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Evento: Bonzanos Art Group, Uniti da un filo
01/10/2016 - 30/10/2016
Dettagli
Data di inserimento: | 19/09/2016 - 18:25 |
Luogo: | Cantù () - |
Data di inizio: | 01/10/2016 |
Data di fine | 30/10/2016 |
Descrizione
Il Museo del Legno Riva 1920 di Cantù (CO) ospita, dal 1 al 30 ottobre 2016, la mostra di Stefano, Elisa e Davide Bonzano, alias Bonzanos Art Group, curata da Elena e Marika Riva in collaborazione con la Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia.
Organizzata in occasione della “Festa del Legno 2016”, con il patrocinio del Comune di Cantù, l’esposizione sarà inaugurata 1 ottobre, alle ore 17.30, alla presenza degli artisti.
Il titolo della mostra – “Uniti da un filo” – fa riferimento ai materiali solitamente utilizzati dai Bonzanos (fili di rame), ma anche al soggetto privilegiato del loro lavoro, ossia il corpo umano, che attraverso il movimento delle linee, viene messo in relazione con altri corpi. Umani, dunque, uniti da un filo.
«La ricerca artistica del gruppo Bonzanos – scrive Linda Kaiser – è infatti incentrata sul tema del corpo, inteso come architettura interattiva e connettiva tra l’individuo e gli altri, tra l’io e l’universo. Questo contenitore di domande e dubbi è forma visibile e materia tangibile di ciò che nell'essere umano é invisibile e inafferrabile: emozioni e anima».
In esposizione, una ventina di opere realizzate dal 2014 ad oggi. I lavori risalenti al 2014-2015 sono fatti a mano, modellando e saldando tubi di rame. Quelli del 2016, di medie e piccole dimensioni, sono, invece, ottenuti con stampanti 3D a partire da progetti autografi, con successivi interventi manuali.
La mostra sarà visitabile fino al 30 ottobre 2016, da lunedì a sabato con orario 9.00-12.00 e 15.00-18.00; orario continuato 10.00-18.00 in data 1, 2, 8, 9 ottobre 2016. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 031 733094, info@riva1920.it, www.riva1920.it.
In contemporanea, lo Showroom di Riva 1920 ospita l’esposizione “Reuse: nutrition for planet”, esito di un concorso sul riuso organizzato dall’Associazione Penta.
Bonzanos Art Group si costituisce nel 2014, come naturale evoluzione di un singolare rapporto di maestranza avviato nel 2011. Stefano Bonzano ha formato entrambi i figli, Elisa e Davide, sulle tecniche e i materiali, facendoli da subito partecipare anche all’esecuzione materiale delle opere. All’attività puramente didattica si è associata, in seguito, una collaborazione critica costruttiva, che già nel 2013 ha stimolato Stefano a percorrere una ricerca grafica parallela a quella precedentemente avviata nella scultura. Nel 2014, in occasione della commissione di un progetto scultoreo di grandi dimensioni, Elisa partecipa insieme al padre non soltanto all’esecuzione formale, ma anche alla concezione dell’opera stessa, nella quale la ricerca stilistica propria della grafica bidimensionale è applicata alla terza dimensione, attraverso l’uso di materiali trasparenti come il vetro. La partecipazione congiunta alla realizzazione di un lavoro artistico, dalla fase creativa a quella esecutiva, diventa l’occasione per la nascita ufficiale di Bonzanos Art Group. Per approfondimenti: www.bonzanos.com, www.bonioniarte.it.
Stefano Bonzano, nato a Casale Monferrato (AL) nel 1965, si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Inizia l’attività artistica e di designer nel 1994. Dal 2001 al 2012 la professione di architetto e designer lo porta a sospendere l’impegno in campo artistico. Nel 2012 riprende ufficialmente il proprio lavoro di artista.
Riva 1920 produce mobili da tre generazioni. Tutto nasce nel 1920 in una bottega artigianale e familiare avviata da Nino Romano e portata avanti dal figlio Mario, che utilizza solo legno massello. Nel 1992 Riva si trasforma in azienda. Negli anni comincia anche la collaborazione con diversi designer di fama internazionale, nel rispetto della filosofia aziendale che unisce funzionalità ed estetica delle forme senza mai dimenticare l’importanza del viver sano e sostenibile. Cultura, design e sensibilità sociale sono divenuti da allora parte fondamentale dell’attività di Riva 1920. Lo Showroom e il Museo del Legno di Riva 1920 sono ospitati all’interno di una struttura quasi interamente ricoperta in legno di larice. Il Museo del Legno, che si trova al primo piano, ospita oltre 2000 macchinari ed utensili storici per la lavorazione del legno, tra i quali utensili del 1800 provenienti da antiche botteghe artigiane italiane.
Organizzata in occasione della “Festa del Legno 2016”, con il patrocinio del Comune di Cantù, l’esposizione sarà inaugurata 1 ottobre, alle ore 17.30, alla presenza degli artisti.
Il titolo della mostra – “Uniti da un filo” – fa riferimento ai materiali solitamente utilizzati dai Bonzanos (fili di rame), ma anche al soggetto privilegiato del loro lavoro, ossia il corpo umano, che attraverso il movimento delle linee, viene messo in relazione con altri corpi. Umani, dunque, uniti da un filo.
«La ricerca artistica del gruppo Bonzanos – scrive Linda Kaiser – è infatti incentrata sul tema del corpo, inteso come architettura interattiva e connettiva tra l’individuo e gli altri, tra l’io e l’universo. Questo contenitore di domande e dubbi è forma visibile e materia tangibile di ciò che nell'essere umano é invisibile e inafferrabile: emozioni e anima».
In esposizione, una ventina di opere realizzate dal 2014 ad oggi. I lavori risalenti al 2014-2015 sono fatti a mano, modellando e saldando tubi di rame. Quelli del 2016, di medie e piccole dimensioni, sono, invece, ottenuti con stampanti 3D a partire da progetti autografi, con successivi interventi manuali.
La mostra sarà visitabile fino al 30 ottobre 2016, da lunedì a sabato con orario 9.00-12.00 e 15.00-18.00; orario continuato 10.00-18.00 in data 1, 2, 8, 9 ottobre 2016. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 031 733094, info@riva1920.it, www.riva1920.it.
In contemporanea, lo Showroom di Riva 1920 ospita l’esposizione “Reuse: nutrition for planet”, esito di un concorso sul riuso organizzato dall’Associazione Penta.
Bonzanos Art Group si costituisce nel 2014, come naturale evoluzione di un singolare rapporto di maestranza avviato nel 2011. Stefano Bonzano ha formato entrambi i figli, Elisa e Davide, sulle tecniche e i materiali, facendoli da subito partecipare anche all’esecuzione materiale delle opere. All’attività puramente didattica si è associata, in seguito, una collaborazione critica costruttiva, che già nel 2013 ha stimolato Stefano a percorrere una ricerca grafica parallela a quella precedentemente avviata nella scultura. Nel 2014, in occasione della commissione di un progetto scultoreo di grandi dimensioni, Elisa partecipa insieme al padre non soltanto all’esecuzione formale, ma anche alla concezione dell’opera stessa, nella quale la ricerca stilistica propria della grafica bidimensionale è applicata alla terza dimensione, attraverso l’uso di materiali trasparenti come il vetro. La partecipazione congiunta alla realizzazione di un lavoro artistico, dalla fase creativa a quella esecutiva, diventa l’occasione per la nascita ufficiale di Bonzanos Art Group. Per approfondimenti: www.bonzanos.com, www.bonioniarte.it.
Stefano Bonzano, nato a Casale Monferrato (AL) nel 1965, si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Inizia l’attività artistica e di designer nel 1994. Dal 2001 al 2012 la professione di architetto e designer lo porta a sospendere l’impegno in campo artistico. Nel 2012 riprende ufficialmente il proprio lavoro di artista.
Riva 1920 produce mobili da tre generazioni. Tutto nasce nel 1920 in una bottega artigianale e familiare avviata da Nino Romano e portata avanti dal figlio Mario, che utilizza solo legno massello. Nel 1992 Riva si trasforma in azienda. Negli anni comincia anche la collaborazione con diversi designer di fama internazionale, nel rispetto della filosofia aziendale che unisce funzionalità ed estetica delle forme senza mai dimenticare l’importanza del viver sano e sostenibile. Cultura, design e sensibilità sociale sono divenuti da allora parte fondamentale dell’attività di Riva 1920. Lo Showroom e il Museo del Legno di Riva 1920 sono ospitati all’interno di una struttura quasi interamente ricoperta in legno di larice. Il Museo del Legno, che si trova al primo piano, ospita oltre 2000 macchinari ed utensili storici per la lavorazione del legno, tra i quali utensili del 1800 provenienti da antiche botteghe artigiane italiane.
Altri eventi dell'inserzionista
Federica Rossi, The living cell
05/08/2017 - 24/09/2017
Rimini (RN) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
“The living cell”: la nuova produzione pittorica di Federica Rossi in mostra, dal 5 agosto al 24 settembre 2017, nella Manica Lunga del Museo della Città “Luigi Tonini” di Rimini.
Curata da Francesca Baboni e Stefano Taddei, la personale sarà inaugurata sabato 5 agosto alle ore 18.00. L’esposizione è promossa dal Comune di Rimini con il patrocinio della Biennale del Disegno, in collaborazione con la Galleria Annovi di Sassuolo (MO).
Dedicata alla cellula, nel suo divenire vita pulsante in viaggio verso l’eternità, la serie “The living cell”, da cui trae il titolo la mostra stessa, raccoglie una quarantina di opere inedite su tela e su carta che, rispetto alle precedenti ricerche, si differenziano per la significativa sottrazione di materia e per una scelta concettuale tesa a sviscerare pregnanti tematiche sul femminile e sulla maternità.
L’indagine di Federica Rossi – scrive Massimo Pulini, Assessore alle Arti del Comune di Rimini – «tenta di esasperare quel crinale che sta tra la determinazione dell’artista e la constatazione del combinato di elementi e fattori coinvolti. Federica conduce la barca dell’opera fino al centro del lago per poi lasciarsi guidare dalla corrente. Il risultato di quel viaggio, la traccia lasciata dal pigmento sulla superficie dopo che il lago si è prosciugato, evoca sia il minuscolo che l’immenso».
Come spiega Francesca Baboni, «Giocando su cromatismi che rispecchiano le tinte naturali della terra, sublimati dall’impasto di colori miscelati e inchiostri, e dall’atto creatore che assume forma e consistenza diversificate a seconda che l’autrice operi sulla carta o sulla tela, Federica Rossi ci trasporta all’interno del suo universo fluido e luminoso, in cui le cellule si muovono e si avvicendano pulsanti di vitalità come se fluttuassero nel liquido amniotico, lasciando le tracce del loro viaggio infinito e quindi ancora più sorprendente».
«Nelle sue opere – conclude Stefano Taddei – è la cellula la protagonista. Non solo però. Tale centralità non blocca il magma creativo proposto dall’autrice, che si dipana in numerosi rivoli e pare amplificarsi ulteriormente, non limitandosi assolutamente e meramente nello spazio dell’elaborazione. La profondità coloristica delle composizioni lascia trasparire vari fenomeni cellulari che prendono vita, manifestandosi in tutta la loro estrinseca potenzialità vigorosa ed energica. Grazie all’indagine creativa di Federica Rossi la vita ci scorre davanti, la possiamo cogliere o solo osservare. Tutto ciò ci rimanda al nostro fluire al mondo, una potenza in atto che nessuno può evitare e cancellare».
L’esposizione sarà visitabile fino al 24 settembre 2017, nel mese di agosto da martedì a sabato ore 10.00-19.00, mercoledì ulteriore apertura serale ore 21.00-23.00, domenica e festivi ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, chiuso il lunedì; nel mese di settembre da martedì a sabato ore 9.30-13.00 e 16.00-19.00, domenica e festivi ore 10.00-19.00, chiuso il lunedì. Ingresso libero. Catalogo in mostra con prefazione di Massimo Pulini e testi critici di Francesca Baboni e Stefano Taddei. Per informazioni: tel. +39 0541 793851/704414/704416, musei@comune.rimini.it, www.museicomunalirimini.it.
Federica Rossi nasce a Parma nel 1972. Si diploma al Liceo d’Arte di Parma e successivamente frequenta l’Accademia di Comunicazione di Milano. La prima svolta decisiva nel compiersi della sua identità di artista avviene nel 2004. Già dagli esordi ha avuto la fortuna di collaborare con importanti esponenti del mondo artistico, grazie ai quali, dal 2006 inizia a partecipare a diverse mostre collettive e personali, dapprima a livello locale e nazionale e, ben presto, a livello internazionale. Dal 2009 comincia, infatti, un’intensa attività espositiva che la vede protagonista in mostre personali a Londra, Miami, Ankara, Copenaghen, Bruxelles, Vienna, Stoccarda presso Gallerie, Istituti Italiani di Cultura e Musei. In collettive espone in Europa, America ed Emirati Arabi Uniti. Attualmente le sue opere trovano spazio in collezioni pubbliche e private. Le sue opere sono caratterizzate, come spiega Philippe Daverio, da un gesto “sciamanico”, che sa percepire “gli esordi del mondo creato” e che “percorre fisicamente il paesaggio, dal magma primordiale alla prima genesi della vita”. Per approfondimenti: www.federicarossi.it.
Curata da Francesca Baboni e Stefano Taddei, la personale sarà inaugurata sabato 5 agosto alle ore 18.00. L’esposizione è promossa dal Comune di Rimini con il patrocinio della Biennale del Disegno, in collaborazione con la Galleria Annovi di Sassuolo (MO).
Dedicata alla cellula, nel suo divenire vita pulsante in viaggio verso l’eternità, la serie “The living cell”, da cui trae il titolo la mostra stessa, raccoglie una quarantina di opere inedite su tela e su carta che, rispetto alle precedenti ricerche, si differenziano per la significativa sottrazione di materia e per una scelta concettuale tesa a sviscerare pregnanti tematiche sul femminile e sulla maternità.
L’indagine di Federica Rossi – scrive Massimo Pulini, Assessore alle Arti del Comune di Rimini – «tenta di esasperare quel crinale che sta tra la determinazione dell’artista e la constatazione del combinato di elementi e fattori coinvolti. Federica conduce la barca dell’opera fino al centro del lago per poi lasciarsi guidare dalla corrente. Il risultato di quel viaggio, la traccia lasciata dal pigmento sulla superficie dopo che il lago si è prosciugato, evoca sia il minuscolo che l’immenso».
Come spiega Francesca Baboni, «Giocando su cromatismi che rispecchiano le tinte naturali della terra, sublimati dall’impasto di colori miscelati e inchiostri, e dall’atto creatore che assume forma e consistenza diversificate a seconda che l’autrice operi sulla carta o sulla tela, Federica Rossi ci trasporta all’interno del suo universo fluido e luminoso, in cui le cellule si muovono e si avvicendano pulsanti di vitalità come se fluttuassero nel liquido amniotico, lasciando le tracce del loro viaggio infinito e quindi ancora più sorprendente».
«Nelle sue opere – conclude Stefano Taddei – è la cellula la protagonista. Non solo però. Tale centralità non blocca il magma creativo proposto dall’autrice, che si dipana in numerosi rivoli e pare amplificarsi ulteriormente, non limitandosi assolutamente e meramente nello spazio dell’elaborazione. La profondità coloristica delle composizioni lascia trasparire vari fenomeni cellulari che prendono vita, manifestandosi in tutta la loro estrinseca potenzialità vigorosa ed energica. Grazie all’indagine creativa di Federica Rossi la vita ci scorre davanti, la possiamo cogliere o solo osservare. Tutto ciò ci rimanda al nostro fluire al mondo, una potenza in atto che nessuno può evitare e cancellare».
L’esposizione sarà visitabile fino al 24 settembre 2017, nel mese di agosto da martedì a sabato ore 10.00-19.00, mercoledì ulteriore apertura serale ore 21.00-23.00, domenica e festivi ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, chiuso il lunedì; nel mese di settembre da martedì a sabato ore 9.30-13.00 e 16.00-19.00, domenica e festivi ore 10.00-19.00, chiuso il lunedì. Ingresso libero. Catalogo in mostra con prefazione di Massimo Pulini e testi critici di Francesca Baboni e Stefano Taddei. Per informazioni: tel. +39 0541 793851/704414/704416, musei@comune.rimini.it, www.museicomunalirimini.it.
Federica Rossi nasce a Parma nel 1972. Si diploma al Liceo d’Arte di Parma e successivamente frequenta l’Accademia di Comunicazione di Milano. La prima svolta decisiva nel compiersi della sua identità di artista avviene nel 2004. Già dagli esordi ha avuto la fortuna di collaborare con importanti esponenti del mondo artistico, grazie ai quali, dal 2006 inizia a partecipare a diverse mostre collettive e personali, dapprima a livello locale e nazionale e, ben presto, a livello internazionale. Dal 2009 comincia, infatti, un’intensa attività espositiva che la vede protagonista in mostre personali a Londra, Miami, Ankara, Copenaghen, Bruxelles, Vienna, Stoccarda presso Gallerie, Istituti Italiani di Cultura e Musei. In collettive espone in Europa, America ed Emirati Arabi Uniti. Attualmente le sue opere trovano spazio in collezioni pubbliche e private. Le sue opere sono caratterizzate, come spiega Philippe Daverio, da un gesto “sciamanico”, che sa percepire “gli esordi del mondo creato” e che “percorre fisicamente il paesaggio, dal magma primordiale alla prima genesi della vita”. Per approfondimenti: www.federicarossi.it.
Enrico Magnani, Supernova. Birth to Life – Vita alla Vita
07/09/2017 - 06/10/2017
Chicago
Inserito da CSArt Serri
Dopo la residenza artistica presso lo Zhou Brothers Art Center di Chicago e il grande successo della mostra antologica allestita a Reggio Emilia, Enrico Magnani presenta presso l’Istituto Italiano di Cultura di Chicago, dal 7 settembre al 6 ottobre 2017, una collezione di opere inedite.
“Supernova. Birth to Life – Vita alla Vita” è il titolo della mostra che raccoglie tredici grandi dipinti ad acrilico, tutti realizzati nel 2017 su un particolare pannello multistrato di cartone e alluminio. Opere in cui l’artista non tocca mai il supporto, né con le mani, né con i pennelli o altri strumenti, avvalendosi solo di getti d’aria e d’acqua che veicolano il colore.
Focalizzando l’attenzione sulla dualità di scienza e mistica, da sempre tema portante della sua ricerca, l’autore si ispira alle esplosioni nucleari che caratterizzano la fine della vita di una stella: la Supernova, simbolo di morte e rinascita, emblema della ciclicità dell’universo. «Opere in cui, si legge nel testo di presentazione, la perfezione delle linee geometriche del triangolo, del cerchio e della croce dialogano con il caos delle esplosioni di colore, creando un equilibrio tra ordine e disordine; geometrie queste che fanno parte del patrimonio culturale e spirituale dell’uomo, di quell’essenza che, riprendendo Platone, trascende la materia esistendo solo nel mondo delle idee».
«Attraverso l’esplosione dei colori, – aggiunge Alberta Lai, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Chicago – la geometria delle linee e delle forme, la danza dei riflessi di luce e delle ombre, l’artista trasmette all’osservatore l’energia cosmica primordiale, l’impulso a gioire del ciclo della vita e l’anelito alla continua palingenesi. L’invito è pertanto a immergersi nell’esperienza estetico-sensoriale, ma anche magico-mistica che la mostra “Supernova” di Enrico Magnani permette/promette al suo fruitore».
La personale, promossa e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Chicago con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia, sarà inaugurata giovedì 7 settembre alle ore 19.00, alla presenza del Console Generale d’Italia a Chicago, Giuseppe Finocchiaro. La galleria dell’Istituto Italiano di Cultura sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra.
Per informazioni: Istituto Italiano di Cultura (T. +1 312 822 9545, iicchicago@esteri.it). Per approfondimenti: www.enricomagnani-art.com.
“Supernova. Birth to Life – Vita alla Vita” è il titolo della mostra che raccoglie tredici grandi dipinti ad acrilico, tutti realizzati nel 2017 su un particolare pannello multistrato di cartone e alluminio. Opere in cui l’artista non tocca mai il supporto, né con le mani, né con i pennelli o altri strumenti, avvalendosi solo di getti d’aria e d’acqua che veicolano il colore.
Focalizzando l’attenzione sulla dualità di scienza e mistica, da sempre tema portante della sua ricerca, l’autore si ispira alle esplosioni nucleari che caratterizzano la fine della vita di una stella: la Supernova, simbolo di morte e rinascita, emblema della ciclicità dell’universo. «Opere in cui, si legge nel testo di presentazione, la perfezione delle linee geometriche del triangolo, del cerchio e della croce dialogano con il caos delle esplosioni di colore, creando un equilibrio tra ordine e disordine; geometrie queste che fanno parte del patrimonio culturale e spirituale dell’uomo, di quell’essenza che, riprendendo Platone, trascende la materia esistendo solo nel mondo delle idee».
«Attraverso l’esplosione dei colori, – aggiunge Alberta Lai, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Chicago – la geometria delle linee e delle forme, la danza dei riflessi di luce e delle ombre, l’artista trasmette all’osservatore l’energia cosmica primordiale, l’impulso a gioire del ciclo della vita e l’anelito alla continua palingenesi. L’invito è pertanto a immergersi nell’esperienza estetico-sensoriale, ma anche magico-mistica che la mostra “Supernova” di Enrico Magnani permette/promette al suo fruitore».
La personale, promossa e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Chicago con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia, sarà inaugurata giovedì 7 settembre alle ore 19.00, alla presenza del Console Generale d’Italia a Chicago, Giuseppe Finocchiaro. La galleria dell’Istituto Italiano di Cultura sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra.
Per informazioni: Istituto Italiano di Cultura (T. +1 312 822 9545, iicchicago@esteri.it). Per approfondimenti: www.enricomagnani-art.com.
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Mostra Collettiva Internazionale "La Follia della Ragione"
16/10/2021 - 30/10/2021
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
“LA FOLLIA DELLA RAGIONE”
Mostra Collettiva Internazionale
Presentazione dello Storico e Critico d'Arte Prof. Giorgio Grasso
Evento a cura del Critico d'Arte Maria Palladino
Inaugurazione Sabato 16 Ottobre ore 16:00
“La Follia della Ragione” esplora il dilemma insolvibile della conoscibilità del reale e della traduzione di questo attraverso l'opera d'arte, e il genio di chi si fa carico della responsabilità di esserne interprete.
Fin da tempi ancestrali l'artista portava in sé il marchio di una doppia identità: quella di veggente e profeta, ispirato da una natura superiore e in grado di propiziare eventi fausti, e quella di folle e dissennato operatore di un processo creativo incomprensibile, tale da suscitare timore e determinare talora il suo allontanamento dalla comunità.
A tutt'oggi il procedimento che conduce alla nascita di un'opera d'arte conserva intatto il mistero di qualcosa che si origina e si sviluppa al di là dei canoni dell'intelletto, affondando le sue radici in una selva di segni e simboli che si annidano nell'inconscio, e che permettono lo sviluppo di un'originale universo espressivo. L'inconscio “personale” e “collettivo” di Jung costituisce una valida spiegazione in questo senso: determinando da una parte la sedimentazione delle esperienze individuali di cui non si conserva memoria, e dall'altra definendo il portato collettivo degli “archetipi” ovvero quelle categorie universali degli affetti comuni all'intera specie e che vanno oltre il nostro vissuto singolare, per risalire ai primordi.
Tutto questo è materia ispiratrice per l'artista, che, sempre secondo Jung, attinge a tale sorgente immaginifica fruendo di allucinazioni che gli consentono di connettersi a questa dimensione della psiche, sia personale che universale: “Spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto attorno a cui l'intelletto si affanna inutilmente”.
Ciascuno attraverso le sue proprie figure retoriche, grafemi, forme, soluzioni cromatiche e stilistiche, dà vita ad un originale alfabeto che ne porta alla luce il mondo interiore e lo mette a confronto con l'altro, per operare un rispecchiamento, per riconoscere e offrire gli strumenti per riconoscersi, in uno scambio talora chiarificante, talora sottilmente intuitivo, ma comunque edificante e coadiuvante nella ricerca di un equilibrio fra opposte tensioni e sbilanciamenti, che si generano essenzialmente nell'infanzia e lasciano la loro impronta permanente in ciascuno di noi.
Se non è possibile in definitiva una visione univoca della realtà, e la presa di coscienza di una verità ultima delle cose, attraverso l'arte e la creatività l'individuo ha l'opportunità di liberarsi, almeno momentaneamente, dei suoi fardelli interiori e trasmettere questa condizione di meditativo sollievo a chi guarda e può apprezzare il portato emotivo e culturale del prodotto artistico.
A rafforzamento di questa tesi l'”Elogio della follia”, saggio redatto in latino, nel 1509, dal filosofo e teologo umanista olandese Erasmo da Rotterdam, per cui è la follia stessa ad arrivare in soccorso degli uomini, in tutte quelle situazioni della vita in cui la razionalità e la logica renderebbero troppo gravoso il vivere quotidiano, e l'accettazione di condizioni condivise e per nulla spiacevoli se affrontate con una condotta non troppo rigida, statica e lineare.
In esposizione opere degli artisti:
Alexandra Van Der Leeuw, Anna Tedone, Barbara Zaccheo, Catello Esposito, Domenico Zullo, Fiorella Brenna, Floarea Tutuianu, Giorgio Trinciarelli, Giovanna Cutrone, Giovanni Mauceri, Giuseppe Ariu, Letizia Novelli, Lisa Sabbadini, Malugho, Marco Bagatin, Mariagrazia Zanetti, Monica Isabella Bonaventura, Noel B., Orietta Sartori, Paola Emanuela Salvestrini, Paolo Scafetti, Piergiorgio Dessì, Riccardo Passuello, Görlig Stig, Valeria Disabato, Vesna Faiazza.
Durante l'inaugurazione, avrà luogo un intervento dello Psichiatra Dott. Giorgio Trinciarelli, sul tema “Arte e psiche, alcune riflessioni” .
Venice Art Gallery, Calle del Tragheto 2799, Dorsoduro (fra Campo San Barnaba e Ca' Rezzonico).
La mostra resterà visitabile fino al 30 Ottobre.
Orari di apertura: martedì – domenica 15:00 – 19:00. Ingresso libero nel rispetto delle attuali norme anti-Covid.
Per informazioni:
Maria Palladino
3341695479
audramsa@outlook.it
Mostra Collettiva Internazionale
Presentazione dello Storico e Critico d'Arte Prof. Giorgio Grasso
Evento a cura del Critico d'Arte Maria Palladino
Inaugurazione Sabato 16 Ottobre ore 16:00
“La Follia della Ragione” esplora il dilemma insolvibile della conoscibilità del reale e della traduzione di questo attraverso l'opera d'arte, e il genio di chi si fa carico della responsabilità di esserne interprete.
Fin da tempi ancestrali l'artista portava in sé il marchio di una doppia identità: quella di veggente e profeta, ispirato da una natura superiore e in grado di propiziare eventi fausti, e quella di folle e dissennato operatore di un processo creativo incomprensibile, tale da suscitare timore e determinare talora il suo allontanamento dalla comunità.
A tutt'oggi il procedimento che conduce alla nascita di un'opera d'arte conserva intatto il mistero di qualcosa che si origina e si sviluppa al di là dei canoni dell'intelletto, affondando le sue radici in una selva di segni e simboli che si annidano nell'inconscio, e che permettono lo sviluppo di un'originale universo espressivo. L'inconscio “personale” e “collettivo” di Jung costituisce una valida spiegazione in questo senso: determinando da una parte la sedimentazione delle esperienze individuali di cui non si conserva memoria, e dall'altra definendo il portato collettivo degli “archetipi” ovvero quelle categorie universali degli affetti comuni all'intera specie e che vanno oltre il nostro vissuto singolare, per risalire ai primordi.
Tutto questo è materia ispiratrice per l'artista, che, sempre secondo Jung, attinge a tale sorgente immaginifica fruendo di allucinazioni che gli consentono di connettersi a questa dimensione della psiche, sia personale che universale: “Spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto attorno a cui l'intelletto si affanna inutilmente”.
Ciascuno attraverso le sue proprie figure retoriche, grafemi, forme, soluzioni cromatiche e stilistiche, dà vita ad un originale alfabeto che ne porta alla luce il mondo interiore e lo mette a confronto con l'altro, per operare un rispecchiamento, per riconoscere e offrire gli strumenti per riconoscersi, in uno scambio talora chiarificante, talora sottilmente intuitivo, ma comunque edificante e coadiuvante nella ricerca di un equilibrio fra opposte tensioni e sbilanciamenti, che si generano essenzialmente nell'infanzia e lasciano la loro impronta permanente in ciascuno di noi.
Se non è possibile in definitiva una visione univoca della realtà, e la presa di coscienza di una verità ultima delle cose, attraverso l'arte e la creatività l'individuo ha l'opportunità di liberarsi, almeno momentaneamente, dei suoi fardelli interiori e trasmettere questa condizione di meditativo sollievo a chi guarda e può apprezzare il portato emotivo e culturale del prodotto artistico.
A rafforzamento di questa tesi l'”Elogio della follia”, saggio redatto in latino, nel 1509, dal filosofo e teologo umanista olandese Erasmo da Rotterdam, per cui è la follia stessa ad arrivare in soccorso degli uomini, in tutte quelle situazioni della vita in cui la razionalità e la logica renderebbero troppo gravoso il vivere quotidiano, e l'accettazione di condizioni condivise e per nulla spiacevoli se affrontate con una condotta non troppo rigida, statica e lineare.
In esposizione opere degli artisti:
Alexandra Van Der Leeuw, Anna Tedone, Barbara Zaccheo, Catello Esposito, Domenico Zullo, Fiorella Brenna, Floarea Tutuianu, Giorgio Trinciarelli, Giovanna Cutrone, Giovanni Mauceri, Giuseppe Ariu, Letizia Novelli, Lisa Sabbadini, Malugho, Marco Bagatin, Mariagrazia Zanetti, Monica Isabella Bonaventura, Noel B., Orietta Sartori, Paola Emanuela Salvestrini, Paolo Scafetti, Piergiorgio Dessì, Riccardo Passuello, Görlig Stig, Valeria Disabato, Vesna Faiazza.
Durante l'inaugurazione, avrà luogo un intervento dello Psichiatra Dott. Giorgio Trinciarelli, sul tema “Arte e psiche, alcune riflessioni” .
Venice Art Gallery, Calle del Tragheto 2799, Dorsoduro (fra Campo San Barnaba e Ca' Rezzonico).
La mostra resterà visitabile fino al 30 Ottobre.
Orari di apertura: martedì – domenica 15:00 – 19:00. Ingresso libero nel rispetto delle attuali norme anti-Covid.
Per informazioni:
Maria Palladino
3341695479
audramsa@outlook.it
Opere scelte di Mario Sangiovanni
08/10/2016 - 18/10/2016
Napoli (NA) - Campania
Inserito da Gennaro Cilento
Mostra personale di pittura di Mario Sangiovanni
8 ottobre – 18 ottobre 2016
c/o Salvatore Serio galleria d'arte, via Guglielmo Oberdan 8, Napoli
Vernissage 8 ottobre 2016 ore 18:00
Orari galleria: 10:30/13:00 - 16:30/19:30 (escluso la domenica)
Ingresso libero
Info: tel. 0815523193
www.galleriaserio.it
8 ottobre – 18 ottobre 2016
c/o Salvatore Serio galleria d'arte, via Guglielmo Oberdan 8, Napoli
Vernissage 8 ottobre 2016 ore 18:00
Orari galleria: 10:30/13:00 - 16:30/19:30 (escluso la domenica)
Ingresso libero
Info: tel. 0815523193
www.galleriaserio.it