Evento: Silvio Vigliaturo, La via del vetro
08/04/2017 - 27/08/2017
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Data di inserimento: 22/03/2017 - 9:56
Luogo: Colle Val d'Elsa (SI) () -
Data di inizio: 08/04/2017
Data di fine 27/08/2017
Descrizione
Sculture oltre la semplice tridimensionalità plastica, alleanza tra masse e colori, riverberi e trasparenze. Il Museo del Cristallo di Colle di Val d’Elsa (Si) ospita, dall’8 aprile al 27 agosto 2017, “La via del vetro” di Silvio Vigliaturo, artista e maestro del vetro riconosciuto a livello internazionale.
La mostra, curata da Boris Brollo e Francesca Mirabelli Giordano, è promossa dal Museo del Cristallo e da ODE Oesum Digital Exhibition, con il patrocinio del Comune di Colle di Val d’Elsa e della sezione italiana dell’AIAP Unesco, nonché di alcuni dei musei in cui Vigliaturo ha esposto in passato: Erezt Israel Museum di Tel Aviv, Hsinchu City Glass-Museum, Museo dell’Arte Vetraria Altarese, Museo Civico di Sansepolcro, Muzeum Karkonoskie di Jelenia Gora, OMA Orlando Museum of Art.
L’inaugurazione si terrà sabato 8 aprile, alle ore 18.00, alla presenza di Paolo Canocchi (Sindaco del Comune di Colle di Val d’Elsa), Anna Maria Cotoloni (Assessore alla Cultura del Comune di Colle di Val d’Elsa) e Tommaso Vannini (Direttore del Museo del Cristallo), dell’artista e dei curatori.
L’esposizione s’intitola “La via del vetro” in riferimento al percorso che, negli ultimi vent’anni, ha portato Silvio Vigliaturo dallo studio-bottega di Chieri (To) ai principali musei d’arte vetraria in Europa, Asia e Stati Uniti. Ogni tappa ha segnato un momento di crescita, un nuovo modo di trattare il vetro perché, come scrive Boris Brollo, «l’artista opera una sfida continua con se stesso nella tensione al miglioramento dell’uso della materia e al controllo dell’atto creativo finale, attorniato dai suoi schizzi di luce dati dal vetro, dalle sue luccicanze mistiche, dai suoi segni cabalistici, dai suoi scudi facciali che fluenti riportano i cromatismi segnici assieme al suo sorriso».
In mostra, oltre venti sculture di grandi dimensioni, sinuose e variopinte, in dialogo con l’estrema trasparenza che caratterizza gli oggetti di cristallo presenti nelle collezioni del museo. Una sequenza di corpi e di volti ridotti a lineamenti essenziali, ma arricchiti dalla flessuosità del segno che ne traccia le sagome e dai colori vibranti che le riempiono. Il segno, origine e matrice del procedimento creativo di Silvio Vigliaturo, trova nella scultura la sua naturale destinazione, sorprendendo per le infinite possibilità di traduzione tridimensionale.
Le tematiche trattate dall’artista – spiega Francesca Mirabelli Giordano – sono di grande attualità, «perché connaturate alla specie umana e alla sua evoluzione: maternità, musica, mescolanza. In ciascuno degli aspetti, l’artista fa rivivere allegoricamente un’idea della complessità sociale escatologicamente positiva, in quanto finalizzata ad una sintesi creativa; una sorta di processo dialettico hegeliano, che vede nella sintesi il superamento dei contrari ed il conseguimento di un risultato evolutivo: nella musica, l’armonia; nella maternità, la nuova vita; nella mescolanza, quell’intreccio etnico-culturale che caratterizza le società nuove, in un costante riproporsi anche dell’antico».
«L’Antichità Classica – conclude Anselmo Villata – era colore, vivacità e pienezza estetica: aspetti che il nostro protagonista elabora in chiave contemporanea andando oltre i classici materiali e plasmando le sue opere attraverso il vetro».
Il percorso espositivo è completato da un video sul lavoro dell’artista, realizzato da Piero Muscari Comunicazione.
La personale sarà visitabile da martedì a domenica ore 10.00-13.30 e 14.00-18.30, chiuso il lunedì. Ingresso Euro 4.00, ridotto Euro 2.50. Accesso gratuito in occasione del vernissage. Catalogo Priuli & Verlucca, 2017.
Per informazioni: tel. 0577 924135, info@museodelcristallo.it, www.museodelcristallo.it. Per approfondimenti sul lavoro di Silvio Vigliaturo: info@silviovigliaturo.it, www.silviovigliaturo.it
Silvio Vigliaturo (Acri, 1949) è artista e maestro del vetro. Dalle prime esposizioni, nel ‘77, sino alla partecipazione alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia, il percorso artistico di Vigliaturo si presenta in costante evoluzione. Il disegno, il dipinto, il vetro, l’acciaio, la terra cotta sono tutti trattati allo stesso tempo come materia e come scelta ideologica.
Altri eventi dell'inserzionista
Carmen Panciroli, Omnia Vanitas
24/11/2017 - 24/12/2017
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
La mostra personale di Carmen Panciroli, “Omnia Vanitas”, allestita dal 24 novembre al 24 dicembre 2017 negli spazi di Phidias Antiques a Reggio Emilia (Via Roma, 22/A), trae il titolo dalla locuzione latina “Vanitas vanitatum et omnia vanitas”, presente nel libro dell’Ecclesiaste.
In un gioco di rimandi tra passato e presente, l’artista riprende uno dei generi pittorici maggiormente diffuso nel ‘600 – quello della vanitas – proponendo, attraverso un sapiente uso dell’olio, steso per velature successive, una riflessione sulla società in cui viviamo.
Si intende, infatti, per vanitas, una natura morta arricchita da elementi simbolici (in primo luogo il teschio) che alludono alla caducità della vita, costituendo anche una sorta di ammonimento, di memento mori, un inno a cogliere l’attimo, a coltivare le proprie passioni e illusioni, a vivere pienamente nella consapevolezza della propria mortalità.
La mostra, curata da Antonio e Luca Esposito, presenta dodici opere ad olio su tela di lino di piccole e medie dimensioni, tutte realizzate nel 2017 e mai esposte prima, unitamente ad un disegno a sanguigna su marmo. Il percorso espositivo è completato, inoltre, da tre tele riferibili al 2015.
«Con questo ciclo di opere, scrive Agnese Spinelli nel testo in catalogo, Carmen Panciroli recupera la tradizione simbolica e metafisica delle Vanitates secentesche, riattualizzandola in un gioco che ravviva il tema più classico d’ogni arte – la mortalità – attraverso la composizione di oggetti contemporanei e antichi, quasi a voler ricordare, in un mondo in frenetico movimento, che ciò che rimane dell’uomo ha sempre a che fare con l’arte e la bellezza, ma anche con il vizio e i demoni. […] Con “Omnia Vanitas” l’artista raccoglie le suggestioni della sua intera produzione per mettere in mostra la vita. Ma non, come appare a un primo sguardo, le vite ormai perdute dei soggetti dei quadri, quanto quella dell’artista stessa, in un ammiccante solipsismo sospeso tra severità e condiscendenza, intransigenza e tolleranza, colpa e malizia».
Come spiega l’artista, «l’interesse per il tema della vanitas ha origini lontane: da un lato il legame con l’antiquariato, nell’ambito del quale ho operato professionalmente per molti anni, dall’altro la formazione pittorica sui maestri del passato, e ancora il confronto con il cranio umano, elemento imprescindibile per chi svolge attività di ritrattista».
La personale, che sarà inaugurata venerdì 24 novembre 2017, alle ore 17.00, in occasione della festa patronale di San Prospero, sarà visitabile fino al 24 dicembre 2017, da lunedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.30-19.30, domenica ore 16.30-19.30. Ingresso libero. Catalogo disponibile in galleria con testi di Agnese Spinelli. Per informazioni: tel. 0522 436875, cell. 339 4774065 / 335 8125486, info@phidiasantiques.com, www.phidiasantiques.com.
Carmen Panciroli nasce a Scandiano (RE) nel 1952. Diplomata all’Istituto Magistrale, affronta la pittura da autodidatta, esercitandosi nella copia dei grandi maestri dell’antichità. Si dedica successivamente all’arte del ritratto, nella quale si distingue per la calibrata distribuzione dei volumi, la scelta cromatica, la perfezione accademica del disegno e lo studio accurato dell’anatomia. Prende parte a numerose esposizioni personali e collettive, ultime delle quali “Sotto la pelle” (Sala mostre del Comune, Rubiera, 2006), “Carmen Panciroli” (Palazzo Vecchio al Mauriziano, Reggio Emilia, 2006), “Ali di farfalla” (Galleria d’Arte Metamorfosi, Reggio Emilia, 2009), “Attimi di colore” (Dogana Veneta, Lazise, 2011), “Magnifica Ossessione” (Spazio Vetrina Piazza Prampolini, Reggio Emilia, 2012), “AEmilia Art Quake”(Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia, 2012), “...Veneri e Adoni” (Torre dell'Orologio, Castellarano, 2012), “Nella casa dell’Ariosto” (Il Mauriziano, Reggio Emilia, 2013), “Carmen Panciroli” (Spazio ART È, Reggio Emilia, 2013), “Immagina Ariosto” (Il Mauriziano, Reggio Emilia, 2014), “Donne e Motori. Storie di gioie tra grandi dolori” (Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia, 2015), “Dialoghi inconsueti” (Galleria 8,75 Artecontemporanea, Reggio Emilia, 2017). Oltre alla pittura, si è dedicata anche alla realizzazione di mosaici, tromp l’oeil e nuove linee di prodotti (Live, Gli Intarsi Preziosi) per un’importante ditta del comprensorio sassolese della ceramica. Vive e lavora a Bagno di Reggio Emilia.
Aperta nel 1976 a Reggio Emilia da Antonio e Claudio Esposito, la galleria Phidias è specializzata in arredi neoclassici, pittura e scultura europea del XVIII e XIX secolo. Dal 1988 al 1998 alla sede reggiana si affianca uno spazio milanese, nel quale si tengono varie esposizioni tematiche (pittura orientalista del XIX secolo, candelabri francesi del periodo della Rivoluzione , scultura del XIX secolo). Alle fine degli anni ’90 si sceglie di privilegiare ed ingrandire la sede di Reggio Emilia con l’apertura di un nuovo showroom in un palazzo nobiliare del centro storico. Phidias partecipa a diverse mo
Provocators. Capolavori dell’astrazione italiana
13/02/2016 - 03/03/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Dopo il successo riscosso ad “Arte Fiera”, la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia (Viale dei Mille, 44/B) presenta, dal 13 febbraio al 3 marzo 2016, “Provocators. Capolavori dell’astrazione italiana”, con opere di Salvatore Scarpitta, Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e Getulio Alviani.
L’esposizione, che prende il nome da un capolavoro di Achille Perilli (“Provocators”, 1957), propone un’interessante incursione nel panorama dell’astrazione italiana, dallo storicizzato ai giorni nostri, attraverso alcuni nomi-chiave.
Una mostra essenziale con opere selezionate di autori che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea italiana. Accanto a questi, anche i lavori di alcuni artisti che si stanno imponendo all’attenzione del grande pubblico e che la Galleria de’ Bonis ha già trattato, come Giuseppe Amadio e Umberto Mariani.
Storia e contemporaneità si affiancano in un discorso per immagini.
Salvatore Scarpitta, genio dell’astrazione italiana, scoperto nientemeno che da Leo Castelli, che sarà a lungo il suo gallerista di riferimento e che gli organizzerà una decina di personali, è presente in mostra con un’opera pittorica del 1949 sui toni del grigio e del nero.
Piero Dorazio che, fin dal 1945, ha contribuito all’affermazione dell’astrattismo in Italia benché in una prima fase avesse aderito al realismo socialista e fosse uno dei frequentatori dello studio di Guttuso. Nel 1947 è fra i firmatari del manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una tecnica mista su carta intelata del 1957.
Achille Perilli, un altro dei membri fondatori del gruppo Forma 1. L’artista è presente in mostra con un’interessante opera di grande formato del 1957, che presta il nome alla mostra stessa e fa parte della serie “Fumetti” nella quale le rigorose geometrie che lo caratterizzano si stemperano in forme morbide e colori più tenui.
Antonio Sanfilippo, uno degli artisti più importanti dell'arte italiana ed europea del secondo dopoguerra, partecipa alla Biennale del 48 e a quelle del 1954 e del 1964. Anch’egli aderisce al formalismo e firma il manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una delle prime opere del gruppo: un pezzo del 1948.
La Galleria de’ Bonis, che identifica le proprie scelte artistiche nella figurazione italiana, non è nuova ad aperture ad altri ambiti di ricerca. Accanto ai “mostri sacri” dell’astrazione italiana – Scarpitta, Dorazio, Perilli, Sanfilippo – sono stati accostati tre artisti contemporanei sulla cresta dell’onda: Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e, a sorpresa, Getulio Alviani, presente con due piccoli “gioielli” che brillano fra tutti come scelta inconsueta. I tre rappresentano la nuova frontiera dell’astrazione e sviluppano il discorso pittorico dei loro predecessori attraverso le estroflessioni (Amadio) e i nuovi materiali come il piombo (Mariani) e l’alluminio (Alviani).
La mostra, sarà visitabile fino al 3 marzo 2016, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Per informazioni: tel. 0522 580605, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.

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Dosson Di Casier (TV)
Inserito da Elena Izzo
Mostra d'arte contemporanea, tenuta presso Palazzo Nervi, a Savona, col patrocinio della circolo culturale VaraggioArt, di Varazze.