Evento: Colori polari
27/02/2016 - 10/04/2016
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Data di inserimento: 22/02/2016 - 18:22
Luogo: Reggio Emilia () -
Data di inizio: 27/02/2016
Data di fine 10/04/2016
Descrizione
La Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia (Via Sessi, 1/F) presenta, dal 27 febbraio al 10 aprile 2016, “Colori polari”, esposizione collettiva con opere di Mario Ballocco, Pino Pascali, Pino Pinelli, Antonio Sanfilippo ed altri autori contemporanei.
Il titolo della mostra – “Colori polari” – fa riferimento alla dominante cromatica delle opere esposte, accomunate dalla presenza del bianco, del rosso e del nero, ossia dei tre “poli” attorno ai quali si articolano tutti i sistemi simbolici legati all’uso del colore sino all’epoca altomedievale, con numerosi rimandi in fiabe, miti e leggende.
In mostra, gli “inganni” della visione di Ballocco, artista milanese che concepiva il quadro come verifica percettiva di un risultato sperimentale, due tempere del 1963 di Pascali, bozzetti realizzati per la copertina della rivista dell’INAPLI (Istituto Nazionale per l’Addestramento e il Perfezionamento dei Lavoratori dell’Industria), un dittico tattile di Pinelli che vede l’utilizzo congiunto di pigmenti e materia plastica, nonché una grande tempera su tela del 1961 di Sanfilippo, maestro dell’Astrattismo europeo.
Il percorso espositivo comprende, inoltre, opere selezionate di Enrico Della Torre, Massimiliano Galliani, Omar Galliani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Antonio Ligabue, Carlo Mattioli, Nunzio, Paola Pezzi e Piero Ruggeri.
Nell’ambito della mostra, sabato 5 marzo 2016, alle ore 18, si terrà la presentazione della nuova produzione litografica di Massimiliano Galliani, nata da un’analisi lenticolare della “Gioconda” di Leonardo Da Vinci. Ad illustrare le opere, Alberto Zanchetta, Direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone e curatore delle personali dell’artista recentemente allestite presso lo Spazioborgogno di Milano e la Sinagoga di Reggio Emilia. Nel corso della serata, si terrà un intervento di Massimiliano Galliani su una litografia originale.
Le opere pittoriche e le litografie della serie “Le Strade Del Tempo” riproducono le screpolature formatesi negli anni sul capolavoro del Louvre. Affascinato dalla casualità delle linee, l’artista ha deciso di esplorare questo intrico di strade avvalendosi di diversi supporti e materiali.
«Di primo acchito – scrive Alberto Zanchetta – nei quadri di Massimiliano Galliani non è possibile riconoscere lo sguardo ipnotico, seducente e sibillino della Gioconda. Dobbiamo frapporre tra lei e noi una distanza, non solo corporea ma persino cronologica. Più ci avviciniamo ad essa e più ci smarriamo nei suoi intrichi di segni. In queste crepe-rughe, l’artista ha riconosciuto delle Strade, “percorsi” che da lontano si infittiscono fino a farci riconoscere il luogo-volto dipinto da Leonardo, da vicino perdono invece ogni connotazione somatica, si astraggono facendo perdere noi stessi dentro loro…».
La mostra è visitabile fino al 10 aprile 2016, tutti i giorni con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, c www.facebook.com/duemilanovecento.
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Giorgio Griffa / Riccardo Guarneri. Cambiare per rimanere se stessi
26/03/2022 - 11/06/2022
Legnago (VR) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
La Galleria FerrarinArte di Legnago (VR) presenta, dal 26 marzo all’11 giugno 2022, una doppia esposizione personale dedicata agli artisti Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri, esponenti di spicco della Pittura Analitica, una corrente artistica alla quale la Galleria ha sempre riservato grande attenzione, attestandosi tra gli operatori accreditati a livello italiano ed internazionale.
La mostra sarà inaugurata sabato 26 marzo alle ore 18.00 con una presentazione di Carlo Vanoni, in dialogo con Riccardo Guarneri e Luca Maggio, autore delle interviste pubblicate nel catalogo.
Il titolo dell’esposizione – “Cambiare per rimanere se stessi” – si riferisce ad una ricerca pittorica di grande attualità che, negli ultimi cinquant’anni, ha saputo cambiare, rimanendo tuttavia fedele a se stessa.
Il percorso espositivo comprende una quarantina di opere, molte delle quali storiche, realizzate dagli anni Sessanta ad oggi. Tre dipinti di Riccardo Guarneri provengono, inoltre, dalla 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2017), alla quale entrambi gli artisti, invitati da Christine Macel, avevano partecipato con una sala personale.
«In maniera diversa – scrive Carlo Vanoni – Griffa e Guarneri hanno fatto parte di quella che la storia dell’arte ha definito Pittura Analitica (più esattamente: quello che Filiberto Menna aveva identificato come “la linea analitica della pittura moderna”). Ci si poneva una semplice domanda: che cosa significa dipingere? A questa domanda, forse, i due avrebbero risposto in maniera diversa: per Griffa, dipingere significa lasciare un segno sulla superficie grezza della tela, un segno che porta con sé tutta l’eredità della storia dell’arte, dalle grotte di Lascaux alle avanguardie, un segno che dialoga con le pieghe della tela ora diventata parte integrante dell’opera stessa, in linea con i colleghi francesi del gruppo Support/Surface (Louis Cane, Noel Dolla, Claude Viallat, Daniel Dezeuze); Guarneri, invece, è più vicino alla poetica astrattista di Dorazio, ma con una “musicalità” diversa: colori tenui che arrivano da una tradizione tipicamente fiorentina, quattrocentesca direi, una pittura “angelica” nel senso che di fronte a quei verdi, rosa, arancio delicatissimi non si può non pensare al Beato Angelico del Convento di San Marco. […] Griffa e Guarneri, insieme ai loro compagni di viaggio, hanno indicato una nuova strada: dipingere al netto della distinzione figurativo/astratto; dipingere dialogando con il proprio tempo; dipingere, seppure ognuno in maniera diversa, per portare avanti la stessa battaglia. Infine, dipingere per aprire la porta a un nuovo orizzonte, dove la luce della pittura non si limiti a raffigurare un tramonto e neppure a concepirlo come fosse un cerchio giallo, ma, più analiticamente, si manifesti come segno, traccia e colore. Tre elementi che attraversano la storia dell’arte. Tre elementi intesi come strutture portanti che si uniscono al quarto e cioè allo spazio. Ma al netto dei ricordi e dei riferimenti, delle analisi concettuali e strutturali, quello che occorre ribadire oggi è l’attualità della loro pittura. Una pittura che negli ultimi cinquant’anni ha saputo cambiare, pur rimanendo – inesorabilmente, ostinatamente, puntigliosamente – se stessa».
«La pittura – dichiara Giorgio Griffa – rappresenta il mondo non solo ricoprendolo, ma anche simbolicamente, lasciando a ogni segno la sua identità. [...] L’opera non può essere riempita: non voglio certo arrivare alla fine, a un punto fermo e morto, gettando via la vita del dipinto, relegandolo nel passato. L’arte è tale perché è sempre viva ben oltre il proprio tempo».
«Mi considero un “bachiano”, nel senso del grande compositore – spiega Riccardo Guarneri. Tutto nasce nella variazione e la variazione non nasce dalla fantasia ma dal metodo. [...] Nel caso mio, venendo da un clima più esistenzialista, la mia attenzione era decisamente rivolta verso il dubbio più che alla certezza. Ed ecco nella mia pittura che un quadrato non è mai un vero quadrato e un colore è spesso indefinibile nel suo apparire».
L’esposizione sarà visitabile fino all’11 giugno 2022, lunedì ore 15.30-19.00, da martedì a sabato ore 9.00-12.30 e 15.30-19.00, chiuso nelle giornate festive, gradito l’appuntamento. L’accesso alla sala espositiva sarà regolato nel rispetto della normativa vigente. Nel corso dell’esposizione, sarà pubblicato un catalogo edito da vanillaedizioni con un testo di Carlo Vanoni, le interviste agli artisti a cura di Luca Maggio e un ricco apparato iconografico. Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0442 20741, info@ferrarinarte.it, www.ferrarinarte.it.
Provocators. Capolavori dell’astrazione italiana
13/02/2016 - 03/03/2016
Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
Dopo il successo riscosso ad “Arte Fiera”, la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia (Viale dei Mille, 44/B) presenta, dal 13 febbraio al 3 marzo 2016, “Provocators. Capolavori dell’astrazione italiana”, con opere di Salvatore Scarpitta, Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e Getulio Alviani.
L’esposizione, che prende il nome da un capolavoro di Achille Perilli (“Provocators”, 1957), propone un’interessante incursione nel panorama dell’astrazione italiana, dallo storicizzato ai giorni nostri, attraverso alcuni nomi-chiave.
Una mostra essenziale con opere selezionate di autori che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea italiana. Accanto a questi, anche i lavori di alcuni artisti che si stanno imponendo all’attenzione del grande pubblico e che la Galleria de’ Bonis ha già trattato, come Giuseppe Amadio e Umberto Mariani.
Storia e contemporaneità si affiancano in un discorso per immagini.
Salvatore Scarpitta, genio dell’astrazione italiana, scoperto nientemeno che da Leo Castelli, che sarà a lungo il suo gallerista di riferimento e che gli organizzerà una decina di personali, è presente in mostra con un’opera pittorica del 1949 sui toni del grigio e del nero.
Piero Dorazio che, fin dal 1945, ha contribuito all’affermazione dell’astrattismo in Italia benché in una prima fase avesse aderito al realismo socialista e fosse uno dei frequentatori dello studio di Guttuso. Nel 1947 è fra i firmatari del manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una tecnica mista su carta intelata del 1957.
Achille Perilli, un altro dei membri fondatori del gruppo Forma 1. L’artista è presente in mostra con un’interessante opera di grande formato del 1957, che presta il nome alla mostra stessa e fa parte della serie “Fumetti” nella quale le rigorose geometrie che lo caratterizzano si stemperano in forme morbide e colori più tenui.
Antonio Sanfilippo, uno degli artisti più importanti dell'arte italiana ed europea del secondo dopoguerra, partecipa alla Biennale del 48 e a quelle del 1954 e del 1964. Anch’egli aderisce al formalismo e firma il manifesto del gruppo Forma 1. In mostra, una delle prime opere del gruppo: un pezzo del 1948.
La Galleria de’ Bonis, che identifica le proprie scelte artistiche nella figurazione italiana, non è nuova ad aperture ad altri ambiti di ricerca. Accanto ai “mostri sacri” dell’astrazione italiana – Scarpitta, Dorazio, Perilli, Sanfilippo – sono stati accostati tre artisti contemporanei sulla cresta dell’onda: Giuseppe Amadio, Umberto Mariani e, a sorpresa, Getulio Alviani, presente con due piccoli “gioielli” che brillano fra tutti come scelta inconsueta. I tre rappresentano la nuova frontiera dell’astrazione e sviluppano il discorso pittorico dei loro predecessori attraverso le estroflessioni (Amadio) e i nuovi materiali come il piombo (Mariani) e l’alluminio (Alviani).
La mostra, sarà visitabile fino al 3 marzo 2016, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Per informazioni: tel. 0522 580605, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.

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MOSTRA “VISIONI INTROSPETTIVE: DAL PAESAGGIO AMATO AL SOGNO”, PERSONALE DEL PITTORE MARINO NAGRO
10/06/2017 - 10/07/2017
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
Sabato 10 giugno alle ore 18,00, presso l’Antica Drogheria Caberlotto, Via Manin 11, Padova, inaugurerà la mostra personale “Visioni introspettive: dal paesaggio amato al sogno” del pittore Marino Nagro.
Durante l’inaugurazione avrà luogo un concerto del musicista Roberto Giannelli.
A cura di Maria Palladino.
La pittura di Marino Nagro trae origine ed ispirazione dalla realtà del quotidiano, una realtà comunque meditata ed elaborata attraverso il filtro della sensibilità e dell’inconscio, della memoria, come della fantasia e di una cultura visiva da cui media modelli e tecniche di rappresentazione, rivisitati e fatti propri, rivissuti grazie all’abilità pratica e alla finezza significativa raggiunte in oltre un quarantennio di carriera artistica.
Elementi desunti dal mondo rinascimentale si sposano con motivi di stampo romantico, un senso della Natura soverchiante e annichilente nella sua maestosità, una Natura che comunque rimane sempre madre e si rispecchia nel paesaggio vissuto e profondamente sentito e amato della natìa Padova: il fiume Brenta e i Colli Euganei, come anche Chioggia e Venezia, vengono ritratti e trasfigurati attraverso un senso di atmosfericità trascolorante, che si richiama alla tradizione veneta come all’influsso dello sfumato leonardesco, il quale appare talvolta in alcuni scenari immaginari simili a quinte di sogno in contrasto ai solidi, volumetrici primi piani.
La concretezza plastica degli oggetti e delle figure nasce dalla lunga osservazione e dalla consuetudine della pittura dal vero, che sola permette all’artista di acquisire il senso delle forme, dei volumi e della prospettiva e da una familiarità col colore che da adito, grazie ad innumerevoli prove e stesure di velature e contrapposizioni ad ottenere quegli accordi che comunicano gli effetti desiderati e trasmettono agli occhi di chi osserva le sensazioni che l’artista ha voluto raffigurare.
Presenti in mostra, oltre ai dipinti di paesaggio, anche le nature morte e i nudi, dove ricordo e trasposizione immaginifica danno vita a soluzioni di grande ricercatezza e delicatezza ed alcune opere tratte dalle serie delle “teste di donna” che derivano spunti dall’antichità greco-romana, bizantina, etrusca, orientale e dal busto-ritratto rinascimentale, dalla cultura sudamericana e altresì da un sottile gusto surrealista per l’illusione visiva e il paradosso simbolico.
Il realismo nell’arte di Marino Nagro è sempre un linguaggio che viene trasformato e arricchito da una profondità introspettiva la quale rende possibile all’autore raggiungere una propria dimensione espressiva e quindi un proprio stile ben identificabile, sia nelle opere di stampo più prettamente veristico che in quelle di invenzione e che quindi fa in modo che sia ben individuabile e riconoscibile a prima vista il suo segno.
Si tratta ad ogni modo di una cifra stilistica non semplicisticamente indagabile in tutte le sue implicazioni di intimistica passione e dedizione per quanto costituisce da molti anni il suo mondo poetico e il suo sentire e a cui avvicinarsi con mente e cuore aperti al fine di carpirne quanto più possibile tutte le connessioni materiali e contenutistiche di raffinata elaborazione.
02.06.2017 Maria Palladino
Curriculum vitae di Marino Nagro
Marino Nagro, pittore padovano, attivo in campo artistico da oltre un trentennio, possiede una innata vocazione alla pittura, fin dai primi anni di età. Comincia a produrre in maniera assidua dagli anni Settanta, frequentando gruppi di artisti indipendenti e prendendo parte a studi di nudo, senza mai perdere la sua spontanea inclinazione per il paesaggio e l’osservazione diretta e meditata dell’elemento naturale, sempre trasfondendo in essa una particolare sensibilità visiva che lo porta alla creazione di un suo particolare universo immaginifico, soffuso di lirismo, fantasia e memoria.
Fra le esposizioni realizzate:
1975: mostra collettiva per l’inaugurazione della Galleria Fioretto, Padova;
1988: mostra personale al Circolo Artistico Città di Padova;
1999: mostra personale Pro Telethon presso la B.N.L. a Padova;
2007: mostra collettiva “L’altro volto della pittura” a Palazzo Moroni presso il Comune di Padova;
2010: mostra collettiva “Dialoghi nel colore” al Palazzo della Gran Guardia, del Comune di Padova;
2013: mostra personale “Paesaggi dell’anima” al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo (PD);
2014: mostra personale “Ritorno al paesaggio” al Centro Culturale Altinate San Gaetano (PD);
2015: mostra personale " ????? ??? Panta rei" presso il Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova, ad Altichiero (PD).2015 - Personale " Fantasie Eclettiche", presso il Superflash Store Padova, della Cassa di Risparmio del Veneto, Padova
Molte opere si possono trovare presso collezioni private all'estero (Germania, Francia, U.S.A.)
La mostra resterà visitabile fino al 10 luglio. Orario di apertura: lunedì - sabato, 08,30 - 12,30, 15,30 - 19,30.
Ingresso libero.
Per
Italian Soul Contemporary Artin Uae al Kempiski Luxury Hotel in Jumeirah
06/04/2015 - 31/10/2015
Caserta (CE) - Campania
Inserito da Gina Affinito
Grande successo per la doppia inaugurazione, al Don Alfonso 1890 Restaurant di Dubai ed all'Art Hub di Abu Dhabi, dell'esposizione "Italian Soul Contemporary Art in UAE Second Edition".

Un successo così grande che, dopo il finissage fissato per il 4 aprile, è prevista una nuova inedita tappa al Kempinsky Hotel in Palm Jumeirah uno dei più importanti e lussuosi resort di Dubai.

Le inaugurazioni hanno fatto segnare un'impennata di oltre 200 visitatori ognuna, con una composizione che ha visto dialogare appassionati, esperti e buyer internazionali.

In rappresentanza delle istituzioni a Dubai era presente il console italiano, Giovanni Favilli, accompagnato da Mauro Marzocchi, segretario generale della Camera di Commercio a Dubai.
Ad Abu Dhabi era presente l'ambasciatore Giorgio Starace, che ha voluto complimentarsi personalmente con i 9 artisti presenti in loco e visitare l'esposizione in compagnia del founder di Art Hub Al Ahmad Yafei, facendosi spiegare da ciascun artista il nucleo di senso e significato della sua opera.
Le note dominanti sono la gioia e la soddisfazione, accompagnate dalla consapevolezza di star partecipando ad un progetto artistico innovativo in una terra dalle grandi promesse, che dona alla loro arte un respiro internazionale.
Terra di incontro e di scambio culturale ed artistico all'insegna della sperimentazione, occasione di arricchimento professionale, emotivo ed umano. A tutta creatività.

Un sentito grazie a tutti i 36 artisti che vedono in mostra le loro opere, vera linfa vitale di questo progetto, agli organizzatori per la loro tenacia e professionalità, alle istituzioni ed agli sponsor.
Di seguito gli artisti:

Marialuisa Acciaioli
Anna Avossa
Diego Caicedo
Mina Cappussi
Federica Costantino
Pino De Carlo
Alessandra De Zan
Cristina Flaviano
Stefania Fragano
Antonio Franchi
Sandro Frinolli Puzzilli
Tommaso Infè
Egidio Iovanna
Tina Lattarulo
Livio Lopedote
Gabriella Lusignani
Maria G. Maddaluno
Silvia Magistro
Lia Maglione
Leonardo Martellucci
Chiara Mazza
Lara Messina
Carlo Moretti
Vincenzo Musardo
Enrico Pambianchi
Ivan Pili
Mario Pizzi
Ciro Pompeo
Simone Rosti
Giovanni Salvati
Elena Savokhina
Maria Antonietta Scala
Gianfranco Schifano
Marina Taroni
Orlando Tocco
Maria Zimari
Per maggiori informazioni di natura artistica ed organizzativa è possibile rivolgersi all'Art Curator Gina Affinito: gina.affinito@gmail.com