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Evento: Spazio-Tempo
11/09/2016 - 18/09/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 24/08/2016 - 16:50 |
Luogo: | Venezia (VE) - Veneto |
Data di inizio: | 11/09/2016 |
Data di fine | 18/09/2016 |
Descrizione
La Scuola Grande di San Teodoro riprende il proprio programma espositivo con un progetto dedicato all’interpretazione del binomio Spazio-Tempo. Dall’11 al 18 settembre 2016, la sala al piano terra dello spazio in campo San Salvador si aprirà alla mostra “Spazio-Tempo” dove nove artisti, con nove tecniche e stili diversi si sono messi in gioco per dare concretezza ad un concetto che per molti rappresenta un dato di fatto, ma del tutto intangibile.
Gli artisti Saverio de Bello, Carla Carletto, Gianni Bortoluzzi Catullo, Maria Laura Ceccarelli, Omero Gambaro, Vanna Modelli, Beba Stoppani, Daniele Zanetti e Paola Zuccato hanno portato a termine il proprio processo di studio e di reinterpretazione di Spazio Tempo proponendo al pubblico opere che vanno dalle tele alla fotografia, dall’astratto al figurativo, dal paesaggio al ritratto, dalla singola situazione alla storia, passando per il fashion design.
“E' necessario quindi che tempo e spazio siano contemplati sotto un altro punto di vista, forse anche meno sofisitico, per arricchirsi di altri pregni significati.” spiega il critico d’arte Siro Perin “Basta quindi ammantarli di espressività e sensibilità per renderli “corpi vivi” ovvero poetici ed artistici.”
Elemento cardine è la grafica, curata e realizzata da Fabrizio Berger. La griglia vettoriale alla base assume un significato solamente negli incroci, rappresentativi delle singole opere, mentre lo spettro di luce, che illumina la superficie, crea una realtà virtuale dove le classiche nozioni, tradizionalmente distinte, di spazio e tempo vengono combinate in un unicum, proprio come il titolo della mostra.
L’inaugurazione prevista per l’11 settembre, ore 16.30, vedrà la presenza di Giavanna Dissera Bragadin (contralto) e Monica Vanin (musicista) che accompagneranno musicalmente la visita dell'esposizione.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) in edizione limitata, che presenta i testi di Siro Perin (critico d’arte) e Silviogiovanni Viola (scrittore-artista), secondo il quale:
“Si ritorna alla dimensione dell'Arte, l'Arte indovina, l'Arte consolatrice. A quest'Arte la risposta che sistema la questione: perché a quest'Arte dobbiamo ciò che sappiamo (o meglio, ciò che sentiamo) del Tempo e dello Spazio.”
Gli artisti Saverio de Bello, Carla Carletto, Gianni Bortoluzzi Catullo, Maria Laura Ceccarelli, Omero Gambaro, Vanna Modelli, Beba Stoppani, Daniele Zanetti e Paola Zuccato hanno portato a termine il proprio processo di studio e di reinterpretazione di Spazio Tempo proponendo al pubblico opere che vanno dalle tele alla fotografia, dall’astratto al figurativo, dal paesaggio al ritratto, dalla singola situazione alla storia, passando per il fashion design.
“E' necessario quindi che tempo e spazio siano contemplati sotto un altro punto di vista, forse anche meno sofisitico, per arricchirsi di altri pregni significati.” spiega il critico d’arte Siro Perin “Basta quindi ammantarli di espressività e sensibilità per renderli “corpi vivi” ovvero poetici ed artistici.”
Elemento cardine è la grafica, curata e realizzata da Fabrizio Berger. La griglia vettoriale alla base assume un significato solamente negli incroci, rappresentativi delle singole opere, mentre lo spettro di luce, che illumina la superficie, crea una realtà virtuale dove le classiche nozioni, tradizionalmente distinte, di spazio e tempo vengono combinate in un unicum, proprio come il titolo della mostra.
L’inaugurazione prevista per l’11 settembre, ore 16.30, vedrà la presenza di Giavanna Dissera Bragadin (contralto) e Monica Vanin (musicista) che accompagneranno musicalmente la visita dell'esposizione.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) in edizione limitata, che presenta i testi di Siro Perin (critico d’arte) e Silviogiovanni Viola (scrittore-artista), secondo il quale:
“Si ritorna alla dimensione dell'Arte, l'Arte indovina, l'Arte consolatrice. A quest'Arte la risposta che sistema la questione: perché a quest'Arte dobbiamo ciò che sappiamo (o meglio, ciò che sentiamo) del Tempo e dello Spazio.”
Altri eventi dell'inserzionista
Spazio-Tempo
11/09/2016 - 18/09/2016
Venezia (VE) - Veneto
Inserito da Giovanna Aliprandi
La Scuola Grande di San Teodoro riprende il proprio programma espositivo con un progetto dedicato all’interpretazione del binomio Spazio-Tempo. Dall’11 al 18 settembre 2016, la sala al piano terra dello spazio in campo San Salvador si aprirà alla mostra “Spazio-Tempo” dove nove artisti, con nove tecniche e stili diversi si sono messi in gioco per dare concretezza ad un concetto che per molti rappresenta un dato di fatto, ma del tutto intangibile.
Gli artisti Saverio de Bello, Carla Carletto, Gianni Bortoluzzi Catullo, Maria Laura Ceccarelli, Omero Gambaro, Vanna Modelli, Beba Stoppani, Daniele Zanetti e Paola Zuccato hanno portato a termine il proprio processo di studio e di reinterpretazione di Spazio Tempo proponendo al pubblico opere che vanno dalle tele alla fotografia, dall’astratto al figurativo, dal paesaggio al ritratto, dalla singola situazione alla storia, passando per il fashion design.
“E' necessario quindi che tempo e spazio siano contemplati sotto un altro punto di vista, forse anche meno sofisitico, per arricchirsi di altri pregni significati.” spiega il critico d’arte Siro Perin “Basta quindi ammantarli di espressività e sensibilità per renderli “corpi vivi” ovvero poetici ed artistici.”
Elemento cardine è la grafica, curata e realizzata da Fabrizio Berger. La griglia vettoriale alla base assume un significato solamente negli incroci, rappresentativi delle singole opere, mentre lo spettro di luce, che illumina la superficie, crea una realtà virtuale dove le classiche nozioni, tradizionalmente distinte, di spazio e tempo vengono combinate in un unicum, proprio come il titolo della mostra.
L’inaugurazione prevista per l’11 settembre, ore 16.30, vedrà la presenza di Giavanna Dissera Bragadin (contralto) e Monica Vanin (musicista) che accompagneranno musicalmente la visita dell'esposizione.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) in edizione limitata, che presenta i testi di Siro Perin (critico d’arte) e Silviogiovanni Viola (scrittore-artista), secondo il quale:
“Si ritorna alla dimensione dell'Arte, l'Arte indovina, l'Arte consolatrice. A quest'Arte la risposta che sistema la questione: perché a quest'Arte dobbiamo ciò che sappiamo (o meglio, ciò che sentiamo) del Tempo e dello Spazio.”
Gli artisti Saverio de Bello, Carla Carletto, Gianni Bortoluzzi Catullo, Maria Laura Ceccarelli, Omero Gambaro, Vanna Modelli, Beba Stoppani, Daniele Zanetti e Paola Zuccato hanno portato a termine il proprio processo di studio e di reinterpretazione di Spazio Tempo proponendo al pubblico opere che vanno dalle tele alla fotografia, dall’astratto al figurativo, dal paesaggio al ritratto, dalla singola situazione alla storia, passando per il fashion design.
“E' necessario quindi che tempo e spazio siano contemplati sotto un altro punto di vista, forse anche meno sofisitico, per arricchirsi di altri pregni significati.” spiega il critico d’arte Siro Perin “Basta quindi ammantarli di espressività e sensibilità per renderli “corpi vivi” ovvero poetici ed artistici.”
Elemento cardine è la grafica, curata e realizzata da Fabrizio Berger. La griglia vettoriale alla base assume un significato solamente negli incroci, rappresentativi delle singole opere, mentre lo spettro di luce, che illumina la superficie, crea una realtà virtuale dove le classiche nozioni, tradizionalmente distinte, di spazio e tempo vengono combinate in un unicum, proprio come il titolo della mostra.
L’inaugurazione prevista per l’11 settembre, ore 16.30, vedrà la presenza di Giavanna Dissera Bragadin (contralto) e Monica Vanin (musicista) che accompagneranno musicalmente la visita dell'esposizione.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) in edizione limitata, che presenta i testi di Siro Perin (critico d’arte) e Silviogiovanni Viola (scrittore-artista), secondo il quale:
“Si ritorna alla dimensione dell'Arte, l'Arte indovina, l'Arte consolatrice. A quest'Arte la risposta che sistema la questione: perché a quest'Arte dobbiamo ciò che sappiamo (o meglio, ciò che sentiamo) del Tempo e dello Spazio.”
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Incontri
29/09/2015 - 30/10/2015
Venezia (VE) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
Il Castello di San Pietro di Ragogna (UD) ospita, dal 29 agosto al 30 ottobre 2015, la mostra “Incontri”, promossa dal Comune di Ragogna, dall'Associazione Arte Comelico Ladino, dalla Pro Loco di Ragogna e dall'Associazione Ragogna Aiuta Ragogna.
Coordinata da Aldo Drigo (Presidente Associazione Arte Comelico Ladino), Mario Clara (Presidente Associazione Ragogna Aiuta Ragogna) e Marco Pascoli (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Ragogna), e diretta da Gianluca Glerean (Associazione GiocArti), la manifestazione sarà presentata al pubblico sabato 19 settembre alle ore 18.00.
Il titolo del progetto – spiega Aldo Drigo – vuole sintetizzare in una sola parola «la disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Ragogna, le potenzialità del sito storico monumentale del Castello di Ragogna, la qualità del dialogo instaurato, la disponibilità delle strutture culturali ed associative che si sono incontrate […]. Una semplice parola: incontri».
In mostra, dipinti, oggetti di artigianato artistico e fotografie realizzati da Carlo Baggio, Marinella Baggio, Claudio Biason, Gianberto Centis, Giusto De Bettin, Ebe De Monte, Annamaria De Zolt, Mario Fait, Nadia Fantini, Sergio Ferraro, Donatella Fioranzato, Mauro Gentile, Gianluca Glerean, Sonia Luce, Renata Olivotto, Alfio Piccolo, Renzo Pomarè, Fosca Sacco Sonador, una ventina di artisti provenienti da Comelico e Cadore, Friuli collinare, Veneto ed Emilia Romagna.
Unica fotografa, Nadia Fantini, che presenta una selezione di opere tratte dalla mostra “Nature”, presentata a Palazzo Casotti di Reggio Emilia nel 2013 con un testo di Sandro Parmiggiani. Immagini scattate negli untimi vent’anni a partire da un’attenta osservazione della natura, che ha trovato terreno favorevole nel corso di numerosi viaggi. Visioni ravvicinate (fori, foglie, frammenti di tronchi), a volte paesaggi, diario di un personale viaggio alla scoperta del bello e del perenne mistero delle cose.
La collettiva sarà visitabile fino al 30 ottobre 2015, sabato ore 14.30-17.30, domenica ore 10.30-12.30 e 14.30-17.30. Ingresso libero. Per informazioni: www.comune.ragogna.ud.it.
Nadia Fantini nasce a Rimini, consegue studi classici a Bologna e si laurea in Architettura a Firenze. Parallelamente all’attività professionale, che la vede impegnata in ristrutturazioni, arredamenti e progettazione di giardini, indirizza il suo interesse all’osservazione della natura. Nascono, così, numerosi reportage fotografici, realizzati in orti botanici, parchi naturali, prati, boschi, aiuole cittadine e foreste pluviali. Tra le principali esposizioni, “Fiori dall’Australia” (Galleria Angelo Fabbri, Ravenna, 2004; Torre civica e Biblioteca, Molinella, 2004), “Floressence” (Orto Botanico Giardino dei Semplici, Firenze, 2005-2006), “Telinfiore” (Palazzo Ex Borsa, Ferrara, 2006), “Dal mondo naturale” (Museo di Storia Naturale, Ferrara, 2006), “I colori del verde” (Sala Viscontea, Bergamo, 2006), “Fiori & Verdi” (Centro Culturale Mercato, Argenta, 2009), “Oltre la siepe” (Galleria Comunale S. Croce, Cattolica, 2010), “Parliamo di palme” (Orto Botanico Giardino dei Semplici, Firenze, 2011), “Immagini dagli Orti Botanici” (Archivio Storico, Minerbio, 2011), “Nature” (Palazzo Casotti, Reggio Emilia, 2013, testo di Sandro Parmiggiani). Ha inoltre realizzato l’apparato fotografico per il libro “Terra nata specula Dei” di Paolo Luzzi, presentato a Firenze (2010), Lucca (2010), Boston (2011) ed all’interno dei Musei Vaticani (Città del Vaticano, 2012) con contestuale evento espositivo. Attualmente vive e lavora in provincia di Bologna.
Coordinata da Aldo Drigo (Presidente Associazione Arte Comelico Ladino), Mario Clara (Presidente Associazione Ragogna Aiuta Ragogna) e Marco Pascoli (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Ragogna), e diretta da Gianluca Glerean (Associazione GiocArti), la manifestazione sarà presentata al pubblico sabato 19 settembre alle ore 18.00.
Il titolo del progetto – spiega Aldo Drigo – vuole sintetizzare in una sola parola «la disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Ragogna, le potenzialità del sito storico monumentale del Castello di Ragogna, la qualità del dialogo instaurato, la disponibilità delle strutture culturali ed associative che si sono incontrate […]. Una semplice parola: incontri».
In mostra, dipinti, oggetti di artigianato artistico e fotografie realizzati da Carlo Baggio, Marinella Baggio, Claudio Biason, Gianberto Centis, Giusto De Bettin, Ebe De Monte, Annamaria De Zolt, Mario Fait, Nadia Fantini, Sergio Ferraro, Donatella Fioranzato, Mauro Gentile, Gianluca Glerean, Sonia Luce, Renata Olivotto, Alfio Piccolo, Renzo Pomarè, Fosca Sacco Sonador, una ventina di artisti provenienti da Comelico e Cadore, Friuli collinare, Veneto ed Emilia Romagna.
Unica fotografa, Nadia Fantini, che presenta una selezione di opere tratte dalla mostra “Nature”, presentata a Palazzo Casotti di Reggio Emilia nel 2013 con un testo di Sandro Parmiggiani. Immagini scattate negli untimi vent’anni a partire da un’attenta osservazione della natura, che ha trovato terreno favorevole nel corso di numerosi viaggi. Visioni ravvicinate (fori, foglie, frammenti di tronchi), a volte paesaggi, diario di un personale viaggio alla scoperta del bello e del perenne mistero delle cose.
La collettiva sarà visitabile fino al 30 ottobre 2015, sabato ore 14.30-17.30, domenica ore 10.30-12.30 e 14.30-17.30. Ingresso libero. Per informazioni: www.comune.ragogna.ud.it.
Nadia Fantini nasce a Rimini, consegue studi classici a Bologna e si laurea in Architettura a Firenze. Parallelamente all’attività professionale, che la vede impegnata in ristrutturazioni, arredamenti e progettazione di giardini, indirizza il suo interesse all’osservazione della natura. Nascono, così, numerosi reportage fotografici, realizzati in orti botanici, parchi naturali, prati, boschi, aiuole cittadine e foreste pluviali. Tra le principali esposizioni, “Fiori dall’Australia” (Galleria Angelo Fabbri, Ravenna, 2004; Torre civica e Biblioteca, Molinella, 2004), “Floressence” (Orto Botanico Giardino dei Semplici, Firenze, 2005-2006), “Telinfiore” (Palazzo Ex Borsa, Ferrara, 2006), “Dal mondo naturale” (Museo di Storia Naturale, Ferrara, 2006), “I colori del verde” (Sala Viscontea, Bergamo, 2006), “Fiori & Verdi” (Centro Culturale Mercato, Argenta, 2009), “Oltre la siepe” (Galleria Comunale S. Croce, Cattolica, 2010), “Parliamo di palme” (Orto Botanico Giardino dei Semplici, Firenze, 2011), “Immagini dagli Orti Botanici” (Archivio Storico, Minerbio, 2011), “Nature” (Palazzo Casotti, Reggio Emilia, 2013, testo di Sandro Parmiggiani). Ha inoltre realizzato l’apparato fotografico per il libro “Terra nata specula Dei” di Paolo Luzzi, presentato a Firenze (2010), Lucca (2010), Boston (2011) ed all’interno dei Musei Vaticani (Città del Vaticano, 2012) con contestuale evento espositivo. Attualmente vive e lavora in provincia di Bologna.
La geografia dell'anima
24/11/2017 - 27/01/2018
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
La galleria delle arti contemporanee Intragallery è lieta di ospitare nei suoi spazi espositivi di Napoli la mostra La geografia dell’anima, personale di Allegra Hicks, con testo critico di Mario Codognato, venerdì 24 novembre 2017, dalle 19.00 alle 21.00
Allegra Hicks, torinese di nascita, londinese d’adozione, napoletana nell’anima, ha studiato design a Milano e alla Parsons School di New York.
Designer di fama internazionale, sono molto noti i suoi tessuti e oggetti d’arredo, caratterizzati dal suo personale linguaggio simbolico, ispirato alla natura.
Per la prima volta a Napoli, in questa mostra verrà presentata la vocazione artistica più intima dell’artista, la quale, utilizzando tutti i media a lei cari, ricamo, inchiostro, acquerelli, ha realizzato un corpus di opere dedicate e ispirate al suo prescelto luogo dell’anima.
Con Napoli ha avuto da subito un incontro emozionale, una sorta di déjà-vu che le ha risvegliato un ricordo di appartenenza, sentendo la città come un luogo ritrovato, custode di un destino a lei affine.
La Hicks ha riconosciuto istintivamente l’animo femminile della Sirena, della Marianna che ha fondato la città e che la ancora abita, avvertendone istantaneamente tutto l’ardore, la passionalità, la bellezza e la sofferenza insieme, la sua magia e la sua ragione, la sua malìa e la sua astuzia. Per l’artista, Napoli è decisamente donna.
Questa visione emozionale, questo suo riconoscimento, ha sentito l’urgenza di raccontarsi attraverso i distintivi segni e simboli del suo linguaggio, segni che ritroviamo dipinti ed in parte ricamati su estrapolazioni di planimetrie storiche della città, riprodotte su lino.
E ancora, dialoghi con l’immaginario iconografico partenopeo sono stati reinterpretati dalla luce, che attraversa i ricami dei suoi lightbox, oggetti intesi come sculture che rimandano tracce del suo immaginario onirico, creando una sintesi di nuove suggestioni astratte e contemporanee.
Parallelamente, in esclusiva per Intragallery, verrà presentata in mostra la sua inedita linea di gioielli-scultura, sulla traccia delle opere in mostra.
Allegra Hicks, torinese di nascita, londinese d’adozione, napoletana nell’anima, ha studiato design a Milano e alla Parsons School di New York.
Designer di fama internazionale, sono molto noti i suoi tessuti e oggetti d’arredo, caratterizzati dal suo personale linguaggio simbolico, ispirato alla natura.
Per la prima volta a Napoli, in questa mostra verrà presentata la vocazione artistica più intima dell’artista, la quale, utilizzando tutti i media a lei cari, ricamo, inchiostro, acquerelli, ha realizzato un corpus di opere dedicate e ispirate al suo prescelto luogo dell’anima.
Con Napoli ha avuto da subito un incontro emozionale, una sorta di déjà-vu che le ha risvegliato un ricordo di appartenenza, sentendo la città come un luogo ritrovato, custode di un destino a lei affine.
La Hicks ha riconosciuto istintivamente l’animo femminile della Sirena, della Marianna che ha fondato la città e che la ancora abita, avvertendone istantaneamente tutto l’ardore, la passionalità, la bellezza e la sofferenza insieme, la sua magia e la sua ragione, la sua malìa e la sua astuzia. Per l’artista, Napoli è decisamente donna.
Questa visione emozionale, questo suo riconoscimento, ha sentito l’urgenza di raccontarsi attraverso i distintivi segni e simboli del suo linguaggio, segni che ritroviamo dipinti ed in parte ricamati su estrapolazioni di planimetrie storiche della città, riprodotte su lino.
E ancora, dialoghi con l’immaginario iconografico partenopeo sono stati reinterpretati dalla luce, che attraversa i ricami dei suoi lightbox, oggetti intesi come sculture che rimandano tracce del suo immaginario onirico, creando una sintesi di nuove suggestioni astratte e contemporanee.
Parallelamente, in esclusiva per Intragallery, verrà presentata in mostra la sua inedita linea di gioielli-scultura, sulla traccia delle opere in mostra.