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Evento: An Eye Wide Open
21/01/2017 - 18/02/2017
Dettagli
Data di inserimento: | 16/01/2017 - 16:59 |
Luogo: | Napoli (NA) - Campania |
Data di inizio: | 21/01/2017 |
Data di fine | 18/02/2017 |
Descrizione
An Eye Wide Open
DEVIN KOVACH
a cura di
Pia Candinas
Dal 21 gennaio 2017 al 18 febbraio 2017
Intragallery, Napoli
Opening
Sabato 21 gennaio 2017
Dalle ore 11.00 alle 13.30
NAPOLI - La galleria d’arte contemporanea Intragallery di Napoli ha il piacere di annunciare il secondo appuntamento della serie di mostre “Giovani artisti americani in Italia”, presentando il lavoro di Devin Kovach, "An eye wide open". La mostra, curata da Pia Candinas, sarà inaugurata presso Intragallery, in via Cavallerizza a Chiaia 57, il 21 gennaio 2017 alle 11.00, e rimarrà aperta fino al 18 febbraio 2017.
L'artista ha trasformato lo spazio della galleria in un'installazione che manipola la luce dirigendo la nostra attenzione verso proiezioni filmiche, stampe, disegni, fotografie e oggetti tridimensionali. Un piccolo modello di un panorama arrotondato ci ricorda che il nostro campo visivo è in realtà l’interno di una sfera, dal cui centro noi guardiamo verso l’esterno.
La rappresentazione bidimensionale è resa possibile dal posizionamento di un piano (“picture plane”) che serve ad appiattire un piccolo ritaglio in un’ampia sfera. Tracciando un paesaggio su una lastra di plexiglas con un attrezzo fatto in casa, Devin crea un’immagine unica per un occhio diretto lungo una determinata linea visiva attraverso quella specifica finestra.
Utilizzando materiali semplici e un equipaggiamento rudimentale secondo lo spirito del fai da te, dimostra che nessuna realtà oggettiva e classica può esistere al di fuori dell'esperienza-corpo registrata in un istante spaziale e temporale particolare. Il suo lavoro mostra anche come uno specifico punto di osservazione riveli la soggettività ed evenienza nell'esperienza umana.
Le parole dell’artista, che vive e lavora a Roma: “... E' noioso e scomodo. L’occhio comincia a bagnarsi di lacrime sotto lo sforzo di una prolungata messa a fuoco. L’inspirazione e l’espirazione o una casuale brezza o una folata di vento sono sufficienti a far perdere il punto di osservazione e a dover ricominciare la procedura da capo. Ciò nondimeno, quando l’occhio si distoglie e l’osservatore si allontana, rimane sulla lastra una trascrizione delle particolari condizioni spaziali del punto di osservazione dal quale si stava guardando”.
Kovach è affascinato dal modo in cui la luce rende le forme visibili nello spazio. Al contrario dei suoi disegni, che utilizzano il linguaggio astratto e "spirituale" della linea, le sue stampe fotografiche di semplici oggetti e di spazi interni, resi entrambi visibili e quasi invisibili da una luce accecante ed obliqua, si basano sul blu chiaroscuro della antica tecnica della cianotipo. Il sorprendente risultato è assicurato dal contrasto tra le cose reali e solide catturate dalla fotocamera in un momento reale del tempo-spazio, e l’astratta tensione ottenuta attraverso una composizione classica, quasi costruttivista.
Nato nel 1987 a Tuba City, Arizona, Devin Kovach ha concluso il suo Master of Fine Arts presso la Tyler School of Art, Temple University di Filadelfia e di Roma. Dal 2015 insegna incisione e disegno presso la Temple University a Roma. I suoi lavori sono stati esibiti sia in Italia che negli Stati Uniti; ha ricevuto diverse borse di studio e di ricerca, incluse quelle presso l’Anderson Ranch in Colorado, la Kala Art Insitute of California, il Printmaking Centre in New Jersey, e infine l’Officina Stamperia del Notaio in Tusa, Sicilia.
DEVIN KOVACH
a cura di
Pia Candinas
Dal 21 gennaio 2017 al 18 febbraio 2017
Intragallery, Napoli
Opening
Sabato 21 gennaio 2017
Dalle ore 11.00 alle 13.30
NAPOLI - La galleria d’arte contemporanea Intragallery di Napoli ha il piacere di annunciare il secondo appuntamento della serie di mostre “Giovani artisti americani in Italia”, presentando il lavoro di Devin Kovach, "An eye wide open". La mostra, curata da Pia Candinas, sarà inaugurata presso Intragallery, in via Cavallerizza a Chiaia 57, il 21 gennaio 2017 alle 11.00, e rimarrà aperta fino al 18 febbraio 2017.
L'artista ha trasformato lo spazio della galleria in un'installazione che manipola la luce dirigendo la nostra attenzione verso proiezioni filmiche, stampe, disegni, fotografie e oggetti tridimensionali. Un piccolo modello di un panorama arrotondato ci ricorda che il nostro campo visivo è in realtà l’interno di una sfera, dal cui centro noi guardiamo verso l’esterno.
La rappresentazione bidimensionale è resa possibile dal posizionamento di un piano (“picture plane”) che serve ad appiattire un piccolo ritaglio in un’ampia sfera. Tracciando un paesaggio su una lastra di plexiglas con un attrezzo fatto in casa, Devin crea un’immagine unica per un occhio diretto lungo una determinata linea visiva attraverso quella specifica finestra.
Utilizzando materiali semplici e un equipaggiamento rudimentale secondo lo spirito del fai da te, dimostra che nessuna realtà oggettiva e classica può esistere al di fuori dell'esperienza-corpo registrata in un istante spaziale e temporale particolare. Il suo lavoro mostra anche come uno specifico punto di osservazione riveli la soggettività ed evenienza nell'esperienza umana.
Le parole dell’artista, che vive e lavora a Roma: “... E' noioso e scomodo. L’occhio comincia a bagnarsi di lacrime sotto lo sforzo di una prolungata messa a fuoco. L’inspirazione e l’espirazione o una casuale brezza o una folata di vento sono sufficienti a far perdere il punto di osservazione e a dover ricominciare la procedura da capo. Ciò nondimeno, quando l’occhio si distoglie e l’osservatore si allontana, rimane sulla lastra una trascrizione delle particolari condizioni spaziali del punto di osservazione dal quale si stava guardando”.
Kovach è affascinato dal modo in cui la luce rende le forme visibili nello spazio. Al contrario dei suoi disegni, che utilizzano il linguaggio astratto e "spirituale" della linea, le sue stampe fotografiche di semplici oggetti e di spazi interni, resi entrambi visibili e quasi invisibili da una luce accecante ed obliqua, si basano sul blu chiaroscuro della antica tecnica della cianotipo. Il sorprendente risultato è assicurato dal contrasto tra le cose reali e solide catturate dalla fotocamera in un momento reale del tempo-spazio, e l’astratta tensione ottenuta attraverso una composizione classica, quasi costruttivista.
Nato nel 1987 a Tuba City, Arizona, Devin Kovach ha concluso il suo Master of Fine Arts presso la Tyler School of Art, Temple University di Filadelfia e di Roma. Dal 2015 insegna incisione e disegno presso la Temple University a Roma. I suoi lavori sono stati esibiti sia in Italia che negli Stati Uniti; ha ricevuto diverse borse di studio e di ricerca, incluse quelle presso l’Anderson Ranch in Colorado, la Kala Art Insitute of California, il Printmaking Centre in New Jersey, e infine l’Officina Stamperia del Notaio in Tusa, Sicilia.
Altri eventi dell'inserzionista
Conversazioni Cromatiche su Napoli, incontro con Dalisi
19/04/2017 - 19/04/2017
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
Riccardo Dalisi, architetto e designer napoletano, due volte Compasso d’Oro, è il secondo protagonista delle Conversazioni Cromatiche su Napoli, ideate e curate da Benedetta de Falco e ospitate nella sede della galleria per le arti contemporanee Intragallery (via Cavallerizza a Chiaia 57, interno cortile, Napoli). L’appuntamento è per domani, mercoledì 19 aprile, alle ore 18.30. I colori scelti da Dalisi per raccontare Napoli sono il giallo ed il rosso. La Conversazione sarà supportata da immagini.
Nelle Conversazioni Cromatiche su Napoli, la città diventa centrale e raccontata attraverso il pretesto del colore. Ciascuno si racconta e racconta il proprio rapporto con Napoli, ciascuno ha con la città un proprio dialogo interiore che viene messo in luce e condiviso durante l’incontro. Gli incontri sono pubblici e gratuiti.
La terza stagione aperta dal francese Sylvain Bellenger, Direttore del Museo Nazionale di Capodimonte, dopo Dalisi vedrà protagonista il friulano Renato Quaglia, direttore della Fondazione Foqus Quartieri Spagnoli (maggio 2017).
Con il Patrocinio Morale del Comune di Napoli, che assegna al ciclo d’incontri un valore di interesse e di particolare attenzione, le Conversazioni Cromatiche hanno visto negli anni protagonisti: Franco Arminio (scrittore e poeta), Maurizio de Giovanni (scrittore), Mauro Giancaspro (bibliofilo), Paolo Giulierini (Direttore del Mann), Lorenzo Marone (scrittore), Aldo Masullo (filosofo), Giovanna Mozzillo (scrittice) e Pietro Treccagnoli (giornalista).
Nelle Conversazioni Cromatiche su Napoli, la città diventa centrale e raccontata attraverso il pretesto del colore. Ciascuno si racconta e racconta il proprio rapporto con Napoli, ciascuno ha con la città un proprio dialogo interiore che viene messo in luce e condiviso durante l’incontro. Gli incontri sono pubblici e gratuiti.
La terza stagione aperta dal francese Sylvain Bellenger, Direttore del Museo Nazionale di Capodimonte, dopo Dalisi vedrà protagonista il friulano Renato Quaglia, direttore della Fondazione Foqus Quartieri Spagnoli (maggio 2017).
Con il Patrocinio Morale del Comune di Napoli, che assegna al ciclo d’incontri un valore di interesse e di particolare attenzione, le Conversazioni Cromatiche hanno visto negli anni protagonisti: Franco Arminio (scrittore e poeta), Maurizio de Giovanni (scrittore), Mauro Giancaspro (bibliofilo), Paolo Giulierini (Direttore del Mann), Lorenzo Marone (scrittore), Aldo Masullo (filosofo), Giovanna Mozzillo (scrittice) e Pietro Treccagnoli (giornalista).
Intragallery presenta Three Triptychs
29/09/2016 - 12/11/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Marco Caiazzo
La galleria per le arti contemporanee Intragallery presenta Three Triptychs, mostra a cura di Mario Codognato, visitabile dal 29 settembre al 12 novembre 2016 presso la sede di via Cavallerizza a Chiaia. Inaugurazione giovedì 29 settembre alle ore 19.00 alla presenza degli artisti che espongono: David Batchelor, Rachel Howard, Henrietta Labouchere. I tre britannici presenteranno tre variazioni sul tema della tradizione compositiva del trittico: a confronto generazioni e percorsi diversi, legati però da un’interpretazione critica del medium pittorico, rivisitato in chiave architettonica e tridimensionale.
Dal testo critico del curatore della mostra, Mario Codognato: “Il lavoro di David Batchelor si focalizza sul rapporto con il colore generato dell'ambiente urbano e sottolineato da come lo vediamo e reagiamo alle sollecitazioni fisiche e psicologiche nell’era tecnologica in cui viviamo. Nel trittico per la mostra di Intragallery l’artista ha raccolto una serie di vecchi light boxes, di quelli che in genere pubblicizzano negozi e ristoranti, li ha ripuliti e montati in modo da formare delle installazioni verticali. I colori provenienti dai light boxes si riflettono contro la parete e il pubblico li percepisce vedono solo attraverso il loro riflesso. Un tramonto artificiale e sublime al contempo. La potenzialità visiva e psicologica del colore caratterizza anche il lavoro di Rachel Howard, che nel trittico per la mostra da Intragallery alterna e accosta senza ruoli o gerarchie tre momenti e adagi della pittura contemporanea: figurazione, astrazione e la rappresentazione bidimensionale a parete di un oggetto tridimensionale, in questo caso una stampella per vestiti, che ironicamente richiama all’appendiabiti di Trap di Marcel Duchamp. Nel lavoro di Henrietta Labouchere, tre pannelli liberamente ispirati ai tessuti dei kosode e ai paraventi giapponesi del periodo Edo vengono esposti in una sequenza crescente, allineandoli dal basso. Partendo dall'idea degli orli dei kosode, l’artista nella preparazione dei pannelli ha scelto dodici colori tipici dei kimono d'epoca Edo, applicando molti strati di colla di coniglio, dipinti con tonalità tali che alla fine, attraverso un sofisticato processo di levigatura, comparissero piccoli segni come delle cicatrici”.
Perché questo tema? “La simbologia del numero tre è pressoché infinita e riscontrabile nei miti di tutte le civiltà in tutte le latitudini. Tre è considerato il “numero perfetto“, in quanto espressione della Triade o Trinità. È il simbolo spirituale della pianta che allunga i suoi rami (triforcazione) e i Pitagorici lo consideravano sacro perché permette di tracciare il triangolo, figura perfetta”, dice Codognato. “Il Tre, è il prodotto dell’unione tra l’Uno, il principio attivo e il Due, il grembo che accoglie la creazione. Possiamo definirlo il primo prodotto del pensiero che si moltiplica e si espande; racchiude in sé sia il concetto di unione sia quello di espansione”.
Dal testo critico del curatore della mostra, Mario Codognato: “Il lavoro di David Batchelor si focalizza sul rapporto con il colore generato dell'ambiente urbano e sottolineato da come lo vediamo e reagiamo alle sollecitazioni fisiche e psicologiche nell’era tecnologica in cui viviamo. Nel trittico per la mostra di Intragallery l’artista ha raccolto una serie di vecchi light boxes, di quelli che in genere pubblicizzano negozi e ristoranti, li ha ripuliti e montati in modo da formare delle installazioni verticali. I colori provenienti dai light boxes si riflettono contro la parete e il pubblico li percepisce vedono solo attraverso il loro riflesso. Un tramonto artificiale e sublime al contempo. La potenzialità visiva e psicologica del colore caratterizza anche il lavoro di Rachel Howard, che nel trittico per la mostra da Intragallery alterna e accosta senza ruoli o gerarchie tre momenti e adagi della pittura contemporanea: figurazione, astrazione e la rappresentazione bidimensionale a parete di un oggetto tridimensionale, in questo caso una stampella per vestiti, che ironicamente richiama all’appendiabiti di Trap di Marcel Duchamp. Nel lavoro di Henrietta Labouchere, tre pannelli liberamente ispirati ai tessuti dei kosode e ai paraventi giapponesi del periodo Edo vengono esposti in una sequenza crescente, allineandoli dal basso. Partendo dall'idea degli orli dei kosode, l’artista nella preparazione dei pannelli ha scelto dodici colori tipici dei kimono d'epoca Edo, applicando molti strati di colla di coniglio, dipinti con tonalità tali che alla fine, attraverso un sofisticato processo di levigatura, comparissero piccoli segni come delle cicatrici”.
Perché questo tema? “La simbologia del numero tre è pressoché infinita e riscontrabile nei miti di tutte le civiltà in tutte le latitudini. Tre è considerato il “numero perfetto“, in quanto espressione della Triade o Trinità. È il simbolo spirituale della pianta che allunga i suoi rami (triforcazione) e i Pitagorici lo consideravano sacro perché permette di tracciare il triangolo, figura perfetta”, dice Codognato. “Il Tre, è il prodotto dell’unione tra l’Uno, il principio attivo e il Due, il grembo che accoglie la creazione. Possiamo definirlo il primo prodotto del pensiero che si moltiplica e si espande; racchiude in sé sia il concetto di unione sia quello di espansione”.
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Mostra personale di pittura “Oltre l’incanto”, dell’artista Daniela Gherardo
07/05/2016 - 30/05/2016
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Eleonora Rossi
Inaugurazione della mostra personale di pittura “Oltre l’incanto”, dell’artista Daniela Gherardo, presso la galleria Maison d’Art, via Cesare Battisti 77, Padova, sabato 7 maggio alle ore 17,30.
Daniela Gherardo nasce a Padova nel 1963 ,dove attualmente vive e lavora.
Si diploma all' Istituto d' Arte con specializzazione in Arte del Tessuto e frequenta successivamente la Facoltà di Lettere e Filosofia con indirizzo artistico.
Muove quindi i primi passi nel mondo della grafica pubblicitaria , coltivando il gusto per il disegno e la sperimentazione attraverso il colore .
Pur lavorando nell' azienda di famiglia si dedica all' arte nei suoi vari aspetti ,scrive poesie e insegna alcuni anni in un istituto per non vedenti, dirigendo corsi di tessitura e decorazione. Questa significativa esperienza umana la spinge poi a diplomarsi in Ottica e Optometria, affiancando la sua esperienza professionale alla passione per il meccanismo della visione e la colorimetrica.
L' eclettismo tecnico delle sue creazioni si affianca ad una componente spirituale molto radicata e forte , costantemente presente nei suoi lavori ,come anche l'indagine sula psiche e l' interesse e l' apertura verso nuovi orizzonti culturali.
La sua ricerca si sposta di volta in volta sui materiali più vari come: vetro ,plexiglass ,tela ,seta ,tessuto, sughero ,ceramica per mosaico ,metalli come il rame ,ottone ,gemme e pietre naturali ,inserti in legno....
Di essi sperimenta le potenzialità espressive e le possibilità realizzative in rapporto ad una determinata e sempre nuova urgenza creativa.
Non si può circoscrivere quindi il lavoro dell 'artista rapportandolo ad un unico genere,ne volendo ricondurlo ad un univoco procedimento tecnico.
Di grande rilevanza gli effetti ottici ,cromatici e luministici dei materiali, delle forme e delle composizioni.
L'interesse per le figure geometriche impossibili ,l' arte concettuale ,l'arte astratta , influenzano le sue forme a volte sinuose ,avvolgenti oppure asciutte ed appuntite ,tutte mediate però da una visione onirica e sognante.
Il colore segue l' emozione delle forme ,appropriandosi dello spazio ,che può essere rarefatto ,sfumato o pieno e suadente ,con risultati spesso lirici.
L' arte per Daniela Gherardo è un processo interiore che si costruisce e si struttura attraverso gioia e sofferenza, un esame che vede il suo fulcro motivazionale nell' esigenza di comunicazione ,di svelamento e manifestazione.
Negli ultimi due anni esegue opere basate su progetti emozionali realizzati attraverso lo studio di resine ,medium ,vernici con accostamenti non convenzionali .
Ha partecipato a varie mostre :
Novembre 2014: Arte Fiera di Padova
Dicembre 2014: Arte Fiera di Piacenza con galleria Passepartout di Milano
Febbraio 2015 :Mostra presso Pinacoteca d Arte Moderna "Le porte di Napoli con l' Associazione" Napoli Nostra " .
Maggio 2015 : Romart -Biennale Internazionale di Arte e Cultura di Roma
Luglio 2015 : Mostra " Arte a palazzo " presso Galleria Farini di Bologna .
Settembre 2015 :Mostra " Arte a palazzo" presso Galleria Farini di Bologna.
Novembre 2015: Arte Fiera di Padova con galleria Queen Art di Padova.
Dicembre 2015 :Mostra " Artisti per il giubileo "presso Palazzo Pontificio Maffei Marescotti, La Pigna, Roma
Marzo 2016 : Art Venice- Rassegna nazionale con galleria Maison d ' Art
Aprile 2016 : Rassegna Nazionale città di Este
Aprile 2016 : Biennale di Padova a Villa Breda
La mostra resterà visitabile fino al 30 maggio in orario: lunedì - sabato 17,00 – 19,00.
Ingresso libero.
Per informazioni e contatti:
Daniela Gherardo
danighera@yahoo.it
Daniela Gherardo nasce a Padova nel 1963 ,dove attualmente vive e lavora.
Si diploma all' Istituto d' Arte con specializzazione in Arte del Tessuto e frequenta successivamente la Facoltà di Lettere e Filosofia con indirizzo artistico.
Muove quindi i primi passi nel mondo della grafica pubblicitaria , coltivando il gusto per il disegno e la sperimentazione attraverso il colore .
Pur lavorando nell' azienda di famiglia si dedica all' arte nei suoi vari aspetti ,scrive poesie e insegna alcuni anni in un istituto per non vedenti, dirigendo corsi di tessitura e decorazione. Questa significativa esperienza umana la spinge poi a diplomarsi in Ottica e Optometria, affiancando la sua esperienza professionale alla passione per il meccanismo della visione e la colorimetrica.
L' eclettismo tecnico delle sue creazioni si affianca ad una componente spirituale molto radicata e forte , costantemente presente nei suoi lavori ,come anche l'indagine sula psiche e l' interesse e l' apertura verso nuovi orizzonti culturali.
La sua ricerca si sposta di volta in volta sui materiali più vari come: vetro ,plexiglass ,tela ,seta ,tessuto, sughero ,ceramica per mosaico ,metalli come il rame ,ottone ,gemme e pietre naturali ,inserti in legno....
Di essi sperimenta le potenzialità espressive e le possibilità realizzative in rapporto ad una determinata e sempre nuova urgenza creativa.
Non si può circoscrivere quindi il lavoro dell 'artista rapportandolo ad un unico genere,ne volendo ricondurlo ad un univoco procedimento tecnico.
Di grande rilevanza gli effetti ottici ,cromatici e luministici dei materiali, delle forme e delle composizioni.
L'interesse per le figure geometriche impossibili ,l' arte concettuale ,l'arte astratta , influenzano le sue forme a volte sinuose ,avvolgenti oppure asciutte ed appuntite ,tutte mediate però da una visione onirica e sognante.
Il colore segue l' emozione delle forme ,appropriandosi dello spazio ,che può essere rarefatto ,sfumato o pieno e suadente ,con risultati spesso lirici.
L' arte per Daniela Gherardo è un processo interiore che si costruisce e si struttura attraverso gioia e sofferenza, un esame che vede il suo fulcro motivazionale nell' esigenza di comunicazione ,di svelamento e manifestazione.
Negli ultimi due anni esegue opere basate su progetti emozionali realizzati attraverso lo studio di resine ,medium ,vernici con accostamenti non convenzionali .
Ha partecipato a varie mostre :
Novembre 2014: Arte Fiera di Padova
Dicembre 2014: Arte Fiera di Piacenza con galleria Passepartout di Milano
Febbraio 2015 :Mostra presso Pinacoteca d Arte Moderna "Le porte di Napoli con l' Associazione" Napoli Nostra " .
Maggio 2015 : Romart -Biennale Internazionale di Arte e Cultura di Roma
Luglio 2015 : Mostra " Arte a palazzo " presso Galleria Farini di Bologna .
Settembre 2015 :Mostra " Arte a palazzo" presso Galleria Farini di Bologna.
Novembre 2015: Arte Fiera di Padova con galleria Queen Art di Padova.
Dicembre 2015 :Mostra " Artisti per il giubileo "presso Palazzo Pontificio Maffei Marescotti, La Pigna, Roma
Marzo 2016 : Art Venice- Rassegna nazionale con galleria Maison d ' Art
Aprile 2016 : Rassegna Nazionale città di Este
Aprile 2016 : Biennale di Padova a Villa Breda
La mostra resterà visitabile fino al 30 maggio in orario: lunedì - sabato 17,00 – 19,00.
Ingresso libero.
Per informazioni e contatti:
Daniela Gherardo
danighera@yahoo.it
Lo spettacolo dell'arte
20/02/2016 - 27/02/2016
Dosson Di Casier (TV)
Inserito da Elena Izzo
Mostra d'arte contemporanea, tenuta presso Palazzo Nervi, a Savona, col patrocinio della circolo culturale VaraggioArt, di Varazze.