30
Orari: da lunedì a sabato 9.30-13.00 e 15.30-19.30; giovedì chiuso al pomeriggio
Ingresso libero
Info:
Tel. 059.686995
info@darkroomsilmar.it
www.darkroomsilmar.it
In occasione del Festival Filosofia, Dark Room SilmarArtGallery di Carpi espone "In excelsis homo", un progetto site specific realizzato da Massimo Lagrotteria e curato da Andrea Saltini.
Le opere di Lagrotteria ritraggono una gallery di personaggi “gloriosi” che sembrano transitare da un “sé minore” a un “sé superiore”. Paiono aver affrontato un'immane e ripida scalata, un'ascesa fatta di onori e azioni insigni, destinata a fama imperitura. Ma in realtà l'uomo dipinto dall’artista è sempre l'uomo d’oggi, anche quando risale a mille anni fa: un uomo piccolo, sopraffatto dall'impellenza e dalla crisi; alla ricerca di una gloria "fai da te" tipicamente warholiana. Quelli di Lagrotteria sembrano esseri cui, un tempo, era toccata in sorte una scintilla divina, una briciola di assoluto, un'impronta di quello spirito che li rendeva capaci di "dire di no" e di trascendere la realtà data; sono rimasti invece miniature tristi e sole, macerie di un’icona un tempo grandiosa.
Come scrive Alessandra Redaelli nel testo critico in catalogo, i visi di Massimo Lagrotteria “qualche volta sono appena definiti, ammantati di un’aura sacrale come sindoni contemporanee (e l’uso di lasciare spesso gli occhi chiusi enfatizza la suggestione mistica), qualche volta risultano più netti e definiti, illuminati da una luce interiore, resi icone di una quotidianità dove la gloria non è più questione di vite eroiche e leggendarie, ma è piuttosto un fatto estemporaneo, fugace, risolto (e dissolto) in pochi attimi”.
La mostra si articola in un insieme di dipinti e in una scultura raffigurante una grande testa, realizzata tramite una colata di cemento contenente polvere ferrosa che, ossidandosi, ha dato luogo a un effetto cromatico intenso e ricco di significato.
Biografia
Massimo Lagrotteria, nato a Lucerna (Svizzera) nel 1972, vive e lavora a Carpi (MO). Da sempre ha incentrato il suo lavoro sullo studio della figura, passando attraverso una continua sperimentazione dei materiali e dei supporti: tela, carta, legno, ferro e rame. Con le sue opere, dipinte prevalentemente a olio, l’artista cerca un irraggiungibile equilibrio attraverso una lenta, inesorabile sottrazione. Attualmente collabora con diverse gallerie in Emilia, Lombardia, Veneto e Liguria.
Didascalia dell’opera:
Massimo Lagrotteria, Entanglement #2, 2014, olio su tavola, 76x76 cm, courtesy l’artista
SCHEDA TECNICA
Massimo Lagrotteria. In excelsis homo
Concept e cura di Andrea Saltini
Introduzione critica di Alessandra Redaelli
Catalogo in galleria
Dal 12 settembre al 12 ottobre 2014
Dark Room SilmarArtGallery
Via Giosuè Carducci 340
41012 Carpi (MO)
Inaugurazione: sabato 13 settembre, ore 18.30
Orari: da lunedì a sabato 9.30-13.00 e 15.30-19.30; giovedì chiuso al pomeriggio
Ingresso libero
Info:
Tel. 059.686995
info@darkroomsilmar.it
www.darkroomsilmar.it
Vallebon’art-e
01/08/2014 - 10/08/2014
Vallebona (IM) - Liguria
Inserito da Marta Santacatterina
Inaugurerà il 1° agosto 2014 la terza edizione di Vallebon’art-e, biennale di arte che per dieci giorni coinvolgerà tutto il delizioso paesino ligure in un percorso espositivo tra pittura, scultura, installazioni e performance, per un’estate all’insegna dell’arte contemporanea.
Nelle piazze e nei carruggi del centro storico del piccolo comune di Vallebona (provincia di Imperia), dall’1 al 10 agosto 2014 si svolgerà un festival che vedrà la partecipazione di ben 30 artisti italiani e non solo.
In questo territorio di confine posto nel cuore della Riviera dei Fiori, l’Accademia Balbo di Bordighera ha affidato agli artisti il compito di confrontarsi con le antiche tradizioni culturali che ruotano attorno al fuoco e al vento, tramite progetti intensi e suggestivi, molti dei quali site specific.
L’evento si propone di invadere l’intero centro – recentemente restaurato grazie alla collaborazione dell’artista Domenico Borrelli che si è occupato anche dell’arredo urbano – con opere realizzate ad hoc utilizzando tutte le tecniche espressive contemporanee: dai dipinti alle sculture, dalle installazioni alle performance, dalla fotografia al video, tutto concorrerà a creare un tessuto ricco di fascino che animerà Vallebona e permetterà a turisti e residenti di immergersi nella cultura figurativa attuale.
Questo l’elenco degli artisti: Natalie Silva, Tegi Canfari, Michaela Schwarzmann, Antonio Nepita, Ferruccio Carassale, Ruggero Maggi, Lorella Selvi, Carla Cremers, Pierangelo Russo, Karin Wittulsky, PierLuigi Cattaneo, Cornelia Lottes, Marisa Fogliarini, Enzo Sforza, Nadia Giannelli, Ruth Lustenberger, Matteo Carassale, Roger Winum, Mariagrazia Colasanto, Fulvio Colangelo, Renza Sciutto, Francesca Borgia, Domenico Borrelli, Cristina Matteucci, Lorena Falzone, Maria Rosa Benso, Luj Vacchino, Claudia Borgna, Octavio Floreal, Noris Lazzarini, Saverio Chiappalone.
Si rinnova anche nel 2014, quindi, il trinomio arte-cultura-territorio che sta alla base di Vallebon’art-e e che renderà l’evento un punto di incontro, di scambio e di convergenza di energie creative per tutta la Riviera dei Fiori.
Vallebon’art-e
A cura dell’Accademia Balbo di Bordighera
Dal 1 al 10 agosto 2014
Piazza della Libertà e sedi varie
Vallebona, 18012 (IM)
Inaugurazione: 1 agosto 2014, ore 19,00
comune@vallebona.info
www.vallebona.info
Nelle piazze e nei carruggi del centro storico del piccolo comune di Vallebona (provincia di Imperia), dall’1 al 10 agosto 2014 si svolgerà un festival che vedrà la partecipazione di ben 30 artisti italiani e non solo.
In questo territorio di confine posto nel cuore della Riviera dei Fiori, l’Accademia Balbo di Bordighera ha affidato agli artisti il compito di confrontarsi con le antiche tradizioni culturali che ruotano attorno al fuoco e al vento, tramite progetti intensi e suggestivi, molti dei quali site specific.
L’evento si propone di invadere l’intero centro – recentemente restaurato grazie alla collaborazione dell’artista Domenico Borrelli che si è occupato anche dell’arredo urbano – con opere realizzate ad hoc utilizzando tutte le tecniche espressive contemporanee: dai dipinti alle sculture, dalle installazioni alle performance, dalla fotografia al video, tutto concorrerà a creare un tessuto ricco di fascino che animerà Vallebona e permetterà a turisti e residenti di immergersi nella cultura figurativa attuale.
Questo l’elenco degli artisti: Natalie Silva, Tegi Canfari, Michaela Schwarzmann, Antonio Nepita, Ferruccio Carassale, Ruggero Maggi, Lorella Selvi, Carla Cremers, Pierangelo Russo, Karin Wittulsky, PierLuigi Cattaneo, Cornelia Lottes, Marisa Fogliarini, Enzo Sforza, Nadia Giannelli, Ruth Lustenberger, Matteo Carassale, Roger Winum, Mariagrazia Colasanto, Fulvio Colangelo, Renza Sciutto, Francesca Borgia, Domenico Borrelli, Cristina Matteucci, Lorena Falzone, Maria Rosa Benso, Luj Vacchino, Claudia Borgna, Octavio Floreal, Noris Lazzarini, Saverio Chiappalone.
Si rinnova anche nel 2014, quindi, il trinomio arte-cultura-territorio che sta alla base di Vallebon’art-e e che renderà l’evento un punto di incontro, di scambio e di convergenza di energie creative per tutta la Riviera dei Fiori.
Vallebon’art-e
A cura dell’Accademia Balbo di Bordighera
Dal 1 al 10 agosto 2014
Piazza della Libertà e sedi varie
Vallebona, 18012 (IM)
Inaugurazione: 1 agosto 2014, ore 19,00
comune@vallebona.info
www.vallebona.info
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Gianni Bertini e Abbaco. Rifondare la coscienza del paese reale con la pittura
31/03/2022 - 03/04/2022
Vallebona (IM) - Liguria
Inserito da Raffaella Caruso
Può l'arte assumere il ruolo della coscienza civile di un paese? Può farlo in maniera profetica, slegata paradossalmente dal tempo e dallo spazio e incantando lo spettatore con il fascino della bellezza colpirlo allo stomaco denunciando abusi, soprusi e l'orrore della guerra?
È quanto fa Gianni Bertini, grande artista europeo di cui ricorre il centenario della nascita (Pisa 1922- Caen 2010) con ABBACO, ciclo di lavori compiuto negli anni 70 e che rappresenta profeticamente con disarmante attualità l'ondata di violenza che sta travolgendo nuovamente l'Europa.
In mostra a Miart nella sezione Decades (10 artisti per 10 decenni di storia dell'arte italiana) presentato da Eidos in collaborazione con l'associazione Gianni Bertini (Associazione Gianni Bertini -) il progetto GIANNI BERTINI E ABBACO: rifondare la coscienza del paese reale con la pittura.
Sullo sfondo di paesaggi pittorici di matrice novecentista, consueti e rassicuranti, si svolgono le stesse scene di violenza che in questi giorni siamo obbligati a vedere e considerare mentre per il conflitto Russia/Ucraina tremendi venti di guerra spirano ancora sull'Europa... Non sono scene lontane: ci sono le nostre famiglie che fuggono (Corri uomo,1978), lasciando a terra padri (L'involto, 1978) madri (Lui piange,1977 - E lui ride, 1977) in una “normalità” sociale che ormai in Occidente pensavamo di avere raggiunto. Induce dunque Bertini una riflessione sul seme della violenza in Occidente, sul ruolo della famiglia (Speriamo ci ripari l'ombrello, 1977), sull'essere profugo (Una famiglia, 1980) in senso fisico e mentale come straniamento rispetto a realtà che pensavamo non ci dovessero più appartenere, e a distanza di quarant'anni dalla creazione di questi lavori sembra lanciare il monito: può ancora accadere!
Scriveva Gianni Bertini:
"Abbaco è una allocuzione scaduta d’uso che significa abbecedario. Nel mio caso indica il proposito di ricominciare un discorso partendo dalla base. E non per niente ho assunto come fulcro della rappresentazione il nucleo più elementare: l'uomo, la donna e il bambino in rapporto ad una società dove l'orrore è quotidiano.
Certe referenze tratte da quadri del passato vogliono solo indicare una continuità tra ieri e l'oggi. Talvolta la citazione ripropone scene di altre violenze, violenze antiche, per significare appunto che la violenza è sempre esistita.
Con ABBACO, ciclo condotto dalla metà degli anni 70 all'inizio degli anni 80 – gli anni della protesta, del terrorismo, del dibattito sul divorzio-, Gianni Bertini torna dunque alla pittura riuscendo ugualmente a non interrompere la ricerca Mec Art che lo rese attento interprete degli umori della contemporaneità. Sullo sfondo di una pittura di paesaggio classica (“Questo paesaggio l'ho introdotto per sottolineare meglio le scene di violenza che succedono in primo piano: la cronaca è messa in discussione dal contrappunto”) Bertini introduce personaggi drammatici riuscendo ancora oggi a creare nello spettatore una visione distonica e disturbante, in grado di indurre una riflessione sui fondamentali della pittura e della società.
Info
GIANNI BERTINI E ABBACO: rifondare la coscienza del paese reale con la pittura
Dove fieramilanocity_MiCo Pad 3 – Gate 5 viale Scarampo Milano
Eidos Immagini Contemporanee Both A83 – Sez. Decades
Quando 1-3 Aprile 2022 31 marzo preview su invito
Orari venerdì e sabato 11.30-20.00 domenica 10.00-17.00
È quanto fa Gianni Bertini, grande artista europeo di cui ricorre il centenario della nascita (Pisa 1922- Caen 2010) con ABBACO, ciclo di lavori compiuto negli anni 70 e che rappresenta profeticamente con disarmante attualità l'ondata di violenza che sta travolgendo nuovamente l'Europa.
In mostra a Miart nella sezione Decades (10 artisti per 10 decenni di storia dell'arte italiana) presentato da Eidos in collaborazione con l'associazione Gianni Bertini (Associazione Gianni Bertini -) il progetto GIANNI BERTINI E ABBACO: rifondare la coscienza del paese reale con la pittura.
Sullo sfondo di paesaggi pittorici di matrice novecentista, consueti e rassicuranti, si svolgono le stesse scene di violenza che in questi giorni siamo obbligati a vedere e considerare mentre per il conflitto Russia/Ucraina tremendi venti di guerra spirano ancora sull'Europa... Non sono scene lontane: ci sono le nostre famiglie che fuggono (Corri uomo,1978), lasciando a terra padri (L'involto, 1978) madri (Lui piange,1977 - E lui ride, 1977) in una “normalità” sociale che ormai in Occidente pensavamo di avere raggiunto. Induce dunque Bertini una riflessione sul seme della violenza in Occidente, sul ruolo della famiglia (Speriamo ci ripari l'ombrello, 1977), sull'essere profugo (Una famiglia, 1980) in senso fisico e mentale come straniamento rispetto a realtà che pensavamo non ci dovessero più appartenere, e a distanza di quarant'anni dalla creazione di questi lavori sembra lanciare il monito: può ancora accadere!
Scriveva Gianni Bertini:
"Abbaco è una allocuzione scaduta d’uso che significa abbecedario. Nel mio caso indica il proposito di ricominciare un discorso partendo dalla base. E non per niente ho assunto come fulcro della rappresentazione il nucleo più elementare: l'uomo, la donna e il bambino in rapporto ad una società dove l'orrore è quotidiano.
Certe referenze tratte da quadri del passato vogliono solo indicare una continuità tra ieri e l'oggi. Talvolta la citazione ripropone scene di altre violenze, violenze antiche, per significare appunto che la violenza è sempre esistita.
Con ABBACO, ciclo condotto dalla metà degli anni 70 all'inizio degli anni 80 – gli anni della protesta, del terrorismo, del dibattito sul divorzio-, Gianni Bertini torna dunque alla pittura riuscendo ugualmente a non interrompere la ricerca Mec Art che lo rese attento interprete degli umori della contemporaneità. Sullo sfondo di una pittura di paesaggio classica (“Questo paesaggio l'ho introdotto per sottolineare meglio le scene di violenza che succedono in primo piano: la cronaca è messa in discussione dal contrappunto”) Bertini introduce personaggi drammatici riuscendo ancora oggi a creare nello spettatore una visione distonica e disturbante, in grado di indurre una riflessione sui fondamentali della pittura e della società.
Info
GIANNI BERTINI E ABBACO: rifondare la coscienza del paese reale con la pittura
Dove fieramilanocity_MiCo Pad 3 – Gate 5 viale Scarampo Milano
Eidos Immagini Contemporanee Both A83 – Sez. Decades
Quando 1-3 Aprile 2022 31 marzo preview su invito
Orari venerdì e sabato 11.30-20.00 domenica 10.00-17.00
Zinelli&Perizzi - Opere di Paola Tondello - Tela Comanda Color
07/10/2016 - 30/11/2016
Lignano Sabbiadoro (UD) - Friuli-Venezia Giulia
Inserito da Paola Tondello
Opere di Paola Tondello – Tela Comanda Color
SpazioCavana – Zinelli & Perizzi
Via San Sebastiano 1
Trieste
dal 7 ottobre 2016 al 30 novembre 2016
dal martedi al sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00
www.paolatondello.it
Continua il ciclo di eventi dopo il Design zone 2016, da venerdi 7 Ottobre 2016 al 30 Novembre 2016, in occasione della barcolana 2016, a Trieste presso lo spazio espositivo “Spaziocavana”, alle porte di Cavana, nel cuore della città vecchia di Trieste, lo showroom Zinelli & Perizzi, nel luogo delle idee, dove design, arte e cultura dell’abitare si fondono per esprimere un nuovo concetto del vivere la casa oggi, nel tempio dell’arredamento e delle grandi firme del design italiano ed internazionale, esporrà alcune opere dell’Artista Paola Tondello .
L’artista compie un percorso d'indagine simile al destino dell'uomo ed al suo confronto con l'ignoto, nell'apparente sospensione del vuoto esistenziale.
Sono molte le complessità espressive della Tondello, dall'energica gioventù del colore che impazza negli accostamenti forti ed incisivi, per arrivare al piano meditativo della monocromia. Perché molti sono gli stati di coscienza che attraversiamo nel percorso dell'esistenza attraverso la nostra supposta identità che si rivela essere variazione continua, intrattenimento dell'Essere con se stesso, e sempre alla ricerca di un Senso che la determini. L'espressionismo astratto, per definizione, consente ciò che la figurazione nega o può negare per effetto delle sue convenzioni precostituite. Alla luce di questa considerazione, la Tondello ha trovato proprio in questa modalità quel naturale campo di espressione che le ha consentito di perdersi e poi ritrovarsi nell'assoluta autonomia creativa. E, soprattutto, ha verificato come il mondo della pittura realmente 'dipinta' – e non astrattamente immaginata in oscure frivolezze intellettualistiche, quella pittura che 'sporca' (o meglio dire 'colora') anche le mani e gli abiti – sia stata anche l'occasione per vivere intensamente quella 'sinestesia' totale dei sensi e dell'anima che tutto coinvolge, dal tatto alla vista, dalla materia allo Spirito che in qualche modo la anima. 'Lo Spirito delle Cose', come proclamava solennemente Paracelso, ovvero un'entità che non vediamo ma che tuttavia esiste come Verità invisibile.
L’esposizione è aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 – Ingresso libero.
SpazioCavana – Zinelli & Perizzi
Via San Sebastiano 1
Trieste
dal 7 ottobre 2016 al 30 novembre 2016
dal martedi al sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00
www.paolatondello.it
Continua il ciclo di eventi dopo il Design zone 2016, da venerdi 7 Ottobre 2016 al 30 Novembre 2016, in occasione della barcolana 2016, a Trieste presso lo spazio espositivo “Spaziocavana”, alle porte di Cavana, nel cuore della città vecchia di Trieste, lo showroom Zinelli & Perizzi, nel luogo delle idee, dove design, arte e cultura dell’abitare si fondono per esprimere un nuovo concetto del vivere la casa oggi, nel tempio dell’arredamento e delle grandi firme del design italiano ed internazionale, esporrà alcune opere dell’Artista Paola Tondello .
L’artista compie un percorso d'indagine simile al destino dell'uomo ed al suo confronto con l'ignoto, nell'apparente sospensione del vuoto esistenziale.
Sono molte le complessità espressive della Tondello, dall'energica gioventù del colore che impazza negli accostamenti forti ed incisivi, per arrivare al piano meditativo della monocromia. Perché molti sono gli stati di coscienza che attraversiamo nel percorso dell'esistenza attraverso la nostra supposta identità che si rivela essere variazione continua, intrattenimento dell'Essere con se stesso, e sempre alla ricerca di un Senso che la determini. L'espressionismo astratto, per definizione, consente ciò che la figurazione nega o può negare per effetto delle sue convenzioni precostituite. Alla luce di questa considerazione, la Tondello ha trovato proprio in questa modalità quel naturale campo di espressione che le ha consentito di perdersi e poi ritrovarsi nell'assoluta autonomia creativa. E, soprattutto, ha verificato come il mondo della pittura realmente 'dipinta' – e non astrattamente immaginata in oscure frivolezze intellettualistiche, quella pittura che 'sporca' (o meglio dire 'colora') anche le mani e gli abiti – sia stata anche l'occasione per vivere intensamente quella 'sinestesia' totale dei sensi e dell'anima che tutto coinvolge, dal tatto alla vista, dalla materia allo Spirito che in qualche modo la anima. 'Lo Spirito delle Cose', come proclamava solennemente Paracelso, ovvero un'entità che non vediamo ma che tuttavia esiste come Verità invisibile.
L’esposizione è aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 – Ingresso libero.