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Alessio Calega nasce a Firenze nel 1982. All’inizio del 2000 si avvicina al mondo della pittura da autodidatta cercando fino ad oggi una propria collocazione. Nella sua vita i suoi studi ufficiali sono stati proiettati verso altro, sentendo però dentro di sé il desiderio di cambiare direzione dipingendo di tanto in tanto. L’incontro con una sua amica sarà per lui importante per ricominciare a dipingere dopo un periodo di stasi. Entrerà così all’interno dello studio di Franca Vannoni, artista fiorentina. Uno studio informale utilizzato come luogo d’incontro tra artisti. Questa esperienza, durata molti anni, si concluderà per limiti sia di spazio che di idee. Infatti, Alessio comincia in seguito a necessitare di spazi sempre maggiori e a cercare nuovi stimoli. Decide quindi di adibire una parte della propria casa a studio. All’interno di questo, Alessio sperimenta e cerca nuove soluzioni grazie al background culturale fin qui acquisito. Partecipa a mostre collettive, dedicandosi anche allo sviluppo di scenografie di una compagnia teatrale, vincendo il premio come “miglior scenografia 2009” del TAI (ente teatro amatoriale italiano).
Nel 2008 si dedica allo sviluppo di una serie chiamata “costellazioni”, utilizzando getti di smalto e tempera su tela damascata. Ricerca che proseguirà fino alla fine del 2011.
Comincia per lui, nel 2010, un periodo molto inquieto dal punto di vista personale cui seguirà per la prima volta la rappresentazione di corpi; uniche presenze umane emerse nella sua produzione pittorica.
Continuando il proprio percorso per trovare una strada che lo rappresenta maggiormente, Alessio si avvicina a una pittura libera, semplice e minimale che nasce dal profondo dell’artista. La sua pratica artistica sembra voler descrivere la pesante realtà in cui siamo immersi. Questo disagio viene espresso attraverso l’utilizzo di oggetti legati alle loro appartenenze domestiche, strappati dai loro contesti e resi parte dell’opera.
Tra le varie inquietudini rappresentate, quella che cattura maggiormente l’attenzione dell’artista è l’ossessione. Infatti, dal 2012 intraprende un percorso di ricerca che lo porterà all’utilizzo ripetitivo dello stencil nelle proprie opere, mezzo che gli ha permesso di rappresentare il proprio tormento interiore.
Inizierà così un’intera produzione di quadri ispirati al racconto di Edgar Allan Poe “Il cuore rivelatore”, che verranno esposti nella sua prima personale al Teatro Santo Stefano di Campi Bisenzio nel 2013. Vernissage caratterizzato dal monologo recitato da un’attrice su un palco, che ha contribuito a creare un’esperienza unica tra l’udito e la vista delle opere. Questi quadri seguono in modo cronologico il racconto, facendo provare all’osservatore l’incubo vissuto dal protagonista. L’ossessione, accennata poco sopra, prenderà il sopravvento, la riproducibilità dell’occhio e del cuore, che diventeranno simboli importanti da utilizzare come chiavi di lettura della poetica attuale dell’artista. Un'altra caratteristica è quella del confine, infatti, spesso troviamo delle linee tracciate all’interno della tela, come a delineare un limite, utilizzato per riappropriarsi del controllo dell’opera. Ad oggi queste linee sono state sostituite dall’utilizzo della cornice invasa. Nella produzione odierna continuiamo a trovare elementi che ci riportano a quei quadri, come le lettere e i numeri, utilizzati per creare una cadenza temporale. Il colore delle tele invece si sta modificando, arrivando ad essere quasi uno sfondo monocromatico senza contaminazioni tra i colori. Alessio continua la sua ricerca all’interno del suo studio, mantenendo però i suoi segni distintivi e riconoscibili come avesse ormai trovato la propria “grafia” per comunicare al mondo il proprio essere. L’opera d’arte rappresenta così la prova della costrizione dell’artista in oggetto all’interno della sua quotidianità, che invece di cedere all’alienazione trova spazio nella creatività. Il fruitore si trova davanti ad un opera forte ed emotiva che può raccontare una singola esperienza o una vita intera, lasciando però libertà nell’interpretazione.
Alessio vive e lavora a Firenze.
Nel 2008 si dedica allo sviluppo di una serie chiamata “costellazioni”, utilizzando getti di smalto e tempera su tela damascata. Ricerca che proseguirà fino alla fine del 2011.
Comincia per lui, nel 2010, un periodo molto inquieto dal punto di vista personale cui seguirà per la prima volta la rappresentazione di corpi; uniche presenze umane emerse nella sua produzione pittorica.
Continuando il proprio percorso per trovare una strada che lo rappresenta maggiormente, Alessio si avvicina a una pittura libera, semplice e minimale che nasce dal profondo dell’artista. La sua pratica artistica sembra voler descrivere la pesante realtà in cui siamo immersi. Questo disagio viene espresso attraverso l’utilizzo di oggetti legati alle loro appartenenze domestiche, strappati dai loro contesti e resi parte dell’opera.
Tra le varie inquietudini rappresentate, quella che cattura maggiormente l’attenzione dell’artista è l’ossessione. Infatti, dal 2012 intraprende un percorso di ricerca che lo porterà all’utilizzo ripetitivo dello stencil nelle proprie opere, mezzo che gli ha permesso di rappresentare il proprio tormento interiore.
Inizierà così un’intera produzione di quadri ispirati al racconto di Edgar Allan Poe “Il cuore rivelatore”, che verranno esposti nella sua prima personale al Teatro Santo Stefano di Campi Bisenzio nel 2013. Vernissage caratterizzato dal monologo recitato da un’attrice su un palco, che ha contribuito a creare un’esperienza unica tra l’udito e la vista delle opere. Questi quadri seguono in modo cronologico il racconto, facendo provare all’osservatore l’incubo vissuto dal protagonista. L’ossessione, accennata poco sopra, prenderà il sopravvento, la riproducibilità dell’occhio e del cuore, che diventeranno simboli importanti da utilizzare come chiavi di lettura della poetica attuale dell’artista. Un'altra caratteristica è quella del confine, infatti, spesso troviamo delle linee tracciate all’interno della tela, come a delineare un limite, utilizzato per riappropriarsi del controllo dell’opera. Ad oggi queste linee sono state sostituite dall’utilizzo della cornice invasa. Nella produzione odierna continuiamo a trovare elementi che ci riportano a quei quadri, come le lettere e i numeri, utilizzati per creare una cadenza temporale. Il colore delle tele invece si sta modificando, arrivando ad essere quasi uno sfondo monocromatico senza contaminazioni tra i colori. Alessio continua la sua ricerca all’interno del suo studio, mantenendo però i suoi segni distintivi e riconoscibili come avesse ormai trovato la propria “grafia” per comunicare al mondo il proprio essere. L’opera d’arte rappresenta così la prova della costrizione dell’artista in oggetto all’interno della sua quotidianità, che invece di cedere all’alienazione trova spazio nella creatività. Il fruitore si trova davanti ad un opera forte ed emotiva che può raccontare una singola esperienza o una vita intera, lasciando però libertà nell’interpretazione.
Alessio vive e lavora a Firenze.
Visioni di un'anima
14/10/2016 - 28/10/2016
Calenzano (FI) - Toscana
Inserito da Alessio Calega
Venerdì 14 ottobre 2016 verrà inaugurata all'interno di CiviCa, Biblioteca di Calenzano, “Visioni di un 'anima”. Esposizione artistica di Alessio Calega.
Una mostra che interpreta un romanzo del passato estremamente attuale. Elementi de “Il Ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde riportati su tela con installazioni materiche. La condizione attuale dell'uomo, viene presa dall'artista nuovamente in esame attraverso la rilettura di un capolavoro letterario. Interessante leggere il parallelismo tra la nostra società e quella descritta da Wilde di fine '800. Durante il vernissage sarà possibile assistere ad una performance teatrale di Neri Batisti alle ore 21.
La mostra rimarrà visitabile fino al 28 ottobre seguendo gli orari di apertura della biblioteca. I visitatori riflettendo la propria immagine nelle opere, renderanno questa mostra partecipativa e quindi viva e reale. Soggetti veri inseriti in un contesto ideato e poi realizzato con la costruzione materiale di diversi elementi di recupero. Viene offerta ai visitatori un esperienza nuova, rendendo ognuno di noi il fulcro della mostra e degli interrogativi esistenziali dell'artista.
Una mostra che interpreta un romanzo del passato estremamente attuale. Elementi de “Il Ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde riportati su tela con installazioni materiche. La condizione attuale dell'uomo, viene presa dall'artista nuovamente in esame attraverso la rilettura di un capolavoro letterario. Interessante leggere il parallelismo tra la nostra società e quella descritta da Wilde di fine '800. Durante il vernissage sarà possibile assistere ad una performance teatrale di Neri Batisti alle ore 21.
La mostra rimarrà visitabile fino al 28 ottobre seguendo gli orari di apertura della biblioteca. I visitatori riflettendo la propria immagine nelle opere, renderanno questa mostra partecipativa e quindi viva e reale. Soggetti veri inseriti in un contesto ideato e poi realizzato con la costruzione materiale di diversi elementi di recupero. Viene offerta ai visitatori un esperienza nuova, rendendo ognuno di noi il fulcro della mostra e degli interrogativi esistenziali dell'artista.
L'OSSESSIONE E LA PASSIONE
01/03/2014 - 01/03/2014
Campi Bisenzio (FI) - Toscana
Inserito da Alessio Calega