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Evento: Symposium
15/05/2015 - 17/05/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 13/05/2015 - 19:08 |
Luogo: | Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 15/05/2015 |
Data di fine | 17/05/2015 |
Descrizione
Per la decima edizione di “Fotografia Europea”, la galleria camera16 contemporary art di Milano presenta, dal 15 al 17 maggio 2015, presso la sede dell’Ex Aci (Via Secchi 11) a Reggio Emilia, “Symposium”, esposizione collettiva curata da Carlo Madesani con opere di Ugo La Pietra (1938), Jacopo Benassi (1970), Persefone Zubcic (1982), Alberto Garcia-Alix (1956), Irina Ionesco (1935) e Paolo Ventura (1968).
Un progetto volto alla rappresentazione di iconografie legate alla corporalità, intesa come campo architettonico, nel rapporto con lo spazio e nella tematica individuale del proprio teatro interiore.
Il concetto teorico “Abitare la città” di Ugo La Pietra serve da spunto anche per considerare l’idea di abitare il proprio corpo, il proprio pensiero, sviluppando quel rapporto intimista nel quale si prende coscienza della propria condizione, si confronta con il sistema condiviso (e accomodante), lo si accetta/accontenta, oppure si cambia qualcosa proponendo nuovi percorsi che propongono una nuova diversa realtà.
Non è questione di provocazione, è volontà di indicare una nuova possibilità, una nuova suggestione.
In “Symposium” ciascuno dei fotografi funge da interlocutore, come gli intellettuali ateniesi di Platone è inviato ad esporre, con un ampio discorso, la propria teoria sul tema del rapporto tra corpo e spazio, nudo e architettura, corporalità e paesaggio. Il corpo, il paesaggio, è oggetto o soggetto?
Nel dialogo di ciascuno, espresso in maniera autonoma e personale, il confronto è auspicio di miglioramento, segno di apertura ed innovamento. La mostra ha come finalità di porre in evidenza, attraverso il “Linguaggio” della fotografia, quesiti e stimoli nei suoi rapporti con arte, cultura, storia e società.
La mostra, che verrà inaugurata venerdì 15 maggio alle ore 18.00, sarà visitabile di venerdì ore 18.00-23.00, sabato e domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-21.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 335 8487615, info@camera16.it, www.camera16.it.
Un progetto volto alla rappresentazione di iconografie legate alla corporalità, intesa come campo architettonico, nel rapporto con lo spazio e nella tematica individuale del proprio teatro interiore.
Il concetto teorico “Abitare la città” di Ugo La Pietra serve da spunto anche per considerare l’idea di abitare il proprio corpo, il proprio pensiero, sviluppando quel rapporto intimista nel quale si prende coscienza della propria condizione, si confronta con il sistema condiviso (e accomodante), lo si accetta/accontenta, oppure si cambia qualcosa proponendo nuovi percorsi che propongono una nuova diversa realtà.
Non è questione di provocazione, è volontà di indicare una nuova possibilità, una nuova suggestione.
In “Symposium” ciascuno dei fotografi funge da interlocutore, come gli intellettuali ateniesi di Platone è inviato ad esporre, con un ampio discorso, la propria teoria sul tema del rapporto tra corpo e spazio, nudo e architettura, corporalità e paesaggio. Il corpo, il paesaggio, è oggetto o soggetto?
Nel dialogo di ciascuno, espresso in maniera autonoma e personale, il confronto è auspicio di miglioramento, segno di apertura ed innovamento. La mostra ha come finalità di porre in evidenza, attraverso il “Linguaggio” della fotografia, quesiti e stimoli nei suoi rapporti con arte, cultura, storia e società.
La mostra, che verrà inaugurata venerdì 15 maggio alle ore 18.00, sarà visitabile di venerdì ore 18.00-23.00, sabato e domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-21.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 335 8487615, info@camera16.it, www.camera16.it.
Altri eventi dell'inserzionista
IN ART nel segno del contemporaneo
03/09/2016 - 18/09/2016
San Polo d'Enza (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
“IN ART nel segno del contemporaneo”: dal 3 al 18 settembre 2016 le stanze seicentesche di Villa Genesio a San Polo d’Enza (RE) si aprono per il secondo anno all’arte contemporanea con opere di diciotto artisti, diversi per esperienza e linguaggio. Curata da Lia Bedogni, Elisabetta Margini e Riccardo Varini, l’esposizione sarà inaugurata sabato 3 settembre alle ore 17.00. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Comune di San Polo d’Enza, prevede anche visite guidate, incontri e dibattiti.
«La mostra – spiegano i curatori – si propone di realizzare, attraverso le varie esperienze artistiche generazionali, una “contaminazione”, dove il gesto creativo e la parola si intersecano senza interruzione di continuità tra le varie personalità. Un dialogo aperto a confronti ed approfondimenti in un luogo in cui si respira un passato, un passato diventato contemporaneo».
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni: nelle stanze recentemente recuperate dall’ex casa del custode gli artisti definiti “postmoderni”, nelle camere al primo piano della villa le giovani generazioni, al secondo piano la fotografia. Il salone al piano terra ospita, invece, un’esposizione collettiva per facilitare quella “contaminazione” auspicata dagli organizzatori.
Coordinata da Elisabetta Margini, la prima sezione ospita le opere di Oscar Accorsi, Luciano Bertoli, Oscar Ferrari, Augusto Giuffredi, Giordano Montorsi, Sandra Moss, Pietro Mussini, Enzo Silvi e Wal, artisti nati negli anno ’40 e ’50 ed attivi sul territorio reggiano. Ricerche che affondano le loro radici nelle avanguardie storiche, senza soffermarsi sul concetto di “stile” così caro al mercato. Dall’informale alla pop art, dal concettuale alla neofigurazione, dai media alle ultime contaminazioni dei linguaggi, ma sempre rielaborati in chiave personale. Tratto comune, la concettualità, evidente anche nell’approccio interdisciplinare tra pittura, scultura e design.
La seconda sezione, coordinata da Lia Bedogni, comprende opere di Mirko Baricchi, Alle Basso, Carlo Cane, Antonella Cinelli, Laura Forghieri e Matteo Messori. Attraverso la ricerca artistica di alcuni protagonisti del panorama italiano, la storica dimora si arricchisce di nuove storie: dai paesaggi di Mirko Baricchi, che invitano all’ascolto e alla riflessione, alle fotografie surreali di Alle Basso, dalle atmosfere visionarie di Carlo Cane alle installazioni di Antonella Cinelli sul tema della memoria, fino alle carte di Laura Forghieri che raccontano lo scorrere del tempo.
La fotografia è, infine, protagonista della terza sezione, coordinata da Riccardo Varini. In mostra, opere di Gian Franco Iori, Maurizio Strippoli e dello stesso Varini. Dalla “Fantacittà” di Iori, i cui palazzi sono ripresi di notte da punti di vista insoliti e stampati in bianco e nero, “À la Maison” di Strippoli, in cui l’autore scavalca con ironia la malinconia di oggetti abbandonati, sino alle “Assenze” di Varini, esposte nel 2014 alla Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia. Stanze vuote, personaggi distanti che ricordano Hopper, dove aleggia però sempre un fiato di mistero.
Villa Genesio (Via Don P. Borghi 14, San Polo d’Enza, Reggio Emilia) sarà aperta al pubblico da lunedì a venerdì ore 16.00-20.00, 10 e 11 settembre ore 10.00-22.00, 17 e 18 settembre ore 10.00-20.00. Ingresso libero. Nell’ambito della mostra, si terranno i seguenti eventi: domenica 4 settembre, ore 17.00, “Esperienze nel Postmoderno”, Tullio Masoni dialoga con gli artisti; sabato 10 settembre, ore 17.00, visita guidata con Lia Bedogni; sabato 17 settembre, ore 17.00, “Fotografia lenta”, Lara Ferrari e Tullio Masoni dialogano con Riccardo Varini; domenica 18 settembre, ore 17.00, “Tullio Masoni: qualche poesia” ed aperitivi d’arte dalle ore 18.00. Per informazioni: tel. 0522 241729, biblioteca@comune.sanpolodenza.re.it, www.comune.sanpolodenza.re.it, www.facebook.com/villagenesio.
Villa Genesio è un’antica dimora residenziale con giardino risalente al XVII secolo di proprietà della famiglia Margini-Villa, il cui cognome ha origine dal luogo di provenienza “Villa delle Ville”. Tommaso Villa e successivamente il figlio Genesio modificarono in piccola parte, nel corso del XIX secolo, l’impianto originale. L’attuale configurazione risale ad ulteriori interventi eseguiti nel XX secolo ad opera degli eredi. La grande cantina con il pozzo e la raccolta di reperti lapidei sono documento storico di notevole interesse. Nel 2015 Villa Genesio ha ospitato la mostra d’arte contemporanea “Who Où. Arte fuori luogo”, promossa dall’Associazione Culturale Merende d’Artista in collaborazione con il Comune di San Polo d’Enza.
«La mostra – spiegano i curatori – si propone di realizzare, attraverso le varie esperienze artistiche generazionali, una “contaminazione”, dove il gesto creativo e la parola si intersecano senza interruzione di continuità tra le varie personalità. Un dialogo aperto a confronti ed approfondimenti in un luogo in cui si respira un passato, un passato diventato contemporaneo».
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni: nelle stanze recentemente recuperate dall’ex casa del custode gli artisti definiti “postmoderni”, nelle camere al primo piano della villa le giovani generazioni, al secondo piano la fotografia. Il salone al piano terra ospita, invece, un’esposizione collettiva per facilitare quella “contaminazione” auspicata dagli organizzatori.
Coordinata da Elisabetta Margini, la prima sezione ospita le opere di Oscar Accorsi, Luciano Bertoli, Oscar Ferrari, Augusto Giuffredi, Giordano Montorsi, Sandra Moss, Pietro Mussini, Enzo Silvi e Wal, artisti nati negli anno ’40 e ’50 ed attivi sul territorio reggiano. Ricerche che affondano le loro radici nelle avanguardie storiche, senza soffermarsi sul concetto di “stile” così caro al mercato. Dall’informale alla pop art, dal concettuale alla neofigurazione, dai media alle ultime contaminazioni dei linguaggi, ma sempre rielaborati in chiave personale. Tratto comune, la concettualità, evidente anche nell’approccio interdisciplinare tra pittura, scultura e design.
La seconda sezione, coordinata da Lia Bedogni, comprende opere di Mirko Baricchi, Alle Basso, Carlo Cane, Antonella Cinelli, Laura Forghieri e Matteo Messori. Attraverso la ricerca artistica di alcuni protagonisti del panorama italiano, la storica dimora si arricchisce di nuove storie: dai paesaggi di Mirko Baricchi, che invitano all’ascolto e alla riflessione, alle fotografie surreali di Alle Basso, dalle atmosfere visionarie di Carlo Cane alle installazioni di Antonella Cinelli sul tema della memoria, fino alle carte di Laura Forghieri che raccontano lo scorrere del tempo.
La fotografia è, infine, protagonista della terza sezione, coordinata da Riccardo Varini. In mostra, opere di Gian Franco Iori, Maurizio Strippoli e dello stesso Varini. Dalla “Fantacittà” di Iori, i cui palazzi sono ripresi di notte da punti di vista insoliti e stampati in bianco e nero, “À la Maison” di Strippoli, in cui l’autore scavalca con ironia la malinconia di oggetti abbandonati, sino alle “Assenze” di Varini, esposte nel 2014 alla Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia. Stanze vuote, personaggi distanti che ricordano Hopper, dove aleggia però sempre un fiato di mistero.
Villa Genesio (Via Don P. Borghi 14, San Polo d’Enza, Reggio Emilia) sarà aperta al pubblico da lunedì a venerdì ore 16.00-20.00, 10 e 11 settembre ore 10.00-22.00, 17 e 18 settembre ore 10.00-20.00. Ingresso libero. Nell’ambito della mostra, si terranno i seguenti eventi: domenica 4 settembre, ore 17.00, “Esperienze nel Postmoderno”, Tullio Masoni dialoga con gli artisti; sabato 10 settembre, ore 17.00, visita guidata con Lia Bedogni; sabato 17 settembre, ore 17.00, “Fotografia lenta”, Lara Ferrari e Tullio Masoni dialogano con Riccardo Varini; domenica 18 settembre, ore 17.00, “Tullio Masoni: qualche poesia” ed aperitivi d’arte dalle ore 18.00. Per informazioni: tel. 0522 241729, biblioteca@comune.sanpolodenza.re.it, www.comune.sanpolodenza.re.it, www.facebook.com/villagenesio.
Villa Genesio è un’antica dimora residenziale con giardino risalente al XVII secolo di proprietà della famiglia Margini-Villa, il cui cognome ha origine dal luogo di provenienza “Villa delle Ville”. Tommaso Villa e successivamente il figlio Genesio modificarono in piccola parte, nel corso del XIX secolo, l’impianto originale. L’attuale configurazione risale ad ulteriori interventi eseguiti nel XX secolo ad opera degli eredi. La grande cantina con il pozzo e la raccolta di reperti lapidei sono documento storico di notevole interesse. Nel 2015 Villa Genesio ha ospitato la mostra d’arte contemporanea “Who Où. Arte fuori luogo”, promossa dall’Associazione Culturale Merende d’Artista in collaborazione con il Comune di San Polo d’Enza.
Hyena, Solo Show. 2001 - 2016, quindici anni di opere
27/02/2016 - 27/03/2016
Correggio (RE) - Emilia-Romagna
Inserito da CSArt Serri
“Hyena, Solo Show. 2001 - 2016, quindici anni di opere” è il titolo della mostra monografica dedicata a Hyena in occasione dei suoi primi quindici anni di attività artistica. Promossa dal Comune di Correggio nella Galleria Espositiva del Museo “Il Correggio” (Palazzo dei Principi, C.so Cavour, 7, Correggio), l’esposizione è curata da Margherita Fontanesi.
La mostra, che inaugura sabato 27 febbraio alle ore 17, ripercorre le tappe principali della storia dell’artista novellarese, attraverso i suoi più fortunati progetti di ricerca, arrivando a presentare anche “Vanitas”, suo ultimo lavoro.
Il percorso espositivo si apre con “Catone e la Route 181”, progetto con il quale Hyena mosse i primi passi nell’arte contemporanea, con scatti realizzati nel sud della Francia, a Saint Marie de la Mer, durante il raduno dei gitani per la festa di Santa Sara nel 2001.
Ampio spazio è dedicato alle serie sul nudo femminile, con opere che hanno reso famoso l’artista e che celebrano la donna sotto diversi aspetti, da quello di “dea madre” a quella di “compagna e amante”.
Presenti, inoltre, opere della serie “Landscape”, che coniuga suggestioni padane con il paesaggismo giapponese passando attraverso echi nordeuropei, accanto alle opere della suggestiva serie “Roots” con i suoi alberi dalle radici fluttuanti nel vuoto ed opere che ritraggono Luciano Ligabue, con il quale Hyena ha collaborato in diverse occasioni, producendo opere ruvide e poetiche allo stesso tempo.
La passione per la musica, che da sempre accompagna Hyena accanto a quella per la fotografia, ha dato vita alla serie “II/IV/I” dedicata al jazz e alla danza contemporanea con le prime opere che contengono movimento e un accenno di colore.
Ultimo lavoro, infine, la serie “Vanitas”, nature morte di ispirazione rinascimentale che riflettono sulla caducità della vita. In mostra anche diverse curiosità, importanti nel percorso artistico di Hyena, dai libri d’artista a video e cortometraggi.
La mostra è realizzata grazie al sostegno di Banca Generali Private Financial Planner, in collaborazione con la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia, che ha promosso e accompagnato Hyena nel suo percorso artistico.
La sede espositiva è aperta al pubblico il sabato ore 15.30-18.30 e la domenica ore 10-12.30 e 15.30-18.30; gli altri giorni su appuntamento (tel. 0522 691806). Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra. Per informazioni: museo@comune.correggio.re.it, www.museoilcorreggio.org.
Hyena (Novellara, Reggio Emilia, 1965) inizia a fotografare alla fine degli anni ‘70 con una ricerca sulla scena musicale dei gruppi emergenti. Dalla fine degli anni ‘90 lavora come freelance nei settori della moda e dello spettacolo collaborando con alcuni tra i maggiori artisti italiani come Luciano Ligabue e Piero Pelù. Le sue fotografie sono state pubblicate su Corriere della Sera, Max, Trends, Must e Fotopratica. Dal 2001 inizia un percorso creativo che lo porta a contaminare le proprie fotografie con tecniche di restauro e pittura. Collabora oggi con gallerie nazionali ed internazionali. Hyena ha un percorso ricco e importante che comprende pubblicazioni su riviste italiane e straniere, numerosi cataloghi monografici, la partecipazione all’edizione di Fotografia Europea 2011 nel circuito ufficiale e la realizzazione di un’opera pubblica permanente: l’installazione site-specific per l’Aula della Memoria di Colle Ameno (BO).
La mostra, che inaugura sabato 27 febbraio alle ore 17, ripercorre le tappe principali della storia dell’artista novellarese, attraverso i suoi più fortunati progetti di ricerca, arrivando a presentare anche “Vanitas”, suo ultimo lavoro.
Il percorso espositivo si apre con “Catone e la Route 181”, progetto con il quale Hyena mosse i primi passi nell’arte contemporanea, con scatti realizzati nel sud della Francia, a Saint Marie de la Mer, durante il raduno dei gitani per la festa di Santa Sara nel 2001.
Ampio spazio è dedicato alle serie sul nudo femminile, con opere che hanno reso famoso l’artista e che celebrano la donna sotto diversi aspetti, da quello di “dea madre” a quella di “compagna e amante”.
Presenti, inoltre, opere della serie “Landscape”, che coniuga suggestioni padane con il paesaggismo giapponese passando attraverso echi nordeuropei, accanto alle opere della suggestiva serie “Roots” con i suoi alberi dalle radici fluttuanti nel vuoto ed opere che ritraggono Luciano Ligabue, con il quale Hyena ha collaborato in diverse occasioni, producendo opere ruvide e poetiche allo stesso tempo.
La passione per la musica, che da sempre accompagna Hyena accanto a quella per la fotografia, ha dato vita alla serie “II/IV/I” dedicata al jazz e alla danza contemporanea con le prime opere che contengono movimento e un accenno di colore.
Ultimo lavoro, infine, la serie “Vanitas”, nature morte di ispirazione rinascimentale che riflettono sulla caducità della vita. In mostra anche diverse curiosità, importanti nel percorso artistico di Hyena, dai libri d’artista a video e cortometraggi.
La mostra è realizzata grazie al sostegno di Banca Generali Private Financial Planner, in collaborazione con la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia, che ha promosso e accompagnato Hyena nel suo percorso artistico.
La sede espositiva è aperta al pubblico il sabato ore 15.30-18.30 e la domenica ore 10-12.30 e 15.30-18.30; gli altri giorni su appuntamento (tel. 0522 691806). Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra. Per informazioni: museo@comune.correggio.re.it, www.museoilcorreggio.org.
Hyena (Novellara, Reggio Emilia, 1965) inizia a fotografare alla fine degli anni ‘70 con una ricerca sulla scena musicale dei gruppi emergenti. Dalla fine degli anni ‘90 lavora come freelance nei settori della moda e dello spettacolo collaborando con alcuni tra i maggiori artisti italiani come Luciano Ligabue e Piero Pelù. Le sue fotografie sono state pubblicate su Corriere della Sera, Max, Trends, Must e Fotopratica. Dal 2001 inizia un percorso creativo che lo porta a contaminare le proprie fotografie con tecniche di restauro e pittura. Collabora oggi con gallerie nazionali ed internazionali. Hyena ha un percorso ricco e importante che comprende pubblicazioni su riviste italiane e straniere, numerosi cataloghi monografici, la partecipazione all’edizione di Fotografia Europea 2011 nel circuito ufficiale e la realizzazione di un’opera pubblica permanente: l’installazione site-specific per l’Aula della Memoria di Colle Ameno (BO).
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Andrea Mineo | Lisa-Julie Rüping - Frammenti e Brani
18/09/2014 - 18/10/2014
Palermo (PA) - Sicilia
Inserito da Tiziana Pantaleo
Giovedì 18 settembre alle ore 19 presso la RizzutoGallery (Palermo, via Monte Cuccio 30) verrà inaugurata Frammenti e Brani, bi-personale di Andrea Mineo e Lisa-Julie Rüping, a cura di Alessandro Pinto.
La mostra conferma l’attenzione della Galleria per gli artisti emergenti, e segna l’inizio di un dialogo con artisti internazionali, in particolare attivi in Germania.
Mineo (Torino, 1989) e Rüping (Dormagen, 1986) rappresentano due posizioni artistiche antipodiche anche se entrambi - attraverso l’utilizzo di diversi medium (disegno, fotografia, scultura, installazione) - esplorano le relazioni con lo spazio e la relatività delle percezioni, lavorando sullo scambio tra dimensione fisica e mentale, oltrepassando i limiti dell’architettura e sconfinando nell’immaginario.
Il titolo della mostra, tratto da un verso di Rilke (“Vedi, ora è il momento di portare frammenti e brani come fossero un tutto”, Sonetti a Orfeo I, XVI), si adatta alle opere dei due giovani artisti a partire dagli elementi basici che le animano: le linee appena accennate e le macchie a parete di Rüping, i frammenti e i materiali semplici di Mineo.
Lisa-Julie Rüping presenterà disegni, fotografie e installazioni che mostrano il suo interesse verso la composizione di strutture che si dipanano attraverso linee e superfici, annichilendo la profondità. Nelle opere su carta sono linee accennate o più marcate, rette e trasversali, che formano, come in una partitura, ritmi visivi lievi. Nelle fotografie invece l’artista tedesca ritrae cieli, pareti e angoli di edifici dal basso verso l’alto che, attraverso la messa a fuoco degli elementi in primo piano e il fuori fuoco dello sfondo, vengono ridotti a pure superfici perdendo il loro valore mimetico a vantaggio di una costruzione di piani percepibili solo attraverso la materialità perduta degli oggetti e la leggerezza delle forme pure e avulse da ogni caratterizzazione. Le istallazioni presentano insieme oggetti e pitture alle pareti. Due forme espressive che differiscono fortemente tra loro; la pittura alla parete ha, infatti, effetti quasi illusionistici e proiettivi che si oppongono agli oggetti materiali posti nello spazio. Il collegamento tra l’elemento pittorico e quello plastico è reso da una corrispondenza formale e cromatica che produce un forte contrasto tra l’evanescenza del frammento-macchia alla parete e la concretezza dell’oggetto.
Andrea Mineo esporrà sculture e due installazioni pensate per gli spazi della Galleria. Ogni installazione dell'artista palermitano nasce da frammenti, oggetti accumulati e stratificati nel tempo, materiali semplici e comuni. A partire da questi elementi l'artista costruisce nuovi percorsi, costruzioni e strutture che si impongono sullo spazio superando il valore simbolico che a prima vista sembrano suggerire all'osservatore: la colonna di monete di cristallo che attraversa lo spazio come per definirne i limiti per poi proiettarsi idealmente all'infinito, l'edificazione del Grande Muro di cioccolato che si pone come esercizio volto al superamento del limite e le sculture Lingotti che inglobano una quantità di "materia essenziale" di siti storici recentemente andati distrutti o abbandonati all'incuria e alla rovina. Alla base delle opere di Mineo vi è l'osservazione profonda della società; ogni opera non si pone come critica decostruttiva, ma, al contrario, sono ri-costruzioni, nuove forme che impongono leggi proprie e che allegoricamente diventano lenti attraverso cui leggere il nostro tempo, la nostra storia e il nostro futuro.
Andrea Mineo | Lisa-Julie Rüping
Frammenti e Brani
a cura di Alessandro Pinto
RizzutoGallery - Palermo, Via Monte Cuccio 30
Inaugurazione: giovedì 18 settembre 2014, ore 19.00
Fino al 18 ottobre 2014
Orari: da giovedì a sabato, ore 16.00–20.00 - Ingresso libero
Per informazioni:
Eva Oliveri +39 348.3622577; evaoliveri@rizzutoarte.com
Tiziana Pantaleo +39 091 526843; tizianapantaleo@rizzutoarte.com
www.rizzutogallery.com
La mostra conferma l’attenzione della Galleria per gli artisti emergenti, e segna l’inizio di un dialogo con artisti internazionali, in particolare attivi in Germania.
Mineo (Torino, 1989) e Rüping (Dormagen, 1986) rappresentano due posizioni artistiche antipodiche anche se entrambi - attraverso l’utilizzo di diversi medium (disegno, fotografia, scultura, installazione) - esplorano le relazioni con lo spazio e la relatività delle percezioni, lavorando sullo scambio tra dimensione fisica e mentale, oltrepassando i limiti dell’architettura e sconfinando nell’immaginario.
Il titolo della mostra, tratto da un verso di Rilke (“Vedi, ora è il momento di portare frammenti e brani come fossero un tutto”, Sonetti a Orfeo I, XVI), si adatta alle opere dei due giovani artisti a partire dagli elementi basici che le animano: le linee appena accennate e le macchie a parete di Rüping, i frammenti e i materiali semplici di Mineo.
Lisa-Julie Rüping presenterà disegni, fotografie e installazioni che mostrano il suo interesse verso la composizione di strutture che si dipanano attraverso linee e superfici, annichilendo la profondità. Nelle opere su carta sono linee accennate o più marcate, rette e trasversali, che formano, come in una partitura, ritmi visivi lievi. Nelle fotografie invece l’artista tedesca ritrae cieli, pareti e angoli di edifici dal basso verso l’alto che, attraverso la messa a fuoco degli elementi in primo piano e il fuori fuoco dello sfondo, vengono ridotti a pure superfici perdendo il loro valore mimetico a vantaggio di una costruzione di piani percepibili solo attraverso la materialità perduta degli oggetti e la leggerezza delle forme pure e avulse da ogni caratterizzazione. Le istallazioni presentano insieme oggetti e pitture alle pareti. Due forme espressive che differiscono fortemente tra loro; la pittura alla parete ha, infatti, effetti quasi illusionistici e proiettivi che si oppongono agli oggetti materiali posti nello spazio. Il collegamento tra l’elemento pittorico e quello plastico è reso da una corrispondenza formale e cromatica che produce un forte contrasto tra l’evanescenza del frammento-macchia alla parete e la concretezza dell’oggetto.
Andrea Mineo esporrà sculture e due installazioni pensate per gli spazi della Galleria. Ogni installazione dell'artista palermitano nasce da frammenti, oggetti accumulati e stratificati nel tempo, materiali semplici e comuni. A partire da questi elementi l'artista costruisce nuovi percorsi, costruzioni e strutture che si impongono sullo spazio superando il valore simbolico che a prima vista sembrano suggerire all'osservatore: la colonna di monete di cristallo che attraversa lo spazio come per definirne i limiti per poi proiettarsi idealmente all'infinito, l'edificazione del Grande Muro di cioccolato che si pone come esercizio volto al superamento del limite e le sculture Lingotti che inglobano una quantità di "materia essenziale" di siti storici recentemente andati distrutti o abbandonati all'incuria e alla rovina. Alla base delle opere di Mineo vi è l'osservazione profonda della società; ogni opera non si pone come critica decostruttiva, ma, al contrario, sono ri-costruzioni, nuove forme che impongono leggi proprie e che allegoricamente diventano lenti attraverso cui leggere il nostro tempo, la nostra storia e il nostro futuro.
Andrea Mineo | Lisa-Julie Rüping
Frammenti e Brani
a cura di Alessandro Pinto
RizzutoGallery - Palermo, Via Monte Cuccio 30
Inaugurazione: giovedì 18 settembre 2014, ore 19.00
Fino al 18 ottobre 2014
Orari: da giovedì a sabato, ore 16.00–20.00 - Ingresso libero
Per informazioni:
Eva Oliveri +39 348.3622577; evaoliveri@rizzutoarte.com
Tiziana Pantaleo +39 091 526843; tizianapantaleo@rizzutoarte.com
www.rizzutogallery.com
MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DELL’ARTISTA FRANCESCO GALIFI “DEUS EX MACHINA”
01/06/2015 - 13/06/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
COMUNICATO STAMPA
MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DELL’ARTISTA FRANCESCO GALIFI “DEUS EX MACHINA”
A CURA DI MARIA PALLADINO, PRESSO SUPERFLASH STORE PADOVA, VIA VIII FEBBRAIO 24, (ANGOLO PIAZZA CAVOUR). INAUGURAZIONE VENERDI’ 5 GIUGNO ALLE ORE 17,30. VISITABILE DALL’1 AL 13 GIUGNO, IN ORARIO LUNEDÌ-SABATO 13,30-19,00.
Per informazioni: Maria Palladino audramsa@katamail.com, wallyschiele@katamail.com
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Francesco-Galifi-Work-of-Art/576553085764263?fref=ts
Avvicinarsi alla pittura di Francesco Galifi è un’esperienza totalizzante, pervasiva, che coinvolge e cattura gradualmente, attrae e sollecita diversi livelli di comprensione, e stimola quella parte della comune sensibilità che usiamo definire “inconscio”, sentire condiviso, ma anche percezione della nostra fragile realtà al cospetto di un universo di cui non potremo mai raggiungere i confini, la natura, la più profonda essenza.
(...)Francesco Galifi fa questo affondando le sue armi di coraggioso artefice, di impavido indagatore della sua anima in un confronto diretto e inesauribile con il proprio mondo interiore, con un patrimonio intellettuale, letterario, mitico e metaforico che dà vita sulle sue tele a un percorso senza soluzione di continuità, un horror vacui personalissimo e massimamente generalizzabile, a cui è impossibile restare indifferenti, non lasciarsene attirare e coinvolgere.
Il sogno, la mitologia, la letteratura classica e i comics, il cinema e l’attuale cultura di massa, la memoria primitiva e quella recente, richiami visivi che non contemplano alcuna voluta citazione sono immersi con la più spontanea immediatezza in un contesto che è movimento turbinoso e continuo, dall’esterno all’interno e viceversa, che nasce da un particolare minimo e si rapprende, si espande in ricami e motivi multiformi, organici o in ingranaggi mai visti prima, dai riflessi metallici, che connettono ed avviluppano il tutto, in una morsa inestricabile, un abbraccio avvolgente per la nostra attenzione avvinta. 07.05.2015 Maria Palladino
CURRICULUM VITAE
Francesco Galifi nasce a Mortara (Pv) il 29/10/78, pittore autodidatta inizia a dipingere in maniera attiva dal settembre 2013.
L’arte ha da sempre stuzzicato la sua fantasia, difatti all’età di 14 anni inizia ad aerografare, cominciando a realizzare lavori su caschi scooter agende ecc... Smette dopo circa un anno fino alla metà del 2007, finché un giorno dentro di sé sente rinascere il suo vecchio amore per l’arte.
Gli inizi sono dedicati alla sperimentazione: basta osservare i primissimi lavori su tela per notare l’abisso che separa la prima parte delle opere da quelle attuali.
Sperimentando tecniche e stili diversi al fine di trovare la sua strada artistica, tra alti e bassi e pause anche di anni, nel settembre 2013 scatta la scintilla: scopre dei markers professionali con i quali riesce ad esprimersi al certo per cento, trovando finalmente un linguaggio tutto suo ed un modo di dipingere non convenzionale.
Le esposizioni a cui ha partecipato sono:
Giugno 2008: mostra personale presso il Circolo Culturale Costa a Mortara (PV)
Maggio 2009: collettiva durante il Festival d’arte presso palazzo del Moro a Mortara (PV)
Aprile 2014: collettiva presso Circolo NO.a a Torino
Maggio 2014: collettiva presso Galleria Artebo a Bologna
Luglio 2014: collettiva internazonale Exalnewart presso la Torre Branca a Milano
Ottobre 2014: collettiva Sintonia Immaginifica di pittura e scultura presso chiesa di San Rocco a La Morra Cuneo, con presentazione del noto critico Giorgio Grasso
Aprile 2015: collettiva Polifonia d’artista presso Galleria Arte Città Amica a Torino
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MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DELL’ARTISTA FRANCESCO GALIFI “DEUS EX MACHINA”
A CURA DI MARIA PALLADINO, PRESSO SUPERFLASH STORE PADOVA, VIA VIII FEBBRAIO 24, (ANGOLO PIAZZA CAVOUR). INAUGURAZIONE VENERDI’ 5 GIUGNO ALLE ORE 17,30. VISITABILE DALL’1 AL 13 GIUGNO, IN ORARIO LUNEDÌ-SABATO 13,30-19,00.
Per informazioni: Maria Palladino audramsa@katamail.com, wallyschiele@katamail.com
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Francesco-Galifi-Work-of-Art/576553085764263?fref=ts
Avvicinarsi alla pittura di Francesco Galifi è un’esperienza totalizzante, pervasiva, che coinvolge e cattura gradualmente, attrae e sollecita diversi livelli di comprensione, e stimola quella parte della comune sensibilità che usiamo definire “inconscio”, sentire condiviso, ma anche percezione della nostra fragile realtà al cospetto di un universo di cui non potremo mai raggiungere i confini, la natura, la più profonda essenza.
(...)Francesco Galifi fa questo affondando le sue armi di coraggioso artefice, di impavido indagatore della sua anima in un confronto diretto e inesauribile con il proprio mondo interiore, con un patrimonio intellettuale, letterario, mitico e metaforico che dà vita sulle sue tele a un percorso senza soluzione di continuità, un horror vacui personalissimo e massimamente generalizzabile, a cui è impossibile restare indifferenti, non lasciarsene attirare e coinvolgere.
Il sogno, la mitologia, la letteratura classica e i comics, il cinema e l’attuale cultura di massa, la memoria primitiva e quella recente, richiami visivi che non contemplano alcuna voluta citazione sono immersi con la più spontanea immediatezza in un contesto che è movimento turbinoso e continuo, dall’esterno all’interno e viceversa, che nasce da un particolare minimo e si rapprende, si espande in ricami e motivi multiformi, organici o in ingranaggi mai visti prima, dai riflessi metallici, che connettono ed avviluppano il tutto, in una morsa inestricabile, un abbraccio avvolgente per la nostra attenzione avvinta. 07.05.2015 Maria Palladino
CURRICULUM VITAE
Francesco Galifi nasce a Mortara (Pv) il 29/10/78, pittore autodidatta inizia a dipingere in maniera attiva dal settembre 2013.
L’arte ha da sempre stuzzicato la sua fantasia, difatti all’età di 14 anni inizia ad aerografare, cominciando a realizzare lavori su caschi scooter agende ecc... Smette dopo circa un anno fino alla metà del 2007, finché un giorno dentro di sé sente rinascere il suo vecchio amore per l’arte.
Gli inizi sono dedicati alla sperimentazione: basta osservare i primissimi lavori su tela per notare l’abisso che separa la prima parte delle opere da quelle attuali.
Sperimentando tecniche e stili diversi al fine di trovare la sua strada artistica, tra alti e bassi e pause anche di anni, nel settembre 2013 scatta la scintilla: scopre dei markers professionali con i quali riesce ad esprimersi al certo per cento, trovando finalmente un linguaggio tutto suo ed un modo di dipingere non convenzionale.
Le esposizioni a cui ha partecipato sono:
Giugno 2008: mostra personale presso il Circolo Culturale Costa a Mortara (PV)
Maggio 2009: collettiva durante il Festival d’arte presso palazzo del Moro a Mortara (PV)
Aprile 2014: collettiva presso Circolo NO.a a Torino
Maggio 2014: collettiva presso Galleria Artebo a Bologna
Luglio 2014: collettiva internazonale Exalnewart presso la Torre Branca a Milano
Ottobre 2014: collettiva Sintonia Immaginifica di pittura e scultura presso chiesa di San Rocco a La Morra Cuneo, con presentazione del noto critico Giorgio Grasso
Aprile 2015: collettiva Polifonia d’artista presso Galleria Arte Città Amica a Torino
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