Accedi
Evento: Ottorino Stefanini a Moa Casa
25/10/2014 - 02/11/2014
Dettagli
Data di inserimento: | 19/10/2014 - 20:17 |
Luogo: | roma (RM) - Lazio |
Data di inizio: | 25/10/2014 |
Data di fine | 02/11/2014 |
Descrizione
La Galleria Editrice Latina presente alcune opere dell'artista Ottorino Stefanini a MoaCasa, Mostra dell'arredamento e design alla Nuova Fiera di Roma
Altri eventi dell'inserzionista
SPECTRUM MIAMI ART SHOW
03/12/2014 - 07/12/2014
MIAMI
Inserito da ottorino stefanini
L'artista OTTORINO STEFANINI sarà presente alla Fiera Internazionale di Arte Contemporanea SPECTRUM MIAMI ART SHOW dal 3 al 7 dicembre 2014.
Ottorino Stefanini negli Spazi Museale Cascina Farsetti - Villa Doria Phanphilj - Roma
22/07/2014 - 30/07/2014
Roma (RM) - Lazio
Inserito da ottorino stefanini
L'artista Ottorino Stefanini sarà presente dal 22 al 30 luglio 2014 alla mostra collettiva presso gli spazi museali Cascina Farsetti, Villa Doria Phanphilj - Roma
Eventi che potrebbero interessarti
Kai-Uwe Schulte-Bunert, Via Emilia Souvenir Shop
30/04/2016 - 02/06/2016
Roma (RM) - Lazio
Inserito da CSArt Serri
La Galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 4) presenta, dal 30 aprile al 1 giugno 2016, “Via Emilia Souvenir Shop”, mostra personale di Kai-Uwe Schulte-Bunert, inserita nel Circuito Off di “Fotografia Europea”. Curata da Chiara Serri, l’esposizione sarà inaugurata sabato 30 aprile alle ore 17.00.
Per l’occasione, la Galleria si trasforma in un inedito “Souvenir Shop”, dove le memorie personali del fotografo, raccolte negli anni lungo la direttrice storica della via Emilia, si associano allo sguardo del visitatore, che ha la possibilità di fare proprio il ricordo perfetto, l’immagine che meglio sintetizza il suo viaggio.
In esposizione, un’ampia selezione di fotografie scattate negli ultimi dieci anni. Dalla serie “Passaggi” (2005-2006), che documenta il rapido cambiamento all’interno dei primi cantieri di Santiago Calatrava, a “Fondo vivo” (2009) e “Normale” (2012), che colgono istanti unici di banale quotidianità, fino all’anteprima del progetto “In between” (2014-2015), dedicato alle Officine Meccaniche Reggiane. La mostra si completa, inoltre, con “11x11” (2011) e “Baustelle” (2012), progetti dedicati allo scorrere del tempo, e con l’anteprima della serie “Colonia” (2014), incentrata sull’uso del colore da parte dell’architetto Edoardo Gellner all’interno del Villaggio Eni di Borca di Cadore (BL).
«Opere – scrive Chiara Serri – tra loro molto diverse, ma che presentano alcune costanti riferibili agli interessi dell’autore e alle scelte linguistiche maturate nel tempo. In primo luogo l’odore del cemento, il fermento del cantiere, la possibilità di rendere eterni attimi che non torneranno più, quindi l’idea stessa del muro, che si carica di ulteriori significati se associata alla storia di un fotografo nato in Germania Est. E poi la teatralità della scena, l’equilibrio compositivo, la visione ampia che dal particolare muove all’universale, alla società, al rapporto tra l’uomo (grande assente) e il paesaggio che porta le sue tracce».
L’esposizione sarà visitabile fino al 1 giugno 2016, di martedì, mercoledì, venerdì, sabato ore 17.30-19.30, oppure su appuntamento; sabato 7 e domenica 8 maggio ore 10.30-12.30 e 17.30-19.30. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 340 3545183, ginodifrenna875arte@yahoo.it, www.csart.it/875.
Kai-Uwe Schulte-Bunert nasce nel 1969 in Germania Est. Studia storia dell’arte e pubblicità. Dal 1999 si dedica esclusivamente alla fotografia. Nel 2002 avvia una personale ricerca sulle relazioni tra uomo, architettura e paesaggio, prendendo parte a mostre personali, collettive e festival fotografici italiani ed internazionali. Pubblica diversi libri e cataloghi. Vive tra Reggio Emilia e Berlino.
Per l’occasione, la Galleria si trasforma in un inedito “Souvenir Shop”, dove le memorie personali del fotografo, raccolte negli anni lungo la direttrice storica della via Emilia, si associano allo sguardo del visitatore, che ha la possibilità di fare proprio il ricordo perfetto, l’immagine che meglio sintetizza il suo viaggio.
In esposizione, un’ampia selezione di fotografie scattate negli ultimi dieci anni. Dalla serie “Passaggi” (2005-2006), che documenta il rapido cambiamento all’interno dei primi cantieri di Santiago Calatrava, a “Fondo vivo” (2009) e “Normale” (2012), che colgono istanti unici di banale quotidianità, fino all’anteprima del progetto “In between” (2014-2015), dedicato alle Officine Meccaniche Reggiane. La mostra si completa, inoltre, con “11x11” (2011) e “Baustelle” (2012), progetti dedicati allo scorrere del tempo, e con l’anteprima della serie “Colonia” (2014), incentrata sull’uso del colore da parte dell’architetto Edoardo Gellner all’interno del Villaggio Eni di Borca di Cadore (BL).
«Opere – scrive Chiara Serri – tra loro molto diverse, ma che presentano alcune costanti riferibili agli interessi dell’autore e alle scelte linguistiche maturate nel tempo. In primo luogo l’odore del cemento, il fermento del cantiere, la possibilità di rendere eterni attimi che non torneranno più, quindi l’idea stessa del muro, che si carica di ulteriori significati se associata alla storia di un fotografo nato in Germania Est. E poi la teatralità della scena, l’equilibrio compositivo, la visione ampia che dal particolare muove all’universale, alla società, al rapporto tra l’uomo (grande assente) e il paesaggio che porta le sue tracce».
L’esposizione sarà visitabile fino al 1 giugno 2016, di martedì, mercoledì, venerdì, sabato ore 17.30-19.30, oppure su appuntamento; sabato 7 e domenica 8 maggio ore 10.30-12.30 e 17.30-19.30. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 340 3545183, ginodifrenna875arte@yahoo.it, www.csart.it/875.
Kai-Uwe Schulte-Bunert nasce nel 1969 in Germania Est. Studia storia dell’arte e pubblicità. Dal 1999 si dedica esclusivamente alla fotografia. Nel 2002 avvia una personale ricerca sulle relazioni tra uomo, architettura e paesaggio, prendendo parte a mostre personali, collettive e festival fotografici italiani ed internazionali. Pubblica diversi libri e cataloghi. Vive tra Reggio Emilia e Berlino.
Provocators. Capolavori dell’astrazione italiana
13/02/2016 - 03/03/2016
Roma (RM) - Lazio
Inserito da CSArt Serri
Dopo il successo riscosso ad “Arte Fiera”, la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia (Viale dei Mille, 44/B) presenta, dal 13 febbraio al 3 marzo 2016, “Provocators. Capolavori dell’astrazione italiana”, con opere di Salvatore Scarpitta, Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e Getulio Alviani.
L’esposizione, che prende il nome da un capolavoro di Achille Perilli (“Provocators”, 1957), propone un’interessante incursione nel panorama dell’astrazione italiana, dallo storicizzato ai giorni nostri, attraverso alcuni nomi-chiave.
Una mostra essenziale con opere selezionate di autori che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea italiana. Accanto a questi, anche i lavori di alcuni artisti che si stanno imponendo all’attenzione del grande pubblico e che la Galleria de’ Bonis ha già trattato, come Giuseppe Amadio e Umberto Mariani.
Storia e contemporaneità si affiancano in un discorso per immagini.
Salvatore Scarpitta, genio dell’astrazione italiana, scoperto nientemeno che da Leo Castelli, che sarà a lungo il suo gallerista di riferimento e che gli organizzerà una decina di personali, è presente in mostra con un’opera pittorica del 1949 sui toni del grigio e del nero.
Piero Dorazio che, fin dal 1945, ha contribuito all’affermazione dell’astrattismo in Italia benché in una prima fase avesse aderito al realismo socialista e fosse uno dei frequentatori dello studio di Guttuso. Nel 1947 è fra i firmatari del manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una tecnica mista su carta intelata del 1957.
Achille Perilli, un altro dei membri fondatori del gruppo Forma 1. L’artista è presente in mostra con un’interessante opera di grande formato del 1957, che presta il nome alla mostra stessa e fa parte della serie “Fumetti” nella quale le rigorose geometrie che lo caratterizzano si stemperano in forme morbide e colori più tenui.
Antonio Sanfilippo, uno degli artisti più importanti dell'arte italiana ed europea del secondo dopoguerra, partecipa alla Biennale del 48 e a quelle del 1954 e del 1964. Anch’egli aderisce al formalismo e firma il manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una delle prime opere del gruppo: un pezzo del 1948.
La Galleria de’ Bonis, che identifica le proprie scelte artistiche nella figurazione italiana, non è nuova ad aperture ad altri ambiti di ricerca. Accanto ai “mostri sacri” dell’astrazione italiana – Scarpitta, Dorazio, Perilli, Sanfilippo – sono stati accostati tre artisti contemporanei sulla cresta dell’onda: Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e, a sorpresa, Getulio Alviani, presente con due piccoli “gioielli” che brillano fra tutti come scelta inconsueta. I tre rappresentano la nuova frontiera dell’astrazione e sviluppano il discorso pittorico dei loro predecessori attraverso le estroflessioni (Amadio) e i nuovi materiali come il piombo (Mariani) e l’alluminio (Alviani).
La mostra, sarà visitabile fino al 3 marzo 2016, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Per informazioni: tel. 0522 580605, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.
L’esposizione, che prende il nome da un capolavoro di Achille Perilli (“Provocators”, 1957), propone un’interessante incursione nel panorama dell’astrazione italiana, dallo storicizzato ai giorni nostri, attraverso alcuni nomi-chiave.
Una mostra essenziale con opere selezionate di autori che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea italiana. Accanto a questi, anche i lavori di alcuni artisti che si stanno imponendo all’attenzione del grande pubblico e che la Galleria de’ Bonis ha già trattato, come Giuseppe Amadio e Umberto Mariani.
Storia e contemporaneità si affiancano in un discorso per immagini.
Salvatore Scarpitta, genio dell’astrazione italiana, scoperto nientemeno che da Leo Castelli, che sarà a lungo il suo gallerista di riferimento e che gli organizzerà una decina di personali, è presente in mostra con un’opera pittorica del 1949 sui toni del grigio e del nero.
Piero Dorazio che, fin dal 1945, ha contribuito all’affermazione dell’astrattismo in Italia benché in una prima fase avesse aderito al realismo socialista e fosse uno dei frequentatori dello studio di Guttuso. Nel 1947 è fra i firmatari del manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una tecnica mista su carta intelata del 1957.
Achille Perilli, un altro dei membri fondatori del gruppo Forma 1. L’artista è presente in mostra con un’interessante opera di grande formato del 1957, che presta il nome alla mostra stessa e fa parte della serie “Fumetti” nella quale le rigorose geometrie che lo caratterizzano si stemperano in forme morbide e colori più tenui.
Antonio Sanfilippo, uno degli artisti più importanti dell'arte italiana ed europea del secondo dopoguerra, partecipa alla Biennale del 48 e a quelle del 1954 e del 1964. Anch’egli aderisce al formalismo e firma il manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una delle prime opere del gruppo: un pezzo del 1948.
La Galleria de’ Bonis, che identifica le proprie scelte artistiche nella figurazione italiana, non è nuova ad aperture ad altri ambiti di ricerca. Accanto ai “mostri sacri” dell’astrazione italiana – Scarpitta, Dorazio, Perilli, Sanfilippo – sono stati accostati tre artisti contemporanei sulla cresta dell’onda: Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e, a sorpresa, Getulio Alviani, presente con due piccoli “gioielli” che brillano fra tutti come scelta inconsueta. I tre rappresentano la nuova frontiera dell’astrazione e sviluppano il discorso pittorico dei loro predecessori attraverso le estroflessioni (Amadio) e i nuovi materiali come il piombo (Mariani) e l’alluminio (Alviani).
La mostra, sarà visitabile fino al 3 marzo 2016, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Per informazioni: tel. 0522 580605, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.