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Evento: Carte e cartoni
03/12/2016 - 14/01/2017
Dettagli
Data di inserimento: | 24/11/2016 - 11:33 |
Luogo: | Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 03/12/2016 |
Data di fine | 14/01/2017 |
Descrizione
Per il periodo natalizio, dal 3 dicembre 2016 al 14 gennaio 2017, la Galleria de’ Bonis (viale dei Mille 44/B, Reggio Emilia) propone un’articolata collettiva di opere su carta e cartoncino dei maggiori artisti del Novecento italiano (con più di una puntata oltralpe): Afro, Pietro Annigoni, Antonio Bueno, Giuseppe Capogrossi, Nicola De Maria, Gianni Dova, Sam Francis, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Hans Hartung, Alberto Manfredi, Giorgio Morandi, Gino Severini, Mario Sironi.
La proposta spazia da disegni e schizzi preparatori fino a opere finite vere e proprie, da studi a matita a collage fino agli acquerelli, per indagare tutta la potenzialità del sorprendente supporto cartaceo.
Le opere scelte mettono a confronto la forza del segno propria dei disegni, che contengono tutta l’energia non ancora addomesticata dell’idea nascente dell’artista, con la delicatezza dell’acquerello o della china.
In galleria, anche molte opere insolite: il bozzetto in cartoncino dell’unica scultura mai realizzata da Guttuso: “L’edicola”, un’illustrazione satirica di Sironi per “Il Popolo d’Italia”, tre disegni di Morandi (una natura morta e due paesaggi), un collage di Capogrossi, un inusuale nudo femminile di Annigoni, una forte opera segnica di Hartung, un lavoro del 1970 di Sam Francis certificato direttamente dalla Sam Francis Foundation di Pasadena e diverse altre sorprese.
La mostra è un vero e proprio excursus attraverso il Novecento italiano, indagato a partire dagli autori che ne hanno scritto la storia. La scelta della carta permette selezionare opere particolari dei grandi della pittura in un percorso nuovo e stimolante. Le opere su carta sono, inoltre, un ottimo modo per accostarsi al collezionismo, scegliendo pezzi di grandi autori a prezzi più accessibili rispetto alle opere su tela.
L’esposizione sarà visitabile dal fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Ingresso libero. Sabato 17 dicembre, alle ore 18.00, brindisi di auguri in galleria. Per le festività la galleria sarà chiusa i giorni 24-25-26 dicembre e dal 31 dicembre al 6 gennaio compresi.
Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
La proposta spazia da disegni e schizzi preparatori fino a opere finite vere e proprie, da studi a matita a collage fino agli acquerelli, per indagare tutta la potenzialità del sorprendente supporto cartaceo.
Le opere scelte mettono a confronto la forza del segno propria dei disegni, che contengono tutta l’energia non ancora addomesticata dell’idea nascente dell’artista, con la delicatezza dell’acquerello o della china.
In galleria, anche molte opere insolite: il bozzetto in cartoncino dell’unica scultura mai realizzata da Guttuso: “L’edicola”, un’illustrazione satirica di Sironi per “Il Popolo d’Italia”, tre disegni di Morandi (una natura morta e due paesaggi), un collage di Capogrossi, un inusuale nudo femminile di Annigoni, una forte opera segnica di Hartung, un lavoro del 1970 di Sam Francis certificato direttamente dalla Sam Francis Foundation di Pasadena e diverse altre sorprese.
La mostra è un vero e proprio excursus attraverso il Novecento italiano, indagato a partire dagli autori che ne hanno scritto la storia. La scelta della carta permette selezionare opere particolari dei grandi della pittura in un percorso nuovo e stimolante. Le opere su carta sono, inoltre, un ottimo modo per accostarsi al collezionismo, scegliendo pezzi di grandi autori a prezzi più accessibili rispetto alle opere su tela.
L’esposizione sarà visitabile dal fino al 14 gennaio 2017, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Ingresso libero. Sabato 17 dicembre, alle ore 18.00, brindisi di auguri in galleria. Per le festività la galleria sarà chiusa i giorni 24-25-26 dicembre e dal 31 dicembre al 6 gennaio compresi.
Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
Altri eventi dell'inserzionista
Elisa Bertaglia, Out of the blue
15/12/2016 - 29/01/2017
Milano (MI) - Lombardia
Inserito da CSArt Serri
L’immaginario onirico e fiabesco di Elisa Bertaglia in mostra, dal 15 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017, presso Officine dell’Immagine di Milano (Via Atto Vannucci, 13). Curata da Matteo Galbiati, l’esposizione sarà inaugurata giovedì 15 dicembre alle ore 19.00.
Vincitrice del Premio Speciale Officine dell’Immagine ad Arteam Cup 2015, l’artista presenta in galleria una trentina di opere inedite, realizzate nel 2016 in America, durante la residenza d’artista promossa dalla ESKFF (Eileen S. Kaminsky Family Foundation) presso il MANA Contemporary di Jersey City.
Il titolo della mostra – “Out of the blue” – è tratto dall’omonima serie, esposta per la prima volta al pubblico. Un’espressione, parafrasabile in “Un fulmine a ciel sereno”, che Elisa Bertaglia ha rintracciato in un libro di Patricia Highsmith, letto durante il soggiorno americano. Da un lato il rimando alla letteratura, che da sempre accompagna il percorso dell’artista, dall’altro il colore blu, predominante nella sua nuova produzione.
Il progetto si articolerà in due sezioni: a piano terra, una selezione di opere pittoriche di medie e grandi dimensioni; al piano sottostante, lavori di piccolo formato progressivamente sostituiti da una pittura parietale site-specific che trasformerà il sotterraneo in un larario, luogo sacro, intimo e raccolto, dedicato alle divinità familiari. In questo contesto, saranno installate anche due opere tridimensionali, legate al vissuto dell’artista.
Un linguaggio lirico, evanescente ed altamente simbolico, quello di Elisa Bertaglia, che attraverso un vocabolario mitologico maturato negli anni propone una riflessione sul tema del doppio e della metamorfosi, alla ricerca di un’identità personale e collettiva.
Protagonisti delle sue opere, tutte realizzate a tecnica mista e collage su carta, tavola e faesite, sono bambine in età preadolescenziale ed animali, immersi in un paesaggio straniante, dove le regole prospettiche e compositive lasciano campo all’immaginazione.
«I personaggi di queste narrazioni – spiega Elisa Bertaglia – stanno tra loro in relazioni atipiche, inconsuete, portatrici di molteplici valenze simboliche: piccole bimbe-tuffatrici, attorcigliate da serpi, irte su rocce o avviluppate da edere e piante carnivore, alludono al difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta. Qui tutto è in metamorfosi; l’identità, e non solo il corpo, è in trasformazione e rinascita. Cani e lupi, corvi e aironi sono i garanti di quello stesso passaggio di crescita, protettori di un sottile squarcio di intimità».
Come sottolinea Matteo Galbiati, le opere della serie “Out of the blue” si differenziano dalla precedente produzione sia per la scelta cromatica che per l’impaginato: se i colori sono più intensi e nitidi, meno legati alla tradizione pittorica italiana, la composizione è più libera, svincolata da elementi paesaggistici, mentre il segno viene utilizzato in maniera pittorica, in dialogo con le campiture e gli inserti a colla875ge.
Apparentemente semplice e piacevole allo sguardo, la pittura di Elisa Bertaglia nasconde significati profondi e particolari spiazzanti: elementi duri, a tratti violenti, che spingono la narrazione oltre il piano dell’immaginazione, riportandola alla società contemporanea.
La personale sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 15.00-19.00, sabato 11.00-19.00, altri orari, lunedì e festivi su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo Vanilla Edizioni con testo di Matteo Galbiati. I visitatori potranno incontrare l’artista e seguire la realizzazione della pittura parietale site-specific il mercoledì ore 17.00-19.00 e il sabato ore 15.00-19.00. Per informazioni: tel. +39 02 91638, info@officinedellimmagine.it, www.officinedellimmagine.it.
Elisa Bertaglia nasce a Rovigo nel 1983. Si iscrive nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, presso l’Atelier di Pittura del professor Carlo Di Raco, conseguendo la Laurea di I livello nel 2006 e la Laurea di II livello in Pittura nel 2009. Dal 2008 inizia una ricca attività espositiva, instaurando diverse collaborazioni con critici, curatori e giornalisti. Tra le mostre principali: “Lo stato dell’arte” (54. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Padiglione Accademie, Tese di San Cristoforo - Arsenale, Venezia, 2011), “Dolomiti contemporanee” (Sospirolo, 2011; Taibon Agordino, 2012; Casso, 2013; Borca di Cadore, 2014), “Elisa Bertaglia” (MZ Gallery, Augsburg, 2014), “Bindwood” (Banca Sistema, Milano, 2015), “Arteam Cup” (Officina delle Zattere, Venezia, 2015; Palazzo del Monferrato, Alessandria, 2016). Nell’ambito di Arteam Cup 2016 si è aggiudicata il Premio Speciale Residenza Officine Saffi Milano. Vive e lavora a Rovigo.
Vincitrice del Premio Speciale Officine dell’Immagine ad Arteam Cup 2015, l’artista presenta in galleria una trentina di opere inedite, realizzate nel 2016 in America, durante la residenza d’artista promossa dalla ESKFF (Eileen S. Kaminsky Family Foundation) presso il MANA Contemporary di Jersey City.
Il titolo della mostra – “Out of the blue” – è tratto dall’omonima serie, esposta per la prima volta al pubblico. Un’espressione, parafrasabile in “Un fulmine a ciel sereno”, che Elisa Bertaglia ha rintracciato in un libro di Patricia Highsmith, letto durante il soggiorno americano. Da un lato il rimando alla letteratura, che da sempre accompagna il percorso dell’artista, dall’altro il colore blu, predominante nella sua nuova produzione.
Il progetto si articolerà in due sezioni: a piano terra, una selezione di opere pittoriche di medie e grandi dimensioni; al piano sottostante, lavori di piccolo formato progressivamente sostituiti da una pittura parietale site-specific che trasformerà il sotterraneo in un larario, luogo sacro, intimo e raccolto, dedicato alle divinità familiari. In questo contesto, saranno installate anche due opere tridimensionali, legate al vissuto dell’artista.
Un linguaggio lirico, evanescente ed altamente simbolico, quello di Elisa Bertaglia, che attraverso un vocabolario mitologico maturato negli anni propone una riflessione sul tema del doppio e della metamorfosi, alla ricerca di un’identità personale e collettiva.
Protagonisti delle sue opere, tutte realizzate a tecnica mista e collage su carta, tavola e faesite, sono bambine in età preadolescenziale ed animali, immersi in un paesaggio straniante, dove le regole prospettiche e compositive lasciano campo all’immaginazione.
«I personaggi di queste narrazioni – spiega Elisa Bertaglia – stanno tra loro in relazioni atipiche, inconsuete, portatrici di molteplici valenze simboliche: piccole bimbe-tuffatrici, attorcigliate da serpi, irte su rocce o avviluppate da edere e piante carnivore, alludono al difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta. Qui tutto è in metamorfosi; l’identità, e non solo il corpo, è in trasformazione e rinascita. Cani e lupi, corvi e aironi sono i garanti di quello stesso passaggio di crescita, protettori di un sottile squarcio di intimità».
Come sottolinea Matteo Galbiati, le opere della serie “Out of the blue” si differenziano dalla precedente produzione sia per la scelta cromatica che per l’impaginato: se i colori sono più intensi e nitidi, meno legati alla tradizione pittorica italiana, la composizione è più libera, svincolata da elementi paesaggistici, mentre il segno viene utilizzato in maniera pittorica, in dialogo con le campiture e gli inserti a colla875ge.
Apparentemente semplice e piacevole allo sguardo, la pittura di Elisa Bertaglia nasconde significati profondi e particolari spiazzanti: elementi duri, a tratti violenti, che spingono la narrazione oltre il piano dell’immaginazione, riportandola alla società contemporanea.
La personale sarà visitabile da martedì a venerdì con orario 15.00-19.00, sabato 11.00-19.00, altri orari, lunedì e festivi su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo Vanilla Edizioni con testo di Matteo Galbiati. I visitatori potranno incontrare l’artista e seguire la realizzazione della pittura parietale site-specific il mercoledì ore 17.00-19.00 e il sabato ore 15.00-19.00. Per informazioni: tel. +39 02 91638, info@officinedellimmagine.it, www.officinedellimmagine.it.
Elisa Bertaglia nasce a Rovigo nel 1983. Si iscrive nel 2002 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, presso l’Atelier di Pittura del professor Carlo Di Raco, conseguendo la Laurea di I livello nel 2006 e la Laurea di II livello in Pittura nel 2009. Dal 2008 inizia una ricca attività espositiva, instaurando diverse collaborazioni con critici, curatori e giornalisti. Tra le mostre principali: “Lo stato dell’arte” (54. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Padiglione Accademie, Tese di San Cristoforo - Arsenale, Venezia, 2011), “Dolomiti contemporanee” (Sospirolo, 2011; Taibon Agordino, 2012; Casso, 2013; Borca di Cadore, 2014), “Elisa Bertaglia” (MZ Gallery, Augsburg, 2014), “Bindwood” (Banca Sistema, Milano, 2015), “Arteam Cup” (Officina delle Zattere, Venezia, 2015; Palazzo del Monferrato, Alessandria, 2016). Nell’ambito di Arteam Cup 2016 si è aggiudicata il Premio Speciale Residenza Officine Saffi Milano. Vive e lavora a Rovigo.
20 opere di Nanda Tosi Truppi
13/11/2015 - 29/11/2015
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
La Casa di Cura Privata Polispecialistica Villa Verde e il Circolo degli Artisti di Reggio Emilia rendono omaggio alla pittrice reggiana Nanda Tosi Truppi a trent’anni dalla sua scomparsa.
Nella Sala Esagono al terzo piano di Villa Verde (Viale Lelio Basso, 1 – Reggio Emilia), dal 13 al 29 novembre 2015, saranno presentate al pubblico “20 opere di Nanda Tosi Truppi”. Ritratti, paesaggi e nature morte ad olio su tela che rivelano ideali corrispondenze con i petits-maitres dell’arte reggiana della prima metà del secolo scorso, tra eleganza d’antan e bon ton borghese.
La mostra sarà inaugurata venerdì 13 novembre 2015, alle ore 17.30, alla presenza di Fabrizio Franzini (Presidente Villa Verde), Enrico Manicardi (Presidente Circolo degli Artisti), Giuseppe Berti (storico dell’arte) e Francesca Tosi (figlia dell’artista e pittrice).
«Riservate emozioni – scrive Giuseppe Berti – venate talvolta da un senso di sottile elegia e condotte, spesso, sul filo di un chiarismo intimista, forse di derivazione lombarda, pacato e sereno […]. Un’arte di sentimenti che intende parlare al cuore con lirici registri – di luce, di colore, di tono – che quasi mai cedono ad un banale sguardo mimetico sulle cose del mondo».
La retrospettiva di Nanda Tosi Truppi, così come l’approfondimento dedicato a Dante Salamini nel 2013, è parte di una serie di mostre che Villa Verde intende dedicare agli artisti della città, per ampliare la conoscenza di opere che, come spiega Fabrizio Franzini, «si inseriscono a pieno titolo nel panorama pittorico reggiano del secondo Novecento».
L’esposizione ribadisce, inoltre, la validità della collaborazione consolidata negli anni tra il Circolo degli Artisti e Villa Verde, da sempre attenta ad iniziative volte a rallegrare l’ambiente ospedaliero. «Un fortunato percorso culturale che – conclude Enrico Manicardi – lascia intravvedere interessanti novità».
La mostra, visitabile fino al 29 novembre 2015 negli orari di apertura della Casa di Cura, è accompagnata da un catalogo con testi di Giuseppe Berti, Fabrizio Franzini, Enrico Manicardi, Francesca Tosi. Ingresso libero. Per informazioni: www.villaverde.it, www.circolodegliartisti.re.it.
Nanda Truppi nasce a Reggio Emilia il 2 febbraio 1925 da madre reggiana e padre pugliese. Diplomatasi maestra, nel primo dopo guerra lavora presso un laboratorio fotografico come ritoccatrice; da questa esperienza deriva la perizia per la tecnica della miniatura su avorio. Negli anni ‘50 si dedica alla pittura ad olio e riceve incoraggiamenti e consigli da Remo Tamagnini, tanto che si può riconoscere al pittore il ruolo di guida nella sua formazione artistica. Nel 1952 sposa Lanfranco Tosi e nel 1956 nasce Francesca. Risale al 1967 la prima mostra personale nella galleria “Il portico” di Gianni Ruspaggiari e Nino Squarza e l’ultima nel 1973 al “Voltone”. Nell’estate del 1977 accusa i sintomi della malattia che otto anni più tardi, il 25 maggio 1985, la condurranno alla morte. (Note biografiche a cura di Francesca Tosi)
Nella Sala Esagono al terzo piano di Villa Verde (Viale Lelio Basso, 1 – Reggio Emilia), dal 13 al 29 novembre 2015, saranno presentate al pubblico “20 opere di Nanda Tosi Truppi”. Ritratti, paesaggi e nature morte ad olio su tela che rivelano ideali corrispondenze con i petits-maitres dell’arte reggiana della prima metà del secolo scorso, tra eleganza d’antan e bon ton borghese.
La mostra sarà inaugurata venerdì 13 novembre 2015, alle ore 17.30, alla presenza di Fabrizio Franzini (Presidente Villa Verde), Enrico Manicardi (Presidente Circolo degli Artisti), Giuseppe Berti (storico dell’arte) e Francesca Tosi (figlia dell’artista e pittrice).
«Riservate emozioni – scrive Giuseppe Berti – venate talvolta da un senso di sottile elegia e condotte, spesso, sul filo di un chiarismo intimista, forse di derivazione lombarda, pacato e sereno […]. Un’arte di sentimenti che intende parlare al cuore con lirici registri – di luce, di colore, di tono – che quasi mai cedono ad un banale sguardo mimetico sulle cose del mondo».
La retrospettiva di Nanda Tosi Truppi, così come l’approfondimento dedicato a Dante Salamini nel 2013, è parte di una serie di mostre che Villa Verde intende dedicare agli artisti della città, per ampliare la conoscenza di opere che, come spiega Fabrizio Franzini, «si inseriscono a pieno titolo nel panorama pittorico reggiano del secondo Novecento».
L’esposizione ribadisce, inoltre, la validità della collaborazione consolidata negli anni tra il Circolo degli Artisti e Villa Verde, da sempre attenta ad iniziative volte a rallegrare l’ambiente ospedaliero. «Un fortunato percorso culturale che – conclude Enrico Manicardi – lascia intravvedere interessanti novità».
La mostra, visitabile fino al 29 novembre 2015 negli orari di apertura della Casa di Cura, è accompagnata da un catalogo con testi di Giuseppe Berti, Fabrizio Franzini, Enrico Manicardi, Francesca Tosi. Ingresso libero. Per informazioni: www.villaverde.it, www.circolodegliartisti.re.it.
Nanda Truppi nasce a Reggio Emilia il 2 febbraio 1925 da madre reggiana e padre pugliese. Diplomatasi maestra, nel primo dopo guerra lavora presso un laboratorio fotografico come ritoccatrice; da questa esperienza deriva la perizia per la tecnica della miniatura su avorio. Negli anni ‘50 si dedica alla pittura ad olio e riceve incoraggiamenti e consigli da Remo Tamagnini, tanto che si può riconoscere al pittore il ruolo di guida nella sua formazione artistica. Nel 1952 sposa Lanfranco Tosi e nel 1956 nasce Francesca. Risale al 1967 la prima mostra personale nella galleria “Il portico” di Gianni Ruspaggiari e Nino Squarza e l’ultima nel 1973 al “Voltone”. Nell’estate del 1977 accusa i sintomi della malattia che otto anni più tardi, il 25 maggio 1985, la condurranno alla morte. (Note biografiche a cura di Francesca Tosi)
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Veritas Feminae
25/03/2016 - 31/03/2016
Caserta (CE) - Campania
Inserito da Gina Affinito
VERITAS FEMINAE
Art Contest
Eroine, guerriere, testarde, brillanti: figure femminili forti e coraggiose, ma anche fragili e sensibili, spesso contrapposte ad una società che le ha umiliate ed emarginate, ed alcune perfino uccise.
Parla di Donne Veritas Feminae: Donne emarginate, al limite della società, ma cariche di quella forza che le contraddistingue e che le riscatta dalla condizione di vittime.
Quattro sezioni: pittura, scultura, fotografia, installazioni per una esposizione che vede riuniti su un unico tema 68 artisti del panorama artistico contemporaneo.
L’ideazione del progetto e la curatela sono affidati a Gina Affinito, esperto curatore dal profilo internazionale, mentre la critica d’arte è affidata alla dott.ssa Teresa Stacca (Belle Morgan), critico e storico dell’arte.
La mostra sarà presentata nella cornice dei Sassi di Matera, precisamente in quello Barisano presso CasaCava “Centro per la Creatività” del progetto Visioni Urbane della Regione Basilicata, Polo culturale della città ed unico centro culturale ipogeo del mondo! L’esposizione delle circa 85 opere si articolerà nel Foyer-Galleria e nelle stanze attigue all’Auditorium, il simbolo della parabola storica e della rinascita culturale di Matera; un luogo nato come cava di tufo, poi abbandonato e usato come discarica, infine trasformato in centro per la creatività giovanile. (www.casacava.it)
L’inaugurazione avverrà il giorno Venerdì 25 marzo 2016 dalle ore 18.00 alla presenza del curatore, del critico, degli artisti e delle autorità Istituzionali materane.
L’ingresso è gratuito
I Patrocini
Il progetto gode del Patrocinio Morale del Comune di Matera, Fondazione Matera 2019, Regione Basilicata.
<
Ad ogni artista in esposizione è stato affiancato una ‘DONNA SIMBOLO’.
Ipazia D’Alessandria, Sononisba Anguissola, Matilde Serao, Giovanna d’Arco, Frida Kahlo, Maria Sklodowska, Edith Piaf, Rita Levi Montalcini, Marie-Sophie Germain, Maria Callas, Sabine Spielrein e tante altre….
Tutte donne che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra storia.
Tra tutte, abbiamo eletto a “Donna Simbolo” di Veritas Feminae la poetessa e scrittrice italiana Alda Merini e grazie alla preziosa collaborazione con le sue figlie, Emanuela, Barbara, Flavia e Simona Carniti i suoi versi, “che racchiudono in sé la rinascita, nonché la riscossione alla Vita di nostra madre”, saranno il leitmotiv di questa rassegna.>>
Gina Affinito, curatore della mostra
La mostra sarà visitabile fino al 31 marzo 2016 nei seguenti ORARI DI APERTURA
tutti i giorni, tranne i mercoledì non festivi 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00
info
veritas.matera@gmail.com
+39 327 3463882
Art Contest
Eroine, guerriere, testarde, brillanti: figure femminili forti e coraggiose, ma anche fragili e sensibili, spesso contrapposte ad una società che le ha umiliate ed emarginate, ed alcune perfino uccise.
Parla di Donne Veritas Feminae: Donne emarginate, al limite della società, ma cariche di quella forza che le contraddistingue e che le riscatta dalla condizione di vittime.
Quattro sezioni: pittura, scultura, fotografia, installazioni per una esposizione che vede riuniti su un unico tema 68 artisti del panorama artistico contemporaneo.
L’ideazione del progetto e la curatela sono affidati a Gina Affinito, esperto curatore dal profilo internazionale, mentre la critica d’arte è affidata alla dott.ssa Teresa Stacca (Belle Morgan), critico e storico dell’arte.
La mostra sarà presentata nella cornice dei Sassi di Matera, precisamente in quello Barisano presso CasaCava “Centro per la Creatività” del progetto Visioni Urbane della Regione Basilicata, Polo culturale della città ed unico centro culturale ipogeo del mondo! L’esposizione delle circa 85 opere si articolerà nel Foyer-Galleria e nelle stanze attigue all’Auditorium, il simbolo della parabola storica e della rinascita culturale di Matera; un luogo nato come cava di tufo, poi abbandonato e usato come discarica, infine trasformato in centro per la creatività giovanile. (www.casacava.it)
L’inaugurazione avverrà il giorno Venerdì 25 marzo 2016 dalle ore 18.00 alla presenza del curatore, del critico, degli artisti e delle autorità Istituzionali materane.
L’ingresso è gratuito
I Patrocini
Il progetto gode del Patrocinio Morale del Comune di Matera, Fondazione Matera 2019, Regione Basilicata.
<
Ipazia D’Alessandria, Sononisba Anguissola, Matilde Serao, Giovanna d’Arco, Frida Kahlo, Maria Sklodowska, Edith Piaf, Rita Levi Montalcini, Marie-Sophie Germain, Maria Callas, Sabine Spielrein e tante altre….
Tutte donne che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra storia.
Tra tutte, abbiamo eletto a “Donna Simbolo” di Veritas Feminae la poetessa e scrittrice italiana Alda Merini e grazie alla preziosa collaborazione con le sue figlie, Emanuela, Barbara, Flavia e Simona Carniti i suoi versi, “che racchiudono in sé la rinascita, nonché la riscossione alla Vita di nostra madre”, saranno il leitmotiv di questa rassegna.>>
Gina Affinito, curatore della mostra
La mostra sarà visitabile fino al 31 marzo 2016 nei seguenti ORARI DI APERTURA
tutti i giorni, tranne i mercoledì non festivi 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00
info
veritas.matera@gmail.com
+39 327 3463882
Gianni Bertini - Antologica
26/01/2017 - 30/01/2017
Caserta (CE) - Campania
Inserito da Raffaella Caruso
Gianni Bertini, “le Mec du Mec art”, è il protagonista della Solo Show con cui Eidos Immagini Contemporanee inaugura a Bologna Arte Fiera (padiglione 26 Stand A 88) la collaborazione con l’Associazione Gianni Bertini (www.associazionegiannibertini.com). Si tratta di una vera e propria antologica -a cura di Raffaella A. Caruso- che contrappunta i momenti salienti della produzione dell’Artista con un allestimento inedito e davvero site specific. I visitatori di Arte Fiera saranno accolti nello stand da uno scritto-manifesto autografo su legno (Gentile visitatore… ) con cui Gianni Bertini invita ad entrare nel mondo della pittura liberandosi da ogni preconcetto, pronti a sovvertire le regole per comprendere nuove possibilità narrative. In parallelo la proiezione di video assolutamente inediti, proprietà di Thierry Bertini –presidente dell’Associazione- e in comodato d’uso al Centre Pompidou, che non mancheranno di catturare lo spettatore per ironia ed energia. È forse questa una delle parole chiave del lavoro di Gianni Bertini, comune denominatore per i lavori in mostra che pur appartengono a periodi ben distinti. Si parte dai capolavori degli anni 40 presentati su una tappezzeria di locandine d’epoca, di per se stesse materiale di enorme valore documentario. I Gridi, MAC, Nucleare, Informale tutta la storia dei movimenti italiani ed europei del dopoguerra sino all’intuizione e alla rivelazione della Mec Art. Dopo l’esordio figurativo nel 1946 e i Gridi del ’48-’49, con cui anticipa di vent’anni il lavoro di Robert Indiana, pitture astratte attraversate da numeri e cifre, tra la denuncia e il dada, Bertini aderisce nel 1950 al MAC, partecipando alla biennale di Venezia dello stesso anno. Cogliendo però poi subito il rischio di un’involuzione del linguaggio concretista, realizza già nel 1951 pitture con sgocciolatura che sono tra le prime manifestazioni di pittura informale e nucleare realizzata in Italia. Sul finire del 1951 si trasferisce a Parigi dove nel maggio 1952 ha luogo la sua prima mostra personale parigina alla Galerie Arnaud. A Parigi conosce Atlan, Hartung, Soulages, Poliakoff, Schneider, De Stäel e inaugura con la partecipazione al Salon de Mai, cui sarà sempre successivamente invitato, la sua vita parigina. Tra il ’54 e il ’59 produce opere gestuali, dalle quali affiora prepotente il mondo della macchina: con queste partecipa alla Biennale del ’58. Nel ’54 incontra Pierre Restany, compagno del cammino verso Nouveau Réalism e Mec-Art, e così nel 1960 stufo di un informale che ha inevitabilmente perso la propria vis, introduce nel suo campo visivo la realtà, preparando la tela con immagini tratte dai giornali (in mostra un rarissimo esempio del ’62 con Minos au travail) . Da questo momento le sue opere, a latere di quelle dei neo-dadaisti statunitensi e dei Nouveaux Réalistes francesi, pongono le basi per lo sviluppo della stagione d’oro della Pop Art italiana. Scoperto il concetto classico della contaminazione, Bertini decide di ampliare le già notevoli possibilità combinatorie del proprio linguaggio trasferendo sulla tela mediante emulsione l’immagine fotografica, meccanica. Così all’aspetto per così dire epico del suo lavoro, sottolineato dall’uso ironico dei titoli, si sovrappongono lucide e feroci critiche al contemporaneo con quella molteplicità di piani narrativi che il pop statunitense non ebbe. Qui ne sono chiaro esempio per tutti il celeberrimo Succede qualche cosa. Bertini conduce sino alla fine questa forte linea narrativa, anticipando la piega sociale e politica che il pop italiano prende dal 1966, assecondandola con un apparente classicismo antropologico dal 1976 con la serie dell'Abbaco e un sorprendente ritorno alla pittura “classica”, spiazzante e pronta ad addolcire temi di una crudezza assoluta. È per alcuni versi così anche nelle tele anni 90 di Per non dimenticare, sulla Guerra del Golfo: in un'attualità ancora oggi assolutamente disarmante il rombo futurista e scanzonato dell’automobile è sostituito da quello sinistro di aerei, carrarmati ed elicotteri. Nello stesso decennio e con l’avvento del Millennio nuovo, Bertini sempre attento al nuovo, che sempre anticipa se non addirittura inventa, capisce che la riproduzione meccanica e fissa può e deve essere sostituita dall’elaborazione digitale, più veloce e “morbida” , in grado paradossalmente di riprodurre le trasparenze e l’imprevedibilità del pennello. Ma soprattutto lo schermo del computer gli permette di assecondare quei continui affastellamenti del pensiero con cui riesce in progressione ad arricchire la composizione, in un furor creativo che possiede ancora tutta l’energia beffarda della giovinezza. Ecco che Bertini riprende via via tutte le tessere del suo puzzle: donne, motori, ingranaggi, dee e semidei, eroi, vizi e virtù, pronto a suggerire al visitatore di raccogliere la tessera caduta. Sì qui, proprio qui a terra, mentre lui guardava il cielo.