Evento: Luminous phenomena: una nuova collana NFC Edizioni dedicata alla fotografia internazionale
11/11/2020 - 30/11/2020
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Data di inserimento: 10/11/2020 - 23:31
Luogo: Rimini (RN) - Emilia-Romagna
Data di inizio: 11/11/2020
Data di fine 30/11/2020
Descrizione
NFC Edizioni di Rimini festeggia i dieci anni di attività con il lancio di una nuova collana dedicata alla fotografia internazionale: “Luminous phenomena”. Libri monografici che indagano il rapporto tra essere umano e corpo, tra corpo e spazio circostante, attraverso lo sguardo di fotografi affermati e giovani promesse. Non dei cataloghi d’arte, bensì dei racconti d’arte, nei quali ogni autore si è espresso in totale libertà, selezionando personalmente le immagini e coinvolgendo un curatore in linea con la propria ricerca.
Ispirata a “The Pencil of Nature” di William Henry Fox Talbot (il primo libro illustrato da fotografie che sia mai stato commercializzato), la collana si compone di volumi di piccolo formato, prodotti in basse tirature con materiali e lavorazioni di pregio.
A cadenza bimestrale verrà pubblicato un libro che racchiuderà una grande storia: verranno raccontati i corpi, le persone, le luci e l’oscurità. Ogni pubblicazione sarà tradotta in tre lingue – italiano, francese, inglese – per consentirne un’ampia distribuzione. Ne saranno disponibili due versioni: Light e Deluxe, la prima in tiratura di 200 copie numerate, la seconda in tiratura di 100 copie firmate e numerate con una fotografia in edizione limitata.
«Ogni giorno – spiegano Amedeo Bartolini, direttore editoriale e fondatore di Agenzia NFC e NFC Edizioni, e Guya Bacciocchi, direttrice della collana – veniamo bombardati da immagini, ogni giorno vediamo più immagini noi di quante ne vedevano i nostri antenati in una vita intera… Si stima che ogni giorno ci vengano sottoposte, tra media e social, più di 400.000 immagini artificiali, cioè prodotte dall’uomo. Viviamo in un mondo frenetico, fatto di attimi, dove tutto può cambiare e mutare in pochi secondi. In questo mondo così fugace, vorremmo che le persone si fermassero e riscoprissero il piacere di sfogliare un libro. Da qui l’idea dei “Luminous Phenomena”… perché di cosa son fatte le immagini se non di fenomeni luminosi? Con questa collana vogliamo raccontare storie, vogliamo celebrare il rapporto viscerale tra corpo e ambiente circostante, tra essere umano e sessualità, per riscoprire una sensibilità ormai perduta verso il proprio essere. Vogliamo che una piccola parte delle immagini che ci vengono sottoposte ogni giorno siano immagini pure e belle, che ci facciano fermare a riflettere. La collana nasce a dieci anni dalla fondazione di Agenzia NFC (agenzia di comunicazione e casa editrice), e nasce in un periodo storico complicato dagli effetti del Covid-19. Nel 2010 abbiamo deciso di aprire Agenzia NFC proprio in conseguenza della grave crisi che tra il 2008 e il 2009 aveva messo in ginocchio il mondo. Allo stesso modo, decidiamo oggi di investire in cultura, portando a compimento un progetto che era nei nostri piani da anni, perché riteniamo che anche nella crisi e nell’insicurezza si possano intravvedere preziose opportunità per il futuro».
Il primo volume, uscito a settembre 2020 e subito esaurito nella versione Light, è dedicato a Lady Tarin, tra i nomi più seguiti della fotografia contemporanea italiana, capace di tradurre in immagine le infinite sfumature dell’erotismo. Il libro è corredato dai testi critici di Nathalie Leleu e Denis Curti.
«Se tu lettore/trice di questo libro fai parte di quella metà del genere umano confinata in Europa tra il marzo e il maggio del 2020 – scrive Nathalie Leleu – la sequenza di immagini predisposta da Tarin stimolerà tra i tuoi sensi quello più frustrato da questo periodo d’isolamento, e che tuttora resta limitato: il tatto. Tanto più il corpo si trova a essere ostacolato, quanto più l’immagine parla allo spirito come fosse una sorta di matrice che ne alimenta il desiderio e il piacere».
«La prima volta che ho avuto sotto gli occhi le stampe di Tarin, riprodotte su una fanzine – conclude Denis Curti – in modo quasi automatico ho pulito gli occhiali e ho lisciato la carta, come per stirare la pagina o, forse, per limitare il diaframma che mi separava da quei soggetti cosi? sorprendenti e immediati. Credo proprio che lo spaiamento che ho provato la prima volta abbia molto a che fare con la fascinazione di questo progetto e sono certo in quello stracciamento, in quella sensazione di non capire dove siamo, risieda la forza vera di queste immagini».
Nata a Rimini, Tarin si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna per poi trasferirsi a Milano, dove oggi vive e lavora. Inizia a fotografare per il mondo della moda mentre, dal 2008, intraprende un itinerario artistico che la conduce a realizzare opere fotografiche dedicate al mondo femminile, esaltandone la più intima essenza. Da quel momento, fedele allo scatto in pellicola, prende avvio quella ricerca personale al cui centro si situa l’idea di identificazione tra artista e soggetto che la conduce a rivelare la componente sensuale e psicologica del nudo femminile. Le sue opere sono state esposte in istituzioni italiane e internazionali. Ha pubblicato per NFC Edizioni “Stanze Private”, 2016.
Altri eventi dell'inserzionista
Elisa Bertaglia, Out of the blue
15/12/2016 - 29/01/2017
Milano (MI) - Lombardia
Inserito da CSArt Serri
L’immaginario onirico e fiabesco di Elisa Bertaglia in mostra, dal 15 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017, presso Officine dell’Immagine di Milano (Via Atto Vannucci, 13). Curata da Matteo Galbiati, l’esposizione sarà inaugurata giovedì 15 dicembre alle ore 19.00.
Vincitrice del Premio Speciale Officine dell’Immagine ad Arteam Cup 2015, l’artista presenta in galleria una trentina di opere inedite, realizzate nel 2016 in America, durante la residenza d’artista promossa dalla ESKFF (Eileen S. Kaminsky Family Foundation) presso il MANA Contemporary di Jersey City.
Il titolo della mostra – “Out of the blue” – è tratto dall’omonima serie, esposta per la prima volta al pubblico. Un’espressione, parafrasabile in “Un fulmine a ciel sereno”, che Elisa Bertaglia ha rintracciato in un libro di Patricia Highsmith, letto durante il soggiorno americano. Da un lato il rimando alla letteratura, che da sempre accompagna il percorso dell’artista, dall’altro il colore blu, predominante nella sua nuova produzione.
Il progetto si articolerà in due sezioni: a piano terra, una selezione di opere pittoriche di medie e grandi dimensioni; al piano sottostante, lavori di piccolo formato progressivamente sostituiti da una pittura parietale site-specific che trasformerà il sotterraneo in un larario, luogo sacro, intimo e raccolto, dedicato alle divinità familiari. In questo contesto, saranno installate anche due opere tridimensionali, legate al vissuto dell’artista.
Un linguaggio lirico, evanescente ed altamente simbolico, quello di Elisa Bertaglia, che attraverso un vocabolario mitologico maturato negli anni propone una riflessione sul tema del doppio e della metamorfosi, alla ricerca di un’identità personale e collettiva.
Protagonisti delle sue opere, tutte realizzate a tecnica mista e collage su carta, tavola e faesite, sono bambine in età preadolescenziale ed animali, immersi in un paesaggio straniante, dove le regole prospettiche e compositive lasciano campo all’immaginazione.
«I personaggi di queste narrazioni – spiega Elisa Bertaglia – stanno tra loro in relazioni atipiche, inconsuete, portatrici di molteplici valenze simboliche: piccole bimbe-tuffatrici, attorcigliate da serpi, irte su rocce o avviluppate da edere e piante carnivore, alludono al difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta. Qui tutto è in metamorfosi; l’identità, e non solo il corpo, è in trasformazione e rinascita. Cani e lupi, corvi e aironi sono i garanti di quello stesso passaggio di crescita, protettori di un sottile squarcio di intimità».
Come sottolinea Matteo Galbiati, le opere della serie “Out of the blue” si differenziano dalla precedente produzione sia per la scelta cromatica che per l’impaginato: se i colori sono più intensi e nitidi, meno legati alla tradizione pittorica italiana, la composizione è più libera, svincolata da elementi paesaggistici, mentre il segno viene utilizzato in maniera pittorica, in dialogo con le campiture e gli inserti a colla875ge.
Apparentemente semplice e piacevole allo sguardo, la pittura di Elisa Bertaglia nasconde significati profondi e particolari spiazzanti: elementi duri, a tratti violenti, che spingono la narrazione oltre il piano dell’immaginazione, riportandola alla società contemporanea.
La personale sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 15.00-19.00, sabato 11.00-19.00, altri orari, lunedì e festivi su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo Vanilla Edizioni con testo di Matteo Galbiati. I visitatori potranno incontrare l’artista e seguire la realizzazione della pittura parietale site-specific il mercoledì ore 17.00-19.00 e il sabato ore 15.00-19.00. Per informazioni: tel. +39 02 91638, info@officinedellimmagine.it, www.officinedellimmagine.it.
Elisa Bertaglia nasce a Rovigo nel 1983. Si iscrive nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, presso l’Atelier di Pittura del professor Carlo Di Raco, conseguendo la Laurea di I livello nel 2006 e la Laurea di II livello in Pittura nel 2009. Dal 2008 inizia una ricca attività espositiva, instaurando diverse collaborazioni con critici, curatori e giornalisti. Tra le mostre principali: “Lo stato dell’arte” (54. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Padiglione Accademie, Tese di San Cristoforo - Arsenale, Venezia, 2011), “Dolomiti contemporanee” (Sospirolo, 2011; Taibon Agordino, 2012; Casso, 2013; Borca di Cadore, 2014), “Elisa Bertaglia” (MZ Gallery, Augsburg, 2014), “Bindwood” (Banca Sistema, Milano, 2015), “Arteam Cup” (Officina delle Zattere, Venezia, 2015; Palazzo del Monferrato, Alessandria, 2016). Nell’ambito di Arteam Cup 2016 si è aggiudicata il Premio Speciale Residenza Officine Saffi Milano. Vive e lavora a Rovigo.
Memories from the present
01/01/1970 - 01/01/1970
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
“Memories from the present”: le opere di Francesco De Molfetta, Giulia Maglionico e Giuseppe Veneziano in mostra, dal 29 aprile al 25 maggio 2022, presso la Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43). Curata da Marco Rubino, la mostra sarà inaugurata venerdì 29 aprile, alle ore 18.00.
Attraverso una trentina di opere di matrice pop, alcune delle quali inedite, un’approfondita analisi sul concetto di memoria, alla ricerca di un possibile bilanciamento tra libertà di espressione, memoria collettiva e diritto all’oblio.
«Nei dipinti e nelle sculture di Giuseppe Veneziano – scrive il curatore Marco Rubino – la memoria viene sollecitata dai supereroi, tra immaginario, storia e narrazioni; nelle opere di Francesco De Molfetta la memoria viene mutata, ricostruita e attualizzata attraverso la definizione di nuovi volti e nuove identità; nelle tele di Giulia Maglionico è indagato, infine, il concetto contemporaneo di memoria, che attraverso i social verrà tramandato alle future generazioni».
Francesco De Molfetta presenta una selezione di “scultografie”, neologismo che unisce scultura e fotografia. Immagini antiche in bianco e nero, ricercate dall’artista nei mercatini, vengono rivisitate attraverso l’uso della porcellana, elemento tridimensionale che apre ad altre possibilità di lettura. Dotate di cornici d’epoca che recano i segni del tempo, le opere di De Molfetta sono disposte l’una accanto all’altra, quasi a comporre una quadreria ottocentesca. A latere di questo progetto, vengono esposte due sculture in porcellana, realizzate nel corso di una residenza artistica a Capodimonte.
Le opere di Giulia Maglionico fanno parte della più ampia serie “Mitology”, che racconta l’attualità dei social network – spiega Francesca Baboni – come fosse un Olimpo delle vanità dei nuovi miti, personaggi che divengono figure mitologiche e travalicano web e contemporaneità per essere collocati dall’artista nella storia dell’arte. Selfie, esibizionismo e icone come opere celebrate dall’artista per una memoria collettiva. In mostra, sarà possibile scaricare una App per visualizzare le animazioni dei dipinti.
Giuseppe Veneziano presenta Frida Kahlo, Cicciolina e Spider Man, Actarus e Andromaca: un mash-up pop-iconografico che comprende storia dell’arte, fumetto e mitologia, provocatoriamente combinati insieme in perfetto stile new pop. Opere ad acrilico su tela di vari formati, in cui la citazione diventa strumento di analisi del presente, dominato da gossip, economia e mass media.

La Galleria Bonioni Arte è aperta al pubblico da martedì a domenica con orario 10.00-13.00 e 16.00-20.00; visite esclusive su appuntamento. Ingresso gratuito, accessi regolamentati nel rispetto della normativa vigente. Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0522 435765, M. +39 338 4005234, www.bonioniarte.it, info@bonioniarte.it, www.facebook.com/bonioniarte, www.instagram.com/bonioniarte.
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Mostra Collettiva Internazionale "La Follia della Ragione"
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Inserito da Maria Palladino
“LA FOLLIA DELLA RAGIONE”
Mostra Collettiva Internazionale
Presentazione dello Storico e Critico d'Arte Prof. Giorgio Grasso
Evento a cura del Critico d'Arte Maria Palladino
Inaugurazione Sabato 16 Ottobre ore 16:00
“La Follia della Ragione” esplora il dilemma insolvibile della conoscibilità del reale e della traduzione di questo attraverso l'opera d'arte, e il genio di chi si fa carico della responsabilità di esserne interprete.
Fin da tempi ancestrali l'artista portava in sé il marchio di una doppia identità: quella di veggente e profeta, ispirato da una natura superiore e in grado di propiziare eventi fausti, e quella di folle e dissennato operatore di un processo creativo incomprensibile, tale da suscitare timore e determinare talora il suo allontanamento dalla comunità.
A tutt'oggi il procedimento che conduce alla nascita di un'opera d'arte conserva intatto il mistero di qualcosa che si origina e si sviluppa al di là dei canoni dell'intelletto, affondando le sue radici in una selva di segni e simboli che si annidano nell'inconscio, e che permettono lo sviluppo di un'originale universo espressivo. L'inconscio “personale” e “collettivo” di Jung costituisce una valida spiegazione in questo senso: determinando da una parte la sedimentazione delle esperienze individuali di cui non si conserva memoria, e dall'altra definendo il portato collettivo degli “archetipi” ovvero quelle categorie universali degli affetti comuni all'intera specie e che vanno oltre il nostro vissuto singolare, per risalire ai primordi.
Tutto questo è materia ispiratrice per l'artista, che, sempre secondo Jung, attinge a tale sorgente immaginifica fruendo di allucinazioni che gli consentono di connettersi a questa dimensione della psiche, sia personale che universale: “Spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto attorno a cui l'intelletto si affanna inutilmente”.
Ciascuno attraverso le sue proprie figure retoriche, grafemi, forme, soluzioni cromatiche e stilistiche, dà vita ad un originale alfabeto che ne porta alla luce il mondo interiore e lo mette a confronto con l'altro, per operare un rispecchiamento, per riconoscere e offrire gli strumenti per riconoscersi, in uno scambio talora chiarificante, talora sottilmente intuitivo, ma comunque edificante e coadiuvante nella ricerca di un equilibrio fra opposte tensioni e sbilanciamenti, che si generano essenzialmente nell'infanzia e lasciano la loro impronta permanente in ciascuno di noi.
Se non è possibile in definitiva una visione univoca della realtà, e la presa di coscienza di una verità ultima delle cose, attraverso l'arte e la creatività l'individuo ha l'opportunità di liberarsi, almeno momentaneamente, dei suoi fardelli interiori e trasmettere questa condizione di meditativo sollievo a chi guarda e può apprezzare il portato emotivo e culturale del prodotto artistico.
A rafforzamento di questa tesi l'”Elogio della follia”, saggio redatto in latino, nel 1509, dal filosofo e teologo umanista olandese Erasmo da Rotterdam, per cui è la follia stessa ad arrivare in soccorso degli uomini, in tutte quelle situazioni della vita in cui la razionalità e la logica renderebbero troppo gravoso il vivere quotidiano, e l'accettazione di condizioni condivise e per nulla spiacevoli se affrontate con una condotta non troppo rigida, statica e lineare.
In esposizione opere degli artisti:
Alexandra Van Der Leeuw, Anna Tedone, Barbara Zaccheo, Catello Esposito, Domenico Zullo, Fiorella Brenna, Floarea Tutuianu, Giorgio Trinciarelli, Giovanna Cutrone, Giovanni Mauceri, Giuseppe Ariu, Letizia Novelli, Lisa Sabbadini, Malugho, Marco Bagatin, Mariagrazia Zanetti, Monica Isabella Bonaventura, Noel B., Orietta Sartori, Paola Emanuela Salvestrini, Paolo Scafetti, Piergiorgio Dessì, Riccardo Passuello, Görlig Stig, Valeria Disabato, Vesna Faiazza.

Durante l'inaugurazione, avrà luogo un intervento dello Psichiatra Dott. Giorgio Trinciarelli, sul tema “Arte e psiche, alcune riflessioni” .

Venice Art Gallery, Calle del Tragheto 2799, Dorsoduro (fra Campo San Barnaba e Ca' Rezzonico).
La mostra resterà visitabile fino al 30 Ottobre.
Orari di apertura: martedì – domenica 15:00 – 19:00. Ingresso libero nel rispetto delle attuali norme anti-Covid.

Per informazioni:
Maria Palladino
3341695479
audramsa@outlook.it
Il Museo PierMaria Rossi di Berceto (PR), ultima tappa della Via Francigena per l’Emilia, ospita, da
08/12/2015 - 27/12/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
Il Museo PierMaria Rossi di Berceto (PR), ultima tappa della Via Francigena per l’Emilia, ospita, dall’8 al 27 dicembre 2015, la mostra “La Via Francigena nell’anno di Giubileo”, a cura di Marzio Dall’Acqua.
L’esposizione a Berceto costituisce la seconda tappa di un progetto itinerante che ha già portato l’antico cammino al Liceo Artistico Statale “Paolo Toschi” di Parma. L’ultima tappa si terrà a Fidenza nel 2016.
«Esposizione preziosa, spiega Claudia Majavacchi (Museo PierMaria Rossi), della quale resterà memoria con la stampa di un calendario d’arte, destinato ad entrare nei nostri spazi per ricordarci ogni giorno l’interpretazione singolare dei dodici artisti professionisti, provenienti dalla provincia di Parma e non solo, tutti con un curriculum di spessore».
La collettiva si apre con l’opera di Mario Schifano, copertina del calendario. Un dipinto, proveniente dalla Curia di Fidenza, che il grande artista ha creato in quanto affascinato dalla città di Fidenza. Si prosegue con opere di Ezio Camorani, Claudio Cesari, Beppe Mecconi, Vincenzo Vernizzi, Stefano Grasselli, Nunzio Garulli, Mariangela Canforini, Giovanna Scapinelli, Paolo Bottioni, Massimo Violi, Nicla Ferrari e Giuseppe Bigliardi, tutte create per illustrare un singolo mese.
Scrive Marzio Dall’Acqua: «Anno di Giubileo, dunque di pellegrinaggio, ovviamente non solo religioso, poiché la misericordia, che contraddistingue questo evento speciale, è, prima di tutto, o dovrebbe essere, una espressione del nostro essere uomini, del nostro rapportarci agli altri, ma anche alle cose, alla natura, all’ambiente. Dovrebbe essere un atteggiamento, un modo di mettersi in ascolto, già una tensione al rapporto e al dialogo. Naturalmente la dimensione del pellegrinare è quella della scansione stessa dei nostri giorni, della nostra esistenza, in un tempo che vorremmo fosse nostro e non è, in uno spazio che vorremmo sempre più ridotto al piccolo schermo che dominiamo e che ci dà l’illusione di essere padroni di ogni luogo, senza realmente possederne alcuno».
Visitabile dall’8 al 27 dicembre 2015 nei giorni festivi, con orario 10.30-12.30 e 14.30-18.00, la mostra sarà ufficialmente presentata al pubblico domenica 20 dicembre alle ore 11.30, in presenza degli artisti e del curatore. A seguire, degustazione di mostarde e spongate tipiche di Berceto, a cura della Pro Loco di Berceto. Per informazioni: tel. 335 6237878, segreteria@museopiermariarossi.it, www.museopiermariarossi.it.
Il Museo PierMaria Rossi si trova a Berceto, un piccolo ma importante paese della Provincia di Parma, ricco di storia e crocevia geograficamente strategico in quanto tappa importante della Via Francigena, a metà strada tra Parma e La Spezia. Dal 2014 la gestione è stata affidata all'Associazione Culturale Sentieri dell'Arte, presieduta da Giuseppe Bigliardi e Claudia Majavacchi. Negli spazi del Museo vengono allestite mostre e organizzati eventi artistici e culturali di grande respiro, pensati per essere itineranti e sempre arricchiti da conferenze ed eventi collaterali. Oltre ad affrontare tematiche originali e spesso dimenticate, un’attenzione particolare è rivolta all'antica Via Francigena per la quale è in corso un progetto di durata triennale che vede coinvolti al momento oltre 50 Comuni italiani. Il Museo ha recentemente promosso, in collaborazione con il CIAC (Centro Internazionale Artisti Contemporanei) di Roma, un concorso artistico volto alla selezione di opere in ambito pittorico, scultoreo grafico e fotografico per la XI Biennale di Roma, in programma dal 16 al 23 gennaio 2016 presso le Sale del Bramante. La mostra dei finalisti, allestita a Berceto, è visitabile fino al 29 novembre 2015.