Evento: Other Places di Matteo Basilé e Corrado Sassi
18/05/2017 - 30/06/2017
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Inserzionista
Altro , Napoli
Dettagli
Data di inserimento: 12/05/2017 - 12:41
Luogo: Napoli (NA) - Campania
Data di inizio: 18/05/2017
Data di fine 30/06/2017
Descrizione
Intragallery è lieta di presentare la doppia personale fotografica degli artisti Matteo Basilé e Corrado Sassi, “Other Places”, che inaugurerà a Napoli il 18 maggio 2017, alle ore 19, negli spazi di Via Cavallerizza a Chiaia 57, con la presenza degli artisti.
Il titolo scelto per la mostra, “Other Places”, invita lo spettatore verso luoghi altri, evocando visioni di realtà immaginate.
Entrambi gli artisti si esprimono attraverso la fotografia; Basilé progetta accuratamente la sua visione, prevedendo con esattezza gli elementi che restituiranno il suo racconto, mentre Sassi ha un approccio più istintivo: fotogrammi da lui raccolti in velocità, vengono poi sovrapposti, per creare una suo ideale luogo altro.

Matteo Basilé (1974) vive e lavora a Roma. Inizia la sua carriera a metà degli anni ’90 ed è tra i primi artisti in Europa a fondere arte e tecnologia. Basilé possiede la straordinaria capacità di conciliare idee opposte come il bello e il grottesco, reale e surreale, naturale e artificiale. Tommaso Cascella, il padre, scrive sul suo lavoro “C’è una lucidità feroce e impietosa che l’artigiano lavoro di pennello poteva solo evocare. I personaggi delle sue visioni sono abitanti di altri luoghi o non luoghi…..”.
Formalmente, Basilé cancella l’antagonismo tra l’immaginario e il reale, innescando un complesso sistema di porte scorrevoli emozionali. La poetica di Matteo Basilé è un universo iconografico, è il frutto della combinazione tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico. I viaggi onirici dell’artista alla fine ci guidano verso diversi piani di comprensione, sia sensoriali che intellettuali, dove ci rendiamo improvvisamente conto di questi aspetti della realtà, che di solito sono nascosti all’interno del nostro io interiore; pertanto, la sua profonda indagine del Sé, l’Altro e l’Altrove finalmente corrisponde alla sua personale esperienza di vita al di fuori del suo ambiente originario, affrontando allo stesso tempo il senso dell’esistenza e nel contesto delle confuse dinamiche inerenti al processo di globalizzazione.
In mostra saranno presentati tre suoi lavori della serie “PIETRA SANTA” (2016).

Anche Corrado Sassi (1965) vive e lavora a Roma. Studia fotografia a New York ed ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’estero. Negli ultimi anni la sua ricerca personale si è focalizzata su fotografia, installazioni, performances e video.
In mostra, sarà presentata una selezione di nuovi lavori che l’artista chiama voiles.
“Sono immagini prese talmente al volo da essere immediatamente percepite. Immagini che non raccontano storie particolari ma generano in noi altre immagini. I voiles non appartengono né al sogno né alla veglia, non intendono essere reali ma neanche trasognanti. La sospensione è la loro condizione ideale, appena atterrano inevitabilmente evaporano. In loro non c’è mistero ma non può esistere un voiles che non presenti un enigma, anche di poco conto.
Un voiles si fonda su due elementi: lo scorcio attraverso il quale l’immagine è catturata e la tecnica con cui questo scorcio è reso.
Tra i due elementi, fluttuante, la capacità di saper cogliere e rappresentare l’attimo in cui l’immagine percepita ancora non è arrivata all’intelletto. Monet chiamava questo attimo “impressione” e ha cercato questo momento per tutta la vita per poi perdersi nelle sue infinite ninfee. La tecnica, l’immagine velata, inscatolata, un po’ divisionista è asservita ad uno scopo: quello di darci un’impressione generale, un’atmosfera, o meglio una tonalità. Se potessero i voiles userebbero a tal fine oltre la vista anche l’olfatto e l’udito. Probabilmente, poiché ciò non gli è concesso, per pudore allora velano la propria superficie.” (cit. Valerio Paolo Mosco)
Per Corrado Sassi è la seconda esperienza espositiva alla Intragallery.

Schiller afferma che solo dove si gioca c’è arte, ed anche che il senso dell’immagine è l’immagine stessa, che l’incommensurabile è nell’apparenza, non nel significato. Nulla di nuovo: per i greci infatti éidos vuol dire sia immagine che idea. Ma afferma anche che l’immagine non può essere che frammento, perché noi tutti altro non siamo che frammenti, perché questa è la nostra condizione esistenziale.
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Conversazioni Cromatiche su Napoli, incontro con Dalisi
19/04/2017 - 19/04/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
Riccardo Dalisi, architetto e designer napoletano, due volte Compasso d’Oro, è il secondo protagonista delle Conversazioni Cromatiche su Napoli, ideate e curate da Benedetta de Falco e ospitate nella sede della galleria per le arti contemporanee Intragallery (via Cavallerizza a Chiaia 57, interno cortile, Napoli). L’appuntamento è per domani, mercoledì 19 aprile, alle ore 18.30. I colori scelti da Dalisi per raccontare Napoli sono il giallo ed il rosso. La Conversazione sarà supportata da immagini.
Nelle Conversazioni Cromatiche su Napoli, la città diventa centrale e raccontata attraverso il pretesto del colore. Ciascuno si racconta e racconta il proprio rapporto con Napoli, ciascuno ha con la città un proprio dialogo interiore che viene messo in luce e condiviso durante l’incontro. Gli incontri sono pubblici e gratuiti.
La terza stagione aperta dal francese Sylvain Bellenger, Direttore del Museo Nazionale di Capodimonte, dopo Dalisi vedrà protagonista il friulano Renato Quaglia, direttore della Fondazione Foqus Quartieri Spagnoli (maggio 2017).
Con il Patrocinio Morale del Comune di Napoli, che assegna al ciclo d’incontri un valore di interesse e di particolare attenzione, le Conversazioni Cromatiche hanno visto negli anni protagonisti: Franco Arminio (scrittore e poeta), Maurizio de Giovanni (scrittore), Mauro Giancaspro (bibliofilo), Paolo Giulierini (Direttore del Mann), Lorenzo Marone (scrittore), Aldo Masullo (filosofo), Giovanna Mozzillo (scrittice) e Pietro Treccagnoli (giornalista).
Three Triptychs
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Napoli (NA) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
La galleria per le arti contemporanee Intragallery presenta Three Triptychs, mostra a cura di Mario Codognato, visitabile dal 29 settembre al 12 novembre 2016 presso la sede di via Cavallerizza a Chiaia. Inaugurazione giovedì 29 settembre alle ore 19.00 alla presenza degli artisti che espongono: David Batchelor, Rachel Howard, Henrietta Labouchere. I tre britannici presenteranno tre variazioni sul tema della tradizione compositiva del trittico: a confronto generazioni e percorsi diversi, legati però da un’interpretazione critica del medium pittorico, rivisitato in chiave architettonica e tridimensionale.
Dal testo critico del curatore della mostra, Mario Codognato: “Il lavoro di David Batchelor si focalizza sul rapporto con il colore generato dell'ambiente urbano e sottolineato da come lo vediamo e reagiamo alle sollecitazioni fisiche e psicologiche nell’era tecnologica in cui viviamo. Nel trittico per la mostra di Intragallery l’artista ha raccolto una serie di vecchi light boxes, di quelli che in genere pubblicizzano negozi e ristoranti, li ha ripuliti e montati in modo da formare delle installazioni verticali. I colori provenienti dai light boxes si riflettono contro la parete e il pubblico li percepisce vedono solo attraverso il loro riflesso. Un tramonto artificiale e sublime al contempo. La potenzialità visiva e psicologica del colore caratterizza anche il lavoro di Rachel Howard, che nel trittico per la mostra da Intragallery alterna e accosta senza ruoli o gerarchie tre momenti e adagi della pittura contemporanea: figurazione, astrazione e la rappresentazione bidimensionale a parete di un oggetto tridimensionale, in questo caso una stampella per vestiti, che ironicamente richiama all’appendiabiti di Trap di Marcel Duchamp. Nel lavoro di Henrietta Labouchere, tre pannelli liberamente ispirati ai tessuti dei kosode e ai paraventi giapponesi del periodo Edo vengono esposti in una sequenza crescente, allineandoli dal basso. Partendo dall'idea degli orli dei kosode, l’artista nella preparazione dei pannelli ha scelto dodici colori tipici dei kimono d'epoca Edo, applicando molti strati di colla di coniglio, dipinti con tonalità tali che alla fine, attraverso un sofisticato processo di levigatura, comparissero piccoli segni come delle cicatrici”.
Perché questo tema? “La simbologia del numero tre è pressoché infinita e riscontrabile nei miti di tutte le civiltà in tutte le latitudini. Tre è considerato il “numero perfetto“, in quanto espressione della Triade o Trinità. È il simbolo spirituale della pianta che allunga i suoi rami (triforcazione) e i Pitagorici lo consideravano sacro perché permette di tracciare il triangolo, figura perfetta”, dice Codognato. “Il Tre, è il prodotto dell’unione tra l’Uno, il principio attivo e il Due, il grembo che accoglie la creazione. Possiamo definirlo il primo prodotto del pensiero che si moltiplica e si espande; racchiude in sé sia il concetto di unione sia quello di espansione”.
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"Pullulat" di Monica Bisogno
09/07/2015 - 15/08/2015
Napoli (NA) - Campania
Inserito da galleria berga
Comunicato
Stampa
MONICA BISOGNO
"Pullulat"
Dal 9 Luglio al 15 Agosto 2015
Inaugurazione: Giovedì 9 Luglio ore 21.00, presso i Castelli di Giulietta e Romeo, Montecchio Maggiore (VI)
Contrà Porton del Luzzo, 16 – Vicenza – www.galleriaberga.it – info@galleriaberga.i
Orari: dal Martedì al Sabato, ore 16.30 – 19.30
Ingresso Libero
“...Monica Bisogno è una ricercatrice attenta e preparata, un’archeologa della sua Essenza che vuol
portare alla luce tesori, reperti nascosti nella psiche, reminiscenze ancestrali e concezioni animiche
inespresse. Ella è artista di volumi e forme dinamiche intimamente connesse al mistero della propria
genesi. E’ coinvolta nel profondo in qualcosa che la sua anima avverte distintamente e che le parole
del linguaggio convenzionale non potrebbero esprimere appieno. Inizia un percorso quasi
meditativo di esplorazione libera, svincolata dai canoni del reale manifesto. Non vi è ragionamento
organizzato in via preliminare o la coazione imposta dal pensiero, tuttavia nulla è lasciato al caso.
Forme levigate, leggere e prive di spigoli, fluttuano con assoluta naturalezza in uno spazio indistinto
che le accoglie, come in un gioco di sospensioni.
Il tratto, deciso ed affermato, vuol restituire anzitutto la consistente concretezza delle masse ed il
continuo sussulto di contrazione ed espansione delle stesse. Nella fase realizzativa la Bisogno vuol
rendere tangibile il suo indefinito sentire. La concretezza prende il posto dell’astrazione...”
Giancarlo Bonomo, testo tratto dal catalogo “Monica Bisogno, “Cardioids, forme sottili oltre il
pensiero”, a cura di Giancarlo Bonomo, ed. La Tipografica srl, 2012
Biografia
Monica Bisogno nasce in Svizzera il 24 maggio del 1972 (Rüti nel Canton Zurigo).
Nel 1987 inizia a Torino il Liceo Artistico Statale per poi concluderlo nella sua città d’origine,
Napoli. Nella capitale partenopea approfondisce le sue nozioni presso l’Accademia di Belle Arti
dove nel 1998 si diploma a pieni voti, ottenendo così la licenza in pittura.
Negli anni successivi il suo debutto professionale la impegna in qualità prima di decoratrice
(laboratorio artigianale “I Re Magi”), in seguito come stuccatrice presso la Napoli Restauri.
Nel 2001 il ritorno in Svizzera. Da questo momento in avanti, Monica intraprende un viaggio che la
porta ad analizzare attraverso la pittura, un paesaggio introspettivo, oltre la pelle, oltre la fisicità del
corpo. Non abbandona mai del tutto il linguaggio figurativo, ma sviluppa un codice di forme e
colori che la contraddistingue sempre più.
Finalmente nel 2012, l’incontro con Marina Reina, che diventa sua manager e che la presenta a
Giancarlo Bonomo, critico raffinato e innovativo, conosciuto nell’ambiente artistico e presso la
Biennale di Venezia. Nel 2013 esce la prima pubblicazione “CARDIOIDS, forme sottili oltre lo
spazio”, curata da Bonomo, che viene presentata per la prima volta a Trieste, durante la mostra
omonima. Impegnata quotidianamente nel suo atelier, Monica continua la sua ricerca artistica.
SEGNI TANGIBILI 2
28/10/2017 - 25/11/2017
Napoli (NA) - Campania
La mostra collettiva SEGNI TANGIBILI 2, promossa dall’Associazione culturale INTENTART e curata dalla dott.ssa Simona Pasquali, segue un filone materico-informale e ha l’obiettivo di promuove l’incontro e la relazione tra modi diversi di fare arte, allo scopo di creare un “tracciato” di conoscenze, opinioni ed esperienze.
Si svolgerà dal 28 Ottobre al 25 Novembre 2017, presso lo Spazio Martucci 56 di Napoli.