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Evento: MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DELL’ARTISTA FRANCESCO GALIFI “DEUS EX MACHINA”
01/06/2015 - 13/06/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 29/05/2015 - 9:34 |
Luogo: | Padova (PD) - Veneto |
Data di inizio: | 01/06/2015 |
Data di fine | 13/06/2015 |
Descrizione
COMUNICATO STAMPA
MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DELL’ARTISTA FRANCESCO GALIFI “DEUS EX MACHINA”
A CURA DI MARIA PALLADINO, PRESSO SUPERFLASH STORE PADOVA, VIA VIII FEBBRAIO 24, (ANGOLO PIAZZA CAVOUR). INAUGURAZIONE VENERDI’ 5 GIUGNO ALLE ORE 17,30. VISITABILE DALL’1 AL 13 GIUGNO, IN ORARIO LUNEDÌ-SABATO 13,30-19,00.
Per informazioni: Maria Palladino audramsa@katamail.com, wallyschiele@katamail.com
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Francesco-Galifi-Work-of-Art/576553085764263?fref=ts
Avvicinarsi alla pittura di Francesco Galifi è un’esperienza totalizzante, pervasiva, che coinvolge e cattura gradualmente, attrae e sollecita diversi livelli di comprensione, e stimola quella parte della comune sensibilità che usiamo definire “inconscio”, sentire condiviso, ma anche percezione della nostra fragile realtà al cospetto di un universo di cui non potremo mai raggiungere i confini, la natura, la più profonda essenza.
(...)Francesco Galifi fa questo affondando le sue armi di coraggioso artefice, di impavido indagatore della sua anima in un confronto diretto e inesauribile con il proprio mondo interiore, con un patrimonio intellettuale, letterario, mitico e metaforico che dà vita sulle sue tele a un percorso senza soluzione di continuità, un horror vacui personalissimo e massimamente generalizzabile, a cui è impossibile restare indifferenti, non lasciarsene attirare e coinvolgere.
Il sogno, la mitologia, la letteratura classica e i comics, il cinema e l’attuale cultura di massa, la memoria primitiva e quella recente, richiami visivi che non contemplano alcuna voluta citazione sono immersi con la più spontanea immediatezza in un contesto che è movimento turbinoso e continuo, dall’esterno all’interno e viceversa, che nasce da un particolare minimo e si rapprende, si espande in ricami e motivi multiformi, organici o in ingranaggi mai visti prima, dai riflessi metallici, che connettono ed avviluppano il tutto, in una morsa inestricabile, un abbraccio avvolgente per la nostra attenzione avvinta. 07.05.2015 Maria Palladino
CURRICULUM VITAE
Francesco Galifi nasce a Mortara (Pv) il 29/10/78, pittore autodidatta inizia a dipingere in maniera attiva dal settembre 2013.
L’arte ha da sempre stuzzicato la sua fantasia, difatti all’età di 14 anni inizia ad aerografare, cominciando a realizzare lavori su caschi scooter agende ecc... Smette dopo circa un anno fino alla metà del 2007, finché un giorno dentro di sé sente rinascere il suo vecchio amore per l’arte.
Gli inizi sono dedicati alla sperimentazione: basta osservare i primissimi lavori su tela per notare l’abisso che separa la prima parte delle opere da quelle attuali.
Sperimentando tecniche e stili diversi al fine di trovare la sua strada artistica, tra alti e bassi e pause anche di anni, nel settembre 2013 scatta la scintilla: scopre dei markers professionali con i quali riesce ad esprimersi al certo per cento, trovando finalmente un linguaggio tutto suo ed un modo di dipingere non convenzionale.
Le esposizioni a cui ha partecipato sono:
Giugno 2008: mostra personale presso il Circolo Culturale Costa a Mortara (PV)
Maggio 2009: collettiva durante il Festival d’arte presso palazzo del Moro a Mortara (PV)
Aprile 2014: collettiva presso Circolo NO.a a Torino
Maggio 2014: collettiva presso Galleria Artebo a Bologna
Luglio 2014: collettiva internazonale Exalnewart presso la Torre Branca a Milano
Ottobre 2014: collettiva Sintonia Immaginifica di pittura e scultura presso chiesa di San Rocco a La Morra Cuneo, con presentazione del noto critico Giorgio Grasso
Aprile 2015: collettiva Polifonia d’artista presso Galleria Arte Città Amica a Torino
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MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DELL’ARTISTA FRANCESCO GALIFI “DEUS EX MACHINA”
A CURA DI MARIA PALLADINO, PRESSO SUPERFLASH STORE PADOVA, VIA VIII FEBBRAIO 24, (ANGOLO PIAZZA CAVOUR). INAUGURAZIONE VENERDI’ 5 GIUGNO ALLE ORE 17,30. VISITABILE DALL’1 AL 13 GIUGNO, IN ORARIO LUNEDÌ-SABATO 13,30-19,00.
Per informazioni: Maria Palladino audramsa@katamail.com, wallyschiele@katamail.com
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Francesco-Galifi-Work-of-Art/576553085764263?fref=ts
Avvicinarsi alla pittura di Francesco Galifi è un’esperienza totalizzante, pervasiva, che coinvolge e cattura gradualmente, attrae e sollecita diversi livelli di comprensione, e stimola quella parte della comune sensibilità che usiamo definire “inconscio”, sentire condiviso, ma anche percezione della nostra fragile realtà al cospetto di un universo di cui non potremo mai raggiungere i confini, la natura, la più profonda essenza.
(...)Francesco Galifi fa questo affondando le sue armi di coraggioso artefice, di impavido indagatore della sua anima in un confronto diretto e inesauribile con il proprio mondo interiore, con un patrimonio intellettuale, letterario, mitico e metaforico che dà vita sulle sue tele a un percorso senza soluzione di continuità, un horror vacui personalissimo e massimamente generalizzabile, a cui è impossibile restare indifferenti, non lasciarsene attirare e coinvolgere.
Il sogno, la mitologia, la letteratura classica e i comics, il cinema e l’attuale cultura di massa, la memoria primitiva e quella recente, richiami visivi che non contemplano alcuna voluta citazione sono immersi con la più spontanea immediatezza in un contesto che è movimento turbinoso e continuo, dall’esterno all’interno e viceversa, che nasce da un particolare minimo e si rapprende, si espande in ricami e motivi multiformi, organici o in ingranaggi mai visti prima, dai riflessi metallici, che connettono ed avviluppano il tutto, in una morsa inestricabile, un abbraccio avvolgente per la nostra attenzione avvinta. 07.05.2015 Maria Palladino
CURRICULUM VITAE
Francesco Galifi nasce a Mortara (Pv) il 29/10/78, pittore autodidatta inizia a dipingere in maniera attiva dal settembre 2013.
L’arte ha da sempre stuzzicato la sua fantasia, difatti all’età di 14 anni inizia ad aerografare, cominciando a realizzare lavori su caschi scooter agende ecc... Smette dopo circa un anno fino alla metà del 2007, finché un giorno dentro di sé sente rinascere il suo vecchio amore per l’arte.
Gli inizi sono dedicati alla sperimentazione: basta osservare i primissimi lavori su tela per notare l’abisso che separa la prima parte delle opere da quelle attuali.
Sperimentando tecniche e stili diversi al fine di trovare la sua strada artistica, tra alti e bassi e pause anche di anni, nel settembre 2013 scatta la scintilla: scopre dei markers professionali con i quali riesce ad esprimersi al certo per cento, trovando finalmente un linguaggio tutto suo ed un modo di dipingere non convenzionale.
Le esposizioni a cui ha partecipato sono:
Giugno 2008: mostra personale presso il Circolo Culturale Costa a Mortara (PV)
Maggio 2009: collettiva durante il Festival d’arte presso palazzo del Moro a Mortara (PV)
Aprile 2014: collettiva presso Circolo NO.a a Torino
Maggio 2014: collettiva presso Galleria Artebo a Bologna
Luglio 2014: collettiva internazonale Exalnewart presso la Torre Branca a Milano
Ottobre 2014: collettiva Sintonia Immaginifica di pittura e scultura presso chiesa di San Rocco a La Morra Cuneo, con presentazione del noto critico Giorgio Grasso
Aprile 2015: collettiva Polifonia d’artista presso Galleria Arte Città Amica a Torino
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Altri eventi dell'inserzionista
Mostra personale di pittura "Trasfigurazioni Poetiche" di Walter Maritati
31/08/2015 - 19/09/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DELL’ARTISTA WALTER MARITATI
“TRASFIGURAZIONI POETICHE”
A CURA DI MARIA PALLADINO, PRESSO SUPERFLASH STORE PADOVA, VIA VIII FEBBRAIO 24, (ANGOLO PIAZZA CAVOUR). INAUGURAZIONE SABATO 5 SETTEMBRE ALLE ORE 18,00. VISITABILE DAL 31 AGOSTO AL 19 SETTEMBRE, IN ORARIO: LUNEDì - SABATO 13,30-19,00.
La pittura di Walter Maritati riesce a coinvolgere lo spettatore attuando un richiamo sottile alla dimensione dell’inconscio: chi guarda queste opere resta quasi avvinto, trasportato al di là del qui e ora, in una sospensione dei sensi e delle facoltà intellettive che riconduce a ricordi lontani, al sogno, a tutte quelle immagini vissute e rielaborate, riprodotte dalla fantasia e dal desiderio. Perché nelle favole, come anche nei miti, esiste sempre un fondo di verità. Così qui, nello spazio dell’opera, ci troviamo sostanzialmente a confrontarci con noi stessi, col vissuto comune e la comune sensibilità condivisa, rintracciandovi una sorta di sottile, ideale identificazione.
Questi lavori coinvolgono inoltre, per l’afflato poetico che li pervade, lì dove la dimensione metafisica ben si coniuga al respiro romantico, al realismo ricercato, ma anche rivissuto e reinterpretato attraverso il filtro della personalità: soggetti ricorrenti sono paesaggi solitari immersi in una nebbia tenera, lattiginosa e persistente, quasi un’alba perenne, in cui l’Io individuale può perdere sé stesso, per riemergerne infine vivificato.
Tale dimensione che apparentemente esclude l’uomo, in realtà ne conserva le tracce, ne rivela il passaggio, ne apre allo sguardo gli ambienti di vita: l’essere umano fa da coprotagonista, sia esso la piccola figura che passa e si cela in questi spazi, sia esso rappresentato dallo sguardo discreto, eppure scrupoloso e attento dell’artista, narratore esterno al contesto, ricreatore del suo mondo.
Il colore si dissolve in sfumature impalpabili, che sovrapponendosi e aggiungendosi in questa continua ricerca di profondità e leggerezza contribuisce ad accrescerne ed accentuarne la magìa. 13.08.2015 Maria Palladino
CURRICULUM VITAE
Walter Maritati è nato a Brindisi nel 1953. All'età di nove anni si trasferisce con la famiglia a Bergamo, vi resta per dodici anni e poi si trasferisce a Roma.
Il periodo vissuto a Bergamo è importante per il suo futuro artistico: amicizie e circostanze particolari lo avvicinano alla pittura.
All'inizio la sua "tavolozza" è ristretta a pochi colori, per lo più grigi, una realizzazione monocromatica condizionata dai paesaggi nebbiosi del bergamasco.
A Roma inizia ad esporre in mostre collettive e personali raccogliendo i primi consensi al suo lavoro: il pubblico apprezza l'espressione poetica e sognante di quei paesaggi lacustri avvolti nella nebbia definendola una pittura estremamente personale ed espressiva.
Dipinge esclusivamente con colori ad olio, che sfuma costantemente fino a rendere impercettibile la pennellata. Velature sovrapposte gli permettono di mantenere la trasparenza del colore nella realizzazione della nebbia. I soggetti ricorrenti sono barche e paesaggi immersi nella nebbia, nature morte, papaveri, scorci di case rurali.
Nei suoi dipinti non c'è figura umana ma se ne avverte le presenza. Ha realizzato numerose personali nelle principali città italiane e dal 1988 fa parte dell'Associazione Cento Pittori Via Margutta di Roma. Attualmente vive e lavora a Perugia.
Le personali più recenti:
- S. Sepolcro (AR), giugno 2000;
- Bormio (SO), luglio 2001;
- Foggia, aprile 2003;
- Spello (PG), giugno 2003;
- Roma, Gall. dei Leoni, 2002, 2005, 2007;
- Orvieto (PG), giugno 2011;
- Cervo (IM), maggio 2014;
- Gubbio (PG), settembre 2014.
PER INFORMAZIONI: MARIA PALLADINO 3341695479 WWW.WALTERMARITATI.COM
“TRASFIGURAZIONI POETICHE”
A CURA DI MARIA PALLADINO, PRESSO SUPERFLASH STORE PADOVA, VIA VIII FEBBRAIO 24, (ANGOLO PIAZZA CAVOUR). INAUGURAZIONE SABATO 5 SETTEMBRE ALLE ORE 18,00. VISITABILE DAL 31 AGOSTO AL 19 SETTEMBRE, IN ORARIO: LUNEDì - SABATO 13,30-19,00.
La pittura di Walter Maritati riesce a coinvolgere lo spettatore attuando un richiamo sottile alla dimensione dell’inconscio: chi guarda queste opere resta quasi avvinto, trasportato al di là del qui e ora, in una sospensione dei sensi e delle facoltà intellettive che riconduce a ricordi lontani, al sogno, a tutte quelle immagini vissute e rielaborate, riprodotte dalla fantasia e dal desiderio. Perché nelle favole, come anche nei miti, esiste sempre un fondo di verità. Così qui, nello spazio dell’opera, ci troviamo sostanzialmente a confrontarci con noi stessi, col vissuto comune e la comune sensibilità condivisa, rintracciandovi una sorta di sottile, ideale identificazione.
Questi lavori coinvolgono inoltre, per l’afflato poetico che li pervade, lì dove la dimensione metafisica ben si coniuga al respiro romantico, al realismo ricercato, ma anche rivissuto e reinterpretato attraverso il filtro della personalità: soggetti ricorrenti sono paesaggi solitari immersi in una nebbia tenera, lattiginosa e persistente, quasi un’alba perenne, in cui l’Io individuale può perdere sé stesso, per riemergerne infine vivificato.
Tale dimensione che apparentemente esclude l’uomo, in realtà ne conserva le tracce, ne rivela il passaggio, ne apre allo sguardo gli ambienti di vita: l’essere umano fa da coprotagonista, sia esso la piccola figura che passa e si cela in questi spazi, sia esso rappresentato dallo sguardo discreto, eppure scrupoloso e attento dell’artista, narratore esterno al contesto, ricreatore del suo mondo.
Il colore si dissolve in sfumature impalpabili, che sovrapponendosi e aggiungendosi in questa continua ricerca di profondità e leggerezza contribuisce ad accrescerne ed accentuarne la magìa. 13.08.2015 Maria Palladino
CURRICULUM VITAE
Walter Maritati è nato a Brindisi nel 1953. All'età di nove anni si trasferisce con la famiglia a Bergamo, vi resta per dodici anni e poi si trasferisce a Roma.
Il periodo vissuto a Bergamo è importante per il suo futuro artistico: amicizie e circostanze particolari lo avvicinano alla pittura.
All'inizio la sua "tavolozza" è ristretta a pochi colori, per lo più grigi, una realizzazione monocromatica condizionata dai paesaggi nebbiosi del bergamasco.
A Roma inizia ad esporre in mostre collettive e personali raccogliendo i primi consensi al suo lavoro: il pubblico apprezza l'espressione poetica e sognante di quei paesaggi lacustri avvolti nella nebbia definendola una pittura estremamente personale ed espressiva.
Dipinge esclusivamente con colori ad olio, che sfuma costantemente fino a rendere impercettibile la pennellata. Velature sovrapposte gli permettono di mantenere la trasparenza del colore nella realizzazione della nebbia. I soggetti ricorrenti sono barche e paesaggi immersi nella nebbia, nature morte, papaveri, scorci di case rurali.
Nei suoi dipinti non c'è figura umana ma se ne avverte le presenza. Ha realizzato numerose personali nelle principali città italiane e dal 1988 fa parte dell'Associazione Cento Pittori Via Margutta di Roma. Attualmente vive e lavora a Perugia.
Le personali più recenti:
- S. Sepolcro (AR), giugno 2000;
- Bormio (SO), luglio 2001;
- Foggia, aprile 2003;
- Spello (PG), giugno 2003;
- Roma, Gall. dei Leoni, 2002, 2005, 2007;
- Orvieto (PG), giugno 2011;
- Cervo (IM), maggio 2014;
- Gubbio (PG), settembre 2014.
PER INFORMAZIONI: MARIA PALLADINO 3341695479 WWW.WALTERMARITATI.COM
Mostra personale della pittrice Monica Bisogno, “Genetikòs”in galleria MoMArt a Padova
18/04/2015 - 17/05/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
Mostra personale della pittrice Monica Bisogno, “Genetikòs”
A cura di Giancarlo Bonomo, Maria Palladino
Presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, 35139 Padova
Inaugurazione sabato 18 aprile 2015, ore 17,30
La mostra resterà visitabile fino al 17 maggio, in orario: dal lunedì al sabato 15,30-19,30
Ingresso libero
“...Monica Bisogno è una ricercatrice attenta e preparata, un’archeologa della sua Essenza che vuol portare alla luce tesori, reperti nascosti nella psiche, reminiscenze ancestrali e concezioni animiche inespresse. Ella è artista di volumi e forme dinamiche intimamente connesse al mistero della propria genesi. E’ coinvolta nel profondo in qualcosa che la sua anima avverte distintamente e che le parole del linguaggio convenzionale non potrebbero esprimere appieno. Inizia un percorso quasi meditativo di esplorazione libera, svincolata dai canoni del reale manifesto. Non vi è ragionamento organizzato in via preliminare o la coazione imposta dal pensiero, tuttavia nulla è lasciato al caso.
Forme levigate, leggere e prive di spigoli, fluttuano con assoluta naturalezza in uno spazio indistinto che le accoglie, come in un gioco di sospensioni.
Il tratto, deciso ed affermato, vuol restituire anzitutto la consistente concretezza delle masse ed il continuo sussulto di contrazione ed espansione delle stesse. Nella fase realizzativa la Bisogno vuol rendere tangibile il suo indefinito sentire. La concretezza prende il posto dell’astrazione...”
Giancarlo Bonomo, testo tratto dal catalogo “Monica Bisogno, “Cardioids, forme sottili oltre il pensiero”, a cura di Giancarlo Bonomo, ed. La Tipografica srl, 2012
Biografia
Monica Bisogno nasce in Svizzera il 24 maggio del 1972 (R?üti nel Canton Zurigo). Presto suo padre Ciro e sua madre Lucia si trasferiscono a Locarno nel Canton Ticino dove Monica frequenta le scuole dell’obbligo.
Nel 1987 inizia a Torino il Liceo Artistico Statale per poi concluderlo nella sua città d’origine, Napoli. Nella capitale partenopea approfondisce le sue nozioni presso l’Accademia di Belle Arti dove nel 1998 si diploma a pieni voti, ottenendo così la licenza in pittura. Pochi mesi dopo, diventa madre di una bambina che negli anni a seguire, sarà la sua musa ispiratrice per molti lavori e spunti di riflessione.
Negli anni successivi il suo debutto professionale la impegna in qualità prima di decoratrice (laboratorio artigianale “I Re Magi”), in seguito come stuccatrice presso la Napoli Restauri.
Nel 2001 il ritorno in Svizzera. Da questo momento in avanti, Monica intraprende un viaggio che la porta ad analizzare attraverso la pittura, un paesaggio introspettivo, oltre la pelle, oltre la fisicità del corpo. Non abbandona mai del tutto il linguaggio figurativo, ma sviluppa un codice di forme e colori che la contraddistingue sempre più.
Finalmente nel 2012, l’incontro con Marina Reina, che diventa sua manager e che la presenta a Giancarlo Bonomo, critico raffinato e innovativo, conosciuto nell’ambiente artistico e presso la Biennale di Venezia. Nel 2013 esce la prima pubblicazione “CARDIOIDS, forme sottili oltre lo spazio”, curata da Bonomo, che viene presentata per la prima volta a Trieste, durante la mostra omonima. Sempre nello stesso anno, Monica e il suo lavoro approdano, tra gli altri impegni, anche in teatro. L’artista realizza una serata evento per raccontare la sua arte, attraverso la musica, immagini in movimento, con la collaborazione di musicisti, mimi e oratori. Giancarlo Bonomo in quest’occasione farà da filo conduttore attraverso una critica accurata e piena di spunti di riflessione.
Impegnata quotidianamente nel suo atelier, Monica continua la sua ricerca artistica.
Biografia tratta dal pieghevole “Monica Bisogno, “Genetikòs””, a cura di Giancarlo Bonomo, ed. Art Events Mazzoleni, 2014
Per informazioni: Maria Palladino: e-mail: audramsa@katamail.com
www.momart.padova.it
info@momart.padova.it
www.monicabisogno.ch
A cura di Giancarlo Bonomo, Maria Palladino
Presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, 35139 Padova
Inaugurazione sabato 18 aprile 2015, ore 17,30
La mostra resterà visitabile fino al 17 maggio, in orario: dal lunedì al sabato 15,30-19,30
Ingresso libero
“...Monica Bisogno è una ricercatrice attenta e preparata, un’archeologa della sua Essenza che vuol portare alla luce tesori, reperti nascosti nella psiche, reminiscenze ancestrali e concezioni animiche inespresse. Ella è artista di volumi e forme dinamiche intimamente connesse al mistero della propria genesi. E’ coinvolta nel profondo in qualcosa che la sua anima avverte distintamente e che le parole del linguaggio convenzionale non potrebbero esprimere appieno. Inizia un percorso quasi meditativo di esplorazione libera, svincolata dai canoni del reale manifesto. Non vi è ragionamento organizzato in via preliminare o la coazione imposta dal pensiero, tuttavia nulla è lasciato al caso.
Forme levigate, leggere e prive di spigoli, fluttuano con assoluta naturalezza in uno spazio indistinto che le accoglie, come in un gioco di sospensioni.
Il tratto, deciso ed affermato, vuol restituire anzitutto la consistente concretezza delle masse ed il continuo sussulto di contrazione ed espansione delle stesse. Nella fase realizzativa la Bisogno vuol rendere tangibile il suo indefinito sentire. La concretezza prende il posto dell’astrazione...”
Giancarlo Bonomo, testo tratto dal catalogo “Monica Bisogno, “Cardioids, forme sottili oltre il pensiero”, a cura di Giancarlo Bonomo, ed. La Tipografica srl, 2012
Biografia
Monica Bisogno nasce in Svizzera il 24 maggio del 1972 (R?üti nel Canton Zurigo). Presto suo padre Ciro e sua madre Lucia si trasferiscono a Locarno nel Canton Ticino dove Monica frequenta le scuole dell’obbligo.
Nel 1987 inizia a Torino il Liceo Artistico Statale per poi concluderlo nella sua città d’origine, Napoli. Nella capitale partenopea approfondisce le sue nozioni presso l’Accademia di Belle Arti dove nel 1998 si diploma a pieni voti, ottenendo così la licenza in pittura. Pochi mesi dopo, diventa madre di una bambina che negli anni a seguire, sarà la sua musa ispiratrice per molti lavori e spunti di riflessione.
Negli anni successivi il suo debutto professionale la impegna in qualità prima di decoratrice (laboratorio artigianale “I Re Magi”), in seguito come stuccatrice presso la Napoli Restauri.
Nel 2001 il ritorno in Svizzera. Da questo momento in avanti, Monica intraprende un viaggio che la porta ad analizzare attraverso la pittura, un paesaggio introspettivo, oltre la pelle, oltre la fisicità del corpo. Non abbandona mai del tutto il linguaggio figurativo, ma sviluppa un codice di forme e colori che la contraddistingue sempre più.
Finalmente nel 2012, l’incontro con Marina Reina, che diventa sua manager e che la presenta a Giancarlo Bonomo, critico raffinato e innovativo, conosciuto nell’ambiente artistico e presso la Biennale di Venezia. Nel 2013 esce la prima pubblicazione “CARDIOIDS, forme sottili oltre lo spazio”, curata da Bonomo, che viene presentata per la prima volta a Trieste, durante la mostra omonima. Sempre nello stesso anno, Monica e il suo lavoro approdano, tra gli altri impegni, anche in teatro. L’artista realizza una serata evento per raccontare la sua arte, attraverso la musica, immagini in movimento, con la collaborazione di musicisti, mimi e oratori. Giancarlo Bonomo in quest’occasione farà da filo conduttore attraverso una critica accurata e piena di spunti di riflessione.
Impegnata quotidianamente nel suo atelier, Monica continua la sua ricerca artistica.
Biografia tratta dal pieghevole “Monica Bisogno, “Genetikòs””, a cura di Giancarlo Bonomo, ed. Art Events Mazzoleni, 2014
Per informazioni: Maria Palladino: e-mail: audramsa@katamail.com
www.momart.padova.it
info@momart.padova.it
www.monicabisogno.ch
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Tante sfumature di grigio…
10/10/2015 - 15/11/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da CSArt Serri
Sabato 10 ottobre 2015, aderendo all’iniziativa “In Contemporanea” – un percorso espositivo che unisce diverse gallerie d’arte moderna e contemporanea di Reggio Emilia – la Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO inaugurerà alle ore 18.00, nella sua nuova sede, la mostra “Tante sfumature di grigio…”.
L'esposizione ammicca senza dubbio al noto libro da cui è anche stato tratto un film di successo, soprattutto per le sue valenze erotiche ma, in questo caso, le sfumature di grigio che si leggono nelle opere di Marco Gastini, Giorgio Griffa, Nunzio, Giuseppe Spagnulo e Walter Valentini, esprimono ben altre emozioni e ben altri concetti.
Oltre a ricordarci il nostro fumoso presente, ci parlano del grigio come colore dell’urbanistica contemporanea per la natura dei suoi materiali, di regni impenetrabili, di spazi inviolati, di mondi cosmici, che sono così da sempre, di un elemento privo di consistenza e di spessore come la cenere, residuo di fuochi che ardono altrove.
Quando però il grigio accenna alle tonalità dell’argento, allora ritroviamo le cifre dell’energia, del brio e della velocità delle luci che connotano questo metallo, creando mutevolezza e movimento.
Non ci dimentichiamo anche che l’infinito labirinto del nostro inconscio ci viene incontro con i toni di un grigio profondo e stimolante. Le immagini che troviamo nelle opere dei sopraddetti artisti appartengono dunque a una lingua lontana dalla nostra quotidianità, anche da quella muta delle cose che ci assalgono, e del corpo. Eppure queste emozioni cromatiche spesso convergono in un punto, o in un luogo mentale a noi prossimo, legate indissolubilmente al vissuto della memoria e ad un mistero che regola le vicende sotterranee di questo vissuto.
La mostra avrà luogo nella nuova sede espositiva della Galleria che, dopo quasi sedici anni trascorsi nella storica sede di Via Emilia San Pietro si é trasferita in Via Sessi 1/F, nel cuore pulsante della città.
Con questa esposizione la Galleria partecipa all’undicesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.
La collettiva sarà visitabile fino al 15 novembre 2015 con orario 10.00-12.30 e 16.00.19.30, aperto anche domenica e festivi. Per informazioni: tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.
Sabato 31 ottobre, alle ore 18.00, si terrà la presentazione del libro “La strada collettiva” di Francesca Proia, Anastasia Mostacci, Adele Cacciagrano (Il Vicolo Editore, collana “Le Ricordanze”, 2015). Volume con introduzione di Hshewa Sinbeauti, Luigi De Angelis e postfazione di Marisa Zattini. Un libro a tre voci che parla di differenti percezioni, di sogno lucido, di corpi sottili, di punto-sorgente e del soffio, capace di modificare ciò che crediamo essere la realtà.
L'esposizione ammicca senza dubbio al noto libro da cui è anche stato tratto un film di successo, soprattutto per le sue valenze erotiche ma, in questo caso, le sfumature di grigio che si leggono nelle opere di Marco Gastini, Giorgio Griffa, Nunzio, Giuseppe Spagnulo e Walter Valentini, esprimono ben altre emozioni e ben altri concetti.
Oltre a ricordarci il nostro fumoso presente, ci parlano del grigio come colore dell’urbanistica contemporanea per la natura dei suoi materiali, di regni impenetrabili, di spazi inviolati, di mondi cosmici, che sono così da sempre, di un elemento privo di consistenza e di spessore come la cenere, residuo di fuochi che ardono altrove.
Quando però il grigio accenna alle tonalità dell’argento, allora ritroviamo le cifre dell’energia, del brio e della velocità delle luci che connotano questo metallo, creando mutevolezza e movimento.
Non ci dimentichiamo anche che l’infinito labirinto del nostro inconscio ci viene incontro con i toni di un grigio profondo e stimolante. Le immagini che troviamo nelle opere dei sopraddetti artisti appartengono dunque a una lingua lontana dalla nostra quotidianità, anche da quella muta delle cose che ci assalgono, e del corpo. Eppure queste emozioni cromatiche spesso convergono in un punto, o in un luogo mentale a noi prossimo, legate indissolubilmente al vissuto della memoria e ad un mistero che regola le vicende sotterranee di questo vissuto.
La mostra avrà luogo nella nuova sede espositiva della Galleria che, dopo quasi sedici anni trascorsi nella storica sede di Via Emilia San Pietro si é trasferita in Via Sessi 1/F, nel cuore pulsante della città.
Con questa esposizione la Galleria partecipa all’undicesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.
La collettiva sarà visitabile fino al 15 novembre 2015 con orario 10.00-12.30 e 16.00.19.30, aperto anche domenica e festivi. Per informazioni: tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.
Sabato 31 ottobre, alle ore 18.00, si terrà la presentazione del libro “La strada collettiva” di Francesca Proia, Anastasia Mostacci, Adele Cacciagrano (Il Vicolo Editore, collana “Le Ricordanze”, 2015). Volume con introduzione di Hshewa Sinbeauti, Luigi De Angelis e postfazione di Marisa Zattini. Un libro a tre voci che parla di differenti percezioni, di sogno lucido, di corpi sottili, di punto-sorgente e del soffio, capace di modificare ciò che crediamo essere la realtà.
Stefano Cumia - SCP 14
10/07/2014 - 09/08/2014
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Stefano Cumia
SCP14
a cura di Helga Marsala
10 luglio 2014, ore 19
RizzutoGallery, Palermo
Giovedì 10 luglio alle ore 19 presso la Rizzuto Gallery (Palermo, via Monte Cuccio 30) verrà inaugurata SCP14, personale di Stefano Cumia, a cura di Helga Marsala.
Una mostra che segna un cambiamento importante nel percorso di Stefano Cumia, tra gli artisti siciliani più interessanti e raffinati delle ultime generazioni, esponente di una new wave pittorica radicata nella grande tradizione italiana ed isolana. Nato a Palermo nel 1980 e da qualche anno trasferitosi a Milano, Cumia è il protagonista di questa personale voluta e ospitata da RizzutoGallery, appuntamento che identifica l’inizio di una fase nuova, per certi versi sorprendente.
Il ciclo di tele esposte, prodotte nel corso di un recentissimo percorso di studio, sono il punto culminante di un’esperienza condotta tra ottobre e novembre 2013 al Kunstverein zur Verastaltungen von Kunstausstellungen di Düsseldorf: grazie a una borsa di studio, assegnatagli dal Museo Riso nell’ambito di una call internazionale, Stefano ha trascorso quarantacinque giorni nella città tedesca, concedendosi un momento di riflessione e di sperimentazione rivelatosi decisivo. Nei mesi subito seguenti il lavoro ha preso a crescere, spostandosi lungo traiettorie per lui del tutto nuove.
La mostra, che raccoglie alcuni degli ultimissimi lavori, in cui la figurazione lascia il posto all’astrazione, vuole indicare un passaggio chiave. Il senso di una svolta, l’apertura di una strada differente.
Stefano Cumia. SCP14
a cura di Helga Marsala
RizzutoGallery - Palermo, Via Monte Cuccio 30
Inaugurazione: giovedì 10 luglio 2014, ore 19.00
Fino al 9 agosto 2014
Orari: da giovedì a sabato, ore 16.00–20.00 - Ingresso libero
Per informazioni:
Eva Oliveri +39 348.3622577; evaoliveri@rizzutoarte.com
Tiziana Pantaleo +39 091 526843; tizianapantaleo@rizzutoarte.com
www.rizzutogallery.com
Lo strappo. Il senso di Stefano Cumia per l’astrazione
di Helga Marsala [estratto dal catalogo]
Questa mostra è una dichiarazione d’indipendenza. Rispetto al passato, agli ancoraggi certi, ai codici consumati. È il racconto di una sfida, al principio di un viaggio che prova a ridefinire la forma del proprio mondo, il senso stesso di una vocazione. Una mostra che segna un punto di rottura rispetto alla produzione precedente: nel solco di un’intelligenza pittorica viva, interfacciatasi costantemente con i movimenti dell’estetica più attuale, si definisce una linea radicale, incisiva, aguzza. L’origine di uno strappo.
Stefano Cumia ha alle spalle una solida storia di ricerca nel campo figurazione. I suoi piccoli teatri del quotidiano, restituiti con un segno pieno e vibrante, fra tinte brillanti e qualche volta acide, hanno unito spirito onirico e attitudine narrativa, sospendendo dentro bolle di inquietudine piccole scene enigmatiche, fantastiche, surreali. Una sensibilità per la potenza dell’ambiguo e del non detto, acuitasi progressivamente, fino a giungere alla penultima serie di tele e di collage, in cui l’immagine tendeva a dissolversi nel gioco della contaminazione: incipit d’astrazione, derive immaginifiche, innesti tra forme organiche e strutture solide, connessioni tra il piano della verità prosaica e il piano del concetto spaziale.
Le opere prodotte per “SCP14” raccontano il seguito di questa storia, l’ultima fase compiuta: una serie di tele, partorite nel corso di una gestazione travagliata, racconta il senso di un passaggio. Alla base c’è una rivoluzione di prospettiva, nel punto d’incontro tra una cesura e una ripartenza. L’universo iconografico frequentato fino a pochi mesi fa viene spazzato via. Con decisione. Per far posto a un lavoro di sintesi ed astrazione, che smette di indugiare sul reale, sulla narrazione, sulla mimesi, il simbolo o l’icona. Si disegnano così geometrie nette e cromatismi puri, protagonisti di una costruzione pittorica segnata da una classicità segreta, fatta di equilibri e ritmi aulici. L’oggetto principale resta la pittura, intesa come processo, indagine spaziale, studio del rapporto tra superficie, colore, gesto, forme assolute.
[…] Ma tutte quelle immagini, quella gestualità esplosiva e quell’abilità tecnica affinata negli anni, non spariscono. Non vengono negate. Resta tutto dietro, in fondo, intrappolato tra i margini, gli incastri, i molti strati sottili, i tremori del pennello e le increspature: nei punti in cui oggi si articolano incroci, angoli, rette, campiture monocrome, giustapposizioni. Tutta la pittura di un tempo è allora come implosa, condensata; mantenendo la potenza originaria, per farsi all’improvviso intuizione, substrato, ossatura. Nuova sensibilità epidermica, oltre il dato del reale. L’esigenza, allora, è quella di imparare daccapo a vedere, là dove la visione non è più rifugio, ma sfida.
STEFANO CUMIA è nato il 14 marzo 1980 a Palermo. Dopo la laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo nel 2009, si trasferisce a Milano d
SCP14
a cura di Helga Marsala
10 luglio 2014, ore 19
RizzutoGallery, Palermo
Giovedì 10 luglio alle ore 19 presso la Rizzuto Gallery (Palermo, via Monte Cuccio 30) verrà inaugurata SCP14, personale di Stefano Cumia, a cura di Helga Marsala.
Una mostra che segna un cambiamento importante nel percorso di Stefano Cumia, tra gli artisti siciliani più interessanti e raffinati delle ultime generazioni, esponente di una new wave pittorica radicata nella grande tradizione italiana ed isolana. Nato a Palermo nel 1980 e da qualche anno trasferitosi a Milano, Cumia è il protagonista di questa personale voluta e ospitata da RizzutoGallery, appuntamento che identifica l’inizio di una fase nuova, per certi versi sorprendente.
Il ciclo di tele esposte, prodotte nel corso di un recentissimo percorso di studio, sono il punto culminante di un’esperienza condotta tra ottobre e novembre 2013 al Kunstverein zur Verastaltungen von Kunstausstellungen di Düsseldorf: grazie a una borsa di studio, assegnatagli dal Museo Riso nell’ambito di una call internazionale, Stefano ha trascorso quarantacinque giorni nella città tedesca, concedendosi un momento di riflessione e di sperimentazione rivelatosi decisivo. Nei mesi subito seguenti il lavoro ha preso a crescere, spostandosi lungo traiettorie per lui del tutto nuove.
La mostra, che raccoglie alcuni degli ultimissimi lavori, in cui la figurazione lascia il posto all’astrazione, vuole indicare un passaggio chiave. Il senso di una svolta, l’apertura di una strada differente.
Stefano Cumia. SCP14
a cura di Helga Marsala
RizzutoGallery - Palermo, Via Monte Cuccio 30
Inaugurazione: giovedì 10 luglio 2014, ore 19.00
Fino al 9 agosto 2014
Orari: da giovedì a sabato, ore 16.00–20.00 - Ingresso libero
Per informazioni:
Eva Oliveri +39 348.3622577; evaoliveri@rizzutoarte.com
Tiziana Pantaleo +39 091 526843; tizianapantaleo@rizzutoarte.com
www.rizzutogallery.com
Lo strappo. Il senso di Stefano Cumia per l’astrazione
di Helga Marsala [estratto dal catalogo]
Questa mostra è una dichiarazione d’indipendenza. Rispetto al passato, agli ancoraggi certi, ai codici consumati. È il racconto di una sfida, al principio di un viaggio che prova a ridefinire la forma del proprio mondo, il senso stesso di una vocazione. Una mostra che segna un punto di rottura rispetto alla produzione precedente: nel solco di un’intelligenza pittorica viva, interfacciatasi costantemente con i movimenti dell’estetica più attuale, si definisce una linea radicale, incisiva, aguzza. L’origine di uno strappo.
Stefano Cumia ha alle spalle una solida storia di ricerca nel campo figurazione. I suoi piccoli teatri del quotidiano, restituiti con un segno pieno e vibrante, fra tinte brillanti e qualche volta acide, hanno unito spirito onirico e attitudine narrativa, sospendendo dentro bolle di inquietudine piccole scene enigmatiche, fantastiche, surreali. Una sensibilità per la potenza dell’ambiguo e del non detto, acuitasi progressivamente, fino a giungere alla penultima serie di tele e di collage, in cui l’immagine tendeva a dissolversi nel gioco della contaminazione: incipit d’astrazione, derive immaginifiche, innesti tra forme organiche e strutture solide, connessioni tra il piano della verità prosaica e il piano del concetto spaziale.
Le opere prodotte per “SCP14” raccontano il seguito di questa storia, l’ultima fase compiuta: una serie di tele, partorite nel corso di una gestazione travagliata, racconta il senso di un passaggio. Alla base c’è una rivoluzione di prospettiva, nel punto d’incontro tra una cesura e una ripartenza. L’universo iconografico frequentato fino a pochi mesi fa viene spazzato via. Con decisione. Per far posto a un lavoro di sintesi ed astrazione, che smette di indugiare sul reale, sulla narrazione, sulla mimesi, il simbolo o l’icona. Si disegnano così geometrie nette e cromatismi puri, protagonisti di una costruzione pittorica segnata da una classicità segreta, fatta di equilibri e ritmi aulici. L’oggetto principale resta la pittura, intesa come processo, indagine spaziale, studio del rapporto tra superficie, colore, gesto, forme assolute.
[…] Ma tutte quelle immagini, quella gestualità esplosiva e quell’abilità tecnica affinata negli anni, non spariscono. Non vengono negate. Resta tutto dietro, in fondo, intrappolato tra i margini, gli incastri, i molti strati sottili, i tremori del pennello e le increspature: nei punti in cui oggi si articolano incroci, angoli, rette, campiture monocrome, giustapposizioni. Tutta la pittura di un tempo è allora come implosa, condensata; mantenendo la potenza originaria, per farsi all’improvviso intuizione, substrato, ossatura. Nuova sensibilità epidermica, oltre il dato del reale. L’esigenza, allora, è quella di imparare daccapo a vedere, là dove la visione non è più rifugio, ma sfida.
STEFANO CUMIA è nato il 14 marzo 1980 a Palermo. Dopo la laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo nel 2009, si trasferisce a Milano d