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Evento: Carlo Vannini. Cupi fantasmi di una vita perduta
08/05/2015 - 27/11/2015
Dettagli
Data di inserimento: | 30/04/2015 - 10:54 |
Luogo: | Reggio nell'Emilia (RE) - Emilia-Romagna |
Data di inizio: | 08/05/2015 |
Data di fine | 27/11/2015 |
Descrizione
I “Cupi fantasmi di una vita perduta” di Carlo Vannini sono in mostra, dall’8 maggio al 27 novembre 2015 presso BFMR & Partners Dottori Commercialisti, studio professionale che dal 2010 sostiene “Fotografia Europea”, promuovendo anche esposizioni fotografiche presso la propria sede in Piazza Vallisneri 4 a Reggio Emilia.
Curata da Sandro Parmiggiani, la mostra presenta la nuova produzione del fotografo reggiano, dedicata ai villaggi, alle tonnare e ai complessi industriali abbandonati della Sardegna meridionale. Una cinquantina di fotografie di medie dimensioni, realizzate nel 2014 attraverso l’utilizzo di una tecnica personale. L’autore, infatti, procede alla de-saturazione dell’immagine, intervenendo successivamente solo su alcuni canali per ridare colore e modificare le tinte.
Affermato nel campo dell’immagine pubblicitaria e della riproduzione di opere d’arte, Vannini lavora da alcuni anni anche nell’ambito della fotografia artistica, con progetti legati alle sculture della Cattedrale di Reggio Emilia e alle collezioni dei Musei Civici.
Come scrive il curatore, «Vannini coglie – secondo le antiche leggi della fotografia – l’arresto del tempo: restano, sui muri, le tracce del passaggio dell’uomo, ma la sua presenza fisica si è ormai dissolta. Eppure questi cupi fantasmi di architetture e geometrie, questi ritmici squarci di porte e di finestre, queste luci che accecano e queste ombre impenetrabili, non chiedono l’oblio, non sollecitano l’intervento di una mano pietosa che, cancellandole, ponga fine al degrado e alla solitudine, ma suscitano il desiderio di una conservazione e di un ritorno alla vita, che, nella vegetazione rigogliosa che continua a crescere e s’insinua dentro di loro, si esprime con la forza di ciò che è perenne».
In occasione del vernissage su invito, previsto per venerdì 8 maggio a partire dalle ore 19.00, sarà presentata l’anteprima della mostra, visitabile da lunedì a venerdì con orario 10.00-12.00 e 16.00-18.00. Per informazioni: www.bfmr.it - info@bfmr.it - tel. 0522 455000.
Curata da Sandro Parmiggiani, la mostra presenta la nuova produzione del fotografo reggiano, dedicata ai villaggi, alle tonnare e ai complessi industriali abbandonati della Sardegna meridionale. Una cinquantina di fotografie di medie dimensioni, realizzate nel 2014 attraverso l’utilizzo di una tecnica personale. L’autore, infatti, procede alla de-saturazione dell’immagine, intervenendo successivamente solo su alcuni canali per ridare colore e modificare le tinte.
Affermato nel campo dell’immagine pubblicitaria e della riproduzione di opere d’arte, Vannini lavora da alcuni anni anche nell’ambito della fotografia artistica, con progetti legati alle sculture della Cattedrale di Reggio Emilia e alle collezioni dei Musei Civici.
Come scrive il curatore, «Vannini coglie – secondo le antiche leggi della fotografia – l’arresto del tempo: restano, sui muri, le tracce del passaggio dell’uomo, ma la sua presenza fisica si è ormai dissolta. Eppure questi cupi fantasmi di architetture e geometrie, questi ritmici squarci di porte e di finestre, queste luci che accecano e queste ombre impenetrabili, non chiedono l’oblio, non sollecitano l’intervento di una mano pietosa che, cancellandole, ponga fine al degrado e alla solitudine, ma suscitano il desiderio di una conservazione e di un ritorno alla vita, che, nella vegetazione rigogliosa che continua a crescere e s’insinua dentro di loro, si esprime con la forza di ciò che è perenne».
In occasione del vernissage su invito, previsto per venerdì 8 maggio a partire dalle ore 19.00, sarà presentata l’anteprima della mostra, visitabile da lunedì a venerdì con orario 10.00-12.00 e 16.00-18.00. Per informazioni: www.bfmr.it - info@bfmr.it - tel. 0522 455000.
Altri eventi dell'inserzionista
Riccardo Varini, Fotografie 1979 – 2016
10/12/2016 - 08/01/2017
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
Chiarore diffuso, lunghi silenzi, profondissima quiete. I Chiostri di San Domenico (Via Dante Alighieri 11, Reggio Emilia) ospitano, dal 10 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017, la mostra fotografica di Riccardo Varini, a cura di Arturo Carlo Quintavalle. Realizzata in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, l’esposizione sarà inaugurata sabato 10 dicembre alle ore 17.00.
In mostra, oltre 170 fotografie stampate su carta cotone. Immagini che documentano il percorso di Riccardo Varini dal 1979 ad oggi, attraverso le serie fotografiche – “Bianchi”, “Chiari”, “Stanze”, “Notturni”, “Persone in pausa”, “Paesaggio urbano” – che corrono parallele all’interno della sua ampia produzione. Il percorso espositivo si arricchisce, inoltre, con una selezione di immagini inedite, anteprima di due nuovi cicli, “Wabisabi” e “Still life”, in fase di realizzazione.
Raggiunta una certa maturità artistica, dopo l’archiviazione al CSAC di Parma, la monografia Skira e le tante mostre in Italia e in Europa, l’autore ha sentito l’esigenza di selezionare le immagini che meglio rappresentano la sua poetica (lontana dall’essere meramente descrittiva, come potrebbe sembrare da alcune fotografie “eclatanti”, volutamente escluse) e di presentarle, attraverso un progetto organico, alla città che ha accompagnato il suo percorso, dall’amore per la natura condiviso con il padre Luigi agli esordi fotografici legati alla scuola di Stanislao Farri, dall’interesse per i pittori chiaristi (Guidi, Morandi e il reggiano Gandini) all’incontro nel 1984 con Luigi Ghirri, che ha contribuito alla sua formazione e che ancora oggi considera il suo maestro, nonostante si sia progressivamente distaccato da una lingua comune per portare avanti una ricerca personale.
Se i “Bianchi” portano l’osservatore, attraverso distese di neve, dal visibile reale all’invisibile astratto, i “Chiari” (“Silenzi” e “Marine”) rendono il tempo lungo della fotografia, dove ogni intento descrittivo lascia campo all’introspezione, mentre le “Stanze”, attraverso tagli di luce e prospettive di interni, parlano di attese e abbandoni, così come i “Notturni” di matrice hopperiana, che rivendicano il valore della solitudine, e le “Persone in pausa”, in attesa della prima battuta, tra teatro e memoria. Infine la geometria, presente nel “Paesaggio urbano” con contrappunti taglienti di luce. Tra le anticipazioni, alcune fotografie della serie “Wabisabi” che, guardando all’imperfezione come valore, registra piccole lacerazioni e fratture, ed alcuni “Still life”, tra colori, riflessi e trasparenze.
«Riccardo Varini ha uno sguardo lento – scrive il curatore – uno sguardo obliquo, che scopre i dettagli, che mette insieme spazi, personaggi, luci ma anche ombre. Le sue foto sono in apparenza immagini immediate del vero, ma in realtà sono fotografie a lungo studiate, composte, costruite attraverso lunghe attese, anche quando sono scattate rapidamente cogliendo magari una tempesta di neve in riva al mare, dunque qualcosa di diverso, di affascinante, di nuovo».
La personale sarà visitabile di martedì, venerdì, sabato, domenica e festivi con orario 10.00-13.00 e 16.30-19.30 (apertura a richiesta per le scuole). Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 456477, musei@municipio.re.it, www.musei.re.it. Per approfondimenti: www.riccardovarini.it.
Riccardo Varini nasce nel 1957 a Reggio Emilia. Fondamentali nel suo percorso sono Luigi Ghirri (1984) e il “chiarismo” della scuola di Guidi e Morandi. Nel 2006 fonda a Reggio Emilia una galleria dedicata esclusivamente alla fotografia, luogo d’incontro e formazione, dove tiene corsi di composizione e comunicazione. Nel 2007 le sue opere sono archiviate da Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, fra i grandi nomi della fotografia italiana. Nel 2009 espone nell’ambito di “Fotografia Europea” (Galleria Parmeggiani, Reggio Emilia, prefazione di Arturo Carlo Quintavalle) e le sue opere sono archiviate dalla Fototeca della Biblioteca Panizzi. Espone successivamente in diverse città italiane, partecipando al “MIA Fair” (Milano, 2012, 2013, 2014), con immagine su “Le Monde”, e a “Photissima” (Torino, 2013). Le sue opere sono raccolte nei libri “Silenzi” (Meridiana, 2008, prefazione di Arturo Carlo Quintavalle), “Luoghi Comuni” (AbaoAQu, 2013, testi di Pierluigi Tedeschi ed Emanuele Ferrari), “Da Mare a Mare” (NFC Edizioni, Rimini, 2013, testi di Alessandra Bigi Iotti e Giulio Zavatta). Nel 2013 partecipa al simposio su Luigi Ghirri organizzato dalla British School di Roma. Nel 2014 esce la sua monografia, curata da Arturo Carlo Quintavalle per Skira. Dalla collaborazione con diverse gallerie, nascono mostre internazionali a Berlino, Monaco, Montecarlo, Parigi e Tokio. Nel 2016 si dedica maggiormente ai suoi seminari, tenendo mostre alla Reggia di Colorno (PR) e ai Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia.
In mostra, oltre 170 fotografie stampate su carta cotone. Immagini che documentano il percorso di Riccardo Varini dal 1979 ad oggi, attraverso le serie fotografiche – “Bianchi”, “Chiari”, “Stanze”, “Notturni”, “Persone in pausa”, “Paesaggio urbano” – che corrono parallele all’interno della sua ampia produzione. Il percorso espositivo si arricchisce, inoltre, con una selezione di immagini inedite, anteprima di due nuovi cicli, “Wabisabi” e “Still life”, in fase di realizzazione.
Raggiunta una certa maturità artistica, dopo l’archiviazione al CSAC di Parma, la monografia Skira e le tante mostre in Italia e in Europa, l’autore ha sentito l’esigenza di selezionare le immagini che meglio rappresentano la sua poetica (lontana dall’essere meramente descrittiva, come potrebbe sembrare da alcune fotografie “eclatanti”, volutamente escluse) e di presentarle, attraverso un progetto organico, alla città che ha accompagnato il suo percorso, dall’amore per la natura condiviso con il padre Luigi agli esordi fotografici legati alla scuola di Stanislao Farri, dall’interesse per i pittori chiaristi (Guidi, Morandi e il reggiano Gandini) all’incontro nel 1984 con Luigi Ghirri, che ha contribuito alla sua formazione e che ancora oggi considera il suo maestro, nonostante si sia progressivamente distaccato da una lingua comune per portare avanti una ricerca personale.
Se i “Bianchi” portano l’osservatore, attraverso distese di neve, dal visibile reale all’invisibile astratto, i “Chiari” (“Silenzi” e “Marine”) rendono il tempo lungo della fotografia, dove ogni intento descrittivo lascia campo all’introspezione, mentre le “Stanze”, attraverso tagli di luce e prospettive di interni, parlano di attese e abbandoni, così come i “Notturni” di matrice hopperiana, che rivendicano il valore della solitudine, e le “Persone in pausa”, in attesa della prima battuta, tra teatro e memoria. Infine la geometria, presente nel “Paesaggio urbano” con contrappunti taglienti di luce. Tra le anticipazioni, alcune fotografie della serie “Wabisabi” che, guardando all’imperfezione come valore, registra piccole lacerazioni e fratture, ed alcuni “Still life”, tra colori, riflessi e trasparenze.
«Riccardo Varini ha uno sguardo lento – scrive il curatore – uno sguardo obliquo, che scopre i dettagli, che mette insieme spazi, personaggi, luci ma anche ombre. Le sue foto sono in apparenza immagini immediate del vero, ma in realtà sono fotografie a lungo studiate, composte, costruite attraverso lunghe attese, anche quando sono scattate rapidamente cogliendo magari una tempesta di neve in riva al mare, dunque qualcosa di diverso, di affascinante, di nuovo».
La personale sarà visitabile di martedì, venerdì, sabato, domenica e festivi con orario 10.00-13.00 e 16.30-19.30 (apertura a richiesta per le scuole). Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 456477, musei@municipio.re.it, www.musei.re.it. Per approfondimenti: www.riccardovarini.it.
Riccardo Varini nasce nel 1957 a Reggio Emilia. Fondamentali nel suo percorso sono Luigi Ghirri (1984) e il “chiarismo” della scuola di Guidi e Morandi. Nel 2006 fonda a Reggio Emilia una galleria dedicata esclusivamente alla fotografia, luogo d’incontro e formazione, dove tiene corsi di composizione e comunicazione. Nel 2007 le sue opere sono archiviate da Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, fra i grandi nomi della fotografia italiana. Nel 2009 espone nell’ambito di “Fotografia Europea” (Galleria Parmeggiani, Reggio Emilia, prefazione di Arturo Carlo Quintavalle) e le sue opere sono archiviate dalla Fototeca della Biblioteca Panizzi. Espone successivamente in diverse città italiane, partecipando al “MIA Fair” (Milano, 2012, 2013, 2014), con immagine su “Le Monde”, e a “Photissima” (Torino, 2013). Le sue opere sono raccolte nei libri “Silenzi” (Meridiana, 2008, prefazione di Arturo Carlo Quintavalle), “Luoghi Comuni” (AbaoAQu, 2013, testi di Pierluigi Tedeschi ed Emanuele Ferrari), “Da Mare a Mare” (NFC Edizioni, Rimini, 2013, testi di Alessandra Bigi Iotti e Giulio Zavatta). Nel 2013 partecipa al simposio su Luigi Ghirri organizzato dalla British School di Roma. Nel 2014 esce la sua monografia, curata da Arturo Carlo Quintavalle per Skira. Dalla collaborazione con diverse gallerie, nascono mostre internazionali a Berlino, Monaco, Montecarlo, Parigi e Tokio. Nel 2016 si dedica maggiormente ai suoi seminari, tenendo mostre alla Reggia di Colorno (PR) e ai Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia.
Dialoghi visivi
05/12/2015 - 23/12/2015
Reggio Emilia
Inserito da CSArt Serri
Dal 5 al 31 dicembre 2015, presso la Saletta Galaverni di Reggio Emilia (Via Dell’Aquila, 6/c), si terrà la mostra collettiva “Dialoghi visivi” con opere scelte di Valerio Adami, Davide Benati, Gabriella Benedini, Enrico Della Torre, Iler Melioli ed Emilio Tadini.
Il titolo, in questo caso, non investe soltanto i contenuti espressivi nelle diverse declinazioni poetiche degli autori in esposizione, ma apre anche lo sguardo verso un preciso modo di fruirla.
Come spiega, infatti, il gallerista Libero Galaverni, «Esistono percorsi dialogici che in taluni casi accumunano le ricerche dei diversi artisti: il tema della natura, ad esempio, nel lavoro di Davide Benati ed Iler Melioli, l’iconismo “popolare” nei dipinti di Valerio Adami ed Emilio Tadini, il rapporto tra figura ed astrazione nelle opere di Enrico Della Torre e Gabriella Benedini».
Accostamenti non casuali, itinerari di incontro e confronto tra autori diversi per esperienza e linguaggio, che offrono al fruitore l’opportunità di vedere “oltre” il dato apparente.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico sabato 5 dicembre alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 23 dicembre 2015, tutti i giorni con orario 9.30-12.30 e 16.00-19.30, chiuso giovedì pomeriggio. Ingresso libero. Per informazioni: cell. 335 6388448, info@galaverni.com.
Il titolo, in questo caso, non investe soltanto i contenuti espressivi nelle diverse declinazioni poetiche degli autori in esposizione, ma apre anche lo sguardo verso un preciso modo di fruirla.
Come spiega, infatti, il gallerista Libero Galaverni, «Esistono percorsi dialogici che in taluni casi accumunano le ricerche dei diversi artisti: il tema della natura, ad esempio, nel lavoro di Davide Benati ed Iler Melioli, l’iconismo “popolare” nei dipinti di Valerio Adami ed Emilio Tadini, il rapporto tra figura ed astrazione nelle opere di Enrico Della Torre e Gabriella Benedini».
Accostamenti non casuali, itinerari di incontro e confronto tra autori diversi per esperienza e linguaggio, che offrono al fruitore l’opportunità di vedere “oltre” il dato apparente.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico sabato 5 dicembre alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 23 dicembre 2015, tutti i giorni con orario 9.30-12.30 e 16.00-19.30, chiuso giovedì pomeriggio. Ingresso libero. Per informazioni: cell. 335 6388448, info@galaverni.com.
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MOSTRA PERSONALE DI PITTURA E GRAFICA “BowiefaceS” DELL’ARTISTA SEBASTIANO MAGNANO
05/12/2015 - 19/12/2015
Padova (PD) - Veneto
Inserito da Maria Palladino
COMUNICATO STAMPA
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA PERSONALE DI PITTURA E GRAFICA “BowiefaceS” DELL’ARTISTA SEBASTIANO MAGNANO
Sabato 5 dicembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di pittura e grafica “BowiefaceS” dell’artista Sebastiano Magnano. A cura di Maria Palladino.
L’esposizione raccoglie una serie di opere ad olio, acrilico, tecniche miste, incisioni e una grafica digitale dell’artista Sebastiano Magnano ispirata alla figura iconica ed eclettica del musicista britannico David Bowie, fin dagli anni 70 idolo di generazioni e portavoce di uno stile ricercato e camaleontico, nella produzione musicale come nell’estetica dell’immagine.
L’autore lo raffigura in ritratti che ne ripercorrono la carriera e le numerose metamorfosi: dall’alter ego “Aladdin Sane” all’ultimo volto, il più recente, la fisionomia “disvelata” e “disambiguata” di “the next day”: il volto umano del mito.
Attraverso una pratica artistica che riprende e reinterpreta secondo canoni personali e originali il linguaggio della Pop Art e del Neofigurativismo, con componenti gestuali e un incisivo carattere di concettualità queste opere si impongono alla nostra attenzione per la peculiare capacità di coniugare la ricerca sullo stile e la tecnica ad un’interessante indagine contenutistica sul soggetto.
Esse sollecitano l’autore ad interrogarsi sul significato della fama e sulla sua caducità, identica alla fragilità che contraddistingue ogni esistenza, nel suo nascere, crescere e disgregarsi, e sulla traccia più o meno permanente che la celebrità lascia attraverso il tempo nell’immaginario collettivo.
Il Bowie di Magnano resta e si conferma creatura umana oltre il personaggio, in una dualità di visione che mira ad evidenziarne le molteplici e multiformi maschere, non trascurando alcun dettaglio, per farne trasparire la vera e concreta essenza aldilà del simbolo.
Il lavoro dell’artista è insieme accurato e attento ai particolari e libero nell’esercizio di una pittura tanto dettagliata quanto mossa e vibratile, ricca di accenti espressivi e di rimandi alle singolarità della visione soggettiva e alle qualità di disgregazione e ricomposizione dell’immagine proprie dell’odierna tecnologia digitale, che sempre modificano e filtrano il reale pur lasciando trapelare accenni di verità.
La riproduzione seriale tipica delle tecniche incisorie offre la facoltà di esaminare l’oggetto ritratto moltiplicandolo all’infinito ed evidenziandone sfumature, dettagli, variazioni che ne restituiscono una serie infinitamente reiterabile di “facce”, tutti aspetti coerentemente interconnessi di quello stesso “insieme complesso” che è l’essere umano che ne evidenzia la natura al contempo labile e controversa, univoca e multiforme, un “paesaggio umano” singolare e in ogni esempio irripetibile.
28.11.2015 Maria Palladino
Curriculum Sebastiano Magnano
Sebastiano Magnano è di Francofonte (SR), nato a Lentini (SR), ha frequentato il Liceo Artistico e l'Accademia di, Belle Arti di Catania, vive e lavora a Modena dove insegna, in un Liceo Statale, Disegno e Storia dell'Arte.
Fra le esposizioni:
Vincitore del secondo premio del 1° Premio di grafica organizzato dal Comune di Catania, 1986.
Personale I luoghi del Mediterraneo, a cura di Paolo Giansiracusa, patrocinata dal Comune di Francofonte (SR), 1991.
Collettiva Street view, Galleria Spazio San Giorgio, Bologna, 2012.
Finalista del 13° PREMIO NAZIONALE D’ARTE CITTÀ DI NOVARA, 2013.
Selezionato dal curatore al 1° PREMIO ARTE CATANIA, 2014.
Collettiva Face’ARTS Merano, a cura di Mary Sperti, Merano (BZ), Dicembre 2014.
Selezionato con due Opere alla 2° BIENNALE INTERNAZIONALE DI PALERMO, EA Editore, Gennaio 2015.
Candidato dall’Assessore alla Cultura del Comune di Monreale al Secondo Premio Guglielmo II, EA Editore, Monreale 2015.
Collettiva Face’ARTS Verona, a cura di Mary Sperti, Verona, Agosto 2015.
Invitato dal Curatore a L’Isola che c’è, Fiera Arte Mercato, EA Editore, Palermo, Ottobre 2015
La mostra resterà visitabile fino al 19 dicembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,00. Ingresso libero.
Per informazioni:
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA PERSONALE DI PITTURA E GRAFICA “BowiefaceS” DELL’ARTISTA SEBASTIANO MAGNANO
Sabato 5 dicembre alle ore 17,00, presso la Galleria MoMArt, Riviera Mussato 4, Padova, inaugurerà la mostra di pittura e grafica “BowiefaceS” dell’artista Sebastiano Magnano. A cura di Maria Palladino.
L’esposizione raccoglie una serie di opere ad olio, acrilico, tecniche miste, incisioni e una grafica digitale dell’artista Sebastiano Magnano ispirata alla figura iconica ed eclettica del musicista britannico David Bowie, fin dagli anni 70 idolo di generazioni e portavoce di uno stile ricercato e camaleontico, nella produzione musicale come nell’estetica dell’immagine.
L’autore lo raffigura in ritratti che ne ripercorrono la carriera e le numerose metamorfosi: dall’alter ego “Aladdin Sane” all’ultimo volto, il più recente, la fisionomia “disvelata” e “disambiguata” di “the next day”: il volto umano del mito.
Attraverso una pratica artistica che riprende e reinterpreta secondo canoni personali e originali il linguaggio della Pop Art e del Neofigurativismo, con componenti gestuali e un incisivo carattere di concettualità queste opere si impongono alla nostra attenzione per la peculiare capacità di coniugare la ricerca sullo stile e la tecnica ad un’interessante indagine contenutistica sul soggetto.
Esse sollecitano l’autore ad interrogarsi sul significato della fama e sulla sua caducità, identica alla fragilità che contraddistingue ogni esistenza, nel suo nascere, crescere e disgregarsi, e sulla traccia più o meno permanente che la celebrità lascia attraverso il tempo nell’immaginario collettivo.
Il Bowie di Magnano resta e si conferma creatura umana oltre il personaggio, in una dualità di visione che mira ad evidenziarne le molteplici e multiformi maschere, non trascurando alcun dettaglio, per farne trasparire la vera e concreta essenza aldilà del simbolo.
Il lavoro dell’artista è insieme accurato e attento ai particolari e libero nell’esercizio di una pittura tanto dettagliata quanto mossa e vibratile, ricca di accenti espressivi e di rimandi alle singolarità della visione soggettiva e alle qualità di disgregazione e ricomposizione dell’immagine proprie dell’odierna tecnologia digitale, che sempre modificano e filtrano il reale pur lasciando trapelare accenni di verità.
La riproduzione seriale tipica delle tecniche incisorie offre la facoltà di esaminare l’oggetto ritratto moltiplicandolo all’infinito ed evidenziandone sfumature, dettagli, variazioni che ne restituiscono una serie infinitamente reiterabile di “facce”, tutti aspetti coerentemente interconnessi di quello stesso “insieme complesso” che è l’essere umano che ne evidenzia la natura al contempo labile e controversa, univoca e multiforme, un “paesaggio umano” singolare e in ogni esempio irripetibile.
28.11.2015 Maria Palladino
Curriculum Sebastiano Magnano
Sebastiano Magnano è di Francofonte (SR), nato a Lentini (SR), ha frequentato il Liceo Artistico e l'Accademia di, Belle Arti di Catania, vive e lavora a Modena dove insegna, in un Liceo Statale, Disegno e Storia dell'Arte.
Fra le esposizioni:
Vincitore del secondo premio del 1° Premio di grafica organizzato dal Comune di Catania, 1986.
Personale I luoghi del Mediterraneo, a cura di Paolo Giansiracusa, patrocinata dal Comune di Francofonte (SR), 1991.
Collettiva Street view, Galleria Spazio San Giorgio, Bologna, 2012.
Finalista del 13° PREMIO NAZIONALE D’ARTE CITTÀ DI NOVARA, 2013.
Selezionato dal curatore al 1° PREMIO ARTE CATANIA, 2014.
Collettiva Face’ARTS Merano, a cura di Mary Sperti, Merano (BZ), Dicembre 2014.
Selezionato con due Opere alla 2° BIENNALE INTERNAZIONALE DI PALERMO, EA Editore, Gennaio 2015.
Candidato dall’Assessore alla Cultura del Comune di Monreale al Secondo Premio Guglielmo II, EA Editore, Monreale 2015.
Collettiva Face’ARTS Verona, a cura di Mary Sperti, Verona, Agosto 2015.
Invitato dal Curatore a L’Isola che c’è, Fiera Arte Mercato, EA Editore, Palermo, Ottobre 2015
La mostra resterà visitabile fino al 19 dicembre in orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,00. Ingresso libero.
Per informazioni:
Maria Palladino:
3341695479
audramsa@outlook.it
Frontiere di equilibrio: rallentare, attendere e permanere.
10/09/2016 - 10/09/2016
Carrara (MS) - Toscana
Inserito da Filippo Rolla
Galleria Duomo presenta brevi osservazioni di Filippo Rolla e note musicali di Davide Giromini: dal titolo: Frontiere di equilibrio: rallentare, attendere e permanere.
Mediante brevi osservazioni e note musicali, Filippo Rolla e Davide Giromini vogliono evidenziare tre “dimensioni” dell’esistenza umana: la lentezza, l’attesa e la permanenza che, nella odierna società, si stanno perdendo, con conseguenze non sempre positive.
Come ritrovare una frontiera di equilibrio che ci possa preservare dal cambiamento antropologico in atto voluto dalla società dei consumi? L’idea è quella di trovare uno slowfood per la mente, un nutrimento calmo, piacevole e naturale che ci riporti ai nostri originari bisogni, alle nostre più intime emozioni.
Mediante brevi osservazioni e note musicali, Filippo Rolla e Davide Giromini vogliono evidenziare tre “dimensioni” dell’esistenza umana: la lentezza, l’attesa e la permanenza che, nella odierna società, si stanno perdendo, con conseguenze non sempre positive.
Come ritrovare una frontiera di equilibrio che ci possa preservare dal cambiamento antropologico in atto voluto dalla società dei consumi? L’idea è quella di trovare uno slowfood per la mente, un nutrimento calmo, piacevole e naturale che ci riporti ai nostri originari bisogni, alle nostre più intime emozioni.